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18-01-2005, 03.31.37 | #42 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Re: x Visechi...
Citazione:
Queste parole mi fanno ricredere sull'impossibilità di una profonda comunicazione attraverso le parole.. (Grazie) Gyta |
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18-01-2005, 10.02.04 | #44 | |
Utente bannato
Data registrazione: 14-09-2004
Messaggi: 2,116
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Re: X Dipamkara Sarjana,in arte ATISHA.
Citazione:
Questa può essere una delle definizioni che si possono dare alla parola "saggio". Ma "IL SAGGIO" non è definibile in niente, e nessuno lo conosce. Eppure, C'E'! Ciao. |
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18-01-2005, 14.24.27 | #45 | |
Ospite pianeta Terra
Data registrazione: 17-03-2003
Messaggi: 3,020
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Re: Re: X Dipamkara Sarjana,in arte ATISHA.
Citazione:
Già.."quel" Saggio è Colui che risiede sepolto in ognuno di Noi. e' Volontà Creatrice.. è Intelligenza e Amore..ma non quello...quell'altro..quello più scomodo <Le razze ariane dell'occidente hanno le loro nazioni e le loro tribù, come i loro fratelli orientali della quinta razza, le loro età dell'oro e del ferro, i periodi di irresponsabilità relativa o l'età Satya di purezza, mentre ora parecchie di esse hanno raggiunto la loro età del ferro, il Kali-yuga, un periodo di oscurità ed orrori. Questo stato durerà... fino a che non cominceremo ad agire dal di dentro, anzichè seguire sempre gli impulsi del di fuori. Fino allora l'unico rimedio è unione ed armonia, una fratellanza in actu e altruismo non di semplice nome...> < L'Umanità ha sempre chiuso gli occhi alla grande verità: che l'uomo è il proprio salvatore ed il proprio distruttore, che egli non deve accusare nè il cielo, nè gli dèi, nè il fato, nè la provvidenza, dell'apparente ingiustizia che regna nel mondo. Ma che egli ricordi invece questo briciolo di sapienza greca che consiglia all'uomo di astenersi dall'accusare Colui che, sebbene avvolto nel mistero, ci guida senza errare attraverso vie ignote, dalla colpa al castigo, che sono ora le vie e la strada maestra sulla quale procedono le grandi nazioni europee.> (La dottrina segreta - H.P.Blavatsky) |
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18-01-2005, 14.45.39 | #46 |
Sii cio' che Sei....
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Su Plotino
L'INCANTO DEL PURO SCATURIRE
"Aprirsi alla contemplazione": vorrei fare un paio di esempi per spiegare che cosa debba risultare da questa traduzione, ammesso che sia corretta. Il termine tedesco che adopero - "Aufgehen" - è quanto mai adatto alla natura: quando viene la primavera e tutto sboccia e si schiude - Aufgehen! - ecco, che cos'è la natura: questo dischiudersi e aprirsi, oppure il levare del sole (ancora: Aufgehen!). Con questa parola descriviamo qualcosa di diametralmente opposto rispetto alla scienza della natura e alle moderne discipline scientifiche. Voglio dire che Plotino, con la sua analisi della natura, intesa come "Aufgehen", pensa allo "schiudersi in sé e per sé": una formulazione che non ha niente a che vedere con le scienze naturali: egli ha in mente la natura nel suo puro scaturire, non quella che viene indagata dalla scienza in tutti i suoi fenomeni e in tutte le sue leggi. Questo sprofondare nella fìsis, nello "schiudersi", diviene per Plotino il modello per l'esperienza dell'essere in generale, diventa un archetipo metafisico. Il termine "Aufgehen" è usato anche in altre espressioni, ad esempio per intendere l'aprirsi degli occhi: "Mi si sono aperti gli occhi", vale a dire "adesso comincio a vedere, quello che già sempre avrei potuto vedere!". Pertanto, l'uso di questa espressione si accompagna a un notevole potenziamento della facoltà di osservare: lo schiudersi della natura ritorna nella "natura naturata", concepita da un seguace di Plotino, Scoto Eriugena, uno dei grandi autori del Medioevo. Il suo senso risulta arricchito considerando altresì il ruolo dell'osservatore (non colui che assiste passivamente a uno spettacolo teatrale,… bensì lo spettatore del teatro greco, che è membro di una comunità di culto.…). L'assistere a uno spettacolo è appunto: "aprirsi alla contemplazione". Insomma, non c'è più frattura alcuna fra me, spettatore, e il palcoscenico sul quale Edipo si dispera per il suo tragico errore o Antigone va incontro alla morte… per la ragion di Stato e per amore del fratello. Queste cose, che ci affascinano e ci incantano, stanno a significare che noi siamo assorbiti - Aufgehen - in tutto ciò, senza che rimanga alcun residuo delle nostre ansie, dei nostri progetti di oggi e di domani: siamo rapiti dal nuovo presente. In effetti, Plotino parla dello Aufgehen anche in quest'ultimo senso, che trova il proprio compimento nel "risolversi nell'Uno", nel divino. Plotino ha raccontato di aver vissuto due volte, nella sua vita, questo istante in cui era così interamente assorbito nell'Uno divino, da poter riconoscere se stesso solo dopo essere tornato indietro da questa unione. http://www.emsf.rai.it/gadamer/inter.../plotino.htm#4 |
