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29-12-2004, 14.49.35 | #6 |
Utente bannato
Data registrazione: 21-11-2004
Messaggi: 165
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fumare E' e rimane una libera scelta
ed io vorrei che oltre all'alcol e al tabacco potessero divenirlo anche tante altre droghe però è altrettanto pacifico che nei pubblici luoghi ove vi fosse anche un solo non fumatore debba venir rispettato il suo diritto a non esser costretto a respirare veleno contro la sua volontà ! in questo suo aspetto contaminante trovo il tabacco fra tutte le droghe la più subdola B. |
29-12-2004, 15.14.54 | #7 |
Utente bannato
Data registrazione: 26-06-2004
Messaggi: 183
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X leibinicht
riferimento: ------------------------------------- Nonostante la loro piena liceità morale. ------------------------------------- Io condivido pienamente quello da te affermato, e auspico che qualcosa del genere prima o poi possa essere attuato; ovvero: il controllo sulla vendita dei grassi, anche se oggi la scienza medica ha scoperto che vi sono delle persone che viaggiano per tutta la vita con 400 di colesterolo cattivo campando magnificamente bene. Come sarebbe magnifico avere il dermatologo sulle spiagge, per consigliare i bagnanti sul quantitativo di sole da prendere, onde evitare i tumori della pelle. Mentre qui, caro L, non si tratta di mettere un pneumologo davanti alle tabaccherie o il poliziotto, per intimorire e far diminuire o mettere in guardia i fumatori. Qui si tratta della salute degli altri, e soprattutto dei bambini che frequentano i locali pubblici insieme ai genitori. Tanto per tenerti informato sul fatto che non vi siano dei dati precisi sulle responsabilità del fumo passivo, se hai un pò di tempo leggiti l'annuario del ministero della salute americano(anno 2000), dove si afferma che il fumo passivo porta quasi le stesse conseguenze di quello attivo, soprattutto nei giovani e giovanissimi. E sai perché? Perché il fumo passivo contiene ugualmente il Benzopirene, sostanza che si sprigiona alla temperatura di duecentocinquanta gradi, che corrisponde alla combustione della carta della sigaretta. Quando si parla di libertà dei fumatori o di ghettizzazione di una categoria, non mi sembra che nessuno voglia impedire loro di fumare o di andarsi a buttare nel fiume, si invitano semplicemente a bloccare la loro libertà laddove inizia quella degli altri: punto e basta. A titolo di informazione, il sottoscritto ha incominciato a fumare all'età di 27 anni, proprio stando a contatto con i fumatori (tutti gli amici fumavano). Infatti, se in un primo momento il fumo da fastidio, poi ci si abitua e diventa piacevole. Ecco una semplice maniera di come si può diventare adepti per tutta la vita, con tutte le conseguenze che sappiamo. Giancarlo. |
29-12-2004, 18.30.16 | #8 |
Epicurus' very son
Data registrazione: 26-12-2003
Messaggi: 375
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C'è comunque una differenza negli esempi qui sopra esposti.
Diversamente dal fumatore, uno che mangia un hamburger pieno di grassi al bar non fa del male a chi gli sta vicino e non gli da nemmeno fastidio. Allo stesso modo una persona che prende troppo sole non tocca la libertà altrui. |
29-12-2004, 18.43.33 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Re: Nonostante la loro piena liceità morale
Citazione:
Belli i tuoi esempio ... allora in effetti ce un suo senso ... ma dimmi una cosa se io adesso produco dell'uranio e lo butto nel giardino o lo sepellisco in zone rurali dove abita poche persone pensi che si possa fare?? o se io come industria visto che è impossibile controllare la saulte di tutti i cittadini mi metto a bruciare componenti tossiche piuttosto di smaltirle secondo legge, tanto non si possono impedire le malattie .... cosa ne dici di questi due esmpi sono calzanti ?' perche uno che fuma può avvelenare un altro mentre io produttori di prodotti nucleari non posso avvelenare altre persone ?? qui ce un ingustizia di fondo ...almeno secondo il tuo concetto ... |
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30-12-2004, 13.52.08 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-09-2003
Messaggi: 486
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Proprio perchè
c'è piena corrispondenza (e lo credo, dopo tanti anni!) tra ciò che penso e ciò che sento, rispondo a tutti dicendo che, dato che non ammetto principii assoluti, di alcun genere, credo che le questioni vadano poste in termini di costi e benefici, vantaggi e svantaggi.
La mia libertà finisce esattamente dove inizia quella altrui: condivido. Ma anche la libertà altrui deve cessare laddove inizia la mia. Inoltre, e per fortuna, nella massima parte dei casi, la mia libertà e quella dell'Altro coincidono, concomitano, si rendono vicendevolmente possibili e si ineriscono e determinano l'una l'altra. Pertanto, in tutti gli esempi citati, miei e non, occorre puntualizzare due concetti, i quali ispirano la ragion d'essere di tutte le regole e che, purtroppo, spesso entrano in conflitto tra loro. Il primo: il mio vantaggio (o il mio bene, o il mio diritto se preferite) deve sempre costare meno alla collettività di quanto non arricchisca me, che della collettività faccio parte. E' questo il principio di utilità, valido in tutte le democrazie liberali. Il secondo: ciò che accresce la mia libertà deve, almeno in potenza, accrescere la libertà di qualsiasi Altro (principio di opportunità). E' chiaro che, se io mi ammalo di melanoma a causa del fatto che mi espongo troppo al sole, questo comporterà un costo a carico della collettività: un danno emergente, in quanto vi saranno spese vive dovute alle cure che mi verranno apportate, ed un lucro cessante, perchè verrà meno anzitempo il mio apporto economico alla società civile. Il problema sta, quindi, tutto nel far prevalere il principio di opportunità oppure quello di utilità, al riguardo della libertà o meno di esporsi al sole quanto si vuole. Lo stesso vale per ogni altro esempio proposto: compresa la produzione di energia, con eventuale, relativo accumulo di scorie radioattive, oppure di accumulo di anidride carbonica nell'atmosfera, oppure dispendio idrico e sottrazione dell'acqua ad altri usi, etc. etc. Riguardo al fumo, il problema è semplicemente molto più complesso: le sostanze tossiche sprigionate dalla combustione del tabacco e della carta sono numerosissime e, in alcuni casi, hanno effetti contrapposti e non calcolabili. I dati statistici mostrano che, tra gli esposti passivamente al fumo di sigarette, la rilevanza delle patologie ad esso correlate non si discostano significativamente dalla media statistica: i singoli casi non hanno che un valore aneddotico. Tra i fumatori attivi gli effetti tossicologici preponderano sui vantaggi. La deviazione dalla media standard è schiacciante per una lunga sfilza di patologie. |