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15-03-2005, 14.11.59 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-02-2005
Messaggi: 62
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Nel mio caso ti rispondo che esiste un fascino del dolore di sicuro...altrimenti non saprei spiegarmi la mia intera esistenza....è che tutte le cose che facciamo le facciamo perchè speriamo di stare meglio, e spesso è il contrario..il lavoro è un esempio eclatante si lavora per dare più alla famiglia e poi si rischia di darle di meno e via dicendo...credo che sia anche un problema culturale ormai....
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15-03-2005, 14.16.16 | #6 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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credo che esista...
non sto qui a giudicare e discutere sul fatto che sia o meno positivo questo attaccamento al dolore per la vita degli individui... faccio una banale constatazione e ti rispondo di si. altrimenti come li spieghiamo gli atteggiamenti di quelli che si fanno vivi per farti il necrologio? genericamente dico necrologio, perchè vale per sveriate situazioni... in un'altra discussione tu parlavi dei 'dispensatori di malessere' ed io vedo una qualche relazione tra i due atteggiamenti... come se non fossero capaci di cogliere nessuno degli aspetti positivi che la vita ci riserva e scegliessero di direzionare la loro energia ed il loro interesse solo dove c'è qualcosa che non va... se ci pensi molto della religione cattolica si basa su questa oggettiva caratteristica umana...si sente più spesso parlare di come si deve soffrire su questa terra in funzione dello star bene nell'altra...eppure se poi guardi il messaggio di Cristo non è proprio quello... Perchè? |
15-03-2005, 15.05.37 | #7 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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non sono in possesso d tutte le mie facolta' mentali in questo momento ma volevo partecipar elo stesso
stavo pensando ai 7 vizi capitali ira, lussuria superbia, gola, accidia nn me li ricordo mai tutti (quali sono gli altri?) ma come potrebbe svilupparsi altrimenti una societa' con la cultura cattolika? arrabbiarsi, mangiare le cose piu' buone, concedersi la piu' assoluta astensione da ogni fatica fisica, sono i piaceri piu' demonizzati, credo ke a livello subliminale kiunque si sente un po' in colpa per aver fatto ognuna d queste cose ah l'invidia, e il settimo nn mi viene mai al giorno d'oggi credo ke potremmo starcene tutti in panciolle e far fare tt i lavori ai robot, dedicarci tutti soltanto a quelo ke c piace fare invece te' vedi ke c0'e' gente ke si laurea in medicina per passione e poi il posto lo danno a ki magari ha dovuto accontentare il babbo importante con gli studi ke gli trova il posto per conoscenze naturale ke poi cresce anke il numero d persone ke fa il lavoro controvoglia ma e' tutto cosi' strano.. kissa' perke'.. vado a fare un po' d sirsasana, magari torno a vedere le cose dritte |
15-03-2005, 17.24.38 | #8 |
Ospite
Data registrazione: 03-03-2005
Messaggi: 11
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L’attaccamento al dolore, da un punto di vista individuale, non ha bisogno di spiegazioni troppo misteriose…
Quando il legame con l’Altro è fondato sull’odio e l’aggressività (più o meno inconsapevole) più che sull’amore e l’affetto…il bambino impara ad amare anche chi lo rifiuta, semplicemente perché non ha scelta. Impara ad accettare la sofferenza, ed in qualche modo la scambia per amore. O comunque la vive come l’unico sentimento per lui possibile. Un legame fondato sull’aggressività è pur sempre un legame, e anche quando si diventa adulti ci si avvicina agli altri nell’unico modo che si conosce… La sofferenza (auto-inflitta) genera altra sofferenza, e passa di generazione in generazione. Se poi se ne vuol fare un discorso universale, è un altro conto. Ma sappiamo bene che le leggi universali corrispondono a quelle individuali |
15-03-2005, 18.28.56 | #9 | |
eternità incarnata
Data registrazione: 23-01-2005
Messaggi: 2,566
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Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
Interessante. Ne avevo già sentito parlare.... Effettivamente anch'io resto un po' allibito di fronte alla gioia per un nuovo nato. Per me si tratta di un'altro individuo condannato a sorbirsi ogni forma di indottrinamento fino a quando ne avrà le tasche piene. Per la morte è un po' più difficile il discorso. L'emotività, alimentata da anni e anni di pregiudizi, la fa da leone in quella situazione. Ricordo che qualche anno fa, quando non eravamo ancora sposati, morì suicida un amico di mia moglie. Andammo a trovarlo nella camera mortuaria, allestita in ospedale. Allora, non so come, ma dissi all'allora mia ragazza: "Guarda il lato positivo della questione. Ora lui è su nel cielo che ti guarda. Non vorrai mica farti vedere piangere?" Basto questo a rasserenarla... |
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15-03-2005, 20.12.50 | #10 |
Utente bannato
Data registrazione: 03-01-2004
Messaggi: 0
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Bella riflessione VanLang....
Però in mezzo ti sei un po' perso... sei così sicuro che basterebbe a asfamarci tutti un sistema da te pensato? E poi... sei così sicuro che la gente preferisca soffrire ma avere una macchina bella? In poche parole togli all'uomo molte altre cose, ad esempio il desiderio di affermarsi grazie al lavoro, sfuggire ai complessi di inferiorità mediante le cose e le azioni, o semplicemente rendere la vita una noia... In poche parole... Sei sicuro che riusciresti a vivere tutta la vita bevendo te qua come alle maldive? Le difficoltà sono un pettine dell'esistenza. Solo l'essenza migliore continua ad esistere. La perfezione toglie la libertà. E' l'uomo per sua natura tende ad essa. (Film matrix) FantasiaFinale |