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19-12-2002, 18.43.51 | #45 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 04-11-2002
Messaggi: 2,110
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Anch'io ho letto qualcosa dal sito consigliato da Irene,e devo dire che mi ha sconvolto.Secondo me sono dei pazzi.
Come scaricare le nostre colpe sugli altri.Siamo infelici?E' colpa dei Vampiri!Ma per favore.... E poi questi Vampiri mi ricordano tanto la figura dei peccatori cristiani.Descritti come gente amorale.Mi sembra un sito di preti! |
19-12-2002, 21.25.59 | #46 |
Ospite abituale
Data registrazione: 19-11-2002
Messaggi: 474
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Caro Antonio,
non ho problemi a rispondere alla tua domanda (pensavo di averlo già fatto,implicitamente,ma torno volentieri sull'argomento). Se fossi davvero un "vampiro energetico",e una fonte credibile mi formulasse questa "diagnosi"(le virgolette sono d'obbligo),ne prenderei atto e cercherei di comprendere,il più lucidamente possibile,le mie responsabilità e la maniera per porre rimedio alla situazione e all'eventuale spirale di conseguenze che dovessi avere innescato. Comprendo perfettamente quello che dice Claudio:è sacrosantamente vero che le parole hanno un potere enorme,e anche quello di ghettizzare.Ma alle parole si può,e in un certo senso di deve,rispondere con altre parole...con i comportamenti...con i cambiamenti...Non dobbiamo averne paura.Dobbiamo temere solo la nostra incapacità di guardare le cose per quello che sono davvero... Quanto alla qualifica di "serva"...e all'implicito marchio di infamia che recherebbe impressa,voglio ricordare un episodio,realmente avvenuto. Jean Paul Sartre,seduto al caffè,è avvicinato,per l'ordinazione,dal cameriere. "Sono il cameriere"si presenta costui "No"replica Sartre"Lei è un uomo,che fa il cameriere". |
19-12-2002, 21.59.11 | #47 | |
Anima Antica
Data registrazione: 22-07-2002
Messaggi: 423
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La Responsabilità come IL DOVERE DI RISPONDERE
Mi trovo perfettamente sulla lunghezza d'onda di Irene, e riprendo un tema già aperto da lei a proposito della responsabilità.
Parlo di un dovere, e parlo di un dovere al quale non possiamo sottrarci, a maggior ragione se lo usiamo riferito agli altri inevitabilmente lo dobbiamo affrontare per noi stessi in prima persona. Questo può far tremare i polsi, e a volte è meglio rifugiarsi nella pietà, che a quel punto diventerebbe pietismo, o nella comprensione, che si trasformerebbe in uno scusare a tutti i costi. Così come è molto più facile colorire la propria vita di sentimentalismo anzichè vivere in pieno i sentimenti, che sono esperienze robuste, spesso dolorose e nient'affatto romantiche. Conosco bene il libro a cui si riferisce il link riportato da Claudio, tale libro ha avuto per me un ruolo non indifferente nel chiarire alcune cose rispetto al gioco perverso "persecutore-vittima". Tutti ci siamo trovati a svolgere uno dei due ruoli, a volte entrambi a turno, e probabilmente tutti siamo stati almeno una volta nella vita dei vampiri. So di aver avuto periodi dell'uno e dell'altro tipo, e per me l'unico modo per poter maturare è stato ricevere dalla vita e a volte anche dalle persone robuste e dolorosissime padellate sulla faccia. Ecco perchè non ho pietà di tali comportamenti e di tali scelte, perchè so per averli vissuto sulla mia pelle che l'unico modo di maturare, di crescere non è la pietà ma il confronto duro e fatto con crudezza selvatica. Citazione:
Anch'io voglio rispondere a questa domanda: certamente non mi sentirei sollevata, ma forse queste parole potrebbero aprire un canale per permettermi di mettermi in discussione senza scuse, senza alibi, e magari potrebbero essere l'inizio della mia crescita. Le parole sono veicoli, e trasportano l'intento di chi le pronuncia. Di per sè le parole sono quasi sempre neutre, è l'intento di chi le pronuncia che le può rendere salvifiche o mortali. |
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20-12-2002, 11.04.33 | #48 |
Ospite abituale
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Messaggi: 128
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x Irene e Ygramul
Problematiche relazionali.
Pur apprezzando il vostro sforzo, rilevo ancora un "limite". Un "distacco" eccessivo, una sottovalutazione delle implicazioni negative verso chi vive il disagio e si sente affibbiare quella che voi definite "metafora forte". Siete proprio sicure che ciò produrrà una "presa di coscienza" in ogni caso, che potrebbe aiutare? Non sarebbe più opportuno, invece, che tale presa di coscienza gli fosse spiegata in altro modo? Illustrando loro, cioè, quella dinamica relazionale che si instaura e che rende la sua vicinanza "poco gradevole" agli altri? E ricercando con loro i modi per "uscirne"? Troppo faticoso, vero?... Non credete che, in molti casi, queste persone già "vivono dolorosamente" questo dramma dell'isolamento? E un'attribuzione metaforica li addolorerebbe ancor più? Un abbraccio e un augurio affettuosissimi! Antonio PS di Sartre non ce ne sono molti in circolazione; "camerieri" e "servi", spesso avvertono il dolore morale della loro condizione, ma NON posseggono gli "strumenti culturali" per relativizzarla. (Nei prossimi giorni mi collegherò difficilmente... a dopo le feste!) Ultima modifica di FalcoAntonio : 20-12-2002 alle ore 11.15.44. |
20-12-2002, 12.35.16 | #49 |
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Il Vampiro Rivelato!
I vampiri del duemila.Tramite le parole ti influenzano la mente.Parole che si materializzano nella tua testa,sotto forma di catene aminoacidiche nei tuoi neuroni.Prolungamenti sinaptici che ti rubano energia.Parassiti meccanici.Io sono uno di quelli.Il poblema è che la gente non capisce,non capisce l'ebrezza di tutto ciò.Non capisce la bellezza di tale Forza,non capisce la bellezza del "Dono" che i vampiri sanno dare.Preferiscono rimanere schiavi e non liberarsi.Noi lo facciamo per il loro bene.Per metterli alle strette.E poi alla gente piace,diciamo la verità.La gente non se ne fa nulla della propria energia,la trova deleteria inquanto non sa come usarla.E allora preferisce liberarsene.E piuttuosto di vederla sprecata è meglio che la diano a chi ha più Consapevolezza di loro.Loro non sanno divertirsi.Vogliono essere morti,hanno paura che troppa ebrezza possa sconvolgerli.I veri morti sono loro.
Bene,sfido chiunque a "esorcizzarmi"! |