ATTENZIONE Forum in modalità solo lettura Nuovo forum di Riflessioni.it >>> LOGOS |
04-02-2006, 13.23.20 | #43 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 31-10-2005
Messaggi: 422
|
Citazione:
Quoto anche questo. Io penso infatti che in fondo in fondo il naturale fluire forse non lo conosce nessuno di noi e tutti siamo stati schiavizzati dall'esterno a causa della società maschilista. Ci è stato inculcato dall'esterno che un uomo più donne ha e meglio è e una donna invece deve cercare il grande amore e deve fare la sentimentale. Oggi sicuramente le cose sono un po' cambiate però sono convinta che soto sotto siamo ancora condizionati da questi stereotipi. Sinceramente non so se questi stereotipi siano una fregatura più per la donna che per l'uomo, visto che lo stereotipo vuole l'uomo sempre sicuro di se e padrone della situazione. |
|
04-02-2006, 14.47.09 | #44 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
|
Per Mad Max
Non ti scrivo in privato perchè, purtroppo, debbo ancora documentarmi sulla liceità giuridica di questa sperimentazione.
I probandi, infatti, sono tre, qualificati quanto basta all'ovvia necessità di praticare l'autoprescrizione e l'autosomministrazione. Vengono asociati due farmaci, dei quali il primo produce (ai dosaggi impiegati) una attivazione noradrenergica centrale, la quale migliora sensibilmente la durata dell'attenzione spontanea e, quindi, favorisce la fissazione delle impronte mnestiche. Parallelamente, questo farmaco esercita una azione massimale (ai disaggi utilizzati) su tutti i recettori serotoninici centrali, producendo un netto decremento delle istanze libidiche, ma anche innalzando sensibilmente la soglia di tolleranza agli stressors ambientali ed agli eventi ansiogeni. Il secondo, invece, è un modulatore della plasticità cerebrale il quale favorisce la proliferazione di nuove reti sinaptiche, potenziando la gemmazione dendritica e quindi amplificando le funzioni della memoria dichiarativa e a breve termine. In via secondaria, questo farmaco blocca parzialmente un singolo recettore serotoninico centrale (5HT3), che noi, e molte evidenze cliniche, suggeriscono essere implicato nella componente nella componente più intellettualmente elaborata del "desiderio" sessuale. Si è, infatti, osservato che le sostanze serotoninergiche deprimono la componente più pulsionale della libido, ma, soprattutto se accompagnate da sostanze o circostanze esistenziali disinibenti, accentuano invece la componente più affettiva della stessa libido. I risultati sono interessanti e significativi, ma occorre protrarre più alungo le osservazioni. Inoltre, a parer mio, non si è ancora raggiunto il livello ottimale del controllo: le funzioni cognitive sono sicuramente preservate, ma un po' meno quelle connesse alle attività procedurali, ossia quelle meno consapevoli (es. scrivere velocemente alla tastiera, rispondere rapidamente e inconsciamente a stimoli non nuovi ma improvvisi, etc.). Il controllo libidico è notevole, ma non perfetto. |
04-02-2006, 16.31.40 | #45 | ||||
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
|
rispondo e faccio domande solo al primo tuo intervento
Citazione:
All’insegna del: non prendete nemmeno un’aspirina…uomini? Citazione:
Bell’immagine dell’uomo: un merlo, cioè un povero demente credulone Citazione:
Mettiamoci addosso un chador e non se ne parla più Citazione:
Stai scherzando, vero? Cioè diminuire la libido nel maschio per aumentare le funzioni creative e cognitive, e nello stesso tempo permette il controllo dell’aggressività e della sofferenza affettiva? Potrebbe essere da nobel! |
||||
04-02-2006, 20.08.29 | #46 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
|
Non credo...
