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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 05-01-2006, 18.08.09   #11
Vaniglia
iscrizione annullata
 
Data registrazione: 16-07-2005
Messaggi: 752
Ciao April, quello che hai scritto mi ha riportato indietro nel tempo...mio figlio e' stato molto male da quando aveva un anno e mezzo fino ai quattro anni, e come dissero i medici dell'ospedale una volta "era appeso ad un filo"....ho vissuto quegli anni in simbiosi con lui, per me non esisteva altro, se non lui e la sua salute, e il desiderio di vivere con lui con serenita'...come le altre mamme e lo scorso inverno ho vissuto un altro momento molto difficile e non si puo' spiegare la sofferenza, il dolore che prova una madre quando sa che il proprio figlio sta male ma dipende soltanto dal responso dei medici...mi sembrava di impazzire, forse non ti posso capire sino in fondo, come nessuna di noi, ma conosco il dolore sulla mia pelle, anche se in piccola parte e desidero dirti che ti sono vicina



Vaniglia
Vaniglia is offline  
Vecchio 05-01-2006, 21.01.20   #12
hopfrog
Ospite abituale
 
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 55
io vivo solo in funzione di mia figlia.
della mia vita nn me ne importa pressoche' nulla, se nn in funzione di quella di mia figlia.
se mia figlia nn dovesse piu' esserci, e nn avessi in quel momento altri figli, nn vedo un solo reale motivo per dover restare su questo pianeta.
penso che il gesto di quella persona sia un gesto di autenticita', di rispetto nei confronti della cosa piu' vera che c'e' nella vita, cioe' la maternita', essenza di tutto cio che ci circonda.
hopfrog is offline  
Vecchio 05-01-2006, 21.28.00   #13
nicola185
al di là della Porta
 
L'avatar di nicola185
 
Data registrazione: 15-02-2004
Messaggi: 0
Citazione:
Messaggio originale inviato da April
Leggere queste parole è leggere la mia anima.
Perchè anche io ho provato cosa vuol dire veder morire il proprio figlio.
Simone è nato il due maggio del 1994 e da subito ha presentato gravissimi problemi respiratori e motori...forse, anche perchè era tanto piccino e così debole che il rapporto tra me e lui, è sempre stato simbiotico, empatico a volte telepatico.
Una mamma è sempre empatica col proprio figlio, specie se neonato, ma io sentivo Simone, come se fosse stato ancora dentro di me...e come avrei voluto fosse così, come avrei voluto poter tardare la sua nascita per respirare io per lui, perchè potesse avere ancora momenti tranquilli...
Non potevo prendere quasi mai in braccio mio figlio, ma restavo con lui tutto il giorno, spesso non andavo nemmeno a mangiare un panino, ma restavo con lui...gli tenevo la manina, lo accarezzavo, gli parlavo, gli cantavo canzoncine...gli raccontavo un mondo che lui, non avrebbe mai visto.
Ricordo quando apriva gli occhi e mi fissava, aveva gli occhi scuri, profondi...io cascavo in quello sguardo e mi perdevo...avrei voluto non tornare più.
Dopo solo due mesi e venti giorni, il 22 luglio 1994 è arrivata la telefonata che temevo...andare subito all'ospedale.
Ho corso, ed è forse stata l'ultima volta che l'ho fatto, senza curarmi delle gambe che mi cedevano, del fiatone che mi squassava i polmoni, del cuore che pulsava e perdeva i battiti...ma sono arrivata e l'ho preso in braccio...erano le 09,30...alle 11,57, ho guardato e abbracciato mio figlio per l'ultimo suo istante di vita.
In quel momento, con lui, è morto il mio cuore, è morta la parte più bella di me...sono morta anche io.
Poi, si riprende a vivere, una vita apparente..ma dentro di te, resta un vuoto, un dolore...resta sempre e ogni giorno, piangi quel bambino che poteva essere e non è stato.
E non è vero che passa con il tempo...col tempo ti abitui al fatto che lui non ci sia, ma aspetti sempre come se dovesse tornare, e ti chiedi sempre come sarebbe stato.."gli sarebbe piaciuta la scuola?" "chissà come si sarebbe divertito a Gardaland?"
Non passa mai.
E anche se io ho un altro bambino, meraviglioso che adoro...
Simone è il figlio del mio cuore, il bambino che non cresce mai...che resta con me quando sono sola...come allora, dentro di me, come sempre nel mio cuore.

Mi è difficile risponderti non perchè sia un uomo e di conseguenza non posso conoscere il dolore di una madre che perde un figlio, ma perchè, per tentare minimamente di darti una risposta, devo raccontarti l'esperienza più doloroso che io mai abbia provato: la morte del mio migliore amico quando entrambi avevamo vent'anni.
Sua mamma allora era una donna appena sopra i 40 ed io ero quasi di famiglia. Eravamo fratelli simbiotici, due persone una sola sostanza. Giuliano morì a vent'anni per un colpo di sonno. La notizia me la diede mio padre, mi disse che era morto ma quando io telefonai a sua mamma lei mi disse che era in coma irreversibile, ma ciò nonostante questa notizia mi dava un piccolissima speranza. E così le dissi allora: "ma allora non è morto" e lei mi diede una risposta che mi lasciò impietrito: "Giuliano è morto Nicola e ti prego non venire a vederlo e ricordatelo così come te lo ricordi ora". Frequentai sua mamma per molto tempo e lei mi raccontò tutti i suoi tentativi di stare a contatto perfino ricorrendo anche (non so come si dica in gergo) al porre domande a nastri di cassette che registravano la sua voce e lasciando delle pause di silenzio affinchè lui potesse rispondere. Ancora oggi la sento e pur parlando di tutto tranne che di lui, l'unica voce che emerge nelle nostre conversazionì è la dolcezza dello Spirito Libero dell'amico e allo stesso tempo figlio Giuliano, l'eterno ventenne. Con affetto Nicola
nicola185 is offline  
Vecchio 06-01-2006, 11.01.29   #14
Adele
Ospite abituale
 
