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26-04-2003, 11.55.52 | #12 |
tra sogno ed estasi...
Data registrazione: 21-06-2002
Messaggi: 1,772
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Mi spiace deluderti, ma io non so nulla... sicuramente esisteranno persone che l'hanno provato, per lo meno sostengono questa tesi.... ma più vado avanti e più mi rendo conto che forse è solo tutta illusione.
saluti |
28-04-2003, 11.49.56 | #13 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Quando piove le strade si bagnano.
Penso che niente sia più complesso e difficile che poter dare una spiegazione del concetto di karma.
Non avendo la pretesa di spiegarlo vi posso dire quello che penso che sia e quello che ho sperimentato. Il Karma non è semplicemente la retribuzione delle azione passate, ma l'interdipendenza di tutti i fenomeni quindi un panorama in costante mutamento sostenuto da noi stessi (o meglio dall'idea illusoria di essere un io), diversamente una ragnatela di connessioni che ci legano alle altre esistenze (tutte) in un costante divenire. Operare per il male o per il bene è assolutamente ininfluente sull'estinzione del karma, quindi non è possiblile vivere senza produrne, ma addirittura non esisteremmo se non né produrcessimo. Quindi l'estinzione del karma è l'estinzione dell'esistenza (intesa come io). Sorge spontanea la domanda: se viviamo in una sorta di determinismo karmico (principio di causalità) è possibile scendere da questa ruota da criceto che costantemente gira, ma in realtà e mossa dalle nostre stesse zampine? Con certezza non sò. Si dice che una volta estinta la sete l'acqua perda la sua attrativa. E' quindi nell'estinzione di questa "sete" che penso possa indirizzarsi la ricerca, certamente non come negazione dei desideri, ma nella visione limpida che ciò che li sotiene è illusorio (semplice ma difficile). Chi desidera? Chi opera la volizione? domandarsi costantemente, per realizzare forse che siamo una porta sul vuoto, una cattedrale abitata dal vento un eco di una poesia muta... |
28-04-2003, 13.02.45 | #14 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
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Re: a Visechi
Citazione:
Io sicuro di quello che scrivo? Scherzi, lo dici a me? Io sono certo solo del fatto che nel corso della vita noi esseri mortali, avvolti nel dubbio perenne, non possiamo avere alcuna certezza… d'altra parte questo forum è ridondante di miei interventi tesi solo ad affermare questa unica, non mia … me lo concederai… verità (minuscolissimo). Che posso dirti? Parli di esperienza e promuovi la tua personalissima esperienza ad unico elemento a cui attribuire significato e veridicità… non male. Ti racconto una storia, vera, ricca di esperienza e di vissuto. Ti parlo dell'esperienza del volo. Storie analoghe le potrai reperire, volendo, in un qualsiasi quotidiano, nella sezione cronaca… resta lì, scritto, nero su bianco. Chi scrive sovente evita di soffermarsi troppo a pensare quanto dura, dolorosa, triste e vera sia quel tipo d'esperienza. Così, mosso da un dovere esclusivamente professionale, narra con asetticità vicende tragiche, probabilmente al solo fine di riempire uno spazio che in difetto rimarrebbe vuoto. Hai mai provato il desiderio di spiccare il volo? Io tante volte. Tante altre ho sognato di volare. Avevo un amico. Ora non c'è più. Egli, un giorno, osò vivere quest'ebbrezza, visse questa esperienza… volò. Oggi non è più in condizione di raccontare quello che provò, ma io non ho alcun dubbio che quanto da lui sperimentato in quei 15, 20 secondi che separarono la sua determinazione dall'impatto che il proprio corpo ebbe con il suolo, fosse un qualcosa di estatico. Egli 'capì' o percepì, un giorno, che era in grado di volare... aprì le ali - quelle che lui dovette immaginare come tali - e si staccò dal davanzale della sua camera su cui era salito. Per 20 secondi circa si librò nel vuoto. Sono certo che quei pochi attimi che precedettero la conclusione della sua vita di ventenne, furono per lui i più belli ed intensi dell'intera sua esistenza. Lui ebbe esperienza di una cosa che a noi non è dato provare e raccontare: volare in assenza di appendici tecnologiche. Immagina la pace che riempì la sua mente, i suoi organi