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24-11-2003, 14.36.31 | #22 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Caro Visechi, tu non erri, anzi, in buona sostanza mi trovi in accordo dato che quanto tu definisci innamoramento, io chiamo "fede nella vita".
Ciò che volevo mettere in evidenza non è tanto quest'aspetto che, di fondo, coincide con il pensiero più o meno comune, ovvero, la ricerca di un equilibro tra forze, la logica soppesata dall'aspetto animico, l'emotività umana, bensì l'inutilità di un dio idolo. Meglio, non posso definire inutile questo fattore che per molti è ragion di vita, ma vorrei analizzare, per quanto mi è possibile e vedere fin dove è possibile affermare che l'azione divina sia verosimile (non riesco a definirla vera). La mente umana è un ricettacolo di emozioni che soggettivamente l'uomo individua, analizza e definisce, ovvio che se si crede all'esistenza di una presunta deità che ponga in essere azioni materiali volte al beneficio dell'uomo, tutto diverrà semplice fede e nulla di più.. a me, purtroppo, questo non basta, esigo da me stessa, l'analisi di dato aspetto sotto un'ottica logica e razionale. Fatto questo.. ho dedotto che molte delle presunte concessioni divine, in realtà sono autoinduzioni umane, azioni che avvengono a nostra cosciente insaputa nel subconscio. L'uomo credente, poi, attribuisce natura divina a tutto questo... La mia domanda, ora è....come è possibile stabilire l'esistenza di quel fantomatico dio alla luce di questi pensieri? Oki Vis..perdonami... sono incasinatissima e mi perdo per strada ... |
24-11-2003, 17.58.35 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
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Domanda "profana"
L'Illuminazione, per quanto se ne possa sapere -indirettamente- attraverso la testimonianza di chi l'abbia vissuta, presenta caratteri simili in ogni tempo e ad ogni latitudine.
A questo punto, viene da chiedersi : ma...allora...cos'è che differenzia il "credo" , tra le varie religioni, nella sua essenza più intima, mistica? Forse davvero si "trova" quello che si vuole "trovare"! Ma questo contraddice i presupposti di partenza, che fanno coincidere l'illuminazione con l'esperienza di una dimensione totalmente "altra", non concettuale... Insomma, sarebbe molto più coerente e persuasivo pensare che, conseguita l'illuminazione, ogni etichetta effettivamente cada. Ciò però non avviene. Pascal, ad es.. per tornare al discorso di prima, "trova" il Dio d'Abramo e il Dio di Giacobbe...Cioè "trova" esattamente il Dio su cui aveva in precenza a lungo meditato. Il discorso potrebbe ripetersi identico per tutte le altre religioni...per gli "apprendisti" monaci buddisti, taoisti...eccetera. Evidentemente, la logica ancora dualizzante, o meglio, "categorializzante", che preesiste all'illuminazione non sempre viene trascesa del tutto, e l'illuminazione resta comunque sempre ben inquadrata nell'ambito "fideistico" in cui la si è cercata (o al quale, comunque, nel caso delle conversioni "improvvise", si appartiene culturalmente...) Sbaglio? Ultima modifica di irene : 24-11-2003 alle ore 18.11.10. |
24-11-2003, 18.52.20 | #24 |
Ospite abituale
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Messaggi: 242
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è vero quanto dici, Irene.
Accade però anche che chi s' "imbatta" in questo fenomeno particolare che definiamo 'illuminazione' rigetti totalmente le vecchie categorie e gli schemi di pensiero del passato, avvertiti come del tutto inadeguati alla descrizione della sua "realizzazione". Come la mettiamo? Ultima modifica di basil : 24-11-2003 alle ore 18.59.18. |
24-11-2003, 19.04.33 | #25 |
Perfettamente imperfetto
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Messaggi: 1,733
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per Mistico
Il SE’ onnipervadente non ha necessità di conoscersi essendo l’Unica Coscienza, che si irradia ed esprime nelle nostre Anima.
E’ la parte incantata da maya, l’identificazione erronea con l’Io, che si illude di poter conoscere il Tutto. Solo rinunciando alla conoscenza come parte, si può avere l’ esperienza dell‘ Unione, dell’Unica Conoscenza. Il resto é filosofia...pensiero...mente. |
24-11-2003, 19.15.59 | #27 |
Perfettamente imperfetto
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x Basil ed Irene
L’illuminazione non é necessariamente legata alle religioni, a dimensioni fideistiche, ma é la “Realizzazione” del Ciò che E’, senza il senso di un “Io” che l’abbia realizzata. E’ pura religiosità : Fede e Conoscenza diventati tutt’ Uno. E' la trascendenza delle dualità, é la comprensione che le polarità sono complementari ed interdipententi nell'Unità.
