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22-09-2005, 16.58.10 | #24 |
Ospite
Data registrazione: 02-12-2004
Messaggi: 10
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love bombing
mi puoi dire qualcosa di più su questo libro come l'autore e l'editore. comunque ho lesso quello di hassan mentalmente liberi.
poi tornando al protagonista, cioè paoletti, su internet si trova di tutto, anche se in apparenza quasi tutte cose positive. i forum aperti con il suo nome sono stati quasi tutti chiusi!!!???? a parte questo che per ora resiste. chissà comunque intanto grazie. ciao |
22-09-2005, 18.05.45 | #25 |
iscrizione annullata
Data registrazione: 07-05-2003
Messaggi: 1,952
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volentieri:
Cults in Our Midst - Le sette tra noi Di Margaret Thaler Singer, con la collaborazione di Janja Lalich Pubblicato nel 1995 da Jossey-Bass Publishers, ISBN 0-7879-0266-7, prefazione di Robert Jay Lifton. Una lettura fondamentale per comprendere il fenomeno settario. Traduzione a cura di Martini (come puoi vedere tu stesso andando sul sito). Per quel che mi riguarda ci ho trovato parecchi riscontri con la realtà, spero possa essere utile anche a te. |
23-09-2005, 16.06.34 | #26 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 23-09-2005
Messaggi: 2
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Anche io cercavo maggiori e migliori informazioni su Paoletti, ed il motore di ricerca mi ha “scaraventato” sul vostro (ora nostro) forum. Ho ritrovato le domande che mi pongo, da circa un anno. Non ho trovato le risposte che mi ostino a cercare, da circa un anno. Molto belli gli scritti di Nagarjuna.. Dov’è il giusto? Chi è il giusto? Chi è il “cattivo”? Dove comincia il giudizio?
Io ho avuto una straordinaria storia d’amore (posso definirla tale.. si…credo di poterlo dire) con un uomo che aderisce alla “Fondazione Patrizio Paoletti” ed a tutto ciò che vi ruota intorno -seminari (??) tipo RVM (Rendi la Vita Meravigliosa), Crea il tuo destino, Assisi, raccolte fondi per campagne di solidarietà (reali o presunte)-. Ho tentato di capire, ho fatto sforzi (per me) sovrumani per strapparmi di dosso preconcetti, ho tentato di sgomberare la mia mente da pregiudizi, ho tentato di ascoltare il mio compagno con le orecchie e la serenità di una bambina. Non conosco gli altri “adepti”, ma conosco il mio ex compagno, che chiamerò “Toniocartonio”. Sono assolutamente certa che Paoletti (e l’”impero” che ruota intorno a lui) l’abbia aiutato a togliere le bende, a vedere finalmente il percorso di vita a lui più consono. Le sue (di Tonio)modalità di relazione, il suo approccio alla vita, la ricerca di rapporti autentici, la serenità che lui promana e dalla quale non puoi non essere travolto. Tutto questo lo rende un uomo assolutamente fuori dall’ordinario, nell’accezione migliore. Ho cominciato ad avvicinarmi (da osservatrice esterna) alla realtà “Paoletti” (era inevitabile standogli accanto) ed ho conosciuto personalmente quest’ultimo (del quale non ho subito il “carisma”) ed altre persone che ruotano intorno al “sistema”. Ho provato disagio, era una realtà che non mi faceva stare bene ed ho cominciato a giudicare (vedi?!! torna il giudizio!!) la “straordinarietà” di Toniocartonio come una modalità prefabbricata, fittizia, indotta, non sua. Gli ho chiesto cose, ma (per la prima volta) le sue risposte non mi arrivavano chiare. Gli ho fatto domande, ma le sue risposte mi sembravano vaghe. L’ho supplicato di spiegarmi, per lui era tutto chiaro. Non ce l’ho fatta, non ci sono riuscita, non ho capito. Ho preso quella che mi sembrava l’unica via d’uscita: l’ho lasciato. Oggi penso: la Fondazione (con tutto ciò che contiene) crea dipendenza, che, naturalmente, non trova le sue radici nella costrizione fisica. E' qualcosa di più sottile. L'Impero Paoletti fa leva sugli animi più sensibili, su coloro che non si limitano a vivere, ma tentano di trovarvi una buona ragione. Li contatta, li seleziona, li "prende in carico" assecondando questa loro ricerca naturale della verità dei rapporti, della autenticità delle scelte, della correttezza. In questo senso li rende "migliori, speciali"... ma nello stesso tempo li rende dei "disadattati" all'interno della realtà quotidiana. Credo sia per tale motivo che gli "adempti" abbiano difficoltà ad allontanarsi dalla Fondazione. Solo all'interno di quella realtà, relazionandosi a persone che si pongono le medesime domande ed alle quali piacciono le medesime risposte, trovano un habitat a loro congeniale. La Fondazione diventa un rifugio. |
23-09-2005, 17.20.15 | #27 |
Ospite
Data registrazione: 02-12-2004
Messaggi: 10
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interessante
molto interessante quello che scrivi Fata_lina.
