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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
10-01-2006, 17.36.10 | #22 |
torna catalessi...
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
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grazie a tutti
ciao ragazzi, grazie mille per i vostri interventi....purtroppo sono dovuta mancare un paio di giorni e ho avuto modo di leggerli solo ora!
Mi sento un pochino meglio dell'altro giorno, non so come ma in qualche modo le mie pile si sono un pelino ricaricate...e l'umore è migliorato. Per Elia Ho letto i tuoi interventi e ti giuro che mi sono ritrovata in una situazione stranissima! Io ho lavorato un anno coi ragazzi disabili, le tue parole non solo le condivido, ma ricordo di averle vissute in pieno, al100%! Ricordo perfettamente che questo lavoro mi era capitato per caso; lavoravo sì nel sociale, ma non avevo mai desiderato di propormi in quest'ambito; alla fine ho accettato di fare questo salto nel buio e mi sono ritrovata con 13 disabili con cui stare 7 ore al giorno. E' stato il periodo più sereno e pieno d'amore della mia vita probabilmente! La loro gioia di vivere, la loro maniera così diversa di comunicare, ma così lineare, semplice, affettiva.....trasmettevano così tanto affetto, malinconia e felicità nello stesso tempo....sono stata molto bene con loro. Con questo non posso negare che la condizione di mio nipote non mi abbia profondamente rattristato....non è ciò che potevo desiderare, nè per lui, nè per la mia povera sorella dagli occhi grandi e tristi. Elia le famiglie dei ragazzi disabili non trovi che siano disastrate nella maggior parte dei casi? Io personalmente posso dire di averne viste tante. Credo che sia il dolore che in primis le distrugge...ma non so. Entrano in ballo tante cose.....credo che lo scoglio più grande da superare sia quello dell'accettazione della diversità del figlio, il quale tra l'altro diventerà un impegno costante da cui non potrai staccare per tutta la vita. E' un sacrificio enorme, la delusione, l'impegno, l'accettare che tuo figlio non imparerà, non giocherà, non lavorerà e non s'innamorerà come tutti i ragazzini normali. Non saprà mai che esiste Babbo Natale, non riuscirà a prendere la bicicletta e a farsi un giretto, perchè ogni minimo cambiamento diventa una tragedia. E' durissima, non lo si può negare; con questo mi rendo conto però che con la disperazione non si va da nessuna parte. Probabilmente questo è uno degli appuntamenti che la vita ha riservato a mia sorella e noi tutti, e non c'è modo di poter mancare: ci dobbiamo fare forza in tutti i modi possibili. |
10-01-2006, 17.39.35 | #23 | |
torna catalessi...
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Citazione:
grazie Adele, lo cercherò questo libro |
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10-01-2006, 17.49.30 | #24 | |
torna catalessi...
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Citazione:
tammy è assolutamente normale secondo me quello che provi di fronte ad Ilaria; l'ho sperimentato io stesso coi disabili di una certa gravità: mica sono bazzeccole, ed è giusto dare spazio e il peso che si meritano certe situazioni drammatiche. I disabili non sono tutti uguali ed è molto diverso relazionarsi con chi ha un lieve ritardo, da chi ha gravissime disfunzioni psichiche e fisiche: sono due paia di maniche assai differenti. In oltre ho decisamente sperimentato la distanza che passa fra un disabile figlio di chiunque e un disabile figlio di chi conosci bene: c'è un oceano in mezzo e chi dice il contrario mente. Probabilmente se non fosse figlia di tua cugina(tua cugina vero?) e non avessi vissuto sulla tua pelle il dramma che sta povera mamma ha passato, ti relazioneresti con Ilaria col cuore più leggero e con una maggior sicurezza. Mi spiace per questa situazione |
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12-01-2006, 00.01.53 | #25 | |
Utente assente
