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23-10-2005, 00.00.36 | #42 | |||||||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-09-2005
Messaggi: 85
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Vorrei rispondere ad alcune domande fatte da lobelia perchè probabilmente non mi sono spiegato bene.
Citazione:
Ma, se non lo è quella non so cosa lo sia. Citazione:
No se ho davvero imparato a fare cio di cui parliamo, altrementi avrei raggiunto un risultato solo parziale. Citazione:
Non metto in dubbio che saremmo estinti, infatti io non critico la loro utilità nel era della pietra, la critico nel era del informazione e critico quindi la mancanza di evoluzione comportamentale che sarebbe necessaria. Quanto al discorso del oggetto: se uno pensa ai bisogni fisici e al miglioramento delle proprie capacità non sta necessariamente soddisfando delle emozioni, ma soddisfa solo la condizione necessaria alla propria esistenza e al proprio sviluppo e non finirà mai perchè ci sarà sempre qualcosa da migliorare, guarda caso sono i processi di base di qualsiasi entità vivente, anche quelle sicuramente non emotive come i batteri, mentre le emozioni appartengono solo ad alcune forme di vita, sarebbe arrogante ed equivalente a ritenersi perfetti affermare che le emozioni siano l'unico modo per sopravvivere. Citazione:
Non è la razionalità che si incarta, la razionalità per definizione non può sbagliare, è l'incapacità umana di applicare la razionalità in modo completo e l'offuscamento emotivo sulla razionalità che portano a sbagliare. Farò un esempio rispondendo a questo: Citazione:
Io dissento da questo perchè la prudenza per me deriva totalmente dalla logica, la prudenza che deriva dalla paura è una falsa prudenza pechè porta a reazioni, come scappare, che in particolari situazioni possono essere sbagliate, supponi di essere in un palazzo in fiamme, puoi scappare o puoi correre alla valvola che apre l'acqua del impianto antincendio, se reagisco usando la paura evoluta nella savana sicuramente sbaglio perchè è appunto utile nella savana, non in un edificio o su un aereo. Citazione:
L'avere un punto d'osservazione implica il non giudicare la realtà in modo oggettivo e forse non credere nemmeno al esistenza di una realtà oggettiva, sarà per deformazione professionale ma questo è l'opposto di come la penso io, se non ci troviamo d'accordo su questo si spiega il perchè di tutti i disaccordi, comunque nel caso di multiple scelte si può determinare, sempre con la logica, quale di queste è la più "performante" e in caso di equivalenze tra più scelte si può infine affidarsi al caso, questo modo di procedere è applicabile sia che siamo esperti in quello che facciamo, sia che non lo siamo, cambierà solo l'efficenza del risultato. Citazione:
Il discorso può valere per alcuni ma sicuramente non si può generalizzare, cosa mi dici di quelli che sono obbligati per sopravvivere a questo tipo di condizioni? Non per tutti è una scelta, chi è obbligato ad andare contro le proprie emozioni per sopravvivere certamente otterrebbe risultati migliori se riuscisse a non provarle e certamente ci sono casi in cui non si può dire che sia una scusa per nascondersi dalle proprie ferite psicologiche. Mi auguro di non apparire eccessivamente polemico, ma vorrei evitare fraintendimenti per essere stato poco preciso nel esprimermi. |
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24-10-2005, 00.51.06 | #43 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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eh caro solitario, in questo momento ti capisco molto bene...sto organizzando la mia vita in un modo moooolto particolare per me e assolutamente diverso da quello che io avrei sperato e voluto. La decisione l'ho presa sulla base di molta razionalità, ma l'ho presa davvero solo sulla spinta dell'emotività. Se no ci avrei pensato ancora anni e non l'avrei mai presa.