di senso. Se potesse raccontare, ne sono certo, ti direbbe quanto bello e confortevole fu quel momento. Non sarai certo tu o io che potremo affermare che lui in quel momento visse un'esperienza meno reale di quella cui fai cenno tu. Ha percepito la pienezza del volo, così come, racconta Bach, la percepì in un racconto Jonathan il gabbiano. Poi… poi nient'altro… la sua estatica esperienza è stata tragica per chi è rimasto e, chino sull'asfalto, ha dovuto ricomporre il corpo, e con questo anche le profonde ferite che si sono infisse indelebilmente nel proprio cuore… gli affetti che lasciava. Che voglio dire con ciò? Semplicemente che l'esperienza personale, se non verificabile, o replicabile, o misurabile o … (vedi cosa puoi aggiungere od omettere in assoluta libertà), non è indicativa di una verità fisica, reale, fattuale… o come più ti garba. Diventa solo una verità assolutamente personale, spesso, come in questo caso, assolutamente inaffidabile. Che altro ho voluto provare a trasmetterti? Nient'altro che la percezione, perché comunque la giri sempre di percezione si tratta, mistica, dei sensi, della mente etcc…, è spesso fuorviata da interferenze e che spesso, troppo, questa è indotta artificiosamente da fattori esterni che non restituiscono al soggetto percepente la realtà fisica che l'attornia. Alle volte l'induzione artefatta è causata da elementi chimici (nel caso del mio amico si chiamava LSD… conosci?), talvolta da patologie congenite irreversibili (immagina tu quali), sovente da momentanee fughe dalla realtà che non implicano necessariamente una dissociazione assoluta e durevole (magari, quest'ultimo, è il caso tuo… non ti offendere, mi raccomando). L'esperienza è valida solo per chi esperisce. Non afferma o convalida una verità spesso sofisticamente ricercata con la speculazione. Esistono in circolazione diversi testi che sono in condizione di chiarire meglio quanto il processo percettivo possa essere complesso e facilmente manipolabile… hai mai aperto un testo che tratta la materia? Hai mai avuto modo di constatare quanto sia facile fuorviare la mente? Provaci poi mi darai la risposta… recentemente ho avuto occasione di misurarmi con queste cosette, piacevoli ed illuminanti allo stesso tempo… io ho visto l'immagine del Cristo inserita in un contesto assolutamente incomprensibile… che devo dire, che anch'io ho vissuto un'esperienza mistica? E che per il solo fatto che l'ho vissuta questa corrisponde alla realtà fisica? Capirai che non è così. Per quanto riguarda la seconda parte del tuo laconico intervento che ti quoto Citazione:
Prova a riflettere. Con simpatia Ciao |
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28-04-2003, 14.07.55 | #15 |
iscrizione annullata
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a visechi
Minchia, devo sempre beccarmi la Divina Commedia.
E cche tti devo dire? Quando comincio a leggere, ora che termino mi finisce la flebo...Guarda, sono basito... Non so cosa rispondere. La mia mente si è ingarbugliata. |
28-04-2003, 20.20.10 | #16 | |
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Citazione:
Irene, quello che descrivi è una cosa bellissima. E che importanza ha etichettarlo e dargli un nome? Vorrei solo abbracciarti! |
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28-04-2003, 20.54.02 | #17 | |
Ospite abituale
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Re: a visechi
Citazione:
Cosa ci posso fare? Non ami la Divina Commedia? Forse non ami la letteratura. Non ami la letteratura? Forse non hai un animo sensibile. Non hai un animo sensibile? Forse non hai un cuore aperto. Non hai un cuore aperto? Forse hai avuto, o hai tuttora, una vita travagliata. Hai una vita travagliata? Cosa ci posso fare? Questo è un cerchio... esordisco con una domanda e, mio malgrado, senza alcuna forzature da parte mia, mi trovo costretto a concludere con la medesima domanda... che sia un circolo karmico? Ovviamente scherzo. Ti assicuro, non ce l'ho con te. Ciao |
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30-04-2003, 17.36.51 | #18 |
Ospite
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Messaggi: 12
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battibecchi a parte... qualcuno potrebbe pensare che questo è karma.
