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25-07-2004, 15.26.14 | #23 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-09-2003
Messaggi: 4,154
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Citazione:
anzi..... pensandoci bene piu persone scelgono di non fare sesso e probabilmente ci sono piu possibiltà di farlo per gli altri ... insomma speriamo che chi sia bigotto siano tutti ometti |
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25-07-2004, 18.02.08 | #24 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-03-2004
Messaggi: 56
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Citazione:
Credi davvero che un vero uomo si riconosca solo sotto le lenzuola? Mi dispiace...preferisco essere bigotto ed ometto e lascio ai veri uomini come te il compito di far felici le donne. Ciao |
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25-07-2004, 18.30.19 | #26 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-03-2004
Messaggi: 56
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Citazione:
So che per quel che dico sembro essere effettivamente nato il 1351917 per come hai scritto tu. Io invece sono nato il 1351971. Ma poco cambia con i miei pensieri. Si capiscono molte più cose quando un uomo conosce il proprio cuore...il resto vien da sè. ciao |
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26-07-2004, 09.47.05 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
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Ricordo quando a dodici anni mia madre mi sentì dire "mamma ma tu e papà quindi avete fatto l'amore tre volte, una per ogni figlio?". Mia madre mi regalò un libro dal titolo "cambia il corpo, cambia la vita" dicendomi di chiederle quello che non capivo, ma almeno così aveva un punto da cui partire... se consideriamo che mia madre è del 1934 era anche troppo avanti. Questo libro fu illuminante, mi diede la spiegazione di tante sensazioni che provavo e non riuscivo a capire e soprattutto mi chiarì con termini semplici e non volgari cosa significava in pratica avere rapporti sessuali e cosa comportava dal punto di vista psicologico. Io con la storia raccontata dai miei, del semino che feconda l'ovino, mi ero immaginata un chicco di grano che entrava in un uovo di gallina e che per far ciò fosse sufficiente per questo appoggiare il pene (che io avevo visto solo ai miei coetanei nei gabinetti della scuola) sulla vagina. Alle medie c'era già chi parlava di pratiche sessuali che a me sembravano disgustose, avevo giurato che a me non sarebbe mai capitato di certo! Leggendo il libro invece capii che non c'era nulla di disgustoso o pervertito se solo fosse avvenuto col reciproco consenso dei partner e senza forzature. Spiegava che non ci si doveva sentire obbligati a fare nulla e che la castità come la non castità erano entrambe scelte rispettabilissime. Parlava poi delle malattie veneree e dei metodi per evitarle, della gravidanza, dell'aborto, dello stupro. Gli aspetti psicologici erano corredati da testimonianze di giovani, ogni argomento era ben trattato e approfondito. C'erano anche delle figure e io ricordo che rimasi esterrefatta nel vedere come diventava il pene prima del rapporto Io penso che si potrebbe parlarne a scuola ma si sa che l'imbarazzo a quell'età impedisce ai ragazzi di essere sereni... quindi anche le famiglie dovrebbero aiutare e penso che l'idea del libro sia un ottimo spunto per partire.
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26-07-2004, 09.49.37 | #29 |
Ospite abituale
Data registrazione: 23-01-2004
Messaggi: 278
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!!!
Se dovessi insegnare educazione sessuale ai miei figli, penso che mi rivolgerei ad uno psicologo dell’infanzia.
Non soltanto esiste una difficoltà dovuta ad imbarazzo e perplessità da parte dei genitori, ma va anche detto che i bambini non sempre sono pronti a recepire certe spiegazioni, anche se sono loro stessi a chiedere come nascono i bambini. La loro è sana curiosità, ma certe risposte “tecniche” su come avviene il concepimento e la nascita potrebbero non essere comprese, potrebbero esulare dalla loro concezione attuale del mondo, ancora ammantata di favole e fantasie varie, e quindi essere rifiutate. Quale potrebbe essere l’età giusta del bambino per impartire questi insegnamenti? |
26-07-2004, 10.15.02 | #30 |
Ospite abituale
Data registrazione: 06-10-2003
Messaggi: 672
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Secondo me l'età dipende da figlio a figlio. Sono tutti molto diversi. Però in linea di massima credo sia corretto iniziare quando si nota che il figlio comincia a cambiare. Solitamente nel periodo della pubertà, 13/14 anni. Prima credo ci si debba limitare a parlargliene quando lo chiede e in termini più soft senza scendere in particolari che potrebbero turbarlo. Ad ogni modo i genitori come gli educatori dovrebbero mantenere un linguaggio non volgare.
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