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Psicologia - Processi mentali ed esperienze interiori. >>> Sezione attiva sul forum LOGOS: Percorsi ed Esperienze |
05-07-2014, 08.18.28 | #12 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: La mente che sabota.....
Citazione:
Sicuro: “ci sta!” Ma siamo proprio sicuri che la strada di un futuro si progetti o non sia unicamente risultato della coscienza di ciò che sentiamo di essere? Certo, più semplice l’idea del progetto.. ma che ti progetti se l’essere non ammette finalità intruse? Un pensierino ce lo farei.. Magari cercando di comprendere un po’ più radicalmente cosa sia “vecchia maniera” e chi si aggrappa a che..?!? Questa è ciò che reputo psicologia di pronto uso che nulla serve se non a rendere ancor più cristallizzate le realtà profonde, il sentire, il senso personale.. così la vita procede in un futuro e noi chissà dove mai restiamo.. in quale galattica negazione di identità.. Ognuno è veramente libero di autoprogettarsi come vuole.. ma il fine ed il mezzo sono la medesima pappa.. ed il fine a quanto vedo non sembra essere in questa sintesi la comprensione ma il mutamento di posizione.. Come se si potesse mutare la volontà profonda senza nemmeno prendersi la briga di conoscere le sue di finalità!! Non vi salta all'occhio quanto sia in sintesi questa psicologia di pronto uso un remare contro una possibile conoscenza, unico percorso "progettuale" possibile? .. |
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14-07-2014, 15.21.13 | #13 | |||||
Utente bannato
Data registrazione: 23-06-2014
Messaggi: 147
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Riferimento: La mente che sabota.....
[quote]
Citazione:
Scusa, che stai dicendo? Ho forse scritto che va escluso il "chi sono"? Il "chi sono" è fondamentale. Fondamentale è la "costruzione" che una persona ha di se stessa. Ovvio. banale. Ma se tu pensi di te stesso di essere un fallito, come ti comporterai? Intraprenderai nuovi studi in astrofisica? Fonderai una nuova impresa nel campo delle nanotecnologie? O farai altre cose? Magari tenendoti ben al riparo da possibili "sfide"? Capisci quello che intendo? Il movimento verso il futuro non si "progetta" come si progetta un ponte ma si rende POSSIBILE attraverso il cambiamento delle nostre "costruzioni". Così germogliano le "alternative". Solo così posso provare a costruirmi in maniera diversa dal solo "sono un fallito" e cominciare a rendere POSSIBILI delle alternative. Citazione:
Cos'è "vecchia maniera"? Semplicissimo: significa "stessi e vecchi significati a se stessi, agli altri, alle relazioni con gli altri, alle cose ecc.". Significa "costruire" gli "eventi" sempre allo stesso modo. Significa essere "fermi". In questo modo, si bloccano le vite e non si rendono possibili le alternative. Citazione:
Ma quale psicologia pronta all'uso... ma come si fa a dare giudizi di questo tipo in "quattro e quattr'otto?". La vita, non procede da sola. La vita, siamo NOI e il NOSTRO sistema di SIGNIFICATI. Possiamo ripetere le stesse cose, allo stesso modo, con gli stessi significati, per migliaia e migliaia di volte e non uscirne più. Oppure possiamo imparare e mutare i nostri significati, allargare il campo percettivo su nuovi scenari e quindi, cambiare, diventare diversi, persone diverse, in MOVIMENTO. Il futuro E' questo MOVIMENTO. Citazione:
Queste sono tutte TUE "costruzioni". Comprensione di cosa? Ognuno ha le SUE di "comprensioni". Le MIE, diverse dalle TUE. Non so nemmeno cosa sia la "volontà profonda". E' tutta roba TUA che riguarda TE e il TUO sistema di significati. Ognuno ha il SUO. Ci sono persone che si sentono felici e realizzate ad allevar pecore ed altre che lo sono occupandosi di bosoni. Altri sono felici in coppia, altri ancora da single, altri ancora praticano la poligamia, altri ancora la castità... si chiama "alternativismo costruttivo"... il problema non è la via, il problema è l'arrestarsi lungo la via senza saper rendere possibili NUOVI sentieri e nuove strade... Citazione:
