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01-08-2005, 11.27.06 | #4 | |
Utente bannato
Data registrazione: 03-06-2003
Messaggi: 58
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Re: Internet tra realtà e immaginario, autenticità e finzione
Citazione:
Non è solo il mondo virtuale a recare in sé questo dilemma. Già l’essere è apparenza in sé, Internet accentua solo questo lato tragicomico, facendolo esplodere, funge da catalizzatore ed estensore dell’immaginazione perché è ridondante di ‘assenze’. Le ‘assenze’, cioè i lati in ombra, sono un’aberrazione, un decadimento che induce e determina il delirio dell’immaginazione. Sono un’indelicatezza perpetrata nei confronti della nostra necessità istintiva di rendere tutto entro uno schema decodificabile, per cui si diviene quel che è rappresentazione scenica. Si riempiono questi vuoti con tanta evanescenza, costruendo così il personaggio che stà oltre il monitor, così come il cervello completa autonomamente, per simmetria o analogia, quel che è parzialmente assente entro un contesto già noto, attingendo ciò che è necessario a completare il quadro dai propri schemi mnemonici, rendendo così la raffigurazione il più coerente possibile. Ma in internet le cose si complicano alquanto. In Internet, l’impossibilità d’interagire compiutamente, evoca il nostro desiderio di reperire quel che è assente in noi, ma che noi bramiamo: per cui il mistero che circonda un interlocutore virtuale, è una nostra risposta alla necessità e al piacere che traiamo dalla fascinazione e dalla stupefazione di fronte al celato, all’esoterico, che comunque cerchiamo di rendere leggibile attraverso nostre costruzioni. In tal senso si tratta di un sistema che reca in sé una buona dose di autereferenzialità, perché mai potrà ottenere riscontri compiuti, almeno fintanto che non si rende concreto questo incontro mediato dal monitor, ed anche il quel caso non è mai possibile eliminare completamente questo elemento di autoreferenzialeità, al più attenuarlo soltanto. Questo processo non è però unidirezionale, anche al di qua del monitor si mettono in scena le proprie rappresentazioni. Internet, nell’agevolare i rapporti, nel facilitare l’incontro fra persone distanti, è anche causa di decadimento nella qualità del rapporto che si viene ad instaurare… ma è lo scotto che si deve pagare. Ciao |
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01-08-2005, 14.31.21 | #5 | |
iscrizione annullata
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Re: Internet tra realtà e immaginario, autenticità e finzione
Citazione:
Io farei comunque rilevare come, parlando di cose completamente diverse, il tuo collegarti a un articolo di Claudio Risè c'entri come i cavoli a merenda. Che l'hai messo a fare quel cappellino sull'opinione di Risè sui siti dedicati alla ricerca di un patner se poi parli di un'altra cosa? Comunque secondo me la stessa cosa vale in un forum. Il 99,9 (periodico) per cento delle volte, passare dalla conoscenza virtuale a quella reale è deludente perché "Tutte le reciproche informazioni e fantasie tipiche di una dimensione vitrtuale non si sovrappongono alla verifica faccia a faccia ed ai rivelatori indizi non verbali della prima impressione. Inoltre non si regge alla prova per la propria inadeguatezza all'incontro fisico spesso alla base della stessa scelta di Internet, luogo dell'immaginazione e non della realtà." E non perché l'essere coincida con l'apparire io per altri elevati "cosi" filosofici, ma proprio perché internet, luogo dove il corpo e anche l'immagine è assente, lascia troppo spazio all'immaginazione. Quando una relazione virtuale acquista una certa profondità, non possiamo fare a meno di riempire con la mente i vuoti che internet lascia. L'incontro con l'altro tutto intero è quindi èper forza di cose anche la demolizione del fantasma affascinante che abbiamo costruito nella nostra mente. E sono davvero rari i casi in cui quello vero è meglio! Gli incontri con persone conosciute via internet "funzionano" solo se l'attrazione inizia dopo l'incontro reale. Quelli in cui l’attrazione è nata nel mondo immaginario, in alcuni casi, per un breve tempo, sembra che funzionino, se non permettiamo al fantasma di morire e lo teniamo vivo a forza. Ma prima o poi, costretta al confronto quotidiano con la realtà, la nostra immagine mentale è destinata a frantumarsi. Perché non è tanto questione di essere o apparire. E’ che l’attrazione (e anche l’amore!) è fatta anche di fisicità. In una relazione in cui il corpo è assente può nascere condivisione intellettuale ma non amore. |