Ho scelto una soluzione che seppure praticamente m'ammazzerà l'anima per anni, so che per la persona per cui ho fatto questa scelta è la cosa migliore. Non avrei mai tollerato l'idea di fare soffrire quella persona prendendo una decisione più comoda per me. Sarei stata molto male. In questo momento vorrei davvero come te poter controllare le mie emozioni e poter reggere serenamente un futuro che mi spaventa e che so sarà difficilissimo. Vorrei poter accogliere questa persona con una serenità oltre che affettuosa quando si farà amare, ma soprattutto con una serenità distaccata e sorridente nei momenti in cui invece ora mi fa perdere completamente la trebidosonda e le metterei le mani addosso per l'esasperazione a cui mi porta. Sì, mi piacerebbe molto vivere quei momenti in modo distaccato, come se non mi riguardassero. Otterrei risultati certamente ottimi, per lei e per me. Non impazzirei, non mi dispererei e non la tratterei mai male. Però io ho un grande dubbio e finchè ce l'ho, non cercherò mai di controllare scientemente le mie emozioni, facendole magari fluire con parsimonia a mio uso e consumo solo nel momento voluto e dove penso di non correre alcun rischio. Io non voglio rischiare di diventare così e di non sapere più esplodere di felicità, di passione, di meraviglia, di tenerezza, di tristezza e di dolore. Conosco persone che hanno bisogno di avere tutto sempre sotto controllo, se no stanno male. Io non sono così. Sì certo mi fa comodo poter controllare ogni tanto qualcosa, ma faccio molta fatica perchè solo all'idea di dover avere tutto sotto controllo, visto che è impossibile e che soprattutto mi piacciono molto le sorprese, sto male. Anche a me piace stare sola molte volte e anche quando mi capita di starci senza averlo scelto, non ho grandi problemi. Ma a me la gente piace molto. Direi moltissimo. E mi piace proprio perchè la gente nella sua diversità e labilità emotiva, destabilizza continuamente le mie aspettative, conoscenze e i miei luoghi comuni. Mi piace destabilizzarmi, stupirmi di fronte alle cose ed alle persone. Mi piace emozionarmi e sentire le emozioni degli altri di fronte a me. E ho imparato che l'oggettività delle cose, cambia molto spesso sostanzialmente cambiando il punto d'osservazione. Un tavolo può essere grande per una persona abituata a tavoli più piccoli o viceversa (non è possibile conoscere l'esatta dimensione media dei tavoli esistenti al mondo) o in base alla dimensione della stanza dove si trova. Può essere una scrivania, può essere un tavolo dove imbandire cene luculliane. Prova a guardare quel tavolo da centomilioni di anni luce di distanza o dall'interno di una delle cellule di cui è composto. Cambia parecchio l'oggettività di quello che vedi. So per certo che se avessi scelto di seguire sempre la parte razionale del binomio, risparmiando sulle emozioni, non mi sarei divertita quanto mi sono divertita nella mia vita. Oh, certo forse avrei sofferto anche meno, ma io sono felicissima di avere sofferto nella mia vita. Sì, lo so, durante non la si pensa così. Per provare felicità, bisogna camminare con il cuore e le braccia aperte. Si prendono tranvate e le tranvate fanno male, si sbaglia eccome, i dolori si sentono forte, ma in caso contrario, si vive una vita a metà. Non ci si apre nemmeno alle possibili grandi felicità. Di tutto il resto, a me non interessa. Solitario, questa è Lobelia e non pretendo che tutti debbano essere come me e non voglio nemmeno convincerti della giustezza della mia posizione. Tu ritieni che le emozioni siano ormai inutili, a volte degradanti e dannose. Io penso che siano vitali e che pericoloso sia l'estremo tentativo di controllarle. Siamo su due posizioni diverse, niente di grave. Siamo diversi e mi ha fatto davvero piacere leggere le tue argomentazioni e pure immaginarti come persona. Ti auguro buona fortuna. Ora provo ad andare a dormire, se no sarà l'ottava notte in bianco. Buona notte |
24-10-2005, 06.56.12 | #44 |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Ciao, Solitario.
