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26-08-2014, 20.02.38 | #12 |
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Da un'uccellino all'altro... riporto una citazione di Van Gogh (Wiki) sulla quale non aggiungo qui altro... troppo bella...
C'è fannullone e fannullone. C'è chi è fannullone per pigrizia o per mollezza di carattere, per la bassezza della sua natura, e tu puoi prendermi per uno di quelli. Poi c'è l'altro tipo di fannullone, il fannullone per forza, che è roso intimamente da un grande desiderio di azione, che non fa nulla perché è nell'impossibilità di fare qualcosa, perché gli manca ciò che gli è necessario per produrre, perché è come in una prigione, chiuso in qualche cosa, perché la fatalità delle circostanze lo ha ridotto a tal punto; non sempre uno sa quello che potrebbe fare, ma lo sente d'istinto: eppure sono buono a qualcosa, sento in me una ragione d'essere! So che potrei essere un uomo completamente diverso! A cosa potrei essere utile, a cosa potrei servire? C'è qualcosa in me, che è dunque? Questo è un tipo tutto diverso di fannullone, se vuoi puoi considerarmi tale. Un uccello chiuso in gabbia in primavera sa perfettamente che c'è qualcosa per cui egli è adatto, sa benissimo che c'è qualcosa da fare, ma che non può fare: che cosa è? Non se lo ricorda bene, ha delle idee vaghe e dice a se stesso: "gli altri fanno il nido e i loro piccoli e allevano la covata", e batte la testa contro le sbarre della gabbia. E la gabbia rimane chiusa e lui è pazzo di dolore. "Ecco un fannullone" dice un altro uccello che passa di là, "quello è come uno che vive di rendita". Intanto il prigioniero continua a vivere e non muore, nulla traspare di quello che prova, sta bene e il raggio di sole riesce a rallegrarlo. Ma arriva il tempo della migrazione. Accessi di malinconia – ma i ragazzi che lo curano nella sua gabbia si dicono che ha tutto ciò che può desiderare – ma lui sta a guardare fuori il cielo turgido carico di tempesta, e sente in sé la rivolta contro la propria fatalità. "Io sono in gabbia, sono in prigione, e non mi manca dunque niente imbecilli? Ho tutto ciò che mi serve! Ah, di grazia, la libertà, essere un uccello come tutti gli altri!". Quel tipo di fannullone è come quell'uccello fannullone. E gli uomini si trovano spesso nell'impossibilità di fare qualcosa, prigionieri di non so quale gabbia orribile, orribile, spaventosamente orribile... Non si sa sempre riconoscere che cosa è che ti rinchiude, che ti mura vivo, che sembra sotterrarti, eppure si sentono non so quali sbarre, quali muri. Tutto ciò è fantasia, immaginazione? Non credo, e poi uno si chiede "Mio Dio, durerà molto, durerà sempre, durerà per l'eternità?". Sai tu ciò che fa sparire questa prigione? È un affetto profondo, serio. Essere amici, essere fratelli, amare spalanca la prigione per potere sovrano, per grazia potente. Ma chi non riesce ad avere questo rimane chiuso nella morte. Ma dove rinasce la simpatia, lì rinasce anche la vita. un saluto |
27-09-2014, 23.40.41 | #13 |
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Riferimento: Buddha bar
Gli avventori di questo locale sovente discutono tra loro e mi capita – siam tutti un po’ curiosi – d’ascoltare le loro conversazioni, o leggerle, che è lo stesso.
