Lettera ad un agnostico
Ho una formazione scientifica.
Pur non essendo uno scienziato, accetto assolutamente il metodo scientifico come unico, pur non infallibile, strumento di conoscenza.
Faccio della logica e dell'esperienza le mie armi per vivere, possibilmente in armonia con i miei simili. Eppure.
Eppure tutto ciò non basta. Questo mio post vuole essere un invito alla riflessione per tutti gli agnostici del forum (Dunadan ad esempio, che mi è molto simpatico).
Il problema è questo: scientificamente ogni fenomeno è causato da un altro fenomeno (effetto di causalità).
Mangio perché sento di avere fame. Sento di avere fame perché il mio corpo comunica chimicamente al cervello questa necessità. Ecc. Nulla accade nell'universo che non sia causato da qualcos'altro. Che a sua volta è causato e così via. Ogni causa è per forza causata.
Ma così stando le cose non esistere un inizio, non esiste una causa-NON-causata.
Ad esempio una teoria scientifica nota a tutti fa partire l'universo dal big bang. Si ma prima? Cosa ha fatto sì che
tutta l'energia si trovasse lì a tempo zero, massa zero, spazio zero?
Questa idea di "non inizio" puzza moltissimo di paradosso! Come accidenti possiamo concepire materialmente un non-inizio??? Posso capire il concetto di infinito matematicamente, ma materialmente no. Non riesco.
D'altronde so benissimo che la scienza, con i suoi metodi, non potrà mai rispondere a questa domanda. Ci si è provato con la logica, la filosofia. Purtroppo la logica di per sé non dimostra nulla.
Di fronte a tutto ciò quindi possiamo assumere due posizioni, anzi tre.
1) Esiste una CAUSA NON CAUSATA perché non può non esistere. La chiamo Dio, Allah, Energia cosmica, Pippo...ecc. Oppure, per cercare di non ingannarsi, dico che esiste ma di lei non so niente. Tuttavia sapendo che esiste ricerco una via non-scientifica per percepirla almeno un pochino...
2) Sono scientifico per cui non mi faccio certe domande. Oppure NON esiste una causa-NON-causata quindi il ciclo causa-effetto è infinito riferitamente al tempo passato anche se non capisco che cosa sto dicendo.
3) Non esiste una causa-non-causata... e poi scusatemi ho altro a cui pensare.
La prima posizione è quella spirituale o religiosa ma non per forza ascientifica (io accetto tutta la scienza ma seguo questa via).
La seconda è quella agnostica. Tutto sommato chi segue questa strada non si pone certe domande. Dove la scienza non può arrivare ci si ferma. Il Perché, con la P maiuscola, è una domanda legittima, non da fuori di testa, eppure, siccome sono scientifico e non potendo usare il mio metro, il mio cronometro e il mio telescopio, non me la pongo.
La terza posizione è assurda. Siccome la posizione del "credente" non è una posizione scientifica è del tutto assurdo cercare di smontarla scientificamente. Si deve infatti dire chiaramente che una affermazione è scientifica solamente se, in linea di principio, è possibile falsificarla. Dunque la posizione dell'ateo non è assolutamente una posizione scientifica.
Ma mentre il filosofo/credente da una risposta a una domanda -scientificamente insolvibile- sulla base di una necessità logica (non può logicamente non esistere) o fideistica, l'ateo sostiene la sua non esistenza su nessuna base, men che meno scientifica. Gli atei mi sembrano più fatti di oppio dei credenti.
I fedeli, al pari dei filosofi, non usano solo la fede. Essi si sono posti il grande Perché (quella della P maiuscola) e sentono dentro di loro quella necessità, quel non può non esistere.
Adesso finisco venendo al dunque. Queste mie sono considerazioni, o meglio, riflessioni di una persona che cerca sempre di mantenere verso le cose una atteggiamento scientifico ma che proprio per questo si pone TUTTE le domande. E riflette senza avere in tasca che poche verità. Anche gli "scientifici" sanno di averne molto poche, sanno che ogni teoria scientifica è vera solo fino a quando non ne viene dimostrata la falsità.
Non crediamo di cavarcela con la storiella di Marx (peraltro un grande pensatore) dell'oppio dei popoli. Io parlo d'altro. Marx si riferiva alla religione da un punto di vista storico, e da quel punto di vista condivido pure quel pensiero.
Scusate, forse ho scritto troppo, mi rendo conto.
Spero che qualche "scientifico" voglia espormi le proprie riflessioni.
Ciao.
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