Spesso sento accusare il karma di vicende e situazioni. Io non posso affermare che esista o no, ho le mie idee, credo che esista, ma credo anche che ogni debito possa terminare solo venendone a conoscenza e quindi è possibile crearsi una vita e formare un nuovo karma, sempre più verso la luce. Il problema, secondo me, è che la maggior parte delle persone passa il tempo a incolpare il karma senza muovere le proprie gambine e la propria testolina per far sì che le situazioni e la vita stessa migliorino. Solitamente cerchiamo di scaricare barile su cose esterne, invece di guardare dentro e trovare tutto ciò che ci serve, ma questo è duro e difficile. Non è semplice, ma dovremmo tutti cercare di non proiettarci troppo nè nel passato nè nel futuro, ma vivere qui e ora, perchè ci perdiamo il gusto dei piccoli momenti. Un po' come quando vediamo i nostri i limiti e poniamo la nostra attenzione al di là, con conseguente stato depressivo per la consapevolezza del nostro limite, senza provare nemmeno ad arrivare all'orlo di questo... |
01-05-2003, 12.39.31 | #19 | |
Ospite abituale
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Citazione:
Condivido la tua opinione Dolmena, e secondo me non esiste in realtà nient altro nell´esistenza che karma. La vita è un continuo processo di sviluppo di vita in vita, ed incontriamo nella vita quotidiana sempre gli effetti delle nostre azioni precedente, che sono fatte in questa o nelle vite precedente, ed creiamo contemporaneamente il nostro destino futuro mediante le nostre azioni quotidiane nella vita attuale. Anche se penso che abbia ragione quando dici che la cosa importante è "vivere qui e ora" può anche essere di grande aiuto sapere che tutto che succede nella vita, ha le sue radice nell passato, e ha il compito di farci consapevoli della nostra natura, e cosí di insegnarci come dobbiamo cambiare il nostro atteggiamento per creare una vita futura più piacevole. Ciao |
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05-05-2003, 12.30.02 | #20 |
Ospite
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Messaggi: 38
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Io sono perfettamente d'accordo con Rolando, infatti lo stesso concetto lo avevo espresso nel messaggio sopra. Rimbocchiamoci le maniche e cambiamo il nostro Karma....senza aspettare che chi sa cosa ci piova dal cielo e rassegnarci a tutto ciò che ci succede perchè tanto è karma. Questo sgnifica porre delle giuste cause per una vita futura appunto più piacevole per noi e per gli altri. Personalmente per me cambiare il karma significa cercare di modificare le mie tendenze negative che mi portano a commettere i soliti errori, ad assumere gli stessi atteggiamenti distruttivi per me stessa e per gli altri e anche combattere la parte di me pessimista che spesso mi spinge a non agire.
Tutto ciò è un gran casino e a volte è davvero difficile credere che ce la possiamo fare a decidere qualcosa per noi stessi..... Per quanto riguarda le vite precedenti...ok...sento.....in tuisco (sarà illusione? può darsi!) .....che....si.... noi dipendiamo dalle nostre vite precedenti. Ma mi viene spontanea una domanda: Cosa c'è secondo voi fautori della teoria della reincarnazione, all'inizio del ciclo di vita o di morte in cui ci imbattiamo? C'è una prima nascita? E se c'è una prima nascita ci deve essere allora anche una morte definitiva, e allora il problema di nascita e morte rimane....come si spiega tutto ciò????? CIao |