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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori.
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Vecchio 30-12-2005, 21.48.42   #11
Kim
Utente bannato
 
Data registrazione: 02-11-2004
Messaggi: 1,288
Ma se capisco che ho commesso un errore è perchè la strada è già compiuta ed io mi sono fermata, che sia stato un errore lo prova solo un opera di rivisitazione dell'azione stessa e non mentrè la compio, la provano i riusultati, anche quelli osservabili solo alla fine.

A parte che credo di non averci capito un tubo... io sostengo che nella vita non si compiano mai "errori" ma si fanno solo esperienze positive - negative, se li chiamo "errori" vorrebbe dire che se fossi stata piu' attenta forse non li avri commessi...ma se invece queste esperienze negative mi sono indispensabili? un errore si puo' evitare di compiere, un esperienza negativa no, è inevitabile, ci tocca!! ecco forse il libero arbitrio sta nel come ci vogliamo arrivare alla fine dell'esperienza, che mezzi usiamo per superarla....ma il definirla esperienza positiva o negativa credo che lo si possa fare solo quando è del tutto compiuta

Poi alla fine ho capito che non ho capito quindi ciao!...

Kim is offline  
Vecchio 31-12-2005, 14.51.43   #12
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
[quote]Messaggio originale inviato da romolo
Citazione:
Messaggio originale inviato da lobelia
Pagare prezzi se si pensa che sia giusto farlo, fa intravedere una luce e mantenere una giusta via.
Qual'è la giusta via?
Quella verso l'obiettivo, o il modo di perseguirlo?


Il modo può diventare l'obiettivo: occorre accettare l'orgoglio ferito, convivere con la rabbia dolente, farsi compagnia con la propria solitudine. Un po' come si vede nella tua ultima risposta a Weyl. Ma non so se ho capito il problema che hai posto.

Hai capito benissimo, non avevo dubbi del resto
Quindi se è la strada che conta, il modo che diventa obiettivo...come saper distinguere etica da morale?
Insomma, quando sei di fronte alle conseguenze dei tuoi errori o delle tue inconsapevolezze "colpevoli", come smettere di pensarla in termini di espiazione, colpa, errore e cominciare a viverle davvero come grandi opportunità di vita accordandosi però anche la possibilità di avere cura di noi con quel sano egoismo che permette di prendersi poi anche cura degli altri in modo "intelligente"?
Teoricamente ne sono pienamente convinta, ma nella pratica non so fare i conti con i miei sensi di colpa.
Mentre per quanto riguarda "accettare l'orgoglio ferito, convivere con la rabbia dolente, farsi compagnia con la propria solitudine" i lavori sono già avanzati.
Ho una voglia di vivere immensa. In certi momenti spaccherei il mondo. Mi sento bloccata. Non dagli eventi che pure non facilitano, ma da me stessa.
Mi sento ostaggio di me stessa ed è inaccettabile.
La cosa buona è che ne sono consapevole, tanti lo sono senza saperlo. E' già qualcosa, ma non basta.
Ugualmente mi sento una mosca impazzita che sbatte contro il vetro della finestra.
Non so in che direzione andare, anche se il mio modo, la mia etica mi guida in alcune direzioni e non in altre. Ma sono comunque troppe, anche loro sembrano a senso unico o con tanti, troppi ostacoli da superare ed altre cose urgenti comunque da affrontare. E si mescola tutto alla morale, ai sensi di colpa. Non so distinguere più.
Dovrei fermarmi. Ascoltarmi. Fare un buon lavoro su di me, ma mi sembra di rubare tempo ad altre necessita di sopravvivenza di altri che dipendono da me.
Mi sembra insomma, in soldoni, di non avere più la serenità e la lucidità per prendere alcuna decisione.
Sono stanca, stanchissima, confusa e non voglio rinunciare però a vivere e nemmeno al mio modo.
Sarà mica sbagliato quello?
Ieri sera tra amiche mi è stato detto che sono troppo rigorosa, coerente, che ho preso decisioni imponenti e fatto una fatica enorme e che ora mi devo concedere la possibilità di pensare anche a me rischiando anche di lasciare a se stessi gli altri che comunque sono responsabili della propria vita o lo sono stati.
Mi sembra di non esserne più capace, mi sembra ora di non saper distinguere tra etica e morale, non ho un baricentro, è tutto confuso e non mi piace.
Non mi piace per niente
Spero sia la stanchezza.
lobelia is offline  
Vecchio 31-12-2005, 15.26.03   #13
romolo
Ospite abituale
 
