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30-07-2007, 14.23.37 | #34 |
Ospite abituale
Data registrazione: 30-06-2007
Messaggi: 710
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Permalosità... ma vista... da dove e da chi?
Carina la domanda : posta così..... vale più di una vacanza!
Esistono casi in cui il VERO permaloso si accorge di essere tale? Io esito a crederlo: se ne avesse il dubbio... sarebbe, già soloper questo, solo ...un parzialmente permaloso, al massimo. Esistono casi in cui la diagnosi di permalosità dei terzi rispetto all'assunto permaloso ... c'azzecchino davvero qualcosa? Probabilmente sì, ma il mistero resta sulla percentuale... Quanti apparenti permalosi sono solo delle Persone OGGETTIVAMENTE scassate, con fondate ragioni per esserlo, dal fatto che il loro pensiero NON è colto dalla media del prossimo neanche dopo interpretazione autentica fornita in cinque lungue + Braille... e quindi girano le spalle SOLO perchè non hanno voglia di scrivere un trattato ogni volta che parlano.... solo per essere compresi e non sembrare permalosi? In tutti questi casi... il "giudizio" di permalosità (che NON esiste) è solo la giustificazione MOLTO carente, e quella sì degna di studio, di chi - pur non avendo neanche l'abbecedario per capire quel suo simile tanto dissimile - liquida il problema appiccicando sulle spalle di chi si è voltato l'etichetta di "permaloso". In QUESTO caso (che mi sembra assai assai frequente)... ma chi è il permaloso? E' quello che ha girato le spalle per non perdere tempo (e solo per questo)... o è quello che non avendo avuto neanche percezione della diversità di livello ... registrato il rifiuto al dialogo... con la stessa superficialitrà che lo ha condannato al non dialogo... si affretta a chiudere il rifiutante nel barattolo etichettato "permaloso"... e con sempiterna pace della PROPRIA capacità critica, torna nel mondo a mente serena, convinto di essere "positivo = non permaloso"... nella SOLA tranquillità di aver riposto il barattolo sul qualche ripiano della sua dispensa di facili certezze? |
30-07-2007, 17.43.04 | #35 | |
frequentatore
Data registrazione: 30-04-2006
Messaggi: 144
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Riferimento: i permalosi
Citazione:
Io sinceramente sono permalosa "per metà": se qualcuno mi fa una critica su qualcosa che riconosco anch' io non me la prendo se me la fanno su cose che per me non stanno cosi' potrei incazzarmi (ma solo se sono persone che stimo, ammiro o comunque hanno valore nella mia vita) e penso "come ***** ha fatto a vedre una cosa del genere?" |
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31-07-2007, 09.30.30 | #36 |
Ospite abituale
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Messaggi: 47
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Riferimento: i permalosi
per Donella
vedo che tu sei permalosa come me! Infatti proprio chi è permaloso si fa tutte queste menate sulla provenienza o su quanto sia giusta la presunta critica o presa in giro. Permaloso somiglia stranamente a permeabile. Il permaloso "se la prende", si lascia penetrare in maniera dolorosa. Chi non lo è o è completamente impermeabile (non mi auguro di raggiungere questo stadio, perchè è presunzione o autodifesa, comunque incapacità di relazione) o sa prendere con equilibrio la frecciata, magari cogliendone pure qualche sereno spunto di riflessione su sè (qua mi piacerebbe arrivare...). Se la critica sia giusta o meno non c'entra nulla, il punto è che solo il permaloso sente la necessità di controbattere, si offende, si stizzisce. Il fatto di ricevere una critica sia pur ingiusta non necessariamente dovrebbe provocare una reazione del genere. Comunque, parlandone con mia moglie, ho focalizzato. La mia permalosaggine si tramuta in rabbia per non poter (per tantissimi motivi: educazione, paura di arrivare al ridicolo, paura di essere troppo tagliente, ecc.) rispondere come mi piacerebbe fare. Una buona dose della mia permalosaggine è rabbia compressa. Comunque alla base c'è un fastidio di partenza che mi viene dal dovermi sottoporre alla presenza di compagnie non gradite. Ma la cosa più buffa è che sento queste compagnie sgradite perchè... non riesco ad adeguarmi ad esse! Faccio un esempio: mettiamo di trovarmi in mezzo ad un gruppo che adora i film di Vanzina (prendo un caso limite...). Se da un lato inizio a disprezzarli, dall'altro vorrei poter far parte della loro spensierata conversazione oppure convertirli tutti a Fellini! Inizio così a sentirmi un pesce fuor d'acqua. Il disagio cresce perchè mi tocca trattenere i miei sferzanti giudizi cinematografici. A quel punto la miccia è innescata. Basta che uno osi fare una battuta su di me.......... Questo è un problema che mi accorgo di avere da sempre. Mi sono sempre sentito un po' tagliato fuori dalle compagnie (sebbene non sia affatto un tipo asociale) per via dei miei gusti e scelte di vita più pesanti rispetto alla media. Però, proprio perchè non sono asociale, vorrei rientrare nel gruppo, ma nello stesso tempo so di non poterlo fare perchè sono diverso. E questo stato di cose mi indispone verso gli altri. Che casino! Comunque mi sono capito un po' di più! |
31-07-2007, 14.41.10 | #37 |
Ospite abituale
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Messaggi: 710
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Riferimento: i permalosi
Ciao Nuvolari.
