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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 09-01-2006, 01.09.29   #11
lobelia
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Data registrazione: 28-07-2005
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Re: cara lobelia

Citazione:
Messaggio originale inviato da tammy
ce l'hai nel sangue e nelle pinne ataviche:
tu sai nuotare.


ogni tanto un pò dè sano riposo cè vole bimba mia... e vatte a fà nà vacanza............ su un monte? a coltivà pomodori rinsecchiti? oppure a portà un masso ad un artista sperduto nel troppo ossigeno? notte ciccetta mia e domani famme ride ancora

eheheh! ti faccio una confidenza, ma non lo dire a nessuno...stasera vedevo Veltroni da Fazio e...mi è sembrato quasi bello. Sensuale. Va beh che Veltroni mi piace, ma non l'avevo mai guardato da questo punto di vista. Sono proprio ormai una becera rimbambita e arrapata casalinga a tutti gli effetti. Peccato che però mi tocchi andare anche a lavorare!
Manco l'unico vantaggio di non dover mettere la sveglia!
Dai, la leggerezza la sento tornare, mi sta sollevando prima il plesso solare e poi le spalle.
Chissà, magari a richiamarla tipo seduta spiritica come stasera, funziona
Leggerezza! Se ci sei batti le ali! Boing!
lobelia is offline  
Vecchio 09-01-2006, 01.43.53   #12
lobelia
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Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Re: Re: leggerezza

Citazione:
Messaggio originale inviato da romolo
Le parole di solidarietà ci sollevano come un crick da certi pesi opprimenti. Non cambiano la realtà, ma ci aiutano a viverla. Quando mi sono sentito come un'oliva sotto la macina ottusa del frantoio, non ho desiderato morire perché "la morte si sconta vivendo". E poi perché ho sempre saputo di qualcuno che stava peggio di me. Sono d'accordo con Kim: in altre parole, sei tu la leggerezza che corre incontro agli altri o che li insegue. E' inevitabile che qualche volta ti venga un po' d'affanno!

ehi, morire proprio no. Sono troppo curiosa di sapere cosa succede domani, anche se ora non spero in niente perchè so che è meglio così.
Non so, forse la leggerezza ha a che fare con la curiosità. Che ne pensi?
Ho sempre vissuto per stupirmi. Ora che del mio prossimo futuro ne conosco già molte delle coordinate e so che non saranno belle, forse mi manca tutta quella speranza di stupirmi che mi ha sempre donato la curiosità per la vita. Ne resta solo un po' a fare capolino spaurita.
In fondo è paura. Rassegnazione. Non voler accettare una realtà che lei stessa ha mille risorse per stupirmi solo se volessi lasciarmi andare a lei.
E hai ragione. Lo penso continuamente. C'è chi sta molto peggio di me. Dovrei solo stare zitta e pedalare.
Ed è quello che faccio generalmente.
Non vorrei però trasformare questo 3d in una raccolta di "consolazioni" anche se bellissime.
Mi piacerebbe proprio parlare di "Leggerezza".
Cos'è per te?
E per gli altri?
Cosa ne pensate?
Dipende dalla consapevolezza?
Oppure è indole?
Si può imparare?
Una volta "minata", può ritornare lieve e fresca come un tempo?
Ha a che fare con la curiosità per la vita?
Può essere colpevole?
Esiste anche una leggerezza distruttiva. Negativa. La noncuranza.
Dove sta il confine?
beh, ora che ti ho dato un bel compito per domani...ti auguro una notte piena di sogni come piume che volano quando si gioca con i cuscini
lobelia is offline  
Vecchio 09-01-2006, 01.47.53   #13
lobelia
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Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Citazione:
Messaggio originale inviato da cannella
La capisco Lobelia la pesantezza di cui parli.

Fra poco arriverà anche per te il primo segnale della primavera.

Lo sentirai nell'aria, forse prima delle persone che ti stanno vicino, e sarà un primo alito di leggerezza.

Non so se anche a te, le lunghe giornate d'inverno e la luce innaturale, danno tristezza.

E il freddo che acuisce la sensazione di clausura. Lo so che c'è altro, non è solo questo.

Poi c'è questo forum che è una finestra, e ce ne sono altre in casa tua, che sono simboli.

