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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
14-12-2002, 17.37.49 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 05-04-2002
Messaggi: 1,150
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Uhmmm, parlavo d'altro; non credo si tratti di Karma o determinismo caratteriale; c'è qualcos'altro che genera l'improvviso esplodere della violenza in alcuni soggetti, specie se questi si trovano ad agire in 'branco'. E' un fenomeno sempre più preoccupante; poca santità, molta più attenzione alle dottrine sociali che studiano i meccanismi che governano l'agire umano.
Ci sono crimini, commessi da adolescenti, che in altre condizioni, in altro contesto, anche contingente, non necessariamente sociale, non sarebbero, probabilmente, stati commessi. C'è il fenomeno dell'emulazione: m'identifico nel gruppo, e SONO solo se di questo gruppo acquisisco ed accetto le regole che dettano il comportamento e il modo di rapportarsi alla realtà che vivo. Alcuni elementi latenti, caratteristici dell’indole personale, spesso emergono e sono portati alla luce sfruttando la possibilità di mantenere l’anonimato. Un gruppo, il ‘branco’, consente di mimetizzarsi. E’ una sorta di reazione psicologica all'evento che si trova a dover fronteggiare. Sono rispettoso e pacifico da solo, divento violento quando posso far leva sull’aggressività degli altri, aggressività di cui mi alimento per far esplodere la mia. Poco karma, molta sociologia e psicologia; credo che la società moderna dovrebbe prestare molta più attenzione a questo fenomeno sempre più emergente. |
15-12-2002, 01.22.32 | #6 |
Numero
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 291
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Confusione, oggi la mente di una persona si forma in una tempesta di insegnamenti contrastanti, dove la stessa cosa è affermata e negata con disinvoltura.
"Non uccidere" è una frase svuotata del proprio significato, presa come un'accozaglia di lettere e ripetuta, ma non compresa, non "sentita", accettata come una moda del pensiero, semmai per paura delle conseguenze. E allora se qualcuno più vuoto e bestiale degli altri butta lì una mezza idea da delinquente, nessuno saprebbe dire perchè è sbagliata... magari qualcuno ripeterebbe qualcuna di quelle frasi, chissà poi perchè, visto che in fondo non ci crede neanche lui... Se avete la possibilità di farlo chiedete a dei ragazzi che ne pensano. Sono curioso di vedere se qualcuno vi dirà che gli si torcono le budella e sta male solo all'idea di alzare un'arma su un uomo... vi guarderanno mezzi storditi, abbozeranno un sorriso, una risatina e poi giu a parole e argomentazioni ed elucubrazioni, espressioni della razionalità, della crosta dell'essere umano: alberi senza radici, se vi piace l'immagine, e appena si alza un soffio di vento... Non tutti, forse una minoranza. Forse? |
15-12-2002, 12.23.06 | #7 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Penso che certi fenomeni avvengano solo tra quindicenni,quando non si ha il carattere e la volontà di pensare con la propria testa.Quando si è adolescenti si potrebbe uccidere o stuprare solo per il gusto di trasgredire,per il gusto di sentirsi "grandi".Il più delle volte si commettono solo bravate,piccoli atti di vandalismo,ma a volte si oltrepassa il limite della giustizia.A quell'età,durante delle feste,ho assistito a scene che sembravano tratte da film trash di quarta serie(avete presente Kids di Korine?).Delirii di massa.Fortuna che per qualche caso fortuito non mi sono mai cacciato tanto nei casini,ma penso che sia stato solo per tutta una serie di benevole coincidenze.Gli adolescenti sono delle mine vaganti,basta che un adulto un poco persuasivo gli faccia il lavaggio del cervello che questi sono capaci dei più efferati crimini.Basta guardare la recente cronaca nera per rendersene conto.Infatti,secondo me,in questi casi,la colpa dovrebbe ricadere al 90% sugli adulti,compresi i genitori che non hanno tenuto a bada i loro figlioletti in modo adeguato(anche se mi rendo conto che non sia poi così semplice!).
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15-12-2002, 12.24.36 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-04-2002
Messaggi: 341
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per Visechi
L'umo è sempre stato lo stesso in tutta la sua esistenza. Chiamalo Karma, chiamalo destino, chiamalo come vuoi, ma la cosa cambia poco.
Il branco può influenzare il singolo soggetto al delitto, ma può anche non influenzarlo, tant'è che questo soggetto può escludersi e cambiare... branco... o ancora meglio gregge. Abbiamo anche il caso di colui che dopo aver errato nell'agire si pente e cambia la propria impostazione di vita, ma anche chi indomito continua a perseverare nel delitto. Certamente l'ambiente influenza, ma mai può determinare una vita. Cos'è quindi che fa decidere a restare e perseverare o andarsene verso nuove mete, se non una indole precostituita caratteriale? Tu questo chiamalo come vuoi, io lo chiamo karma, mi suona meglio, che non tanti gerghi psicologici che poi voglioni dire la solita cosa. |
15-12-2002, 12.53.34 | #9 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Citazione:
Scusate la divagazione. |
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15-12-2002, 13.59.21 | #10 |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
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I valori comunemente accettati sono giunti a fine.
es: Uccidere = male? Sì, non hai diritto di scelta circa la vita o la morte di un'altro. No, dare la morte è un'esperienza forte che può essere vissuta. Sconvolgente? La noia è la causa? Una delle cause. Ma la noia da cosa è causata? Chi si conforma al branco, grazie al mimetismo che offre, può far emergere i suoi lati bestiali. Non meno umani dello spirito di carità, sono vincolati da regole sociali intimamente accettate. Se le regole cambiano cambia la realtà (è già cambiata). La cultura PULP, caratterizzata dal distacco affettivo, dall'indifferenza dei protagonisti di fronte al sangue e alla morte, che dopo aver ucciso, con le mani ancora sporche di sangue, si versano un bicchiere di caffè, riprendendo la chiaccherata un momento sospesa, circa le differenze tra scarpe lucide e stivali messicani. Come mai ha avuto tanto successo? Il branco come sistema alternativo ma fortemente coerente di regole (anche fossero anti-sociali)? La risposta al bisogno di appartenenza? Un mondo all'interno del mondo? Una realtà sia pure fortemente individualista ed accettata come tale non può eludere il bisogno di "sentire insieme". Quali siano le poche alternative di risposta a questo bisogno, non c'è spazio per lo scrupolo di giusto-sbagliato. Non tutti uccidono, questi hanno trovato risposta in altro? Il loro ambiente ha già fornito un'adeguata risposta a questo bisogno? La storia dell'uomo come sucessione di epoche di quiete e rottura della quiete, per poi trovare un'equilibrio più alto, che nuovamente andrà in crisi? |