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20-06-2006, 14.17.38 | #52 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Citazione:
bside ma sai che io e te non ci si capisce quasi mai? non so come mai.....probabilmente dipenderà da un mio modo di spiegarmi inadeuguato. Riguardo l'omosessualità, ma che hai capito? Lo so perfettamente che essa non ha mai reso inabile nessuno; però, e questo è storia,e non sono io in alcun modo, inizialmente l'avevano classificata come disturbo mentale, certamente perchè spinti da un brutto pregiudizio. FU UN ERRORE MADORNALE..... non credo che ci sia qualcuno al mondo doggi che ritenga il contrario. L'omossessualità era solo un esempio per dirti come i disturbi mentali siano considerati tali, quando essi compromettono gravemente la dimensione affettiva, sociale, lavorativa e quant'altro, del soggetto. PER QUESTO HANNO LEVATO dal DSM, giustamente, l'omosessualità. Esistono comportamenti diversi dal comune(omosessualità, varie forme di dipendenza, abitudini strane.....), ma senza questa compromissione della dimensione sociale della persona, essi non sono ritenuti patlogici. Le dipendenze, la personalità dipendente, se vede gravemante compromesse le sfere professionali, sociali, ecc....per me, come credo per altri, rischia di possedere qualche elemento patologico. Non è questione di essere competitivi o splendidi nella vita sociale: se questi fossero i criteri, beh mi avrebbero già chiusa in manicomio allora. Io mi riferisco ad una grave compromissione. Disadattamento; e sofferenza, perchè ti assicuro che in genere tutto ciò porta a una profonda sofferenza. Spero di essermi spiegata..... ps: non so se gli psichiatri provano vergogna.....è uno dei misteri della vita |
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21-06-2006, 18.40.18 | #53 |
Ospite abituale
Data registrazione: 09-09-2005
Messaggi: 383
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>L'omossessualità era solo un esempio per dirti come i >disturbi mentali siano considerati tali, quando essi >compromettono gravemente la dimensione affettiva, sociale, >lavorativa e quant'altro, del soggetto
Ho capito quello che volevi dire, ma sei tu che non hai capito quello che volevo dire io. Proprio perché l'omosessualità non ha mai reso qualcuno inabile socialmente non aveva alcun diritto di essere considerata un disturbo mentale. L'omosessualità è proprio l'esempio più chiaro di come si tendano a leggere e considerare i problemi sociali, cioèq uelli che riguardano l'intera collettività, come problemi personali dei singoli individui, trasformando le questioni pubbliche (il rapporto della società con la diversità, la capacità di accogliere i diversi, di considerarli alla pari degli altri membri della società) in questioni private da ascrivere alla storia personale del "paziente" (ad es. l'omosessuale che non si accetta), alla sua storia familiare, alle sue fragilità interiori ecc. La stessa cosa accade per altri tipi di problemi sociali che vengono "patologizzati" e letti come disturbi mentali. Così la società assolve se stessa, imputando alla "malattia" ogni responsabilità. Tra l'altro qui si parla tanto di dipendenza, ma non ho mai sentito qualcuno parlarne riferendosi alle psicoterapie. Tutt'altro! S'incoraggiano apertamente gli individui a rivolgersi all'"esperto" ad intraprendere una psicoterapia per ogni genere di problema, come se esistesse un "parlare potente" capace di "guarire" o far sparire i problemi! Ti pare questo un modo per rendere più autonome le persone? |
22-06-2006, 16.09.59 | #54 | |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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Ouuuuh.....si allora siamo d'accordo!
Citazione:
questa è bellissima, posso "fregartela"? La userò quando si presenterà l'occasione giusta! mi piace proprio La psicoterapia comunque ha il suo senso e la sua efficacia; non ci vedo niente di vergognoso nel accettare di avere bisogno di qualcuno; e questo qualcuno non è un guru, nè un onnipotente che ti risolve i problemi schioccando le dita. Non è neanche un pezzo di ferro, ma è una persona che prende a cuore i tuoi problemi; la psicoterapia secondo me dovrebbe essere sempre un procedimento molto affettivo, poco formale, per avere buoni risultati. Poi dipende da caso a caso, ovviamente. Personalmente riconosco l'esistenza di certe dipendenze pericolose e dannose (fra cui quella da internet, in particolari contesti e condizioni) ma con questo non intendo sollevare la società (che siamo noi, ciascuno di noi la compone) dalle sue responsabilità, anzi io credo molto nell'impegno che ci si può mettere per cercare di migliorare la vita di chi ci sta attorno.....se si può.. Io sono dell'idea che "gli altri siamo noi",quello che succede al mio vicino di casa, potrebbe accadere a me, in un certo senso è come se accadesse a me. ....quindi diamoci tutti le mani da torno. Però se c'è un problema personale, è anche giusto prenderne atto e chiamarlo col suo nome.... Al di là di questo, messa giù come nel tuo ultimo post, condivido la tua posizione......c'è forse solo qualche sfumatura diversa, niente di più. ps. Ma che fine ha fatto gocce di memoria???? |
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