Alla tua prima domanda, tammy, rispondo con facilità:
i farmaci che deprimono la libido appartengono a poche classi, in particolare neurolettici, antipsicotici di II generazione, antidepressivi SSRI e una manciata di molecole. I più potenti sono i neurolettici, in particolare alcuni gruppi (due, specificamente, ossia butirrofenoni e tioxantenici), ma sono anche quelli che più potentemente deprimono la creatività e l'intenzionalità intellettuale. Spesso i soggetti che li assumono fanno l'esperienza di una sorta di "imprigionamento dei pensieri". Alla seconda, che è più che tutto una considerazione, darei una semplice conferma. In effetti, sul piano affettivo relazionale, la stragrande maggioranza degli uomini è pressochè disarmata rispetto all'oggetto del proprio bisogno. Se vuoi l'immagine perfetta del citrullo considera quella di un giovane innamorato: il suo atteggiamento, il suo modo di disporsi di fronte all'esistenza, l'imbecillità manifesta che regola e ispira le sue opinioni, etc. (Neppure gli stadi preagonici della sbornia riescono ad uguagliare l'imbelle deliquio del poveretto...!). Pensa all'Angiolina di "Una Vita" di Svevo, oppure all' "Angelo Azzurro", e capirai perchè solo il gioco d'azzardo riesce ad avvicinarsi ai disastri che l'amore può combinare ad uno spirito mansueto e perseverante. Dunque: sì. Assolutamente sì: il maschio umano, in amore, è un povero demente credulone, l'unico povero che riesce anche a fallire. Sul terzo punto, tu commenti: "mettiamoci addosso lo chador..." etc. In effetti, io penso che se alcune civiltà si mostrano così "stabili", sul piano delle dinamiche sociali, tanto da speronare il tempo ed attraversare immutate i secoli, ciò lo si debba proprio alla rigidità delle norme che regolano i rapporti tra i sessi. Un tal genere di contratto sociale, tuttavia, comporta il costo di una sostanziale impossibilità evolutiva, fatto, questo, al quale nessun occidentale rinuncerebbe. Ma, io credo, occorra dare atto alla società islamica di rappresentare un altro tentativo di superare, culturalmente, una condizione per natura squilibrata. Non solo l'Islam, naturalmente, ma si tratta di un riferimento immediato. Sull'ultimo punto non posso darti ragione. A parte le imperfezioni e le grossonalità degli effetti cui accennavo nel post precedente, io penso che il nobel lo riceverà chi sarà riuscito a risolvere il problema "alla radice". Ossia agendo efficacemente sull'espressività genica che fa da premessa alla questione: modificando geneticamente la specie. Io sto solo provando a mettere "qualche pezza", senza troppe illusioni. La maggior parte degli uomini rifiuterebbero tali trattamenti, anche se i loro risultati fossero di molto migliori. Purtroppo, ci si accorge di vivere molto più serenamente e con maggior equilibrio solo "a valle " di essi. Accade, infatti, che quasi ogni essere umano si disponga più facilmente a pretendere di cambiare il mondo, la società e, se possibile, i piani di Dio stesso, piuttosto che sè e la propria natura. |
04-02-2006, 21.06.35 | #47 | |
Nuovo iscritto
Data registrazione: 03-04-2002
Messaggi: 1,287
|
oh, gioietta cara!
tutto sto bel pò pò di dicorso per finire col dire che le donne resteranno sole?
Forse ti sfugge un piccolo elemento: è la solitudine umana il male peggiore e non l'incomprensione del genere femminile nel genere maschile. La mia umile ricetta l'avrei, ma se tu e l'imminente mad max (o come cavolo si chiama ) avete una ricetta con la quale reprimere la libido maschile per evitare la figura degli imbecilli, e accentuare l'aspetto cognitivo ecc.ecc. ben venga. Il nobel non lo prenderà Weyl, ma a qualcuno andrà cmq. Scherzi? "permette il controllo dell’aggressività e della sofferenza affettiva"? a me non sembra nà stronzata. Citazione:
e come darti torto, è assai fatica cambiare sè stessi anche se, ritengo che il "cambiare sè stessi", si debba assimilare al migliorare sè stessi, ed un percorso di crescita è sempre molto difficile e doloroso. |
|
05-02-2006, 03.07.53 | #48 | ||
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
Re: Iter maturavi
Citazione:
E' abnorme, per una mente minimente intelligente, credere che tutti gli uomini siano sessuomani. E' altresì abnorme credere che l'uomo sia un animale cui la natura ha dato il difetto di cercare il piacere al di là della necessità riproduttiva. Infatti questa ricerca al di là delle necessità primarie caratterizza l'umanità, eccezzionalità all'interno del regno animale per la sua attitudine estetica, disinteressata da finalità meramente pratiche. Citazione:
sarebbe straordinario.. anche se credo che, prima, sarebbe interessante riuscire a capire quello che madre natura ha inteso Il più grande problema dell'umanità è che le menti più intelligenti, in determinati campi, sono quelle più stupide in moltissimi altri. E che l'intelligenza di questi moltissimi altri è necessaria ad agire in modo sensato negli altri determinati campi.. ma regna il caos. che schifo... e certa gentaglia che non sa nemmeno parlare come mangia pretende di modificare geneticamente l'umanità. Sarebbe davvero meglio che utilizzasse più il pisello e meno il cervello. Che poi va a finire che, per compensare lo scarso uso del primo lo sostituisce col secondo Bah, siamo diretti verso lo schianto finale, non ci resta che ridercela. |
||
05-02-2006, 03.17.38 | #49 | |
può anche essere...