Fra poco entrerà la luce a darti leggerezza, e scusa mi ci metto anch'io, ci spero, quindi dico "a darci leggerezza".

Facciamo a chi la sente per prima?

Ok, ci sto. Chissà, magari finisce parimerito.
Un abbraccio
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Vecchio 09-01-2006, 09.37.41   #14
jon
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Favola per Lobellula

Leggerezza

C'era una volta, una lobellula che con le sue lunghe e meravigliose ali,si divertiva a svolazzare per distese di fiori, boschi ed alberi.Fra tutte queste cose, quella che preferiva era trovare ristoro fra gli alberi ma non riusciva a restare troppo a lungo su nessuno di essi perchè sentiva di non aver incontrato ancora un albero leggendario
ùdi cui aveva tanto sentito parlare e che si dice abbia un messaggio per tutte le lobellule che hanno la fortuna di incontrarlo.Sentì anche che era possibile individuarlo attraverso tre segnali posti nelle sue vicinanze : una rosa rossa, una balla di fieno ed un flauto poggiato su di una pietra. Un giorno, mentre la calura la tormentava e la stanchezza era ormai divenuta insopportabile, decise di sostare nei pressi di un piccolo stagno per bere un pò d'acqua.Una improvvisa folata di vento la staccò dal pelo dello specchio d'acqua e come per magia la trasportò in una direzione del tutto nuova...si guardò attorno e vide prima la rosa rossa,subito si voltò per cercaree vide il flauto poggiato sulla roccia, si voltò ancora e vide che la balla di fieno era proprio sotto la chioma di un bellissimo albero che la chiamò dicendole:"DEVI ESSERE STANCA! VIENI A POSARTI SU UNO DEI MIEI RAMI. TI STAVO ASPETTANDO!"Con quale sorpresa e gioia la lobellula realizzò di avere finalmente trovato ciò che per tanto tempo aveva cercato.Il suo leggero volo la portò nella parte più alta della chioma verde brillante
dell'albero, proprio in quel punto da dove sentiva sgorgare la voce. L'albero disse:" VOLA LONTANO SENZA STANCARTI MAI E NON TEMERE NULLA PERCHE' LE TUE ALI FATTE DI VENTO POSSONO ESSERE DELICATE COME LA BREZZA MA FORTI E POTENTI COME LA PIU' TREMENDA TEMPESTA E SOPPORTERANNO TUTTO
Queste le parole per la lobellula che incantata e felice per quell'incontro inaspettato e tanto atteso, intraprese il suo lungo ed infinito viaggio

Ciao Jon (il Panzer)


P.S.Dipende dalla consapevolezza
jon is offline  
Vecchio 09-01-2006, 15.23.47   #15
lobelia
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Re: Favola per Lobellula

Citazione:
Messaggio originale inviato da jon
Leggerezza

C'era una volta, una lobellula che con le sue lunghe e meravigliose ali,si divertiva a svolazzare per distese di fiori, boschi ed alberi.Fra tutte queste cose, quella che preferiva era trovare ristoro fra gli alberi ma non riusciva a restare troppo a lungo su nessuno di essi perchè sentiva di non aver incontrato ancora un albero leggendario
ùdi cui aveva tanto sentito parlare e che si dice abbia un messaggio per tutte le lobellule che hanno la fortuna di incontrarlo.Sentì anche che era possibile individuarlo attraverso tre segnali posti nelle sue vicinanze : una rosa rossa, una balla di fieno ed un flauto poggiato su di una pietra. Un giorno, mentre la calura la tormentava e la stanchezza era ormai divenuta insopportabile, decise di sostare nei pressi di un piccolo stagno per bere un pò d'acqua.Una improvvisa folata di vento la staccò dal pelo dello specchio d'acqua e come per magia la trasportò in una direzione del tutto nuova...si guardò attorno e vide prima la rosa rossa,subito si voltò per cercaree vide il flauto poggiato sulla roccia, si voltò ancora e vide che la balla di fieno era proprio sotto la chioma di un bellissimo albero che la chiamò dicendole:"DEVI ESSERE STANCA! VIENI A POSARTI SU UNO DEI MIEI RAMI. TI STAVO ASPETTANDO!"Con quale sorpresa e gioia la lobellula realizzò di avere finalmente trovato ciò che per tanto tempo aveva cercato.Il suo leggero volo la portò nella parte più alta della chioma verde brillante
dell'albero, proprio in quel punto da dove sentiva sgorgare la voce. L'albero disse:" VOLA LONTANO SENZA STANCARTI MAI E NON TEMERE NULLA PERCHE' LE TUE ALI FATTE DI VENTO POSSONO ESSERE DELICATE COME LA BREZZA MA FORTI E POTENTI COME LA PIU' TREMENDA TEMPESTA E SOPPORTERANNO TUTTO
Queste le parole per la lobellula che incantata e felice per quell'incontro inaspettato e tanto atteso, intraprese il suo lungo ed infinito viaggio