Anche se non ci par di far nulla c’è sempre un intervento costante da parte della nostra mente e di quel che contiene… non ci fosse i suoni uditi non avrebbero significato e le immagini neppur avrebbero colori (che presuppongono un confronto). Forse quello che ci accadde dalla nascita, proseguito fino a un certo punto. Ma sia come sia siamo cresciuti e via via accumulando eccoci arrivati alla nostra età, ritrovandoci a frequentar il mondo, le persone… la vita e perché no, i bar. Poi ci son quelli che non frequentano alcuno e alcuna cosa, appagati di frequentar sé stessi. Sicuramente son casi rari, la natura dell’uomo non è quella d’esser isola. Tutti noi che scriviamo, dibattiamo o semplicemente frequentiamo questo spazio non lo siamo. Così da quando abbiam memoria la vita è un rinnovar frequentazioni, d’ogni sorta… ed essendo la memoria imparziale ecco che ci riporta quelli che son forzatamente usciti dalle nostre frequentazioni… le pedine che han concluso il gioco, in taluni casi con un senso di vera liberazione, ché la sofferenza fu troppo oltre misura. E la sofferenza peggiore, la peggior crudeltà è proprio l’uomo che l’esercita sui suoi simili… e questo, esista o no un Dio, accade continuamente, da sempre. Ascoltando (leggendo) i discorsi sul Dio dei cristiani (qualcosa ho detto anch’io) ho grandemente apprezzato la preparazione degli interlocutori, specialmente paul11 e Sebastian e il loro sguardo a risalir il tempo per trovar l’origine di quelle distorsioni che poi son diventate guerre e odio legato all’appartenenza a questa o quella religione. Quando penso all’enorme potere che hanno avuto e hanno e vedo come l’han impiegato posso comprendere come qualcuno abbia detto artisticamente, poeticamente, che si augura, immagina un mondo senza religioni (J. Lennon, Imagine). Gli ebrei avevano il Dio degli eserciti e l’arca che inceneriva, i cristiani le crociate e l’inquisizione e oggi lo stato islamico le decapitazioni e le lapidazioni… ci son differenze nell’orrore puro? In questo bar sfoglio un giornale e leggo di questa donna: E' stata torturata per cinque giorni l'avvocatessa e attivista per i diritti delle donne e delle minoranze, Samira al Nuaimy, 'giustiziata' in pubblico a Mosul, nel nord dell'Iraq. Lo riferisce l'Onu a Baghdad. I miliziani dell'Isis volevano che si "pentisse" per le critiche allo Stato islamico via Facebook. La donna ha rifiutato. Guardo nella foto il suo volto bello e luminoso al par d’una Madonna e mi vien da pensar che il mondo potrebbe esser migliore in mano alle donne, che han infinitamente più dato vita che tolta. Mi inchino all’esempio e al coraggio di questa e di molte altre donne, se il mondo può aver ancora una tenue speranza è riposta nelle loro mani, nel loro cuore. |
03-11-2014, 22.04.57 | #14 |
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Un professore, davanti alla sua classe di filosofia, senza dire parola, prende un barattolo grande e vuoto di maionese e procede a riempirlo con delle palle da golf.
Poi chiede agli studenti se il barattolo è pieno. Gli studenti rispondono di sì. Di seguito il professore versa una scatola piena di palline di vetro dentro il barattolo di maionese. Le palline di vetro riempiono gli spazi vuoti tra le palle da golf. Nuovamente domanda se il barattolo sia pieno e gli studenti rispondono affermativamente. Il professore prende una scatola di sabbia e la versa dentro il barattolo. La sabbia riempie tutti gli spazi vuoti… ancora il professore chiede se il barattolo è pieno, ottenendo l’ennesima conferma (unanime) dai suoi studenti. Il professore velocemente aggiunge nel barattolo due tazze di caffé che finisce di riempire tutti gli spazi vuoti tra la sabbia. Gli studenti si mettono a ridere e al termine il professore dice: “Voglio che vi rendiate conto che questo barattolo rappresenta la vita… le palle da golf sono le cose importanti come la famiglia, i figli, la salute, gli amici, l’amore… le