Mi è piaciuta veramente molto la tua analisi; mi è piaciuto il collegamento permalosità - permeabilità; mi è piaciuta moltissimo la non disponibilità al baratto della permeabilità dolorosa con l'impermeabilità. Mi piace, ma non sono "pronta" ad assolutizzarla, la tua pur brillante autodiagnosi. Sei sicuro di non aver esagerato in rigore nell'autocritica e , contemporaneamente , in idulgenza nella critica? Mi spiego: tutto vero il desiderio di appartenenza "sociale"; già discutibile e ipersoggettivo il tipo di reazione individuale alla presa d'atto della "non appartenenza". Vado al pratico ed accedo al tuo esempio. Non spenderei mai due ore per un film dei Vanzina. (Poi... se non ci porto al cinema mio figlio ragazzino... pare che non è Natale, e per questo ci vado). Magari lui guarda il film e io mi diverto di più ad osservare le reazioni della sala in rapporto alle varie fasi del film. Non ne faccio un dramma. Riesco a divertirmi lo stesso, e riesco a divertirmi comunque e PROPRIO per il fatto di essere lì. Se una sera in compagnia di amici con i quali comunque condividi qualcosa (anche solo la più becera "vacanza" da qualunque "impegno intelligente") capìta la proposta di un film dei Vanzina... non solo non me ne vado, ma ricordo a me stessa in silenzio che avevo scelto quella compagnia per quella sera... proprio per staccare la spina... e non soffro nel far rientrare proprio quel film in quel programma. Insomma: nel vederlo (e almeno parzialmente leggasi "subirlo", giacchè sempre resta che da sola non lo avrei manco pensato) io nè soffro nè mi sento esclusa; non solo non provo "rabbia"... ma provo quel senso leggiadro di gratitudine che si prova verso chi ci ha strattonato verso qualche direzione in cui non saremmo mai andati, e che, invece, comunque, può avere una sua valenza: fosse anche quella di divertirsi a guardare di cosa e perchè ride il tuo prossimo. E poi magari... una risatella proprio dovuta al fim (non di più)... me la faccio anch'io. La permalosità scostante non scatta per il senso di mancata condivisione, dunque; anche perchè - personalizzata e autogestita quanto vogliamo - ma la condivisione, una qualche condivisione pacifica e addirittura rasserenante, c'è... malgrado la differenza di gusti. La permalosità scostante salterebbe fuori solo se.... al termine del film... chi ha occhi rossi per le risate provocate dalla serie di rutti o di scivoloni.... desse dell'imbecille a chi vede Fellini... sulla CERTEZZA che chi lo vede, ad esempio, lo faccia "per posa" e magari "soffrendo" pur di "fare l'intellettuale". E' chiaro che sentirlo faccia comunque male. Ma se scegli "permalosamente" di non avviare polemiche e, magari, di non condividere altre serate con la stessa compagnia... come dire? .... E' solo perchè ... per quanto ti sia sforzato di farti democraticamente flebo con estratto di rapa... registri uno shock anafillattico... che alla fine è pure e solo colpa tua (della serie: così impari a fare il fantasista che immagina sangue umano dove non ci poteva essere). Sintesi: chi non mi vedrà più aderire ad un invito penserà senz'altro che sono scostante e permalosa. Ma io so che una vera e propria offesa alla mia sensibilità è un dato OGGETTIVO. E so anche che non esco più con loro... semplicemente perchè la distanza è incolmabile, e perchè non c'è sforzo che positivamente io possa svolgere... che non sia esposto all'altissimissimo rischio di convertirsi in peggior delusione derivante dalla completamente diversa sensibilità. Ma, a quel punto - almeno per me - ti assicuro che la mancata condivisione diventa solo un PIACERE (NON fonte di rabbia) , cercato in alternativa ad un DISPIACERE proposto. Senza alcuna rabbia, nella certezza che al mondo c'è Altro a cui potrò partecipare con gratificazione maggiore... |
01-08-2007, 08.51.20 | #38 |
Ospite abituale
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Riferimento: i permalosi
Quello che dici sarebbe giusto in teoria, ma non spiega il mio senso di disagio. Il fatto è che le cose stanno dentro di me, non dipendono da chi ho di fronte.