Ciao Jon (il Panzer)


P.S.Dipende dalla consapevolezza


Grazie Jon
Anch'io lo penso. Ma la consapevolezza di cosa?
Non può essere la consapevolezza di tutte le cose...sarebbe impossibile.
Forse è la consapevolezza anche un po' inconsapevole che le cose hanno il valore che noi diamo loro?
lobelia is offline  
Vecchio 09-01-2006, 15.48.08   #16
dana
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Messaggio originale inviato da lobelia
Non so, forse la leggerezza ha a che fare con la curiosità. Che ne pensi?
Ho sempre vissuto per stupirmi. Ora che del mio prossimo futuro ne conosco già molte delle coordinate e so che non saranno belle, forse mi manca tutta quella speranza di stupirmi che mi ha sempre donato la curiosità per la vita.

Secondo me la leggerezza è proprio curiosità per la vita e capacità di stupirsi. Leggerezza anche come accettazione di quello che accade e saggezza di credere che tutto passa, tutto cambia e dopo l'inverno arriva la primavera.

Perdiamo la leggerezza (ma poi ritorna ) quando pensiamo di aver davanti a noi una strada già tutta scritta, della quale conosciamo già quasi tutto quello che accadrà, una strada che abbiamo magari scelto noi, razionalmente, ma che ora sembra non lasciare spazio a qualcosa di bello, oltre ai doveri quotidiani.

Forse per recuperarla possiamo cercare di non farci travolgere dal peso della quotidianità (ridimensionandola, non facendoci prendere troppo), ritargliandoci piccolissimi spazi per noi, all'insegna del piacere e non del dovere.

E poi il futuro è imprevedibile, anche se riteniamo in parte di conoscerlo, c'è ampio spazio ancora per stupirci e recuperare la curiosità e la leggerezza.

La leggerezza aiuta a vivere meglio, è come lasciarsi scivolare addosso molte cose inevitabili, senza che ci travolgano, e senza perdere la speranza nel domani.

dana is offline  
Vecchio 09-01-2006, 16.08.38   #17
jon
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Re: Re: Favola per Lobellula

Citazione:
Messaggio originale inviato da lobelia
Grazie Jon
Anch'io lo penso. Ma la consapevolezza di cosa?
Non può essere la consapevolezza di tutte le cose...sarebbe impossibile.
Forse è la consapevolezza anche un po' inconsapevole che le cose hanno il valore che noi diamo loro?

