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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 03-01-2006, 18.58.25   #21
odissea
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Data registrazione: 30-08-2005
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forse, a chi appartiene ad un gruppo diverso, attribuiamo una precisa volontà di essere differente: non sono io, è lui che è così.
Il diverso si colpevolezza in molti modi, è vero; oppure gli si attribuisce caratteristiche di malvagità o disonestà: più facile poi scaricarsi la coscenza.

Diverso ancora il discorso per i disabili (tutt'al più i malati mentali, ma non sempre) a cui tocca sorbirsi tipi di discriminazione a mio parere ben più insidiose: la discriminazione del "POVERIIIIINIIII!!!!".
La discriminazione del "sarebbe meglio non fossero mai nati". Quando lavoravo coi disabili c'erano due cose che mi davano profondamente fastidio: la prima erano le scale, la seconda era la faccia delle persone che incrociavi, così pietosa e caritatevole, la faccia di chi crede che una persona disabile non potrà mai essere felice, ma anche la faccia di chi, giuro, ti chiedeva sempre quante ore di volontariato facevi alla settimana, perchè non era plausibile che quello fosse un lavoro come un altro: tra l'altro un lavoro meraviglioso, impegnativo e soddisfacente.....zio treno perchè mi hanno cambiato centro!!!


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Vecchio 03-01-2006, 19.13.10   #22
borderline65
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la diversita'

e' indiscutibile anche se diciamo belle parole,
che la diversita' ci disturba perche' non fa parte del nostro mondo conforme.proviamo disagio se ci si avvicina un uomo di colore oppure se ci si avvicina un signore schizofrenico che non si sa quello che dice , proviamo disagio e pena se vediamo una persona deforme . non e' cattiveria . e' una forma di difesa insito in noi.

Ultima modifica di borderline65 : 03-01-2006 alle ore 19.14.11.
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Vecchio 03-01-2006, 19.19.12   #23
odissea
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Re: la diversita'

Citazione:
Messaggio originale inviato da borderline65
e' indiscutibile anche se diciamo belle parole,
che la diversita' ci disturba perche' non fa parte del nostro mondo conforme.proviamo disagio se ci si avvicina un uomo di colore oppure se ci si avvicina un signore schizofrenico che non si sa quello che dice , proviamo disagio e pena se vediamo una persona deforme . non e' cattiveria . e' una forma di difesa insito in noi.

yes, ti quoto sono d'accordo
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Vecchio 03-01-2006, 21.45.49   #24
Kim
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No! io sono molto piu' disturbata dall'ignoranza e meno visibile, piu' sottile, fa molto danno, in ogni caso siamo tutti discriminati e discriminatori quello che manca è la "tolleranza"
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Vecchio 03-01-2006, 21.58.14   #25
odissea
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effettivamente kim l'ignoranza fa più danni, è forse l'aspetto più odioso della cosa.

siamo tutti discriminanti a nostro modo, ma ci si può sempre migliorare, se si desidera!
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Vecchio 03-01-2006, 22.08.41   #26
Kim
Utente bannato
 
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Messaggi: 1,288
Si hai ragione! ma alla fine è solo un dialogo sui concetti, perche nella sostanza la cultura non ha eliminato l'ignoranza nelle persone, le religioni non hanno eliminato gli ignoranti (forse ne hanno creati altri) ecco, mi chiedo cosa possa sconfiggerla? nulla! proprio nulla! quindi si parla in astratto, il margine di miglioramento esiste! ma le possibilità di attuarlo non ci sono, le potenzialità come individui si! ed allora ti accorgi che a volte gli ignoranti devono provare sulla pelle le discriminazioni per non attuarle sugli altri, sarà semplicistico, ma io l' individuo solo in questo modo la cura!