L’ “Invisibile” é davanti e dentro di noi, qui, in questo momento, ma il velo della nostra mente lo va a cercare altrove, nell’immaginazione e cultura spirituale, nelle apettative sovrannaturali, e non vede il Miracolo dell’Esistenza che gli accade davanti agli occhi, ogni istante. “La vita é un mistero da vivere e non un problema da risolvere”, ha detto qualcuno che, a mio parere, aveva sia Fede che Conoscenza. |
24-11-2003, 19.28.17 | #28 |
Perfettamente imperfetto
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x Deidre
Deirdre:
Quindi tu neghi qualsiasi filosofia, religione, credo, ecc... ??? vien logico pensare che tantissimi studiosi hanno gettato nel cesso anni d'esistenza..se partiamo dal tuo presupposto..anche filosofie quale lo zen ecc..sono tutte fregnacce... bha... Mi spieghi perché sghignazzi sempre? Perdonami ma non lo trovo carino nei confronti di chi crede in dio e merita, in ogni caso... un minimo di rispetto. .............................. Non nego niente, anzi, accetto Tutto. Innanzitutto lo Zen non é una filosofia, ma é una esperienza interiore, da sperimentare. E’ l’esperienza della realtà così com’é, qui ed ora. E’ una bellissima strada, fra le diverse vie non dualistiche, che ti può condurre alla conoscenza della tua vera natura, del tuo non Ego. Ho un grande rispetto per tutte le tradizioni, le culture spirituali e religiose, ci mancherebbe altro...però penso che solo la loro parte più “interna” possa accompagnare a vere esperienze spirituali. La religiosità vissuta come esperienza, e non solo come credenza, nella sua espressione più alta non può che unire...in altre parole, non che può che espressione di Comprensione, d’ Amore e Compassione. Le dottrine sapienziali, ormai mi affascino, in particolar modo, nell’aspetto della loro piena espressione, nella loro fioritura; ma non nego che, anche quando sono in forma di seme o di germoglio, contengano la stessa Essenza di Verità. E ‘ solo questione di tempi di maturazione; ma essendo il tempo solo una categoria della mente relativa, gia qui adesso, per me, va tutto bene, cosi com’é. Come il Tutto vuole. P.S. Scusa, ma non sono pratico di forum, ed avendo visto quella faccina sorridente, mi é piaciuta e lo inserita, per nulla in atteggiamento irrisorio verso qualcuno o qualcosa. Comunque, era una risata Zen. La vita va presa come un "gioco", anche con umorismo. Però, se non ti piace la tolgo, non c’é problema. Questa va meglio? |
24-11-2003, 20.15.23 | #29 |
Vivi!
Data registrazione: 28-10-2003
Messaggi: 1,159
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Per Mirror:
Ti consiglio di leggere : http://www.well.com/user/jct/ITALIAN...io/Itpart3.htm ...così forse perderai qualche certezza.... Ciao. |
24-11-2003, 20.26.08 | #30 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2002
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Citazione:
Io personalmente tendo a pensare che il vero illuminato sia chi, a seguito ed in virtù del proprio incontro con il divino, lasci cadere ogni categoria pregressa. Non posso fare a meno di rilevare però, parallelamente, che nella mia vita mi è capitato di incontrare (poche volte, ma è accaduto) persone che, animate da una precisa fede (quella cattolica) trasmettevano a chi stava loro accanto una forza non comune, che di sicuro non poteva trovare la propria matrice nei soliti sermoni e nelle solite frasi fatte curialesche. Per fare, poi, due esempi noti a tutti, penso che nessuno dubiti del fatto che l'attuale Papa e il Dalai Lama siano mossi da una forza interiore sorprendente...che, pur inquadrandosi "istituzionalmente" in una precisa tradizione religiosa ( e più esattamente:nella propria tradizione religiosa di appartenza ) nei fatti si dimostra ampiamente capace di trascenderla. Anche se, riflettendo in modo assolutamente smaliziato, si potrebbe ragionevolmente pensare che il proprio habitus istituzionale non serva alla fine a null'altro che a sancire la propria compromissione con il potere temporale che ne deriva... Questo, in effetti, è un punto cruciale. Un illuminato smette di essere tale se assume un ruolo "temporale" a scopo di proselitismo? Tutti gli illumnati della storia umana hanno avuto dei discepoli che (con esiti alterni) hanno cercato di perpetuarne il messaggio... Forse, chissà, in sè stesso non è sbagliato (cioè:non è tale da corrompere la portata del proprio incontro con il divino) che un illuminato eserciti un ruolo temporale, istituzionale...Anche se troppi esempi storici, concreti, e ripetuti, hanno svilito questo principio fino a renderlo, per più aspetti, inaccettabile sul piano teorico.... Ultima modifica di irene : 24-11-2003 alle ore 20.38.26. |
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