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21-03-2005, 13.51.25 | #32 | |
Ospite abituale
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Re: dolorosa-mente
Citazione:
Pare che di dove in dove e di quando in quando qualcuno pervenga a quella libertà (la stessa che, se non sbaglio, ipotizza anche Fragola), e che da lì in avanti diventa difficile dire qualsiasi cosa su queste persone perché la loro libertà è così grande che non sono più rinchiudibili nei nostri angusti schemi mentali. Una sorta di maledizione del giudizio, secondo la quale, qualsiasi cosa si dica su queste persone esse “non sono quello” ed allora uno si arrabatta a gettare le proprie etichette parlando di illuminazione, equilibrio, libertà, realizzazione etc….. che sono solo piccoli tentativi di afferrare l’inafferrabile...... P.S. la battuta sulle risorse umane era perché ricordavo che tu eri impegnato a "combattere" questi illuminati gestori delle "risorse umane". Sai una cosa? Quanto dolore sanno spesso fomentare questi signori. |
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21-03-2005, 15.44.14 | #33 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
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21-03-2005, 15.51.11 | #34 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
Mi riferisco a quello che scrivi qui sopra, a cosa se no? |
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21-03-2005, 20.14.34 | #35 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
...... Ce ne sono tante di illusioni? |
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22-03-2005, 09.28.43 | #36 | |
Ospite abituale
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Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
Molto interessante il concetto relativo all’attaccamento al dolore come vendetta. Ci sto’ meditando su… è quasi una crepa… potresti svilupparlo? |
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22-03-2005, 16.22.38 | #37 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
L'ho già fatto in latri 3d, ma non trovo dove. Ci riprovo. Dovremmo incominciare a chiederci da dove nasce il dolore. Lasciamo perdere, per il momento, le teorie esoteriche per cui il dolore serve a sviluppare uno stato di consapevolezza più alto, il karma e via dicendo. Non lo escludo ma non ci credo. Per me lo scopo della vita è imparare a vivere adesso, non per avere una vita migliore dopo la morte. Quindi, in questa vita, da dove nasce il dolore? Qual è il momento in cui è possibile farci del male? Il momento in cui non ci possiamo difendere? L'infanzia. E' nell'infanzia che ci fanno, volontariamente o no, del male. La mamma che non ci voleva ed è stata così intelligente da dircelo (che se non ce lo diceva poi sarebbe stato peggio, perché non ci avrebbe voluto lo stesso ma non ci avrebbe dato le coordinate per capire l'origine del dolore), o che sì, ci voleva, ma che non sapeva amare. O che ci diceva in continuazione quanto sacrifici aveva fatto per noi. E così via. Chi più ne ha più ne metta. Per arrivare alle cose più grosse, come maltrattamenti e abusi. Il nostro dolore nasce lì. E il dolore che viviamo da grandi non è altro che l'eco di quello. E tutti, in una misura o nell’altra, ne abbiamo dentro un pochino. Perché non esistono infanzie perfettamente felici e genitori perfetti. Solo che da bambini è normale, se la mamma non ci prende in braccio, piangere disperatamente! Ma noi andiamo avanti a farlo fino a novant'anni, perdindirindina! (non tutti, ma qualcuno sì.) E diciamo ai nostri compagni e ai nostri amici che non ci amano abbastanza, che non ci amano come vogliamo noi, che non ci sono quando li vorremmo. Ricattiamo col dolore. "non vedi, io sto tanto male e tu...". Ma non è questo che vorremmo dire. Quello che vorremmo dire è "mamma, papà, guardate cosa mi avete fatto! E' colpa vostra se sto così male, è colpa vostra se nessuno mi ama, è colpa vostra se ho una vita di merda". Perché in fondo siamo incavolati neri: piangiamo da novant’anni non ci hanno ancora preso in braccio! Ci vendichiamo