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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
07-06-2004, 22.00.44 | #12 |
Ospite
Data registrazione: 03-06-2004
Messaggi: 34
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Quello che volevo dire e' che il silenzio sfinito che segue quel lungo raccontarsi e' l'attesa dell'altro. Raccontarsi, comunicare con le parole ci mette in contatto con noi stessi, piu' che con chi ci sta di fronte. Mentre comunichi le emozioni: amore, paura, allegria, rabbia... parli a te stesso e condividi con l'altro che ascolta. Finite le parole e la condivisione, quando arriva il silenzio, solo allora comincia il contatto. |
08-06-2004, 00.09.14 | #13 | |
Utente bannato
Data registrazione: 03-11-2002
Messaggi: 601
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Citazione:
Non necessariamente chi deve percepire o ascoltare deve avere un vissuto particolare.Naturalmente,vissu to nel senso di vibranti esperienza.Anche i vegetali hanno un vissuto di anni,ma sono insensibili! Mentre è molto importate,da parte di chi vuole trasmettere o farsi ascoltare,il vissuto,cioè possedere un "repertorio" di argomenti e frasi da utilizzare per suscitare nell'altro il necessario interesse alla percezione,ad ascoltare,ad essere spugna. Naturalmente,si tratta di sensibilità,è questo dono non tutti l'hanno. Diversamente non esisterebbero poeti,musicisti,conteplatori. Ho citato nel post precedente,elementi della natura e della creativa umana.La sensibilità di Nicola ha immediatamente percepito e con le parole scritte ha esternato i sentimenti sollecitati in quel momento. Spesso affermiamo "non sono capito",ma siamo sicuri del perchè? E il perchè non dipende sempre da chi deve ascoltare,può essere anche incapacità personale di saper trasmettere ciò che c'è dentro di noi. Salux |
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