Comunque rimane sempre questione di idee soggettive e se si è d'accordo mi sembra giusto.



G

Io posso solo dire come la vedo io, cosa va bene per me.

La relazione d'amore, di coppia, il conseguimento dell'intimità tra due persone, il senso di appartenenza l'uno all'altra hanno, per me, ragioni che si radicano nelle persone, nella loro capacità di modulare le esigenze, caratteristiche e chesoaltro dell'Io con quelle dell'altro tanto da, per essere un po' altisonanti, formare un "noi". Queste sono capacità personali,appunto,che dipendono dalla maturità degli individui,dal superamento di narcisismi e&co.,di investimenti eccessivi di autorealizzazione nell' unione di coppia, dalla loro capacità di stare in coppia con senso di realtà....e prescindono da faccende di forma quali il matrimonio e altro.
Il matrimonio è per me un cerimoniale spesso svuotato di senso,al quale si ricorre spesso senza una piena consapevolezza di ciò che si sta facendo,e del significato "nuovo" che un'unione acquista oggi che la famiglia è debole, che le famiglie sono di tipi assolutamente diversi.
Il "cerimoniale", secondo me, è ridotto a mera esteriorità.
E questo affidarsi all'esteriorità può,secondo me, funzionare da "delega": cioè delego al di fuori di me qualcosa che dovrebbe appartenere al mio intimo, agisco ciò che dovrei sentire.


Vedo questo in una tendenza di massima, predominante.

Ma forse il discorso sarebbe diverso se si guardasse ai casi, alle motivazioni,e mi vengono in mente i cattolici ,
( ma gli esempi possono essere anche di altro tipo),quanti hanno un credo profondo al quale improntano tutti gli aspetti della loro vita, per i quali il matrimonio può rappresentare una tappa di un percorso più ampio.
Ma anche in questo caso si torna "alle persone": persone che hanno fatto delle scelte, che sono cresciute e sono maturate entro un quadro di convinzioni grazie alle quali sentono di poter realizzare se stessi:è roba che viene comunque da dentro e non è posticcia.E rispetto all'individuo è questo che fa la differenza.

Per me quel che conta è il percorso che una persona sta compiendo e la meta che intende raggiungere:ciò dà ragione di chi si ha accanto e del modo.

Nell'era dell'elettronica il sentimento del provvisorio è subentrato alla presunzione di eternità: anche l'amore è a tempo determinato, come tutto il resto.
Allora i riti e i patti che tutelano l'ignoto futuro rientrano tra le scelte dell'amore che unisce una coppia. Dov'è il problema?

era appunto questo il mio dilemma: il matrimonio è un contratto che tutela la cappia ed i figli...quando si decide di rompere! E' proprio questo che mi scoccia: è meglio sposarci perchè se poi un domani finisce la storia.........
Che brutto! Io spero di stare tutta la vita col mio attuale compagno, futuro marito....mica penso già che un domani ci lascieremo???
Ma come dici tu...purtroppo viviamo in un mondo dove tutto è provvisorio...anche l'amore....

... davvero

La cosa si può vedere anche diversamente. E' come se ci si dicesse: "Stabiliamo di amarci in qualche modo anche quando capiremo di non poter più vivere insieme". Allora, perché non ?

senza "AMORE" convivere o sposarsi non ha senso.
Con AMORE convivere o sposarsi assume tutt'altro significato.
ma se una persona non si ama difficilmente può amare un altro...
AMORE è fusione totale tra 2 anime.
tutto il resto sono solo palliativi egoici.
ciao

Pero'...che prospettiva...!!!

E' una prospettiva statisticamente fondata: non è detto che riguardi tutti. Si tratta comunque di contemplarsi con altruismo anche per il futuro. Allora, perché ?
Ti si addice di più

...tutto qui...
Quello che hai scitto mi ha fatto riflettere, molto...e forse lo condivido... Dico forse perchè ci sto ancora pensando...
Grazie