col dolore perché il nostro dolore provoca dolore in chi ci ama. E per di più ci vendichiamo sulle persone sbagliate, perché non è la mamma soffrire, ma chi ci sta vicino. Il dolore nevrotico è solo questo, l'incapacità di perdonare. E per perdonare io non intendo dire: "mi hai fatto tanto male ma io soffro in silenzio e siccome sono tanto buona ti accudisco lo stesso, adesso che sei vecchia". Questo è vittimismo. E spesso ancora vendetta. Il nostro carnefice diventato vittima! Impotente. Bloccato lì a guardare il disastro che ha fatto nelle nostre vite! Wowww! Per perdonare io intendo dire, finalmente, "io sono responsabile del dolore che ho dentro, non tu, perché io adesso ho la capacità di gestirlo e spezzarlo. Mi hai fatto male (magari è pure vero!) ma adesso me ne occupo io". E magari non ti accudisco, se davvero sei stata davvero una madre mostro, perché dovrei? Per obbligo morale? Non ti accudisco ma non distribuisco ad altri il tuo male. (e se il karma esiste, ti ripulisco il karma, dici poco? ) Oppure capisco che tu, a tua volta, mi hai fatto male perché distribuivi male ricevuto e allora, dopo essermi assunta la responsabilità del mio dolore, posso occuparmi di te con serenità. Senza sacrificio. Insomma, il dolore genera dolore. Chi sta male fa soffrire chi gli è accanto. E’ una catena infinita. Se non ce ne assumiamo la responsabilità restituiamo centuplicato il male che ci hanno fatto. E lo facciamo ai nostri figlio, che a loro volta lo faranno ai loro... Oddio, spero di essermi spiegata. Ciao |
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22-03-2005, 19.08.14 | #38 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
Non solo ti sei spiegata, ma sei stata chiarissima. Leggete con attenzione quello che ha scritto fragola, c'è la storia di tutti dentro. Per affrancarsi da tanto dolore servono gli strumenti adatti, un percorso sostenuto da un serio aiuto (analisi?) e un guardarsi dentro non facilissimo. I più tendono a responsabilizzare gli altri di dolori che hanno vecchie radici.... Grazie Fragola. |
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22-03-2005, 19.14.44 | #39 | |
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Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
beh con la premessa che non ho letto tutti gli altri post ma solo qualcuno diciamo che alla fine qualcuno si lega al dolore perchè ha paura di vivere, ed il dolore semba quasi una forma distorata di vita. si cerca a volte il dolore perchè si pensa che si sta male le cose andranno bene e nessuno potra togliere quello che si ha perche non si posside nulla... essere felici per queste persone d'altra parte li costringe ad essere obbiettivamente preoccupati, e si preoccupanao talmente tanto che preferiscono avere sempre il dolore perche cosi non soffriranno per la perdita della felicità. |
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22-03-2005, 23.10.43 | #40 | |
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Re: Re: Re: Re: Re: Re: Re: Attaccamento al dolore
Citazione:
Grazie dell'indicazione dani. Ho letto con attenzione le parole di Frag, ma anche questa volta, se dovessimo "colloquiare" solamente tra noi due, ti direi che sei "fuori strada", per quello che "mi riguarda" (rispondo alla tua esortazione di leggere questo thread riguardo alla "violenza" verbale...sia subita, che perpetrata). La teoria del dolore che proviene da lontano è vecchia come il mondo che l'ha partorita. E' un altro solito espediente (anche se in alcuni casi sacrosanto) per spostare il problema altrove. Se ti tagli, il dolore nasce in quello stesso momento. Non bisogna andarne a ricercare i motivi solamente nel proprio vissuto. Quelli, semmai, hanno nomi e connotazioni diverse. Si ha paura del dolore come di tante altre cose, eppure, sia il dolore che le altre cose esistono ugualmente. ...mi fermo qui perchè stasera, come tante altre volte ultimamente, la mia mente è altrove. Ultima modifica di alpha : 22-03-2005 alle ore 23.13.46. |
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