x kantaishi
Non posso che concordare su tutto.

Ma allora qualsiasi cosa io faccia, credere, o nn credere (ed eventuali giri di parole) nn porta da nessuna parte.
Mi chiedo se nn sia più vicino alla verità il sasso che ho come fermacarte sulla mia scrivania.

A pensarci bene i nostri mali peggiori (dell' umanità) coincidono
già da migliaia di anni fa con la nostra capacità , poi affinata di inventarsi scorciatoie, scappatoie così da evitare il nostro amaro destino, comune poi a tutte le forme di vita.
Diventare cibo per vermi e concime per le piante.

Che il ragionare sia solo un limite, o una inutile resistenza


Saluti e....
che le nostre piante possano aspettare ancora un pezzo.

Mi trovo, ora a questo punto:
uso le parole solo quando è necessario.
Quando esistono reali domande da porre, e non quesiti autoreferenziali.
Le parole, spesso, diventano sostituti statici di quell'incapacità di agire che cerca di esprimere la propria inquietudine traducendosi in parole, avvitandosi su sè stessa senza ossigeno, senza luce, senza colore...
Per essere ancora più sintetica, direi, secondo un motto che ora ho avuto l'ispirazione a coniare: Primum Vita. Deinde, Verba.
Realtà e linguaggio sono entità separate e non commensurabili.
Io adoro la Poesia e la Letteratura, ma qualsiasi esperienza verbale giunge sempre in seconda battuta rispetto a quella che è la Vita...
Il silenzio è il luogo privilegiato da cui ascoltare il mondo, senza necessità nè di difendersi, nè di attaccare.
Il Silenzio è, sic et simpliciter, il luogo dell'Essere.