Data registrazione: 13-11-2005
Messaggi: 278
Citazione:
Messaggio originale inviato da lobelia
Hai capito benissimo, non avevo dubbi del resto
Quindi se è la strada che conta, il modo che diventa obiettivo...come saper distinguere etica da morale?
Insomma, quando sei di fronte alle conseguenze dei tuoi errori o delle tue inconsapevolezze "colpevoli", come smettere di pensarla in termini di espiazione, colpa, errore e cominciare a viverle davvero come grandi opportunità di vita accordandosi però anche la possibilità di avere cura di noi con quel sano egoismo che permette di prendersi poi anche cura degli altri in modo "intelligente"?
Teoricamente ne sono pienamente convinta, ma nella pratica non so fare i conti con i miei sensi di colpa.
Mentre per quanto riguarda "accettare l'orgoglio ferito, convivere con la rabbia dolente, farsi compagnia con la propria solitudine" i lavori sono già avanzati.
Ho una voglia di vivere immensa. In certi momenti spaccherei il mondo. Mi sento bloccata. Non dagli eventi che pure non facilitano, ma da me stessa.
Mi sento ostaggio di me stessa ed è inaccettabile.
La cosa buona è che ne sono consapevole, tanti lo sono senza saperlo. E' già qualcosa, ma non basta.
Ugualmente mi sento una mosca impazzita che sbatte contro il vetro della finestra.
Non so in che direzione andare, anche se il mio modo, la mia etica mi guida in alcune direzioni e non in altre. Ma sono comunque troppe, anche loro sembrano a senso unico o con tanti, troppi ostacoli da superare ed altre cose urgenti comunque da affrontare. E si mescola tutto alla morale, ai sensi di colpa. Non so distinguere più.
Dovrei fermarmi. Ascoltarmi. Fare un buon lavoro su di me, ma mi sembra di rubare tempo ad altre necessita di sopravvivenza di altri che dipendono da me.
Mi sembra insomma, in soldoni, di non avere più la serenità e la lucidità per prendere alcuna decisione.
Sono stanca, stanchissima, confusa e non voglio rinunciare però a vivere e nemmeno al mio modo.
Sarà mica sbagliato quello?
Ieri sera tra amiche mi è stato detto che sono troppo rigorosa, coerente, che ho preso decisioni imponenti e fatto una fatica enorme e che ora mi devo concedere la possibilità di pensare anche a me rischiando anche di lasciare a se stessi gli altri che comunque sono responsabili della propria vita o lo sono stati.
Mi sembra di non esserne più capace, mi sembra ora di non saper distinguere tra etica e morale, non ho un baricentro, è tutto confuso e non mi piace.
Non mi piace per niente
Spero sia la stanchezza.

Sai da dove vuoi uscire ma non sai dove entrare. Sarà così più o meno sempre perché diffidi della "debolezza" di lasciarti vivere. Sei sicura se hai tutto sotto controllo e puoi immolarti solo a chi sopravvive al "massacro" che gli infliggi in via preliminare. E' la tua fatica di vivere, ma è anche il tuo fascino.
Sei guerriera per l'armatura imposta dalla vita, in cui celi più di un sogno insospettabile. E per questo sei vincente e bella come persona.
Non so se sono cieco o visionario.
romolo is offline  
Vecchio 01-01-2006, 14.13.09   #14
lobelia
Utente bannato
 
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
Citazione:
Messaggio originale inviato da romolo
Sai da dove vuoi uscire ma non sai dove entrare. Sarà così più o meno sempre perché diffidi della "debolezza" di lasciarti vivere. Sei sicura se hai tutto sotto controllo e puoi immolarti solo a chi sopravvive al "massacro" che gli infliggi in via preliminare. E' la tua fatica di vivere, ma è anche il tuo fascino.
Sei guerriera per l'armatura imposta dalla vita, in cui celi più di un sogno insospettabile. E per questo sei vincente e bella come persona.
Non so se sono cieco o visionario.

