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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
20-01-2005, 17.19.40 | #12 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 20-06-2003
Messaggi: 195
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Re: Principale differenza tra un maestro ed un manipolatore.
Citazione:
ciao spada di fuoco |
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20-01-2005, 17.58.43 | #13 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Re: Re: Principale differenza tra un maestro ed un manipolatore.
Citazione:
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20-01-2005, 18.41.49 | #14 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Citazione:
Di solito anche io, ma ero in ufficio e mi hanno interrotta per farmi lavorare. Ogni tanto capita da quelle parti!! Ci riprovo. Premetto che non ho letto cosa è stato scritto nel frattempo, riparto da dove ero. Dicevo che secondo me questa discussione, messa in questi termini, riguarderebbe di più il forum di spiritualità. Se parliamo di "saggi" e di "maestri", qui occorrerebbe definire di cosa si parla. Comunque, se vogliamo parlare del rapporto maestro discepolo, dobbiamo analizzare una relazione particolarissima, dove il discepolo di pone in uno stato di apertura totale e dove si verificano dinamiche che escono completamente dal "senso comune". Esistono alcune analogie con il transfert che si crea all'interno del setting analitico, ma sono solo analogie. Le due relazioni sono profondamente dverse. Ma a me sorge soprattutto spontanea una domanda: che cosa sono le "imperfezioni"? Perchè parlare di imperfezioni implica un giudizio di valore. E sembra sottointendere l'idea che esistano persone perfette o persone imperfette. Secondo me un buon analista (anche un buon maestro, credo, ma non sono competente) ti aiuta a trasformare queste "imperfezioni", che io preferirei chiamare caratteristiche, in risorse. E se per farlo deve farti diventare consapevole di queste caratteristiche e del modo in cui le usi, lo fa. Il modo in cui lo fa dipende dalle persone, dalla relazione e anche dal punto a cui è la relazione. Mi sembrava di averlo detto meglio nella prima stesura, se non è chiaro rispiego. |
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20-01-2005, 18.49.39 | #15 | |
iscrizione annullata
Data registrazione: 09-05-2002
Messaggi: 2,913
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Re: Re: Re: Principale differenza tra un maestro ed un manipolatore.
Citazione:
E no! Se parli della differenza tra maestro e plagiatore, parli della persona, non degli eventi della vita (incontri) che possono insegnarti qualcosa. Da quegli incontri tu prendi quello che ti pare utile. E il plagio è impossibile a meno che tu (non tu Van, il solito tu generico ) non sia il primo a creare una relazione di dipendenza. |
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20-01-2005, 19.33.25 | #16 | |
frequentatrice habitué
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 780
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Citazione:
Siiiiiii. Non solo un analista (di maestri non ne so niente neanche io) ma anche un’amica/o, o un parente, o una persona che ti sta accanto ed alla quale non sei indifferente. |
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20-01-2005, 19.46.15 | #17 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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In effetti Fragola sembra un po' la discussione che abbiamo tentato di fare in spiritualità.
Anche lì abbiamo più o meno detto che il rapporto tra discepolo e 'maestro' è paragonabile per alcuni aspetti a quello tra l'analista ed il paziente...però solo per alcuni aspetti e non per tutto. Forse proprio perchè li vediamo diversi potrebbe essere interessante affrontarli sotto i due aspetti diversi. Ma forse un forum non è il luogo che facilita questo tipo di approccio. Non considero inesatte le cose che hai detto circa l'apertura che il plagiato deve avere nei confronti di chi lo plagia. A me incuriosisce comprendere cosa scatta all'interno di un essere umano nel momento in cui si 'sostituisce a Dio' e si pone nei riguardi di un altro essere umano come un prevaricatore. Cosa scatta dall'altra parte, cioè quella del 'plagiato', è già un argomento più discusso (non sempre con cognizione di causa...ma è un argomento di cui si parla). Parto dal principio che quando un essere umano è più o meno sereno con se stesso non sente il bisogno di instaurare con gli altri un rapporto di quel genere, ma questo non lo considero valido solo nei rapporti tra maestro e discepolo. Quante volte si vedono banali dinamiche tra amiche in cui esiste una figura predominante e vincente rispetto all'altra... e non è detto poi che a guardar dentro la persona che appare come più fica sia poi quella internamente più risolta... Chissà se sono riuscita ad esprimere quel che intendo? |
20-01-2005, 20.05.57 | #18 | |
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Messaggi: 2,913
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Citazione:
Credo di sì. Parecchio. Ma non so se posso aiutarti. Mi colpisce il fatto che tu dica che il parlavo dell'apertura per plagiato verso chi plagia. Io parlave dell'apertura del discepolo verso il maestro. Mi sembra di intuire che hai vissuto un'esperienza scottante in questo campo e che tu abbia bisogno di capire, come è capitato a me anche se in una relazione di ben altro genere, le ragioni del male. Io le chiamavo così. Quello che credo io in base alla mia esperienza (e non in base ai miei studi, non ho letto nulla sulla relazione maestro-discepolo) è che a far scattare il delirio di onnipotenza sia una immensa insicurezza. E quello che credo fermamente è che il dolore è una lunga catena. Chi fa del male lo fa perchè ha subito del male. E' una catena infinita che solo la vittima può spezzare. Ma di più, veramente, non ti so dire. |
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20-01-2005, 20.40.43 | #19 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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Classico esempio di 'la lingua batte dove il dente duole' se ho capito una cosa mentre tu parlavi di un'altra...
C'è stata in effetti un'esperienza scottante, anche se non è riconducibile ad un esempio classico di maestro-discepolo... perchè sono stata colpita sul lavoro proprio perchè rifiutavo quel meccanismo...ma il senso è quello... Chi ne è stato vittima comprende a 'pelle' delle situazioni e credo che riuscire a superare l'emotività e comprendere le dinamiche che muovono il meccanismo sia uno dei passi per contribuire a spezzare la catena. Ogni esperienza vissuta può trasformarsi in uno spunto di crescita, sta a noi decidere la strada. E poi non c'è molta letteratura al riguardo, un po' come se l'argomento fosse tabù...motivo di più per provare a capirlo. E grazie...perchè per me non basta dire che sono degli infami...cosa trasforma un essere umano così? Dove scatta il meccanismo di entrare nella catena? Perchè su questo concordo e ribatto spesso...è una catena...ma ciascuno di noi può decidere il ruolo che intende avere nei riguardi degli altri e della vita... Dov'è il buco profondo che fa si che un'esperienza del genere ti annienti al punto tale da entrare nel giro? |
20-01-2005, 20.45.45 | #20 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Ehmmmm cofh…cofh…..
Probabilmente ho aperto la discussione sbagliata, nel posto sbagliato e nel momento sbagliato. Parlo per me, ovviamente, che mi sento piccolo, piccolo di fronte ad analisi che non so sostenere per mancanza di cognizioni. Quando ho scritto stavo sicuramente pensando alle “figure spirituali”, ma va bene anche come si stà sviluppando ed io continuerò a seguire. |