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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
07-11-2006, 00.27.19 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
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Riferimento: Volontà
Citazione:
Credo dipenda dai casi e dalle motivazioni. Se per successo si intende notorietà popolare, vetrine, barche e paillettes, allora probabilmente sì. Ma un successo personale può coincidere con un progetto di vita anche silenzioso, che non necessita di luci di scena. Può essere qualcosa che semplicemente dà un senso alla tua vita, che ti accompagna per mano lungo il tragitto e che ti fa alzare dal letto la mattina, a me non sembra poco. Ma anche il contrario, ovvero non aver nessun tipo di obiettivo, succede ed è comune, perchè? Perchè di fronte a piccole o grandi difficoltà ci si siede e si aspetta che siano altri a farsene carico? Non è anche questo farsi bambini? |
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07-11-2006, 00.37.33 | #25 | ||
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
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Riferimento: Volontà
Citazione:
Cara edali, il tuo personalissimo pensiero sulla volontà: Citazione:
Cos'è "la forza di carattere" se non l'espressione della volontà, per portare a termine un obiettivo? (non un sogno) cioè qualcosa di realizzabile, concreto e non astratto, come, aspettando che l'universo si unisca e si muova lavorando per te? solo perchè lo si desidera ardentemente? (destino?) Sò che qualcosa mi sfugge...ma ci ritorno , pc, permettendo ciao |
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07-11-2006, 00.49.13 | #26 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
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Riferimento: Volontà
Citazione:
Assolutamente vero e perfettamente espresso! Vedete, se entriamo nel merito della "Volontà", il primo scoglio è quello della libertà: difficile scindere, non già il concetto, ma la funzione progettuale della volontà dalle variabili concernenti la libera determinazione oppure il servo arbitrio. Ma io sono perfettamente d'accordo con Patri15 e credo che, effettivamente, la volontà umana sia l'espressione in termini di "elan vitale" dell'intelligenza creatrice. Ora, poichè questo thread è quasi solo femminile, mi muoverò lungo un percorso meno generale. Voi parlate, in effetti, della volontà di potenza: ossia di quell'istanza che muove il singolo individuo all'autoaffermazione attraverso e "per mezzo" delle proprie idee, intuizioni, sagacità e conoscenza. Ma ne confondete le ragioni con quelle che alimentarono il percorso dei veri "creativi", i quali sono esseri quasi estranei al mondo del bellum omnium inter omnes. Ciò che sorprende nell'osservazione delle vite dei veri "grandi" uomini è la sostanziale poca ambizione, nonchè l'accettazione, speso subita, della notorietà: al punto che molti di loro vennero riconosciuti postumi, ed io credo, per loro proprio calcolo. Sono convinto della profonda umiltà dei veri geni, perchè ho la fortuna di conoscerne un paio, e vedo che la ritrosia dal consesso sociale, dall'applauso e dal consenso è, in essi, assolutamente autentica. E la ritrovo tra le note, a piè di pagina, di insigni scienziati filosofi, poeti e artisti: nonchè dei grandi musicisti, i quali sono, in genere, i più riservati tra i geni. A volte pare che essi abbiano ceduto le proprie opere straordinarie al genere umano con una quasi distaccata e olimpica indifferenza. O con un vago rancore, come Wagner il quale scrisse: "Vi ho dato la mia musica, sappiatela conservare". Ma il rancore è dell'uomo, non del genio. Questi pare appagato e soddisfatto del proprio pensiero e della propria arte. Sarà un caso, o forse no, ma a valle della notorietà di ogni grande uomo c'è qualcuno, capace di comprenderne la straordinarietà, che l'abbia "sponsorizzato". Parlavamo di Wagner: ecco Ludovico II di Baviera. Ciaikowskji: ecco Nadieshda von Meck. E via, via... E sono quasi tutte donne oppure omosessuali. Stranamente sono pochi i "grandi" che abbiano scalato la società: quando lo fecero, fu compito di qualcun altro di portarveli. Strano, ma vero: la maggior parte dei geni risultano poco interessati alla fama. Appagati di ciò che essi stessi, demiurgicamente, potevano creare, sembrano bambini intenti nei loro giochi, meravigliati e assorti. |
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07-11-2006, 09.37.17 | #27 | |
Frequentatrice abituale
Data registrazione: 06-08-2005
Messaggi: 822
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Riferimento: Volontà
Citazione:
Lo scritto di Weyl (bellissimo ancora una volta) ci apre nuove propettive: sono pienamente d'accordo sulla umiltà dei veri genii e della loro assoluta indifferenza alla notorietà e al consesso sociale. Riguardo al genio (in particolare a quello filosofico), Schopenauer scrisse che per esserlo bisogna avere un intelletto svincolato dalla volontà, per non avere una visione interessata, ideologica del mondo: - Occorre cioè una visione estetica, che vada oltre la fenomenicità delle cose. Una filosofia autentica richiede momenti di genialità, cioè fasi di conoscenza svincolate dall’oggettivazione inadeguata:, un puro vedere, non un vedere in vista di qualcosa. - L’autentico filosofo, come l’artista, è posseduto dalla volontà assoluta che ritorna a una dimensione di puro conoscere. Rischio di cadere nel banale, ma secondo te, Weyl, può esistere il binomio (così spesso declamato) fra genio e follia? Ma questo sarebbe o.t, come parlare di Wagner che io adoro. Ciao a tutte/i |
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07-11-2006, 14.03.56 | #28 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-09-2006
Messaggi: 176
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Riferimento: Volontà
Citazione:
Ciao Edali, trovo interessante la differenziazione che ho evidenziato : puoi approfondirla ? Credo che possono scaturire degli spunti interessanti che legano la volontà di raggiungere un obiettivo e la ns capacità di immedesimare noi stessi una volta raggiunto tale obiettivo. Per quanto concerne la seconda parte, credo anch'io nel maggior peso delle "coincidenze" che non della volontà ! Ciaoooo |
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