Ti avevo ringraziato anche privatamente, ma vedo che sei un tipo veramente riservato come del resto apparivi già.
Le tue parole hanno il gusto dolce ed amarognolo che a volte ha il miele di castagno.
Le spalmo su una bella fetta di pane fragrante, le gusto lentamente e le ingoio con gratitudine e stupore.
Slurp
lobelia is offline  
Vecchio 02-01-2006, 15.34.27   #15
Ventomagnetico
Ospite abituale
 
L'avatar di Ventomagnetico
 
Data registrazione: 24-02-2004
Messaggi: 45
Ti faccio sgambetto

Non so in che direzione andare, anche se il mio modo, la mia etica mi guida in alcune direzioni e non in altre.

Ciao, cara lobelia
ascolta...hai detto che la tua etica ti guida...

Per stabilizzare l'umore facciamoci una risata zen...
ahahahahahaha

Ma dove ti guida?
Ma da che parte ti guida?
Ma ci si può far guidare dall'etica?
L'etica è capace di guidar qualcuno?

Urcaaa...facciamoci un'altra risata zen

Sei tu...lobelia...che devi guidare e se non lo farai saranno gli altri che guideranno te...dovunque...tu non vorresti mai andare...
E' come dire...impara a programmare/governare la tua mente, perchè se non imparerai a farlo altri ti condizioneranno con le loro idee/etiche/convinzioni/valori...

Un tempo scrissi questa semplice metafora della confusione esistenziale....

Presi a calci la mia anima, un giorno
E per millenni
Non la sentii più
Poi
La rincontrai d’un tratto sulla via
Si parò a me d’innanzi
E sorridendo
Il suo compagno
m’indicò

Era il mio cuore…!

Salutoni
vento



Se ti vuoi fare 2 risate...mentre leggi non usare credenze/convinzioni...ma libera la mente...liberaci dal male....ahahahah
http://www.migliorati.org/
Ventomagnetico is offline  
Vecchio 03-01-2006, 15.56.19   #16
odissea
torna catalessi...
 
L'avatar di odissea
 
Data registrazione: 30-08-2005
Messaggi: 899
la strada o il risultato?

.............................. .........

capisco quanto sia sensato rispondere la strada.
quanto sia sensato affermare che è necessario sbagliare per imparare, che si diventa più forti e più saggi camminando lungo una strada tortuosa e non arrivando alla metà al primo colpo.
E' sensato accettare i propri sbagli senza appesantirsi l'anima di ingombranti sensi di colpa, è sensato amare se stessi senza riserve, volersi bene anche nell'errore, anzi, soprattutto nell'errore.

E' tutto molto sensato, si.
Non posso negare però che dentro di me qualcosa si ribella.
la metafora del viaggio che usa Ventomagnetico, mi piace molto: sono addolorata però al pensiero che tutto questo gran camminare e viaggiare alla fine non mi porterà alla tanto agognata "spiaggia caraibica"! non ci volevo stare tanto, giusto un mese, e poi tornare indietro....alle mie cose, ai miei doveri, alla mia vita.

io la mia spiaggia caraibica la voglio, capite? Mi arrabbatto giorno e notte per uno scopo, un fine, una cacchio di meta....e alla fine lo so dentro di me che quando arriverò all'aereoporto col biglietto per i caraibi ci sarà lo sciopero generale dei piloti e delle hostess e dei guardaradar e degli omini che sventolano le loro bandierine quando atterri (questi così, tanto per rompere le scatole)!

Insomma, ci sarà mai un momento in cui si potrà dire: ho raggiunto un risultato, no?

Sto dicendo un mare di cavolate....è che la consapevolezza di non avere controllo, nè sulla vita degli altri, nè (addirittura!!)sulla mia mi fa gran spavento. Forse il segreto è proprio questo: accettare di non avere quasi alcun controllo sulle cose e sugli eventi, e tentare di barcamenarsi il meglio possibile: questo è un compromesso accettabile? E' sensato?
Forse si....forse no...

Ultima modifica di odissea : 03-01-2006 alle ore 15.58.06.
odissea is offline  

 



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