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Vecchio 08-01-2006, 21.40.10   #27
feng qi
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Citazione:
Messaggio originale inviato da Mr. Bean
ovviamente, io intendo la diversità a 360 gradi, considerando tutte le componenti sociali. . La domanda è: perché? Come nasce e si sviluppa questo meccanismo che esclude chi non consideriamo simile a noi? E' solo bisogno di identificarsi col gruppo? O cos'altro?

ciao fabri,
rispondo tardi..ma non sto benissimo con la testa
il bandolo della questione é che il meccanismo di cui tu parli si chiama intolleranza.

noi siamo nutriti e fasciati fin da piccoli con dosi sempre maggiori di intolleranza, perché a loro volta così sono stati cresciuti i nostri genitori e via via indietro nelle generazioni.

Perché? perché l'intolleranza elimina le diversità. E perché bisogna eliminare le diversità?

perché in una società che si prefigge la omologazione delle masse questo é il credo fondamentale. Tutti uguali, tutti vestiti e controllati dalla moda, tutti che mangiamo le stesse variabili alimentari, tutti colletti bianchi..etc. Noi siamo educati a rifiutare il diverso. Senza per forza fissarci sui disabili, quanto é piena la storia di intolleranze ideologiche, razziali..giù giù poi fino all'odio per il vicino e per il parente..il fratello etc.

magari poi, c'é quello che esagera su un fronte piutto sto che su un altro ma cmq la base é sempre l'educazione all'intolleranza verso il diverso. Dobbiamo essere tutti uguali come un'unica entità, una massa.

La massa é manipolabile, le menti singole che singolarmente elaborano i messaggi dall'esterno, non sono manipolabili.

ecco qua.
la cosa più assurda é che invece noi siamo tutti indistintamente e meravigliosamente diversi. TUTTI. ed il concetto di uguaglianza in natura é minimamente contemplato, anzi é nella diversità che ha luogo la variazione degli esseri, la loro evoluzione e la loro capacità di adattamento e sopravvivenza.

così io dico che la diversità a qualunque livello si esprima é un miracolo, e che grazie ad essa ci arricchiamo vicendevolmente durante tutto l'arco della nostra esistenza, secondo una funzione matematica del tipo: più diversità incontri, più maturi e cresci.


feng qi
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Vecchio 08-01-2006, 22.25.32   #28
Mary
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-04-2002
Messaggi: 2,624
Credo sia principalmente la paura a creare l'emarginazione.

La paura di confrontarsi con se stessi.

Isolando, discriminando, catalogando il "diverso" si cerca di allontanare da se stessi la paura di essere come lui.

In realtà siamo tutti diversi, per fortuna.
Che mondo sarebbe tutti in fotocopia?

Tenere lontano una persona con un problema equivale a voler allontanare da sé la paura di essere coinvolti, di affrontare quel problema.

I ricchi tengono lontani i poveri perché credo li temano enormemente. Ne sono terrorizzati.

Il negro, l'extracomunitario è lo straniero, il nemico che può minacciare il nostro mondo.

C'è sempre una ragione, una razionale motivazione.

Spero solo che venga il giorno in cui il "diverso" colui o colei che hanno qualcosa che li distingue subito dagli altri sia accolto come si accoglieva un tempo l'ospite nel castello.

Ciao
Mary
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Vecchio 09-01-2006, 00.28.03   #29
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Se lo vogliamo davvero... se veramente lo vogliamo, con tutto il cuore! ...se restando, nel bosco del mattino, con l'orecchio in ascolto del nostro spirito chiaro, realmente sentiremo un'angelica melodiosa voce sussurrar: "il mondo sarà più gioiso, và, e cambialo".
Sì: alzarsi, e mettersi in cammino... aprire il palmo della mano nella luce del mattino, per prendere per mano il nostro mondo tormentato, e accompagnarlo verso un dove tutti si rispettano: dove ognuno è maestro e allievo di ciascun'altro, dove ogni diversità è una perla meravigliosa... sì, se vogliamo fare questo, allora è innanzitutto, per prima cosa, è innanzitutto necessario assassinare tutte le persone intolleranti. Mi spiace ma è così.
Poveri ignoranti mentecatti, ratti! Che meritano solo sonore bastonate sul grugno, brutti imbecilli razzisti deficienti e cretini fobici dell'alterità.