cose che ci appassionano. (ndr:- trovandoci nella sezione spiritualità va aggiunto tal tema.) Sono cose che, anche se perdessimo tutto e ci restassero solo quelle, le nostre vite sarebbero ancora piene. Le palline di vetro sono le altre cose necessarie: il lavoro, la casa, la macchina, ecc.. La sabbia è tutto il resto: le piccole cose. Se prima di tutto mettessimo nel barattolo la sabbia non ci sarebbe posto per le palline di vetro né per le palle da golf. La stessa cosa succede con la vita. Se utilizziamo tutto il nostro tempo ed energia nelle cose piccole, non avremo mai spazio per le cose realmente importanti. Fai attenzione alle cose che sono cruciali per la tua felicità: gioca con i tuoi figli, prenditi il tempo per andare dal medico, vai con il tuo partner a cena, pratica il tuo sport o hobby preferito. Ci sarà sempre tempo per pulire casa, per tagliare le erbacce, per riparare le piccole cose… Occupati prima delle palline da golf, delle cose che realmente ti importano. Stabilisci le tue priorità: il resto è solo sabbia”. Uno degli studenti, Jack, alza la mano e chiede cosa rappresenti il caffè. Il professore sorride e dice: “Sono contento che tu mi faccia questa domanda. E’ solo per dimostrarvi che non importa quanto occupata possa sembrare la vostra vita, c’è sempre posto per un caffé con un amico!”. |
04-11-2014, 10.14.49 | #15 | |
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Bellissima veramente semplice e bellissima ma io continuerei , se posso , rubandoTi il metodo un po' socratico ( non me ne voglia Vanina per la citazione ) e assai divertente : Nikelise : Professore mi scusi , posso , una domanda ? Prof : E tu in ultimo banco chi , sei non ti ho mai visto , Nikelise : si e' vero Prof mi chiamo Nikelise e' il mio primo giorno qui in questa classe , sono un pluri pluri pluri ripetente .....ma non mollo . Non studio e' vero , non leggo , per me e' una '' palla gigante '' memorizzare qualcosa , la avverto subito ma quanto al vissuto al cd. vivere vitam ....vede che qualcosa so di latinorum....... con tutto quel che comporta in fatto di errori , casini ed equivoci provocati agli , con gli altri e con me stesso non mi batte nessuno ..... Prof : ahhh bene , bell'acquisto ho fatto ad averti qui , bene dimmi cosa vuoi dire , vuoi fare un commento alla mia storiella ? Bada che se dici una sciocchezza ti tolgo la parola , vai , dimmi che vuoi dire , veloce , non ho tempo da perdere devo andare avanti col programma , cosa che a te sicuro non interessa .Vero? . Nikelise : Si Prof devo dirle una cosa , non posso farne a meno , la sua storia e' carina anzi proprio bella , affascinante per la sua semplicita' ma secondo un gergo , direi da jureconsulto ( per l'alunna Vanina ) prova troppo , dimostra troppo ed esaurisce qui la fase istruttoria cosa che mi pare non del tutto soddisfacenet ed in gergo comune , la fa troppo semplice perché ' se fosse stato cosi' facile distinguere tra palle da golf ,bilie di vetro , granelli di sabbia ecc io mi sarei evitato tutti i casini che ho combinato fino ad oggi e non sarei qui a ascoltar le sue dotte lezioni ma a quest'ora sarei non dico arrivato ma almeno soddisfatto del mio cammino, con casa e mutuo quasi pagato e un lavoro che mi da' gioia ed una bella famiglia intatta felice...... tipo mulino bianco Invece che cadute , che dolori alle ginocchia , alla testa ....non le dico . Come e' possbile che fosse cosi' semplice ed io non l'abbia saputo capire . Ahhh le assicuro che non sono poi tanto male , con la testa ci sto abbastanza bene , pensi che mi chiamo Nikelise ed in questo nome c'e' qualcosa di buono : la radice NIKE , vittoria in greco..... non le scarpe da jogging ehhh ( vede che a furia di cadere qualcosa ho imparato ) e la sua continuazione LISE , nome femminile ...sicche' essendo io '' masculo '' va da sé che in questo modo richiami gli affetti , l'amore quanto di piu' appassionante si possa immaginare . Ebbene Prof , Lei non me la racconta giusta , la fa troppo semplice ma cosi' non e' stato per me e a quanto vedo in giro non lo e' neppure per gli altri che vedo e conosco : come mai talvolta , nel corso della propria vita , nei momenti cruciali ma anche piu' spesso non si riesce a distinguere tra palle bilie sabbia e caffe' cosi' da avere una priorita' e far scivolare la vita come in un'autostrada anzicche' farla salire su per un sentiero dolomitico ? La prego una risposta dopo mi sorbiro' in silenzio le guerre puniche , prometto . PSSSSS.... RAGAZZI SONO LE 9 e 15 FATE ANCHE VOI DEGLI INTERVENTI , COSI' FINISCE L'ORA ....CHE PALLE STE GUERRE PUNICHE !!!!! |
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06-11-2014, 17.32.26 | #16 | |
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Quindi il problema e' capire cosa impedisce questa comprensione delle priorita' o del bene e del male ? Dimmi e' cosi' ? Nike : ma come , non e' lei il prof ? E' lei che deve darmi la soluzione . Comunque si questo e' il problema mi pare . Anzi vorrei dire che il problema del male diventa secondario se il c' e' un difetto della comprensione , della capacita di discernere .E' quella che bisogna aumentare e come si fa? Questo me lo dira' Lei spero , No? |
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07-11-2014, 10.20.55 | #17 | |
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Prof : no Nikelise adesso che mi ci fai pensare non saprei cosa dirti in proposito o meglio non credo ci sia un metodo , un unico metodo . Credo pero' che innanzitutto ci voglia una dote che e' il coraggio . Nikelise :il coraggio ? E perché il coraggio ? Prof : Ma si il coraggio serve perché innanzitutto devi togliere , far spazio dentro di te per capire una qualcosina in piu' : altrimenti come fai a distinguere tra palle da golf , bilie , sabbia che nella realta' assumono sempre forme di volta in volta diverse . Se sei gia' pieno di idee , concetti , credenze , fedi che ti sostengono come fai ad accogliere il nuovo ? O a vedere l'immutabile nelle forme nuove in cui si presenta ? Nikelise : Prof non capisco vuol dire che dovrei annullare tutto quello che sono , che so ....beh per questo mi e' facile so talmente poco ....per comprendere e distinguere qualcosa in piu' ? Togliere ? Togliere cosa e come si fa ? |
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07-11-2014, 15.40.08 | #18 | |
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08-11-2014, 00.53.57 | #19 |
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Galvan:- che sta facendo?
Vanlag:- mah… a quel che vedo par che parli a voce alta con sé stesso… davanti a una tazza di caffè. Sembra che ce l’abbia con un certo professore che non gliela racconta giusta riguardo la distinzione tra palle, bilie, sabbia e caffè… per avere una priorità e far scivolare la vita come in un'autostrada anziché farla salire su per un sentiero dolomitico… Galvan.- ah… si riferisce a quella storiella che ho postato per offrire un caffè all’amico Jack… una storia non mia, come tante altre cose che mi passano per la mente. Però avere o meno delle priorità non esenta dall’incontrare difficoltà nel viverle. Vero che ci son persone che chiamiamo fortunate a cui pare la vita risparmi prove che toccano alla maggior parte degli altri… ma son davvero persone che potremmo dire in armonia con l’esistenza? Vanlag:- … forse egli intende che per vivere scivolando, armoniosamente, serve conoscere chiaramente il bene e male… e poi camminare sulla strada giusta. Secondo lui qualcosa impedisce questa comprensione. Galvan:-… tutti noi glielo impediamo… Vanlag:-… nel senso..? Galvan:- la storiella inizia dal vaso che contiene le altre cose, il vaso è il senso dell’io della vita individuale. Quando si radica nell’individuo - l’evento fondamentale dell’esistenza dell’uomo dopo pochi anni di vita – qualcosa inizia a fluire in esso, diciamo che son pensieri, per