Data registrazione: 31-05-2005
Messaggi: 72
Cara April, un figlio non si può dimenticare. tu stessa ne parli a distanza di 12 anni, in realtà quel figlio per te non è mai morto, è presente come un tiepido alito di vento. Io non ho figli, però ho raccolto nella mia vita diverse sofferte testimonianze come la tua. In questo momento ho un'amica che ha perso un figlio, stroncato da un tumore. Ho assistito al suo calvario per tutta la durata della malattia e anche dopo. Quando sono andata a trovarla lei, con gli occhi ancora pieni di lacrime per la recente scomparsa mi ha detto: " Mi hanno detto che col tempo diventa un dolce dolore". Credo che sia vero.
Ti abbraccio
Adele is offline  
Vecchio 06-01-2006, 16.23.14   #15
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Citazione:
Messaggio originale inviato da April
Leggere queste parole è leggere la mia anima.
Perchè anche io ho provato cosa vuol dire veder morire il proprio figlio.
Simone è nato il due maggio del 1994 e da subito ha presentato gravissimi problemi respiratori e motori...forse, anche perchè era tanto piccino e così debole che il rapporto tra me e lui, è sempre stato simbiotico, empatico a volte telepatico.
Una mamma è sempre empatica col proprio figlio, specie se neonato, ma io sentivo Simone, come se fosse stato ancora dentro di me...e come avrei voluto fosse così, come avrei voluto poter tardare la sua nascita per respirare io per lui, perchè potesse avere ancora momenti tranquilli...
Non potevo prendere quasi mai in braccio mio figlio, ma restavo con lui tutto il giorno, spesso non andavo nemmeno a mangiare un panino, ma restavo con lui...gli tenevo la manina, lo accarezzavo, gli parlavo, gli cantavo canzoncine...gli raccontavo un mondo che lui, non avrebbe mai visto.
Ricordo quando apriva gli occhi e mi fissava, aveva gli occhi scuri, profondi...io cascavo in quello sguardo e mi perdevo...avrei voluto non tornare più.
Dopo solo due mesi e venti giorni, il 22 luglio 1994 è arrivata la telefonata che temevo...andare subito all'ospedale.
Ho corso, ed è forse stata l'ultima volta che l'ho fatto, senza curarmi delle gambe che mi cedevano, del fiatone che mi squassava i polmoni, del cuore che pulsava e perdeva i battiti...ma sono arrivata e l'ho preso in braccio...erano le 09,30...alle 11,57, ho guardato e abbracciato mio figlio per l'ultimo suo istante di vita.
In quel momento, con lui, è morto il mio cuore, è morta la parte più bella di me...sono morta anche io.
Poi, si riprende a vivere, una vita apparente..ma dentro di te, resta un vuoto, un dolore...resta sempre e ogni giorno, piangi quel bambino che poteva essere e non è stato.
E non è vero che passa con il tempo...col tempo ti abitui al fatto che lui non ci sia, ma aspetti sempre come se dovesse tornare, e ti chiedi sempre come sarebbe stato.."gli sarebbe piaciuta la scuola?" "chissà come si sarebbe divertito a Gardaland?"
Non passa mai.
E anche se io ho un altro bambino, meraviglioso che adoro...
Simone è il figlio del mio cuore, il bambino che non cresce mai...che resta con me quando sono sola...come allora, dentro di me, come sempre nel mio cuore.

Non avevo aperto questo 3d fino ad ora. Lo guardavo nella pagina iniziale degli argomenti...sentivo arrivare l'angoscia e scivolavo via verso luoghi più facili in tutti i sensi.
Me ne scuso, April.
Io ho un figlio e come sai, penso a cosa potrebbe succedermi se lo perdessi.
Non voglio però addentrarmi in questo.
Leggendo il tuo post e conoscendo tante altre testimonianze di donne come te che hanno perso un figlio, penso che reazioni come il suicidio o morire dentro e diventare ombra di noi stesse, sono reazioni plausibili, comprensibili, giustificate forse da un erroneo investimento di noi sui figli, ma comunque rare.
Le donne che perdono un figlio ad esempio non diventano quasi mai acidi contenitori di rancore verso il destino.
Mi sono sempre chiesta come sia possibile.
Non ho una risposta "ufficiale", ma sono giunta alla conclusione che noi donne possediamo, chi più chi meno, una forza verso la vita che ci rende una dignità che ci salva.
Il dolore di sapere che chi amavamo come mai nessun'altro, non crescerà, non vedrà più nulla, non giocherà più, non riderà, non piangerà, non amerà, non vedrà più il sole e le stelle, non vedrà mai più il mare. Questo è un dolore che forse si riesce ad elaborare ed a rendere meno lancinate nel tempo, sapendo che lui non c'è più e che non soffre per questo.
L'altro dolore, quello legato a noi, alla struggente nostalgia, alle nostre aspettative, al legame spezzato, a quella parte di noi che avevamo destinato a lui...si elabora e si trasforma nel tempo se siamo persone equilibrate come te e se non avevamo appoggiato pesantemente ed ingiustamente su nostro figlio tutte noi stesse.
Ti auguro tutto il bene possibile e ti abbraccio forte.
lobelia is offline  

 



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