La consapevolezza ci consente di non essere più schiavi dell’essere inferiore, è quindi la chiave della liberazione. Questa liberazione consiste nel non identificarsi, nella disidentificazione. Questa può essere sperimentata efficacemente, ad esempio nel trattare la sofferenza fisica o movimenti emotivi come la collera. Inoltre la consapevolezza consiste nel non ingannarsi, nel non raccontarsela, nella sincerità: ci consente di uscire dal sogno individuale e di entrare nella nuda realtà o nella veglia, quindi di essere desti o risvegliati. Poiché ci porta a vedere cosa siamo davvero e non cosa vorremmo essere, la consapevolezza induce umiltà, laddove per contro l’arroganza è in genere un segno di inconsapevolezza. Poiché mostra la reale portata (scarsa) nella nostra volontà e dei nostri sforzi, poiché mostra l’illusorietà del controllo sulle cose e noi stessi, la consapevolezza induce anche pazienza, e disillusione sull’ego.Si può capire qualcosa della consapevolezza osservandone il contrario e le conseguenze. Si è incoscienti del mondo fisico nel sonno, o nella follia. Guardando la televisione (sia fissi su un canale sia in zapping) si perde coscienza del mondo circostante perché si è assorbiti. In una discussione la collera può causare l’incapacità di ascoltare o vedere l’interlocutore. Alla guida di un mezzo l’inconsapevolezza, dovuta ad una conversazione telefonica o a musica troppo alta, può avere effetti disastrosi. Si può essere inconsapevoli dell’effetto delle nostre parole o azioni sugli altri, e si può essere inconsapevoli degli altri. Si può essere incoscienti per distrazione, perché occupati altrove, per abitudine. Si diventa spesso consapevoli delle solo quando le perdiamo.
“Il primo passo è una mente quieta – il silenzio è un passo ulteriore, ma deve esserci quiete; e con mente quieta intendo una coscienza mentale che vede i pensieri arrivarle e muoversi intorno ma che non sente che sta pensando o si identifica coi pensieri o li ritiene suoi. Pensieri e movimenti mentali possono attraversarla come pellegrini provenienti da altrove appaiono e passano attraverso un paese silenzioso – la mente quieta li osserva o può non essere interessata a osservarli, ma in entrambi i casi non diventa attiva né perde la propria quiete. Il silenzio è più della quiete; si può ottenere bandendo del tutto il pensiero dalla mente interiore tenendola senza voce o del tutto all’esterno; ma è più facilmente stabilito con una discesa dall’alto – lo si sente scendere, entrare e occupare o circondare la coscienza personale che allora tende a fondarsi nel vasto silenzio impersonale.”

Ciao jon



P.S.Non credere che sia una cosa facile, perché per osservare i propri pensieri bisogna per prima cosa distaccarsene. Nello stato ordinario l’uomo ordinario non distingue sé stesso dai propri pensieri. Nemmeno sa che pensa. Pensa per abitudine. E se gli domandi all’improvviso: “A cosa pensi?” non ne sa nulla. Voglio dire che novantacinque volte su cento ti risponderà: “Non lo so.”. C’è identificazione completa tra il movimento del pensiero e la coscienza dell’essere. Per osservare il pensiero, il primo passo è quindi di arretrare e guardarli, di staccarsi dai pensieri, così che il movimento della coscienza e quello del pensiero non siano più confusi
jon is offline  
Vecchio 09-01-2006, 18.46.10   #18
lobelia
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Re: Re: Re: Favola per Lobellula

Citazione:
Messaggio originale inviato da jon
La consapevolezza ci consente di non essere più schiavi dell’essere inferiore, è quindi la chiave della liberazione. Questa liberazione consiste nel non identificarsi, nella disidentificazione. Questa può essere sperimentata efficacemente, ad esempio nel trattare la sofferenza fisica o movimenti emotivi come la collera. Inoltre la consapevolezza consiste nel non ingannarsi, nel non raccontarsela, nella sincerità: ci consente di uscire dal sogno individuale e di entrare nella nuda realtà o nella veglia, quindi di essere desti o risvegliati. Poiché ci porta a vedere cosa siamo davvero e non cosa vorremmo essere, la consapevolezza induce umiltà, laddove per contro l’arroganza è in genere un segno di inconsapevolezza. Poiché mostra la reale portata (scarsa) nella nostra volontà e dei nostri sforzi, poiché mostra l’illusorietà del controllo sulle cose e noi stessi, la consapevolezza induce anche pazienza, e disillusione sull’ego.Si può capire qualcosa della consapevolezza osservandone il contrario e le conseguenze. Si è incoscienti del mondo fisico nel sonno, o nella follia. Guardando la televisione (sia fissi su un canale sia in zapping) si perde coscienza del mondo circostante perché si è assorbiti. In una discussione la collera può causare l’incapacità di ascoltare o vedere l’interlocutore. Alla guida di un mezzo l’inconsapevolezza, dovuta ad una conversazione telefonica o a musica troppo alta, può avere effetti disastrosi. Si può essere inconsapevoli dell’effetto delle nostre parole o azioni sugli altri, e si può essere inconsapevoli degli altri. Si può essere incoscienti per distrazione, perché occupati altrove, per abitudine. Si diventa spesso consapevoli delle solo quando le perdiamo.
“Il primo passo è una mente quieta – il silenzio è un passo ulteriore, ma deve esserci quiete; e con mente quieta intendo una coscienza mentale che vede i pensieri arrivarle e muoversi intorno ma che non sente che sta pensando o si identifica coi pensieri o li ritiene suoi. Pensieri e movimenti mentali possono attraversarla come pellegrini provenienti da altrove appaiono e passano attraverso un paese silenzioso – la mente quieta li osserva o può non essere interessata a osservarli, ma in entrambi i casi non diventa attiva né perde la propria quiete. Il silenzio è più della quiete; si può ottenere bandendo del tutto il pensiero dalla mente interiore tenendola senza voce o del tutto all’esterno; ma è più facilmente stabilito con una discesa dall’alto – lo si sente scendere, entrare e occupare o circondare la coscienza personale che allora tende a fondarsi nel vasto silenzio impersonale.”