E così, finalmente, squilli di trombe, resteremo solo tra noi, i migliori!
E sarà il radioso inizio di una nuova era.

Ma chissà che ancora, mentre i tetti riposano sotto la notte soffice e stellata, le pesanti coperte di un letto non si muovano nervose, fruscino angosciate, e improvvisa come una trappola per topi scatti a sedere un cavernoso urlo smunto.

E cada afflosciato sul letto ansimante, con lo sguardo vitreo nel vuoto, mentre ancora vivace il ratto scorrazza nel ventre della mente, rosicchia, sgretola illusioni, fino al giorno in cui sarà costretto a riconoscere la sua realtà: quell'urlo smunto, che fu un tempo trasformatore del mondo, entrando nel campo dello specchio vide, orrorifico, il suo volto di ratto.

Il panico si imposessò di lui, che sentì l'abbraccio della morte.

Finale a piacere.

Ultima modifica di r.rubin : 09-01-2006 alle ore 00.29.47.
r.rubin is offline  
Vecchio 10-01-2006, 00.15.41   #30
lobelia
Utente bannato
 
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Messaggi: 448
Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
Se lo vogliamo davvero... se veramente lo vogliamo, con tutto il cuore! ...se restando, nel bosco del mattino, con l'orecchio in ascolto del nostro spirito chiaro, realmente sentiremo un'angelica melodiosa voce sussurrar: "il mondo sarà più gioiso, và, e cambialo".
Sì: alzarsi, e mettersi in cammino... aprire il palmo della mano nella luce del mattino, per prendere per mano il nostro mondo tormentato, e accompagnarlo verso un dove tutti si rispettano: dove ognuno è maestro e allievo di ciascun'altro, dove ogni diversità è una perla meravigliosa... sì, se vogliamo fare questo, allora è innanzitutto, per prima cosa, è innanzitutto necessario assassinare tutte le persone intolleranti. Mi spiace ma è così.
Poveri ignoranti mentecatti, ratti! Che meritano solo sonore bastonate sul grugno, brutti imbecilli razzisti deficienti e cretini fobici dell'alterità.

E così, finalmente, squilli di trombe, resteremo solo tra noi, i migliori!
E sarà il radioso inizio di una nuova era.

Ma chissà che ancora, mentre i tetti riposano sotto la notte soffice e stellata, le pesanti coperte di un letto non si muovano nervose, fruscino angosciate, e improvvisa come una trappola per topi scatti a sedere un cavernoso urlo smunto.

E cada afflosciato sul letto ansimante, con lo sguardo vitreo nel vuoto, mentre ancora vivace il ratto scorrazza nel ventre della mente, rosicchia, sgretola illusioni, fino al giorno in cui sarà costretto a riconoscere la sua realtà: quell'urlo smunto, che fu un tempo trasformatore del mondo, entrando nel campo dello specchio vide, orrorifico, il suo volto di ratto.

Il panico si imposessò di lui, che sentì l'abbraccio della morte.

Finale a piacere.

Allora prese lo specchio con la propria immagine, lo avvolse nel lenzuolo intriso del suo sudore e lo portò lontano, ma continuava a non dormire pensando a quella inaccettabile testimonianza.
Tornò in quel luogo sperduto ed infranse lo specchio in mille frammenti che gli restituirono mille frammenti di sè.
Decise allora di raccoglierli, frantumarli in una polvere sottilissima ed ingoiarli.
Defecò una statuetta a forma di ratto dai mille riflessi splendenti che a quel punto divenne idolo. Ed ancora ora, in quel luogo lontano, migliaia di pellegrini accorrono estatici a venerare il loro dio fatto a loro immagine e simiglianza
lobelia is offline  

 



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