In ciò che scrivi io vedo un terrore sconfinato (subconscio che pur sia!) di prendere coscienza di ciò che alberga in te..! * Vedi.. le emozioni come ha ricordato Rubin citando Freud sono semplice energia: tutto dipende dalla strada che prendono per esprimersi; mentale, corporea..! Ma ciò che "muove" ed "è" è sempre la medesima "energia-vitale": il tuo indirizzo ne fa sensazione corporea di passione o film di sfondo.. (!) Consiglierei anch'io qualche immersione nella meditazione o semplicemente sederti ad osservare te stesso ed ogni tuo pensiero.. Ma se cerchi di possedere il "controllo" sarai destinato (dalla legge della compensazione-equilibrio delle forze) a perderlo, se invece mai accettassi di perderlo (contrariamente a quanto la ragione della quale parli ne dedurrebbe mai!).. lo abbracceresti! *[e tale percorso non mi sembra un cammino di autoconoscenza, indispensabile tra l'altro ad intraprendere la strada d'equilibrio che tanto brami..!] Gyta p.s x MistiK: Sì.. Penso anch'io che sia colpa dei falò notturni attorno ai copertoni.. insufficienti a scaldare.. gli "animi"! |
26-10-2005, 17.27.08 | #45 | ||
Ospite abituale
Data registrazione: 12-09-2005
Messaggi: 85
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Citazione:
Il controllo come lo intendi tu non ha nulla a che vedere con come lo intendo io, quello a cui ti riferisci tu è l'appagamento dei "disturbi" per non subirne le conseguenze, il vero controllo, invece, è la capacità di andare contro, ovviamente è molto più difficile perchè il terrore di cui tu parli può essere amplificato se si considera negativamente il voler modificare se stessi, o come direbbe erroneamente qualcuno " l' andar contro natura", solo che con un minimo di logica, come ho già fatto notare, si capisce subito che non è assolutamente un andar contro natura e il terrore di non accettarsi è solo un difetto evolutivo che bisogna analizzare logicamente ed affievolirlo, farlo sparire rendendosi conto di quanto ci limità nel evolverci. Citazione:
Chissa solo se l'idea reciproca che ci siamo fatti l'uno del altro rispecchia, almeno in parte, la realtà, secondo me è improbabile ma è comunque interessante il tentativo. ciao a tutti |
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27-10-2005, 00.32.15 | #46 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
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x Solitario
Oggi ho dovuto guidare per diversi km e fra i diversi pensieri, mi sono venute alla mente le tue riflessioni.
La successione è stata: "Devo trovare il tempo e la concentrazione per ricominciare a dipingere" Poi: "Non riesco a concentrarmi in questo periodo, troppo problemi e ansie". Quando ci si concentra su qualcosa che coinvolge anche le emozioni, ma che richiede un processo creativo, ci si deve concentrare su quello e basta. Questo vale anche per altri ambiti logicamente, come lo studio. Ecco a quel punto mi è venuto in mente ciò che hai scritto qui. E in quel senso penso che tu abbia ragione. Però lo immagino come un atteggiamento o meglio un modo, che eventualmente darebbe più vantaggi se lo si potesse smettere all'occorrenza. E anche ad una suddivisione fra le emozioni; fra quelle "ghiandolari" e dell'anima. Non rinuncerei a certe emozioni che certamente - aggiungono. |
27-10-2005, 02.22.04 | #47 |
Utente bannato
Data registrazione: 28-07-2005
Messaggi: 448
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"Chissa solo se l'idea reciproca che ci siamo fatti l'uno del altro rispecchia, almeno in parte, la realtà, secondo me è improbabile ma è comunque interessante il tentativo"
interessante? Ma se l'immaginazione è il sale della vita! |
27-10-2005, 11.28.03 | #48 | |
può anche essere...
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Messaggi: 2,053
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Re: x Solitario
Citazione:
Nei casi di cui parli serve l'automotivazione, ossia bisogna scoprire i propri personali metodi di autocontrollo psicologico che ti permettono di indirizzare le energie verso gli obiettivi prescelti. Anche capire cme fare a staccare la spina dai problemi che ti turbano, per chiuderli momentaneamente in un cassetto in attesa di riprendere energie, dedicandoti alle attività che ti piacciono, per poi riprenderli in mano al momento opportuno. |
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