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Re: Un po' riduttivo
Citazione:
Messaggio originale inviato da Weyl
Il tuo intervento meriterebbe ben altro spessore di risposta!
Occorrerebbe un intero, complesso saggio.
Ad ogni modo, proverò almeno a chiarire alcuni punti.
Iniziamo da quelli semplici.
Einfuehlung significa, letteralmente, "con-sentimento", ma il termine ha preso ormai l'abituale concezione di "empatia".
Personalmente concordo con tale lemma, sebbene le ragioni che condussero un secolo fa a scegliere la lingua graca allo scopo di uniformare il concetto, siano oggi venute meno.
Comunque, il lavoro di Husserl in fenomenologia era già alquanto discusso negli anni '70 dell'800 in tutto il mondo culturale tedesco, per cui certamente Freud ne respirò, quantomeno, l'atmosfera.
Quanto a Kierkegaard, è pur vero che scrisse in danese, ma ti ricordo alcuni fattori:
- la lingua danese non è tanto lontana dal tedesco, mentre il contesto culturale nel quale la Danimarca è calata era all'epoca quello germanico;
- K. era noto negli ambienti accademici berlinesi già negli anni '40 dell'800, per via di una polemica con Schelling, alla quale fu dato moltissimo risalto;
- già negli ani '50 K. divenne celebre nei paesi anglosassoni, grazie, soprattutto, all'entusiasmo di Ibsen, il quale sollecitò molto gli ambienti culturali a confrontarvisi;
- infine, le traduzioni complete in tedesco delle opere di K. furono disponibili già a partire dal 1861, dunque quando Freud era un bambino.
Poco probabile, quindi, che il nostro non lo conoscesse.
Un accenno agli aspetti più complessi.
Edelmann riteneva che la propria teoria dei "gruppi selettivi" avrebbe potuto riprodurre, in termini neurobiologici, gli elementi fondanti delle teorie freudiane.
Se ne disse certo in molti lavori e, probabilmente, fu anche questo ostacolo concettuale che ne limitò i percorsi di ricerca.
Si tratta di un autore di importanza capitale per l'ambito neuroscientifico: per intenderci, tutti i lavori concernenti le reti neurali, i vari Darwin (primo, secondo, terzo, etc.), robot capaci di apprendimento, provengono dai suoi lavori.
Le citazioni di Edelmann non sono letterarie, ma scientifiche: il suo è stato, in un certo senso, l'ultimo tentativo di ricondurre Freud all'ovile da cui questi era partito, ossia l'ambito della ricerca.
Per il resto, infatti, la sua opera ha abbandonato, credo, definitivamente, questo ambito, il quale è di "nicchia" nello stesso senso in cui di "nicchia" può essere ritenuta la teoria della Relatività Generale.
Il fatto che freud sia ancora molto vivo epresente nell'ambito culturale più generale è un fatto oggettivo, ma poco interessante.
Anche la principessa Diana è tutt'ora molto presente nelle discussioni di costume, ma la cosa lascia abbastanza indifferente il ricercatore.
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Su Kierkegaard sinceramente non saprei. Freud aveva una formazione scientifica, non umanistica. So per certo che lui stesso ha dichiarato di aver letto per la prima volta Schopenhauer solo intorno ai 70 anni e so che aveva l'abitudine di dichiarare apertamente quando prendeva spunto da idee di altri. Non ritengo quindi improbabile che non avesse affatto letto Kierkegaard. Ma siccome lui non ce lo può più dire, la questione lascia il tempo che trova.
Le neuroscienze in genere non sono "di nicchia", ma conoscere approfonditamente il lavoro di uno specifico ricercatore è "di nicchia" nel senso che se uno non si occupa di neuroscienze di solito non ne sa molto. Nemmeno i fisici di cui parlavo con Nexus sono "di nicchia" in ambito fisico, ma senza le gentili spiegazioni di Nexus la discussione sarebbe stata impossibile. E, scusami, non ho ancora capito in cosa consiste la ricerca di Edelmann, cosa che invece mi pare determinante per capire il senso del tuo intervento precedente. Non potresti provare ad esporre in termini semplici quantomeno le sue tesi fondamentali? Cos'è la teoria dei "gruppi selettivi"?
Il fatto che Freud sia presente nell'ambito culturale invece a me sembra molto, molto interessante.
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