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03-10-2014, 18.40.58 | #12 | |
Moderatore
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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E' inevitabile partire da punti di vista diversi e relativi,ed e' da questo che secondo me il dialogo riveste il suo significato e il suo valore...fondamentale e' focalizzare il "centro" Ultima modifica di acquario69 : 04-10-2014 alle ore 00.05.53. |
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03-10-2014, 19.57.36 | #13 | |
Moderatore
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
Citazione:
Quando mai i cristiani sono stati umili nonostante tutti i primati che a parole proclamano per l'umiltà? Non si ritengono forse i depositari dell'unica verità rivelata (ovviamente se sono veri cristiani, non quello pseudo cristianesimo annacquato che va di moda oggi)? La fede non può essere umile perché è volontà di potenza garantita da un'alleanza privilegiata ed esclusiva con un'onnipotenza con cui ci si sente intimi, io striscio, ma per meglio dominare. In questo Nietzsche ha perfettamente ragione: è l'umiltà del servo che può ergersi sopra tutti perché gode di una stretta intimità con il padrone, verso il quale si prostra umile, ma solo per sentire tutto il suo privilegio di potersi prostrare e soprattutto quando si dichiara servo dei servi. C'è una superbia nell'umiltà proclamata che fa impallidire il più vanaglorioso dei superbi. |
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04-10-2014, 10.32.46 | #14 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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Mentre trovo splendida-sublime-straordinaria questa sintesi, io desidererei (soprattutto in riferimento alle osservazioni di Acquario e Freedom) aggiungere una piccolezza, e cioè : - se è vero e stravero che l'umiltà sembra praticatissima e poi diviene sostanzialmente impraticabile in quelle fedi che...dell'umiltà fanno vanto e strumento di ascesa a maggior potere.... - è anche vero (e questo vale per qualunque fede in qualunque dio) che non ci può essere umiltà nell'accedere a visuali diverse in nessun fedele che brami essere tale, e non perchè vi sia malafede in tale fedele, ma per la logicissima ragione che ...ascoltare e valutare ipotesi concettuali che prescindano dal suo dio...sono (e lo sono!) per sè stesse un tradimento alla propria fede!!!! Insomma: alla fine non è neanche lecito (secondo me) chiedere al fedele di farsi "disponibile" in tema di discussione sulle fedi! Equivale a chiedergli di mettere in discussione la propria, e questo non può fare (e capisco) proprio in quanto fedele. E infatti...invariabilmente tutte le discussioni che in qualunque luogo si instaurino tra credenti (in qualunque fede) e non credenti...puntualmente vede il fronteggiarsi di posizioni che NON sono affatto equivalenti sul punto della disponibilità-umiltà dialogica, ed i cui moduli essenziali sono follemente slivellati (e non potrebbero non esserlo) , atteso che il non credente (inteso come non credente in alcuna particolare religione) si attesta su un "io penso che..." laddove il credente (inteso come osservante di una qualunque religione) muove e graniticizza su un ben diverso "la Verità è che...!" E per questo, proprio per questo, credo che la prima e saggissima osservazione di Maral sia stata sin qui sottovalutata: probabilmente è proprio inutile (sed etiam dannoso) parlarne, o al massimo si dovrebbe parlarne per esprimere il proprio sentire, ma giammai per "ragionarne confutando". E' vero che manca l'umiltà, MA : potrebbe mai esserci, potrebbe mai pretendersi che ci sia ? |
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04-10-2014, 11.01.36 | #15 |
Ospite abituale
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
Se l’umiltà è relazionata alla libertà allora ci può essere dialogia in quanto esiste una fascia di rispetto per l’altrui.
