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25-07-2005, 19.21.03 | #3 |
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ordunque
quella che descrivi è proprio dell' intelligenza razionale, ma esiste anche l' intelligenza emotiva, il sentire col cuore
http://www.benessere.com/psicologia/...ll_emotiva.htm |
26-07-2005, 16.00.20 | #8 |
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IE
Il termine comunicare col cuore è un derivato da “Intelligenza Emotiva” di Daniel Goleman – ed. Rizzoli
Cosa intende per Intelligenza Emotiva? si fonda su due tipi di competenza, una personale - connessa al modo in cui controlliamo noi stessi - e una relazionale, legata al modo in cui gestiamo le relazioni con gli altri. caratteristiche dell’I.E. sono: la capacità di motivare se stessi e di continuare a perseguire un obiettivo nonostante le frustrazioni; la capacità di controllare gli impulsi e rimandare la gratificazione; la capacità di modulare i propri stati d'animo evitando che la sofferenza ci impedisca di pensare; la capacità di essere empatici e di sperare Non esiste solo un'intelligenza di tipo cognitivo, ma ne esiste un'altra, di pari importanza, di tipo emotivo - relazionale, che ci consente di capire meglio noi stessi e di interagire in modo più efficace con gli altri. In questo senso è pertanto facile comprendere come per avere successo nella vita in genere e nell'attività professionale in particolare, non sia sufficiente avere un elevato Quoziente Intellettivo o essere competenti da un punto di vista professionale, ma occorra disporre anche di una "intelligenza emotiva" che ci consenta di essere competenti anche da un punto di vista relazionale. Pensiamo ad esempio ad una persona con una straordinaria intelligenza, brillante dal punto di vista accademico, competente sul piano lavorativo, ma arrogante, irascibile, incapace di trattare con le altre persone e di gestire le proprie emozioni: nonostante le sue competenze professionali e la sua intelligenza, non siamo affatto sicuri che avrà successo nella sua carriera professionale. Da questo punto di vista possiamo dire che, se per accedere ad una determinata professione spesso appaiono prerequisiti importanti l'essere qualificati come persone intelligenti, avere un titolo di studio conseguito a pieni voti, mettere in campo una competenza professionale di prim'ordine, per mantenere e facilitare una carriera lavorativa, relazionale e sociale, sono necessarie anche altre caratteristiche. (quelle appunto sopraelencate) Avere “consapevolezza emotiva”: Consiste nella capacità di riconoscere le proprie emozioni nel momento in cui hanno inizio. E' conosciuta anche come "consapevolezza di sé" o "autoconsapevolezza" e va concepita come una forma di attenzione non reattiva e non critica verso i propri stati interiori. La possediamo quando riusciamo a guardare i nostri stati interni come se stessimo guardando il contenuto di un vaso trasparente. Una sorta di: alfabetizzazione emotiva, ma senza parole e senza sforzi per comprendere cosa si prova o quali conseguenze possono avere le proprie azioni si rinuncia ad una delle caratteristiche più salienti della mente e dell'essenza umana. Ho scopiazzato, non è cioccolata al latte con nocciole del mio sacco, ma l’argomento mi piace e mi interessa, quindi veniamo alla riflessione giornaliera: Essere emotivamente intelligenti quindi, ci aiuta a gestire al meglio la nostra vita privata, il lavoro e più in generale i rapporti con gli altri. L’aspetto più importante dell’Intelligenza Emotiva è che si apprende, basta allenarsi. Domada: come usiamo questa intelligenza e come viene stimolata per migliorare le ns. relazioni? |
26-07-2005, 17.07.51 | #9 |
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Io sono emotivamente stupido. Ho letto il libro, che era abbastanza interessante, ma dava dell'intelligenza emotiva una descrizione operativa che mi è sembrata un po' piatta. Alla fine sembrava un manuale della serie "how to" dedicata (espressamente) al mondo aziendale. Magari bastasse allenarsi!
Non so per gli altri, ma nel mio caso la "stupidità" è un difetto psicolgico profondo. La mia percezione delle emozioni è alterata. E l'alterazione era arrivata a una tale sproporzione delirante, che son dovuto ricorrere all'analista. Certo l'esperienza può aiutare, ma, non ragionando con la logica, come diavolo si fa a imparare emotivamente? |