a me le persone che ho conosciuto che frequentano o frequentavano la scuola di paoletti, mi dicono che loro stanno bene, che sanno di essere "svegli" e le loro azioni sono mirate al loro stesso bene. io sono combattuto perchè come ho scritto in una parte precedente, avevo letto in altri forum pareri di vario genere e tra questi pareri vi erano anche richieste di aiuto, per parenti o amici o fidanzati, entrati in questa scuola e cambiati (a loro dire) radicalmente ma in senso negativo. ora la mia curiosità è data dal fatto che avendo partecipato a un RVS mi sono ritrovato a partecipare ad un seminario di introduzione alla scuola. da qui il mio abbandono per le modalità adottate dal reclutatore. poi avevo all'epoca la fidanzata che faceva parte di questa scuola e mi raccontava, anzi non mi raccontava perchè non poteva, ma la vedevo fare cose per me bizzarre (le famose ottave di gurdjeff). l'ho un po' costretta ad abbandonare la scuola in quanto oltre a non vedere miglioramenti, mi sembrava che la cosa ci allontanasse. (tra l'altro se fai parte della scuola devi devolvere il 10% del tuo guadagno alla fondazione, ma questo poco importa si paga come in tutte le scuole?!?). ora lei ha ancora dei ritorni di fiamma, ma questo perchè una sua cara amica è ancora nella scuola. direi che non sono ne contrario ne favorevole. o meglio non riesco bene a capire i fini di paoletti, ma non so se la scuola è bene o male. posso dire di RVS (rendi la tua vita straordinaria), che non serve assolutamente anulla ed è costato un'occhio della testa. quindi in me resta la curiosità di capire cosa fa costui e per quale fine ha creato tutto questo. (intendo fondazione, scuole, etc.) grazie a tutti per l'attenzione e speriamo che si arricchisca di informazioni utili. |
23-09-2005, 17.29.47 | #28 |
Ospite
Data registrazione: 13-09-2005
Messaggi: 5
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Si, ero nella scuola, e non nego che in parte avrei voglia di parlarne per poter rendere utile la mia esperienza per altri, ma ho anche qualche timore a farlo..... sai immagino che questo forum possa essere letto anche da chi ancora ne fa parte e che magari mi conosce, ci sono relazioni che potrei rovinare.
Quando si esce dalla scuola si taglia di netto con tutti, e se magari hai delle persone care ancora dentro, e ti poni come sto facendo io, rischi di perderle del tutto. Per il resto posso dirti che io ho fatto la mia esperienza, come ne ho fatte delle altre, e che in parte mi è stata anche utile, il problema è il mondo con il quale ti approci a certe idee, non so ma un po di senso critico non mi ha mai abbandonato....posso dire però che ho visto altre persone farne il centro della loro vita e non pensare ad altro, in fondo è come una religione. Le idee che studi sono forti e i meccanismi sono i soliti, in poco tempo pensi di essere tra i pochi illuminati, per amore della verità però devo dire che ho conosciuto persone che hanno migliorato la loro vita, anche se penso che l'avrebbero migliorata anche con altri tipi di esperienze, il fatto è che è accaduto lì, e quindi la verità è lì. Spero di esservi stato di aiuto |
24-09-2005, 00.39.33 | #30 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 23-09-2005
Messaggi: 2
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Tu chiedevi, Gianfranco: Cosa fa Paoletti? per quali finalità?
Credo che la risposta sia semplice. Paoletti ha trovato un sistema per fare una marea di soldi, contando su indubbie capacità (ottimo comunicatore, grande carisma, energia pura). Ma non credo sia importante soffermarsi su questo aspetto. D'altro canto, diventare ricchissimi è un obiettivo di molti, perchè demonizzarlo per questo? Il problema a me pare altro. Questo "guru della comunicazione" ha la formazione (scolastica e professionale) idonea a proporre certi "prodotti"? Ha la sensibilità giusta per capire che rapportarsi ad altri puntando diritto alle emozioni, alle debolezze, alle insoddisfazioni, ed ai processi psicologici, può essere uno strumento violentissimo e idoneo a creare danni irreversibili? Voglio dire. Non pretendo che sia animato da spirito di liberalità (ci mancherebbe!!) ma, almeno, siamo sicuri che non faccia danni? Credo che di questo ci dovremmo occupare. |