semplificare. E questi pensieri, pur non sapendo bene come si formino e donde provengano, uno li sente “propri”, sente che gli appartengono e lo distinguono dalle altre persone. Uno di questi pensieri lo sprona a trovar la sua direzione, a muoversi… a cercar d’ottenere le cose (d’ogni sorta, persone comprese...) per le quali prova attrazione. Un pensiero ben forte, dominante… che al par di un pilota lo guida a destra e a manca. A cercar la palla da golf, la bilia di vetro… o la più comune sabbia, meno faticosa da sollevar con la mano... e a (illudersi di) metterla in quel vaso che è sé stesso… Vanlag:- … ma al mondo tutte le cose son mischiate… Galvan:- le palle, le bilie e la sabbia son tutte assieme, anche se alcune son in America e altre qui da noi. È un’unica nebbia, come sperimentò Jung, che contiene tutto, indifferenziatamente. È un’unica “cosa”… Vanlag:- eh no… valori diversi, sensazioni diverse, oggetti diversi… non par proprio tutto uguale… Galvan:- il pensiero di valori diversi, il pensiero di sensazioni diverse… il pensiero è veicolato dalla parola, l’io non può radicarsi se non c’è un linguaggio sufficientemente sviluppato. Vanlag:- ritornando a cosa impedisce la comprensione del bene e del male... dicevi siamo tutti noi..? Galvan:- qui, in questa sezione del forum, si puo’ dire che il male sia l’io e il bene quella nebbia indifferenziata… da cui si emerge perdendo l’innocenza del bambino. Vista così si capisce perché il male non può comprendere (e diventare) il bene e viceversa, son due condizioni diverse… con gli occhi dell’io sperimentiamo il divenire, il shamsara… e nella nebbia ove non ci son occhi che posson distinguere… il nirvana. E tuttavia entrambi son alloggiati in questo guscio che è il corpo dell’uomo, sì che i confini dell’uno coincidono con quelli dell’altro… non differiscono in nulla perché non c’è spazio per null’altro. Tutto quel che c’è è questo. Vanlag:- e riguardo a quel che dice sul coraggio, sul togliere? Galvan:- tutto il gioco - per chi può intenderlo in questo modo - o il dramma, la sfida… dell’esistenza vien vissuto, sperimentato attraverso le parole che son come la carrozzeria per l’auto del pensiero… che è collegata a un motore (sorgente) da cui proviene l’energia per far girar tutta l’incredibile giostra. È tutto collegato, la mia macchinina, come la tua e quella di tutti fa parte di un’unica giostra, non può andarsene per proprio conto. L’energia non è la nostra, non è quella dell’io. Venissimo staccati anche per un attimo l’io collasserebbe… e per un po’, forse, rimarrebbe solo il nirvana… Il coraggio è d’accettare la macchinina che siamo e toglierci l’idea d’esser più d’altri o di qualcosa. E tuttavia con questa ridicola macchinina provar a risalir il flusso del traffico… da qualche parte ci sarà bene la fabbrica che le produce, no? |
08-11-2014, 13.39.13 | #20 | |
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Prof: fammi vedere chi sono . Caspita Nike ma uno di loro lo conosco !! E' molto importante e' Galvan , quello che ha creato questo momento virtuale/ reale / fantastico. E' una persona speciale , senza di lui non esisteremmo né' tu ne' io. Lui è' sia dentro che fuori come tutti gli artisti creativi , per loro non fa differenza : se sono fuori stanno comunque anche dentro , non so se viceversa ma Lui deve essere libero di esprimersi come meglio crede altrimenti perde in creatività . Nike : ok prof allora non dico nulla torno al posto ma parlavano di noi, , meglio del nostro discorso . Prof : non preoccuparti sa ben lui Galvan come ,quando e se entrare ; e cosa dicevano? Nike: cosa diceva Galvan vuole dire ? Ora Le dico ho sentito tutto , aspetti ha citato un certo Jung ne sa qualcosa ? Prof : Urca!!! Certo e' un mio primo amore , e' uno importante , ha detto notevoli , ti dirò qualcosa di lui se sarà il caso , ma dimmi cosa hai capito di quanto diceva ? |
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