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26-12-2006, 18.05.41 | #20 |
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Messaggi: 329
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Riferimento: Arsenico e vecchi merletti
Wuaw ) : Io voglio fare tre considerazioni.
La prima, fondamentale a livello sociale e legislativo: sei perfettamente libero di pensarla come la pensi, ed apprezzo sinceramente il tuo modo di pensare, ma lascia liberi gli altri di pensarla diversamente. E' questo che cerchiamo in tanti di dire a chi vuole trasferire le norme della propria religione in norme dello stato. joannes ) : ciao Wuaw, ho per caso costretto qualcuno a pensarla diversamente? è ovvio che vi è il dialogo, e su quanto riguarda il fatto di citare le "norme" dello stato come inviolabili, è qui che ce ne sarebbe da dire! infatti lo stato la pensa a seconda del vento, nel mentre per quel che riguarda la vita bisognerebbe avere un etica ben precisa; infatti se uno vuol morire, c'è chi dice lavandosene: se soffre è sua la decisione, cosi come per l'aborto; invece non tanto il religioso con le sue norme che comunque sono d'amore non dimenticarlo, quanto chi ama la vita in ogni suo aspetto, cerca di far prima comprendere al malato la bellezza del suo stato anche nella sofferenza, perchè questa sofferenza potrebbe dar coraggio magari a chi, molto meno malato volesse chiudere anch'esso i conti con la vita, ma proprio per la vita in se; altrimenti dire: tanto è sua la vita e da lui decide, è lo stesso che passare indifferenti innanzi al povero, a chi ha bisogno magari di una semplice, fraterna parola del dire: coraggio, ci sono anch'io che ti amo! la speranza manca in molti cuori, per questo si rimane morti anche da vivi, una cosa che madre Teresa ben sapeva! Wuaw ) : La seconda. Ti riporto una affermazione di Aurobindo, che sembra essere molto prossima a quello che sostiene il cristianesimo: "se Dio mi assegna un posto all'Inferno, non vedo perchè dovrei aspirare al Cielo. Egli sa meglio di me ciò che è per il mio bene." Sembra cristiana rassegnazione, ma questa affermazione, a differenza del cristianesimo "ufficiale", distrugge l'idea stessa di inferno che, da luogo di eterna dannazione, diventa strumento di Dio (che in tale ottica diventa molto più simpatico). joannes ) : no, questa affermazione è quanto di piu falso e non ha nulla di prossimo al cristianesimo proprio grazie alla redenzione di Nostro Signore; infatti la responsabilità nel caso che hai citato, non è piu dell'uomo e in questo modo l'uomo scusa il proprio male; si ritorna agli dei, forse con il paganesimo è prossima! Wuaw ) : La terza Giriamo sempre intorno al problema del dolore, del "male". Come può Dio, che è sommo bene, avere creato il "male", il dolore? Se ci limitiamo a livello istintivo, a livello di riflessi "midollari" (perchè sono scelte operate dal midollo spinale e non dal cervello), vediamo che il dolore ci segnale qualcosa da evitare (ad esempio il contatto con un ferro rovente), il piacere (la gioia, la felicità) ci segnala invece qualcosa che è bene, per noi stessi e per gli altri, fare. E' chiaro, sto parlando a livello elementare, dove le due sensazioni sono allo stato puro. E se fosse sempre così? Se il problema non consistesse in nient'altro che nel risolvere i casi complessi e scegliere sempre "il bene" invece che "il male"? joannes ) : potrei farti una domnda anch'io come esempio reale; ovvero, se Dio è sommo bene, come può esistere il male che vediamo nelle sue infinite sfaccettature anche nel non compiere il bene? allora vedi che non Dio ha creato il male, ma il peccato ha degradato l'uomo il quale, grazie a questo male si è talmente allontanato da Dio da fargli credere anche dell'inesistenza di quest'ultimo! è starno però vedere come chi abbraccia Cristo scopre un bene che non è comune all'umana natura, e qualsiasi tipo di male scompare; il problema è proprio li Wuaw, scegliere sempre il bene piuttosto che il male, ma per far questo devi conoscere il tuo nemico, dove si nasconde il male anche nel falso bene apparente, e per far questo occorre seguire chi è la Luce (senza di me non potete far nulla ), ed è vero; non appena volessimo rinnegare noi stessi, il desiderio di esserci, di vendicare un torto subito, anche il piu piccolo, di alzare la voce se qualcuno ci pesta i piedi e tantissimo altro, senza il Cristo, nulla potremo! Wuaw ) : Ma finisce la ricerca della sofferenza fine a se stessa e possiamo comprendere meglio le ragioni degli altri, e sopratutto dare di Dio una immagine più favorevole, che non mi pare cosa da poco. joannes ) : nel momento stesso in cui uno decide di seguire il Cristo è l'inizio del calvario, della sofferenza solo per la violenza del mondo, per la realtà del male contro Dio; proprio per questo il cristiano non ricerca la sofferenza perchè è già nel dna del suo passaggio su questa terra, ma la trasforma in grazia; per questo come ho detto, chi offre la propria sofferenza salva la propria, ed altre anime; ma per far questo bisogna credere che sia cosi, bisogna credere nel Cristo, nella sua sofferenza che ha redento l'umanità, senza la quale, nessuna redenzione sarebbe stata possibile! auguri anche a te! |