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Messaggi: 1,541
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Re: grazie a tutti
Citazione:
Cara odissea, mi chiedi se le famiglie dei ragazzi non siano disastrate... Beh, nel risponderti non posso notare che un matrimonio su due finisce con il divorzio... quindi, anche se le famiglie con persone disabili potranno essere disastrate, non credo che siano le uniche, e immagino che in realtà il problema nasca da un male più profondo... Ad ogni modo... è chiaro che parecchie famiglie quando si sono ritrovate con un bambino non normodotato ne sono uscite ridotte piuttosto maluccio... Per questo credo che sia importante cercare di dare del sostegno quando si può a chi ne ha bisogno... E non bisogna essere dei professori per rendere un po' meno pesante la vita a qualcuno che necessita di aiuto... Per ciò che concerne il dolore che distrugge le famiglie... Devo dirti che l'errore che alcuni fanno - se di errore si può parlare - è il voler paragonare i ragazzi portatori di handicap con i ragazzi normali, nel senso che ciò che fa più male per un genitore è vedere un ragazzo di 15 anni normodotato, e poi vedere suo figlio di 15 che è un portatore di handicap... Avviene un disastro facendo questi paragoni... se non si confronta un bambino con l'altro non ci si accorge quasi di nulla, e questo anche quando si hanno bambini normodotati e non, tutti assieme. Io personalmente ho proprio fatto un'esperienza in tal senso, in cui erano presenti sia bambini di un genere che dell'altro (andicappati e normodotati), e dove si cercava di trovare un punto di contatto tra di loro... e molte volte siamo riusciti nell'intento, anche se non è sempre stato molto semplice. Ma evitando di comparare, bensì facendoli collaborare... E i risultati erano più che positivi. Alla fin fine credo che bisogna capire, che le persone portratrici di handicap anche se non potranno mai fare ciò che i normodotati fanno - come innamorarsi, imparare una professione, avere uno sviluppo significativo, ecc * - possono d'altro canto trasmettere emozioni che solo loro sanno dare... Non sapranno magari farti dei ragionamenti logici eccezionali, ma sanno amarti con un amore semplice ma profondo e che spiazza qualsiasi persona... Sono delle persone magiche, che meritano il massimo del rispetto e dell'attenzione da parte nostra. Sanno scaldarti il cuore... Elia *In realtà solo i casi più estremi non possono fare delle attività lavorative. Una buona parte riesce a trovare degli spazi e magari con il tempo vivere anche autonomamente. Ma non nei casi in cui l'handicap è rilevante. Ultima modifica di Elijah : 12-01-2006 alle ore 00.09.04. |
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12-01-2006, 22.40.32 | #26 |
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probabile
anzi sicuro che il cuore uno lo debba avere mooolto aperto, compresa la mente.
Però concordo con Odiessea che siano tragedie che colpiscono famiglie "non sempre attrezzate" e che i vari servizi: sociali, ospedalieri, personale speciliazzato, e quant'altro non aiuti sempre la situazione che si viene a creare in una famiglia con una tragedia del genere, perchè è una tragedia. Una famiglia si trova spiazzata, non sà che fare, prova vergogna (fortunatamente non tutti, ma tant'è) paragona al normodotato e piange. Diciamoci pure che sono lasciati soli con il loro problema. Grazie certo a volontari ed ad insegnanti con il Cuore e la Mente, ma chi sostiene una madre e mettiamoci pure il padre? L'esempio di mia cugina è solo un esempio, sicuramente con il Vs. lavoro ne avrete degli altri ben più felici o infelici, ma tant'è (mi ripeto) che la famiglia viene lasiata spesso a sè stessa. |
13-01-2006, 11.21.48 | #27 |
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paragone coi normodotati
ciao elia, grazie del tuo messaggio. Devo confessarti che sono bombardata da una serie di sensazioni e pensieri contrastanti, per cui ho di tutto, meno che le idee chiare.