18-01-2005, 15.04.40 | #47 |
Ospite pianeta Terra
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Abu Bayazid Bistami
Abu Bayazid Bistami, nato nell'800 e morto nell'857, o nell'874, passò tutta la sua vita a Bistam, Iran. Era un contadino rozzo e incolto, il cui insegnamento fu puramente orale. Osservatore scrupoloso della legge religiosa, pose l'ebbrezza (sukr) al di sopra della lucidità e praticò un' ascesi austera, in quanto riteneva che nessuna rinuncia fosse abbastanza grande per Dio. Discendente di un magio, ebbe come maestro un certo Abu 'Ali Sindi. Alcuni orientalisti ne hanno dedotto che si trattava di un induista convertito, proveniente dal Sind e che i segreti che avrebbe insegnato a Bayazid erano in realtà quelli del Vedanta. Qualcuno è arrivato in un impeto riduzionista ad affermare che la dottrina di Bâyâzid è quella del Vedanta, che Shams Tabrizi, il maestro di Rumi, non ha fatto altro che ripetere Bayazid e che quindi Rumi stesso, in altre parole il Sufismo stesso, non è altro che il Vedanta, rivestito di Islam... Un giorno, mentre sedeva tra i suoi discepoli, Bayazid perse conoscenza e dalla sua bocca uscirono queste parole: 'Io sono Dio puro e libero da ogni macchia, a Me appartiene la grandezza'. Quando ritornò in se' i suoi discepoli gli riferirono le parole che aveva pronunciato. Allora Bayazid così li scongiurò: 'In qualsiasi momento pronunciassi ancora simili parole fatemi a pezzi' e diede loro dei coltelli. Ora, accadde che Bayazid, perdendo coscienza, ridicesse un'altra volta le stesse parole. Subito, i suoi discepoli si precipitarono per metterlo a morte, ma il suo corpo divenne talmente grande che occupava tutta la casa e più i suoi discepoli si accanivano a colpirlo con i coltelli, più sembravano colpire il nulla. Dopo un certo tempo Bayazid cominciò a rimpicciolire e, quando ebbe ripreso le proporzioni normali, i discepoli gli raccontarono ciò che era successo. Egli disse loro: 'Quello che voi vedete ora è Bayazid, quanto a colui che pronunciava quelle parole non era Bayazid' Fu chiesto a Bâyâzid: <Gli uomini dicono che la professione di fede 'Non c'è altro Dio che Dio' è la chiave del paradiso>. Rispose: <Dicono la verità; ma, una chiave senza serratura non apre niente, e le serrature del 'Non c'è altro Dio che Dio' sono quattro: una lingua priva di menzogna e distrazione, un cuore privo di inganni e tradimento; un ventre privo di ogni cibo illecito o dubbio, delle azioni prive di passione e innovazione. Gli uomini si pentono dei loro peccati, io mi pento delle mie parole 'Non c' è altro Dio che Dio', poiché io parlo con dei sensi e delle lettere, mentre Dio è al di là dei sensi e delle lettere..... |
18-01-2005, 15.33.15 | #48 |
Sii cio' che Sei....
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Sukra e' un concetto chiave del Tantrismo. E' il pianeta Venere, nell'astrologia Vedica, il Guru degli Asura, ma e' anche il seme maschile, il Bodhicitta.
http://www.webonautics.com/mythology/sukra_venus.html |
18-01-2005, 20.45.14 | #49 |
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Dal commento all'Hevajratantra (Ubaldini 2004):
"Lo Sukra e' l'insieme delle sostanze chimiche che circolano nel corpo producendo le emozioni, tra cui il desiderio sessuale. Esso costituisce il metodo o mezzo (Upaya) che consente l'accesso alla beatitudine, percio' viene chiamato Bhagavan. Invece la beatitudine e' (prajna) la saggezza a cui conduce il metodo, quindi vien detta: l'amata (kamini). L'unico supremo diletto (eka para ratik) non e' il semplice piacere del contatto sessuale, non e' il sommo piacere dell'orgasmo e neppure il piacere della sua conclusione, ma la piena consapevolezza di Se' nel singolo istante (ksnat) del momento presente. Qui la coscienza e' svincolata dalle nozioni di unita' e molteplicita' perche' non e' identificata ne' col maschio ne' con la femmina e neppure con entrambi." |