Allora dobbiamo parlare di coscienza e non di anima...

Molto interessante questo aspetto. Io penso che possa esserci un karma "superabile"; eredità del passato propedeutica del futuro rinegoziabile nel presente se si riesce a realizzare ciò che lo consente.

Anima e coscienza sono parole cariche di molteplici significati.
Sinceramente non so che differenza ci sia tra usare una o l'altra parola.

Quello che so e' che fanno parte entrambe del contenuto,
o perlomeno ne fa parte quello di cui sono cariche.

Si tratta quindi di incarnare quello che e' l'assenza di contenuto,
quello che e' assenza di qualunque definizione, mentre se cerco di incarnare l'anima, incontro una distorsione..

Per me anima è il contenitore; l'essere che detiene le esperienze della coscienza (non dovendosi limitare alla propria coscienza e o all'attuale incarnazione).

Qua mi piacerebbe capire meglio. Se per assenza di contenuto intendi essere perfettamente centrati nel presente (e quindi senza pensieri), sono d'accordo. Ma in questo caso, quando è così, ci si identifica con l'anima e (secondo me) addirittura ci si reincarna da vivi in Terra; si è un essere diverso.

Sono stufo di vivere nella confusione, quindi tutto e' in discussione, tutto e' contenuto, non voglio salvare niente, nessun dio nessun se' e nessuna anima deve rimanere in quanto contenitore, non deve esserci nessuna discriminazione.
Questa discriminazione e' il contenuto, l'inconsapevolezza della separazione e' il contenuto, l'identificazione esiste solo con il contenuto..

Per essere centrati nel presente e' necessario trascendere l'intera esperienza e allo stesso tempo osservare di cosa si tratta.
Ma anche essere centrato nel presente e' un'esperienza, e anche trascendere l'intera esperienza lo e', si puo' dire che e' una non-esperienza, si puo' dire che e' un non-stato (essere), che e' immortale e atemporale, tuttavia rimane esperienza, un'esperienza piu' viva ma sempre esperienza, l'esperienza e' sempre riconosciuta. (cos'e' che si centra nel presente ?)

Se cerco di essere centrato nel presente vado a cercare nel passato come si fa' e in questo modo creo lo squilibrio. Se cerco di essere senza pensieri vado a cercare nel pensato come si fa' e in questo modo continua ad esserci movimento di pensiero. Questo e' il contenuto, e finche' e' presente questo contenuto non c'e' possibilita' di reincarnarsi..

Essere centrati nel presente (e quindi senza pensieri) è (può essere se ci si riesce) uno stato d'essere. Cercare di essere senza pensieri è cosa diversa. Ma se effettivamente si è senza pensieri chi si è? Ancora l'uomo che cerca di trascendere il suo stato?

Non si e' "senza pensieri" ma nel luogo dove sorgono i pensieri...quindi nel luogo del "concepimento". Concepire...un figlio...o un pensiero...
Da quel luogo nasce qualcosa..
Il problema e' invece essere schiavi di cio' che e' "memoria"....di cio' che fu concepito nel passato...come un genitore che diviene schiavo dei propri figli...

l'uomo che cerca di trascendere il suo stato e' solo un pensiero, e' possibile praticare per trent'anni aggrappati a questo pensiero o anche tutta una vita.
Quando si dice "essere centrati nel presente", e' dal punto di vista dell'identificazione con il pensiero, dal punto di vista di una proiezione.
Mi viene da dire che e' impossibile essere centrati nel presente perche' e' come cercare di montare sui miei stessi piedi. Quindi mi domando, cos'e' che si centra nel presente ? E' l'attenzione ? La consapevolezza ? e' il presente che si centra ?
Quello che non mi convince e' che in questo modo parto sempre da una condizione di disequilibrio, di disattenzione, di ignoranza, per andare/tornare, per trascendere, per arrendermi o per dimorare in uno stato assoluto dell'essere.
Come fa ad essere uno stato assoluto se e' condizionato dall'essere senza pensieri, da essere centrato nel presente o dall'aver abbandonato il tempo ?

Per me essere centrati nel presente (e quindi né un attimo prima né uno dopo) implica assenza totale di pensieri come normale stato d'essere. Che poi si sia in automatico in una dimensione diversa (nel luogo del "concepimento") questo è vero; l'azione implica l'intenzione e viceversa.

In Tibetano lo stato senza pensieri si chiama hedewa ed e' sempre e solo temporaneo...e credo tu lo sappia molto bene... la centratura di cui parli e' l'essenza stessa della mente, la sua radice che illumina l'attivita' della mente...per esempio "vede" i pensieri che scaturiscono dal vuoto come pesci che saltano fuori dal mare...per poi ritornarci.
I pensieri non sono altro che "energia"..energia "creativa" ne piu e ne meno che tutte le altre forme di energia....la cui caratteristica e' il movimento. (per questo ti ho invitato a riflettere sul verbo concepire..che e' diverso dal verbo pensare)
C'e' qualcosa che non e' energia?
Certo, la base primordiale da cui scaturisce magica-mente..l'energia....ma vuoto ed energia sono inseparabili, come Shiva e la sua Shakti.



L'azione accade senza intenzione se si e' centrati nella pura Coscienza di Se'...ed e' sempre la migliore possibile.
Il conflitto sorge quando "pensiamo" a questo e a quello, il concepire e' invece dinamismo creativo...cosi come ti ho scritto questo messaggio, la cui cristallina essenza e' autentica-mente libera dal pensiero (cioe' non ho pensato a cosa ti stavo dicendo).

Un abbraccio (e un saluto...perche'; penso che non scrivero' piu' in questo forum..almeno per un po'...)