Ci ho riflettuto ancora e mi sono convinto che il problema nasce dal fatto che sono io che immagino negli altri un giudizio che ho di me stesso. Magari sono solo io che mi sento diverso o pesante e penso che gli altri lo pensino, mentre magari gli altri manco ci pensano, oppure se lo fanno è così, per un attimo, senza darci peso, mentre io dentro di me covo un disagio al posto loro... Così, dopo che dentro la testa ho già accumulato una serie di fantasie sulle critiche che potrei ricevere per come sono, alla prima frasetta i miei sospetti si confermano e scatto, con rabbia, per giunta, perchè la frasetta arriva da chi non dovrebbe osare. Probabilmente, torno alla prima analisi, sono da sempre stato abituato alle critiche e a criticarmi, per cui me le sento addosso continuamente. Se gli altri non me le fanno, ci penso io, per cui sono già quasi offeso ancora prima che qualcuno apra bocca.......... Comunque, per concludere, non ho mai visto un film di Vanzina, ma non ti preoccupare, so anch'io cosa significa divertirsi in maniera totalmente spensierata, dovresti vedermi a qualche festa............. |
03-08-2007, 11.46.30 | #39 |
torna catalessi...
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Riferimento: i permalosi
ciao nuvolari
Ho molto apprezzato la tua sincerità. Hai portato la tua autoanalisi così a fondo da riuscire a tirare fuori degli aspetti che ho trovato incredibilemente duri e "scomodi": complimenti per l'onestà e il coraggio di ammetterli. Visto che ti sei messo così a nudo mi sento, per così dire, autorizzata a esprimere una considerazione che mi è venuta leggendo te e gli interventi precedenti di altre persone. TRovo paradossale che il ritenere di possedere un'elevata autostima sia considerata la causa della propria permalosità. Essere permalosi significa essere permeabili(bella questa associazione) e "vulnerabili" a determinati imput che ci giungono dalle altre persone; una persona dotata di una sana autostima, quindi sufficientemente sicura di se e sufficientemente equilibrata da lasciarsi permeare dalle "spiacevoli" considerazioni altrui senza lasciarsene ferire, non dovrebbe essere permalosa...o almeno non in maniera tale da farsene un problema. Personalmente rimango del parere che la permalosità nasce da un prendersi troppo sul serio che porta a vivere con una certa pesantezza interiore e ad avere uno sprporzionato interesse/timore del giudizio che gli altri possono avere su di noi. Ammesso e non concesso che sia così, allora tutto ciò deriverebbe da un'autostima che si sforza di apparire grande e forte ma, sotto sotto, è assai vulnerabile e fragile, tanto fragile che appena viene "toccata" si prova una sensazione di rabbia e sofferenza (le due componenti principali della permalosità, no?) |
03-08-2007, 13.11.48 | #40 |
Ospite abituale
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Riferimento: i permalosi
Tutto quasi giusto.
Diciamo che nel mio caso incredibilmente convivono (e ti assicuro che è così) autostima e disistima al massimo grado, contemporaneamente, non alternandosi. Ma mi è difficile spiegare. Dico solo che è la misura del "troppo" sul serio che non sono mai riuscito ad afferrare. E' una misura troppo aleatoria per la mia testa. Anche perchè se abbassi quella dose si potrebbe alzare quella di autoconvincimento e autodifesa per non soffrire, e io temo di più questo troppo qua. |