Dipende anche dall’architettura teologica del pensiero di una determinata fede:se è chiusa o aperta.Se è chiusa diventa iniziatica e individualistica e diventa sprezzante in termini di èlite del sapere. Perché fu un atto di superbia a togliere l’uomo dall’Eden,che è il contrario dell’umiltà, perché in qualunque fede la mistica di Dio e la Sua ricerca è un atto di umiltà fatto di acquisizioni e sottrazioni di conoscenze. E’vero che il dialogo non può essere una mediazione delle parti, si perderebbe l’originalità, il cui risultato è un’opinione invece di una ricerca di Verità .Allora si tratta di mostrare i punti di contatto e i punti di scontro di culture diverse. Personalmente ritengo che si debba dare dei concetti nel dialogo e lasciare decantare, non pretendere id avere ragione, ma lasciare che il concetto lavori sulla ragione.Allora forse vince l’autorevolezza e non l’atto d’imperio dell’autorità , o il muro contro muro di un non dialogo fra sordi. E’ altrettanto vero che si può mostrare falsa umiltà, ma è un aspetto individuale, cioè di come ognuno vive una determinata spiritualità e la mostra agli altri. Gli ordini religiosi delle diverse fedi, mostrano proprio le modalità del dialogo e della ricerca, può andare da una totale clausura, al sacerdote di parrocchia che vive il sociale quotidiano. C’è chi si vota a Dio negando materialità e contatti umani fuori dal proprio ordine monastico, c’è chi ritiene che la via sia nella socialità, nell’incontro e nel calore umano del contatto:le vie e le strade sono molte, si tratta di capire cosa le motivano, le modalità dei percorsi. L’errore è sentenziare senza un tentativo di capire, cioè la negazione del dialogo |
04-10-2014, 12.43.16 | #16 | |||
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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Ma il punto non è questo. Il punto è che se una cosa è vera, se una cosa è giusta, se una cosa funziona non puoi invalidarla perchè alcuni (o molti secondo te) sono incoerenti. Se tutti gli abitanti del pianeta dicono che 2+2=5 il risultato rimane sempre 4. Se dunque tutti i cristiani del pianeta si comportassero male ciò non renderebbe falsa (se è vera) la loro fede. Se i cristiani ritengono di aver trovato la verità non è atto di superbia, è una semplice affermazione. Non siamo in condizione di contraddire o di dimostrare perchè, appunto, c'è di mezzo la fede. Se non ti garba nessuno ti costringe ad abbracciare questa fede. Dove sta la superbia se credi di aver trovato la verità? Citazione:
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04-10-2014, 12.52.07 | #17 | |
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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Hai posto tra parentesi la "condicio sine qua non". "se è vera". E se questo vuol essere argomento di discussione...per ciò stesso non può essere assiomatizzato. |
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04-10-2014, 14.10.14 | #18 | |
Moderatore
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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Non so se riesco a spiegarlo ancora meglio così: io credo in Dio ma la mia convinzione ha la stessa dignità, lo stesso diritto di cittadinanza di qualsiasi altra fede o non fede. |
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04-10-2014, 15.35.39 | #19 | |
Nuovo ospite
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
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E' chiaro il modo il cui la poni Tu. Meno chiaro, molto meno chiaro, è come possa (concettualmente e senza colpa di alcun fedele) potersi mettere in discussione - davvero - la propria fede...mentre ci si sente fedeli. Non trovi che sia vagamente schizofrenica come posizione, e che come tale non possa essere "pretesa" da nessuno al mondo? |
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04-10-2014, 15.58.37 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: una nuova babele? (anche in versione galattica)
Acquario ha scritto:
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Scusami Acquario, ma non riesco a comprendere cosa intendi per orizzonte mentale ed il suo rapporto con la "verità". Cos'è per te la verità ? Nel cervello c’è la mente, dal cui funzionamento emerge il nostro essere, i pensieri, le idee, i sentimenti, il linguaggio, la cosiddetta "coscienza", cioé la consapevolezza che il soggetto ha di sé e dei propri contenuti mentali. Il concetto di coscienza comprende sia la percezione di stati interni ed esterni all'organismo sia la capacità dell'Io di organizzare e sintetizzare in un insieme organico percezioni, conoscenze, sentimenti, ecc.. L'Io struttura la personalità dell'individuo tramite dei processi psichici come pensare, percepire, ricordare, ascoltare, ecc.. Ultima modifica di altamarea : 04-10-2014 alle ore 18.06.08. |
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