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01-08-2005, 16.17.20 | #6 |
Nuovo iscritto
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Messaggi: 1,287
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sì già lo sò che ci azzeccherà poco.... cmq
lo posto lo stesso
Sostengo una volta di più che dipende sempre e molto dall’utilizzo che si vuol fare di questo Internet Santo Ho sempre pensato che chi cerca il partner di tutta la vita (non l’avventura occasionale) sui siti attrezzati a questo sia da rinchiudere Che poi questo accada è l’eccezione che conferma la regola, ma io parlerei più di fortuna che di altro. Inoltre anche le “aspettative” di eventuali incontri solo perché “mi sento affine o attratta dal tuo modo di scrivere o di pensare”… bè io qualche pensierino che qualcosa dentro di me non vada…. lo farei. Eesperienze di incontri su questo forum le abbiamo fatte organizzando delle pizzate o delle gite, sono state divertenti, per niente traumatiche, né deludenti, nessuno si aspettava niente da qualcuno, gente simpatica, allegra, conviviale e disponibile ad incontrarsi solo per il piacere di stare insieme e vedere finalmente quella brutta faccia di .....eh, eh, eh, non lo posso dire. Cmq vi dirò che con qualcuno è nata anche una bella amicizia che ancora dura e ne sono contenta. Utilizzare questa opportunità di scambi di opinioni, riflessioni, spunti di ricerca e altro può essere anche crescita personale, e personalmente non ho mai “sognato” che il mio interlocutore fosse kevin Costner….. come Lui c’è solo Lui……………. |
02-08-2005, 01.10.50 | #7 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Re: sì già lo sò che ci azzeccherà poco.... cmq
Citazione:
Che venga rinchiuso? Sì, pura fortuna!!! Purtroppo però un sacco di persone si fanno un sacco di aspettative "amorose" sugli incontri su internet. Soprattutto i frequentatori alle prime armi. Perchè questo succeda sarebbe anche una cosa molto interessante da analizzare. (Credo che ci farò la tesi sulle relazioni virtuali ) Anche a me è capitato di partecipare a pizzate divertentissime (non di riflessioni, di un altro sito), di trovare buoni amici, di recuperare vecchi amici incrociati per caso e anche di trovare un fidanzato. Il fidanzato però, fino a che lo frequentavo su internet, mi stava un po' antipatico! Conoscerlo dal vero è stata, se vuoi, una delusione al contrario. Il tipo di aspettative che ci facciamo in un incontro su internet è lo stesso che ci facciamo per un incontro reale. Solo che qui riempiamo gli spazi vuoti con la fantasia. Nello stesso identico modo in cui, ad esempio, leggendo un libro, ci immaginiamo l'aspetto dei personaggi. C'è il fatto che chi desidera disperatamente trovare un amore, si fa chili, anzi tonnellate, di aspettative anche sul tizio che incontra alla fermata del tram tutte le mattine. E' che sul tizio ti fai i film basandoti sull'aspetto. E se poi parlarci ti delude, è una delusione lieve. Sulla persona conosciuta in internet ti fai i film sulle affinità elettive!!!! E se poi dal vivo ti delude, il lutto da elaborare è molto più profondo! Mamma com'è tardi! Meglio che vada a nanna e smetta di dire bestialità. |
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02-08-2005, 10.44.23 | #8 |
Utente bannato
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Non sempre si creano aspettative sul versante “amoroso”. Capita, talvolta, fra due persone lontane, che per giorni si scambino confidenze, opinioni, chiacchiere attraverso questo filo immaginario, che si determini così un affiatamento, un rapporto affettivo non “amoroso”. Ci si conosce, per quanto è possibile conoscersi in tali condizioni, per cui pian piano sorge quasi spontaneo il desiderio di guardarsi negli occhi, senza che ciò implichi necessariamente anche il piacere estetico. Non si è alla ricerca di un partner con cui ipotizzare di dividere la propria vita, si cerca, spesso, solo qualcuno con cui condividere pensieri, emozioni, si cercano amicizie.