Ciao jon



P.S.Non credere che sia una cosa facile, perché per osservare i propri pensieri bisogna per prima cosa distaccarsene. Nello stato ordinario l’uomo ordinario non distingue sé stesso dai propri pensieri. Nemmeno sa che pensa. Pensa per abitudine. E se gli domandi all’improvviso: “A cosa pensi?” non ne sa nulla. Voglio dire che novantacinque volte su cento ti risponderà: “Non lo so.”. C’è identificazione completa tra il movimento del pensiero e la coscienza dell’essere. Per osservare il pensiero, il primo passo è quindi di arretrare e guardarli, di staccarsi dai pensieri, così che il movimento della coscienza e quello del pensiero non siano più confusi

Sorbole!
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Vecchio 09-01-2006, 20.13.19   #19
Vaniglia
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Soltanto due righe...stai vivendo una situazione opprimente a livello familiare...cosi' ho potuto leggere dai tuoi post...e' naturale che piu' che leggerezza tu adesso avverta un senso di "pesantezza"...ma ti assicuro che leggendo tra le righe, si nota grinta e determinazione...e dopo momenti in cui non sai dove sbattere la testa...la leggerezza torna naturalmente...la vita ha piu' fantasia di noi, e' vero!



Vaniglia
Vaniglia is offline  
Vecchio 09-01-2006, 22.30.00   #20
romolo
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Re: Re: Re: leggerezza

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Messaggio originale inviato da lobelia
ehi, morire proprio no. Sono troppo curiosa di sapere cosa succede domani, anche se ora non spero in niente perchè so che è meglio così.
Non so, forse la leggerezza ha a che fare con la curiosità. Che ne pensi?
Ho sempre vissuto per stupirmi. Ora che del mio prossimo futuro ne conosco già molte delle coordinate e so che non saranno belle, forse mi manca tutta quella speranza di stupirmi che mi ha sempre donato la curiosità per la vita. Ne resta solo un po' a fare capolino spaurita.
In fondo è paura. Rassegnazione. Non voler accettare una realtà che lei stessa ha mille risorse per stupirmi solo se volessi lasciarmi andare a lei.
E hai ragione. Lo penso continuamente. C'è chi sta molto peggio di me. Dovrei solo stare zitta e pedalare.
Ed è quello che faccio generalmente.
Non vorrei però trasformare questo 3d in una raccolta di "consolazioni" anche se bellissime.
Mi piacerebbe proprio parlare di "Leggerezza".



Cos'è per te?
E per gli altri?
Cosa ne pensate?
Dipende dalla consapevolezza?
Oppure è indole?
Si può imparare?
Una volta "minata", può ritornare lieve e fresca come un tempo?
Ha a che fare con la curiosità per la vita?
Può essere colpevole?
Esiste anche una leggerezza distruttiva. Negativa. La noncuranza.
Dove sta il confine?
beh, ora che ti ho dato un bel compito per domani...ti auguro una notte piena di sogni come piume che volano quando si gioca con i cuscini

Non credo di sapere che cosa sia la leggerezza. Forse lo sa chi da lunghi anni medita isolato nei silenzi tibetani. Chi vola rasoterra come me vive per stupirsi ed ha bisogno di stupirsi per vivere. E se non si stupisce di quello che accade, si meraviglia per quello che non accade. E penso che inutilmente si cerchino con la testa le risposte adatte alle domande del cuore, perché "il cuore ha delle ragioni che la ragione non ha". La vita d'inverno pulsa segretamente, salvo nel rapido volo di passeri e nella leggerezza dei loro nidi.
romolo is offline  

 



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