da un lato credo che il mio lavoro mi aiuti in questa situazione, dall'altro penso che sia un ostacolo grande; forse mi si parano davanti tutti gli elementi peggiori che ho imparato nella mia esperienza e sono praticamente.....terrorizzata. Gli elementi postivi sono altrettanti, ma per chissà quale motivo devo fare uno sforzo erculeo per tirarli fuori. Comunque stanno lì, e cercherò di utilizzarli al meglio! Quello che dici sul fatto di paragonare i normodotati con chi normodotato non è, lo condivido: penso sia una frustrazione che bisogna cercare di evitare. Questo si ricollega alla necessità di accettazione, ossia nel prendere atto della condizione e delle pecularità del ragazzo, senza atteggiamenti giudicanti e discriminatori. Il fatto che ci sia una grave menomazione mentale(beh.....speriamo che per mio nipote si riveli il meno grave possibile) è la cosa davvero lacerante; la mancanza di canali comunicativi efficaci, la scarsità di reazioni emotive, di comprensione di ciò che accade intorno a lui: ti si stringe il cuore! Non c'è modo di evitare il dolore in una situazione come questa: pazienza. Bisognerà soffrire, accettare la cosa e cercare di fare il meglio di se stessi. Proprio ieri in riunione di equipe si stava parlando di un ragazzo che abbiamo in carico, il quale soffre di un ritardo lieve causa od effetto di una qualche forma di schizofrenia; salta fuori che da piccolo gli avevano diagnosticato un lieve autismo che poi crescendo è, diciamo, degenerato in tutta questa serie di caratteristiche. Mi stava venendo la tachicardia, ma poi ho pensato che in fondo sto ragazzo vive la sua vita, semplice e complicata allo stesso tempo, e adesso che la mamma non può più occuparsi di lui vive con noi, insomma non è sotto un ponte o dentro qualche orribile clinica. Ha una vita dignitosa, con le sue gioie e i suoi dolori, e noi gli vogliamo bene e viceversa: la vita insomma ha trovato il modo di seguire il suo corso, non è finita con una diagnosi, è andata avanti e così sarà anche per mio nipote. Certo che se fossi religiosa, sarebbe il momento opportuno per tirar fuori na preghiera....perchè mi sento che c'è da affidarsi a qualcosa più grande di noi in queste situazioni, ma sono sprovvista. ciao! |
13-01-2006, 11.42.08 | #28 |
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Re: probabile
ciao tammi, mi hai fatto riflettere con questo messaggio e sinceramente, almeno per quello che ho visto io nella mia provincia, si, le strutture sociali seguono i ragazzi disabili ma le famiglie sono abbastanza emarginate. Forse l'unica figura che si occupa un po' dei genitori è lo psichiatra dei ragazzi, che poi riferisce in genere agli operatori sociali, ma spesso qualche tassello, in questo passaggio di informazioni, viene perso o distorto.
L'unica cosa che mi viene in mente di aggiungere è che, purtroppo, ho notato la tendenza degli psicologi (non degli psichiatri, anzi per loro accade quasi sempre il contrario) di sparare troppo alto: per cui in genere promettono mari e monti ai genitori in crisi. Ma non si preoccupi, suo figlio se seguito bene ne verrà fuori senza problemi, vedrà che miglioramenti a fare così, vedrà che roba a fare colà. i genitori a volte si sentono presi in giro. Accade così che ragazzi spastici, che non sono in grado di tenere in mano nemmeno un piccolo martello, vengano mandati a svolgere qualche fantomatico stage in una falegnameria: con conseguenze deprimenti, fatte di frustrazioni e fallimenti per ragazzo e famiglie. Oppure che una brillante ragazza disabile, piena di energia e voglia di fare, ma con un'intelligenza paragonabile a una ragazzina di terza-quarta elementare, venga iscritta all'università sotto la spinta della psicologa....e che questa esperienza si trasformi in un incubo, dato che la ragazza si rende conto di non riuscire a seguire, per cui ogni lezione diventa un'angoscia. E' quello che temo anche per mia sorella, visto che logopedista e psicologa insistono con questo "non si preoccupi vedrà che...." e intanto il bimbo ha 5 anni e non credo che mia sorella abbia ben chiare le conseguenze che questa patologia potrebbero riservarle.....ma forse è meglio così. Mi spiace solo che sia stato mio cognato a riferirmi di questa diagnosi così dura....non capisco bene perchè mia sorella non me l'abbia detto dato che siamo in rapporti più che buoni: sono stata la testimone delle sue nozze e la madrina del secondogenito. Questo atteggiamento mi fa pensare che ci sia qualcosa che quantomeno non va, qualcosa su cui dovremmo presto parlare.....e sinceramente questo mi mette un po' di agitazione. |