Capita anche che qualche volta ciò accada. Si entra in contatto con qualcuno, si trascorrono ore ed ore a confidarsi ciascuno la propria vita, ad esporre sensazioni, a sezionare e farsi sezionare dall’interlocutore… in definitiva, a raccontarsi. Magari accade pure che si menta, che si mistifichi un pochino se stessi, ma senza alcun malanimo… forse così, per crearsi un personaggio che piaccia più di quello ‘reale’. Ci si sente anche per telefono, s’inizia a confidare nella persona che stà dall’altra parte del filo mediatico. Si entra in contatto con dolori, con solitudini, col desiderio di incontro fra persone diverse, con sofferenze infisse nel fondo del cuore. Internet, in tal senso, è un obbrobrio. Nella vita ‘reale’ queste amicizie, perché di questo sto’ parlando, si coltivano alla presenza di un corpo, di una fisicità, del calore di una presenza concreta, di una voce che ti parla, di un sorriso che si dischiude, di lacrime che grondano, di dolori che urlano in ‘modalità presente’ rispetto a te; puoi tendere una mano e toccare un volto, porgere un braccio ed offrirlo all’amico/a per camminare insieme, valutare lo stato emotivo dal tono della voce e dalla gestualità. Nella vita ‘reale’ un’amicizia si coltiva attraverso contatti reali che permettono anche un ‘tempestività’ e ‘contemporaneità’ nel rapporto. Nella ‘vita’ reale è meno semplice scomparire. Internet è un obbrobrio perché spesso il rapporto nasce, evolve e si conclude tutto su un monitor, anche solo per volontà di una delle due parti in causa. Spesso non ci si ritiene all’altezza di sostenere la fisicità, di relazionarsi concretamente. Mi è accaduto di conoscere una donna in una chat, ci siamo scambiati il contatto messenger, ed abbiamo iniziato a conoscerci pian piano. Avvertivo la sua profonda solitudine, ma anche il piacere di discorrere in serenità con una persona che percepivo comunque vitale, con una gran voglia di vivere, quasi allegra, una persona sfuggente, difficile da inseguire nelle sue repentine peregrinazioni nel mondo di Internet. Quel che mi colpiva di lei era la sua assoluta libertà di movimento: accenderva il contatto quando voleva, quando lo riteneva piacevole e necessario, per poi spegnerlo, altrettanto improvvisamente, quando riteneva di volerlo fare. Questo suo modo di comportarsi mi rassicurava sul fatto che non trascorresse del tempo con me dovendo subire la mia presenza: quando chiacchieravamo insieme, ero certo così di non recarle noia o fastidio. Percepivo la sua età, mai voluta confessare: una donna adulta, probabilmente pensionata (poi scoprii che la mia percezione era esatta). Trascorrevamo le prime ore della sera, quelle che vanno dalle 21.00 alle 22.00-22,30, in chiacchiere e confidenze. Non volle mai rendere concreto questo rapporto in modo diverso dal virtuale. Percepii la sua insicurezza, il suo timore di non essere accettata. Per me non cambiò nulla, accettai questa sua scelta e tenemmo aperto e vivo questo trait d’union per oltre 8 mesi (da ottobre 2004 a maggio 2005). Un giorno le sfuggì una frase che mi colpì molto. Compresi da quel che le era sfuggito che doveva essere malata, poi mi confidò che si trattava di una malattia del sangue molto seria, che se non seguita opportunamente poteva anche provocarne la morte. Da quel giorno vissi il rapporto con la netta sensazione di vederla sparire all’improvviso, con la presenza della morte, la quale, come un convitato di pietra, s’insinuò fra di noi. Ciò determinò in me l’accrescere del desiderio di conoscerla, di starle vicino. Ovvio che il rapporto a quel punto era diventato molto confidenziale, amichevole e ‘sincero’ (a parte le comprensibilissime bugie legate alla sua necessità e bisogno di riservatezza). Oramai si trattava di un appuntamento quasi quotidiano: io aprivo messenger ed attendevo che mi contattasse, accadeva quasi tutti