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
|
Re: Non credo...
Citazione:
Guarda, fai un pò pena. Probabilmente, se sei davvero un ricercatore, e hai così gravi problemi come dimostri di avere, piuttosto che lasciarti continuare le tue ricerche da psicotico ti eliminerei. Cioè, gente, "l'evoluzione" della scienza, a cui si associa l'evoluzione della civiltà, sta in mano a gente del genere!!! Cioè a gente degenere. |
|
05-02-2006, 04.44.49 | #50 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 23-02-2005
Messaggi: 728
|
Vivi bene, caro rubin!
Cosa altro dirti...Se non: vivi bene!
Vedi, so bene che per una modesta percentuale di uomini (non più di pochi percentili) questo mondo appare equilibrato: buon per loro! E buon per te, che appartieni a questo micromondo che può permettersi un equilibrio "naive", forse adirittura dorato rispetto al resto del mondo animale. Perchè presso quasi ogni specie il maschio deve lottare coi suoi simili per potersi accoppiare, ponendo la propria integrità al limite del rischio, fino alla morte nei momenti critici in cui le pulsioni riproduttive si fanno cogenti e intemperabili. Le società evolute degli esseri umani, ponendo la femmina ad arbitro decisionale, rendono blando questo rischio. Tutto questo è certamente vantaggioso e positivo, ma è chiaro che esclude un gran numero di maschi dall'effettivo agone della riproduzione: tutti quelli che, evidentemente, per le più varie ragioni, vengono "sacrificati" dall'universo femminile. La stragrande maggioranza dei maschi fuoriesce, fin dall'adolescenza, dall'ambito delle aspettative "possibili" delle femmine, e tale condizione è, in genere, definitiva. Tutto ciò ripete quanto avviene tra tutti i mammiferi, salvo il fatto che, presso alcune specie, è possibile un rivolgimento, nel tempo, della situazione. Lo squilibrio è, dunque, generale, tra tutti gli animali più evoluti. Ciò che rende il problema più importante nella specie umana, come ripeto, è il fatto che l'Uomo non possiede stagioni "refrattarie" all'accoppiamento. Ciò non significa che ogni uomo sia alla ricerca costante ed attiva di una partner riproduttiva, 7 giorni su 7, ma pare oggettivamente evidente che lo sia per molta più parte della sua vita di quanto non faccia uno scimpanzè o un gatto. Sembra, inoltre, che vi investa molte più energie, affettive, economiche e di tempo, proprio chi, per scelta femminile, è in realtà escluso dalle più ragionevoli possibilità di successo. Ho sempre constatato il seguente fatto: quasi ogni donna può essere oggetto di coinvolgimento passionale o dell'innamoramento di un uomo. Esistono infiniti "tipi" femminili, infinite possibilità di declinare la seduzione da parte di una donna: il desiderio dell'uomo in genere è talmente forte, intenso e persistente da potersi applicare a "quasi" ogni forma fisica e quasi ogni tipologia caratteriale della donna. Al contrario la donna, nutrendo un sentimento assai blando nei confronti dell'uomo (sentimento che non ha pressochè fluttuazioni, se non verso la menopausa, quando si incrementa il potere relativo degli ormoni androgeni) risulta estremamente "selettiva" nella sua lunga e continua fase fertile. Buon per te, caro rubin! |