Per Cannella.
Stai scherzando? Io a Volley gridavo in faccia alle avversarie. Niente parolacce o gestacci si intende, ma un punto pesa molto di più se seguito da....diciamo un "urrà". Sinceramente se gioco, cerco di vincere: è una cosa che desidero, in fondo credo di essere stata un'autentica agonista. Una volta mi sono beccata un cartellino pure. Avevo smesso di giocare per quasi un anno causa ulteriore infortunio e conseguente smaronamento. Ho ripreso poi a giocare in una categoria parecchio inferiore e meno impegnativa. Alla prima partita ZAC, cartellino giallo con la raccomandazione di "esultare girandomi dalla parte del mio campo". Una figuraccia tremenda, ero abituata che si faceva in un altro modo....sigh! Tra l'altro l'arbitro che mi cartellinò adesso è uno dei miei più cari amici...ma questo è un altro discorso.
Spero che per competizione femminile non si intenda anche questo, perchè questo è sport: è sano, catartico, divertente e forgia il carattere abituando alla fatica e al non temere il confronto e la competizione. Del resto nei tornei misti succede la stessa cosa.
La vita insegna, e a me ha da insegnare ancora molto, che ci sono donne che cercano di soffiarti l'uomo. Mi chiedo però quanto questo genere di "competizione" sia propria del mondo esclusivamente femminile. A nessuna è mai capitato che un uomo ci provasse, a dispetto del vostro fidanzato? O che un collega maschio tentasse di farvi le scarpe?
Insomma, personalmente ho conosciuto donne con cui sono andata d'accordo, altre con cui non lo sono andata per nulla. Niente però mi ha fatto dedurre che il non essere in sintonia dipendesse dal fatto che fra donne, in generale, non si vada d'accordo. Idem per gli uomini. Può darsi che in un contesto competitivo le modalità di esprimersi siano diverse per maschi e femmine...dico può darsi, perchè non ne sono poi molto convinta.
L'idea che esista nelle donne una qualche forma di competizione "a priori", generalizzata e onnipresente....non mi persuade e in fondo non lo riscontro.
Un'ultima considerazione su kipling. Ammettendo che nelle specie animali le femmine siano più aggressive dei maschi, non può questo essere spiegato con l'istinto di difendere la prole (quasi sempre "a carico" delle madri, che devono proteggere i piccoli dagli esemplari maschi anche della stessa specie)?
Se così fosse, non è in fondo un istinto nobile e "meritevole"?