i giorni. Un giorno ricevetti un suo messaggio sul cellulare, interrompeva, almeno momentaneamente, qualsiasi contatto virtuale con tutti perché riteneva di dover dedicare del tempo a se stessa, mi pregava di non cercarla fintanto che non fosse stata lei a ricontattarmi. Era maggio del 2005, il 19 maggio del 2005 (ho ancora il suo ultimo sms). Il primo periodo accettai serenamente questa sua decisione, successivamente subentrò in me una stato di inquietudine. Intuivo o presumevo che le fosse accaduto qualcosa, che il suo male avesse prodotto in lei gli effetti che tanto temevo, insomma che potesse star male. Ero, e sono affezionatissimo a questa persona, non riuscii a rassegnarmi e iniziai a cercarla per i siti che sapevo frequentava di solito. Riuscii a scovare per caso una persona che la conosceva bene, con cui ora ho un bel rapporto. Tramite un’altra persona riuscimmo ad ottenere sue notizie certe: stava morendo. Minata da un tumore, si stava spegnendo, se ne stava andando definitivamente, senza nulla reclamare, senza nulla chiedere, senza nulla dire… neppure un saluto, senza un saluto da parte di chi le voleva bene. E’ morta nella notte fra il 14 e il 15 di luglio, senza darmi neppure la possibilità di conoscerla, di tenerle la mano, di dirle grazie, sinceramente grazie per quello che mi aveva donato. Piansi alla notizia, piansi per strada. Sento ancora il vuoto per quell’assenza. E’ stata per me un’amica sincera, spero solo di aver rappresentato per lei altrettanto. Ho di lei le poesie, il suo ricordo bellissimo ma triste. Internet, in tal senso, è proprio un obbrobrio Ciao Ultima modifica di Estragone : 02-08-2005 alle ore 10.47.37. |
02-08-2005, 11.38.28 | #9 | |
Ospite
Data registrazione: 27-07-2005
Messaggi: 14
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Citazione:
la tua storia mi colpisce molto....moltissimo....per vari motivi... internet può essere un obbrobrio, come dici tu, e lo è... ma anche nella vita "reale" le persone si danno, non si danno, mistificano, sono autentiche, spariscono da un giorno all'altro.... e non c'è niente da fare, nessun intervento, parola, gesto che serva a riavvicinare le persone quando c'è chiusura almeno da una delle due parti. è il gioco della vita. terribile, a volte... |
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02-08-2005, 13.03.25 | #10 |
Ospite abituale
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Messaggi: 343
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Spiacevole situazione, Estragone; tuttavia credo sia stato meglio così.
Hai rispettato la sua volontà e credo che questo sia il migliore atteggiamento che tu potessi mantenere, sia per lei che per te. Generalizzando, su internet nascono amicizie che possono concludersi, così come nella vita reale, unilateralmente ;credo sia un rispetto in prima istanza di se stessi accettare questa chiusura senza affannarsi a riallacciare rapporti , senza poi sentirsene toccati più di tanto. Non è durezza,è autostima, rispetto di se e, trasversalmente anche rispetto delle decisioni dell'altro, per quanto possano apparire senza molto senso. Se la decisione dell'altro, come nel tuo caso, cela motivi privi di astio si accetta con affetto,partecipazione e amore.Si partecipa alla decisione con profondo rispetto per la persona che molto coraggiosamente l'ha operata, accrescendo il senso di stima nei suoi confronti e di gratitudine per la piacevolezza della bella amicizia mostrata Eventuali perduranti rancori dall'altra parte, invece, ci rasserenano sulla correttezza dell'allontanamento del nostro ex amico e non so quanto ci inducano a rattristarcene ....anzi ce ne rallegrano per la provvidenzialità e la felicità di scelta ,sia che si sia oggetti passivi che soggetti attivi della decisione di chiusura Ultima modifica di mark rutland : 02-08-2005 alle ore 13.21.21. |