ASSIOMA: "esiste UNA possibile conoscenza, che è l'unico percorso "progettuale" possibile". Se va bene a TE, assumi pure questo ASSIOMA a capo del TUO sistema. Buon per te, se per te funziona. Per altri, funzionano altre cose: per alcuni, funzionano le pecore, per altri i bosoni; per alcuni funziona la religione, per altri l'ateismo; C'è chi conferisce senso alla propria vita attraverso l'agricoltura in unop speduto paesino di montagna e chi lo fa lavorando in ufficio a NYC. Costrutti diversi, costruzioni diverse, significati diversi. Funzionano tutti. Sono viabili, percorribili. Il giorno in cui non lo dovessero più essere, l'impiegato di NYC, potrebbe ritrovare la sua felicità allevando pecore e il pecoraio, laureandosi in fisica nucleare... l'importante è aver le risorse per rendere possibili delle ALTERNATIVE. Questo è il vero cambiamento: saper riprendere il cammino, verso nuovi ed entusiasmanti orizzonti. La vita umana è MOVIMENTO, fisico e psicologico. FMJ |
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16-07-2014, 18.29.12 | #14 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
Messaggi: 2,614
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Riferimento: La mente che sabota.....
Citazione:
Seppure tutto sia fondamentalmente relativo (a qualcosa che ne definisca il riferimento) il pensiero umano sebbene costruito attraverso una lunga strada spesso faticosa di ricerca resta comunque il segno distintivo della dignità dell’uomo che si eleva al di sopra della più rozza reattività propria della bestia e proprio in virtù di tale affrancarsi da bestialità può giungere a valutare che la comprensione è proprio quella capacità di saper osservare secondo prospettiva che non è lo stesso che asserire che tutto sia parimenti valido né verosimile [intendendo per verosimiglianza la capacità di aderire quanto più possibile all’autenticità dell’esperienza alla quale facciamo riferimento secondo contesto]. Il valore non può essere strumento e mezzo ma il fine medesimo. In questo mi discosto dal tuo pensiero circa il costruttivismo del quale sottolinei la linea utile di uno strumento il cui fine è la verifica di un funzionamento che resta però semplice gioco dialettico poiché il funzionamento stesso è obiettivo della costruzione quindi assumerà se stesso come gioco interpretativo senza peraltro nulla scoprire se non un ipotetico valore inteso come qualità propria del mezzo di funzionare. Non è proprio questo –a mio avviso- falso valore a consegnare quella falsa democrazia, quel falso dialogo, quella falsa reciproca comprensione tanto cara ad un epoca il cui vuoto abissale centrato nella funzione risucchia ogni latente identità? Ci andrei anche cauta a citare un Feyerabend a sostegno di quel costruttivismo che sempre più mi appare come gioco di specchi e di rimando più che una formula di apertura a sostegno delle differenti prospettive ed interpretazioni nella ricerca scientifica. Più propriamente, nel tema considerato in questo 3d, un conto è analizzare la superficie dei moti esterni, motivazionali e caratteriali e trarne una direttiva interpretativa di sintesi comportamentale, altra cosa è tentare di scendere ad analizzare le motivazioni al di sotto delle motivazioni per cercare di cogliere quella storia, quel filo esperienziale personale che alimenta quel percorso. Non “i” percorsi ma “quel” percorso. Come saprai di sicuro meglio di me esistono equazioni possibili ed equazioni che pur sembrando tali non lo sono affatto.. allora meglio accertarsi e non trasformare una mente della quale ben poco conosciamo nel più banale pallottoliere di turno, utile a quelle somme che l’esistenza nella maggior parte dei casi non contempla affatto con il fatale rischio oltretutto di dimenticarsi che la coscienza appurata non è che una minuscola parte delle nostre facoltà. Naturalmente questo percorso come qualunque altro percorso di ricerca non è affatto d’obbligo per chi ami differentemente procedere. Nonostante tutto però le equazioni apparenti apparenti restano perlomeno per la conoscenza che in merito ne abbiamo. Questo a dire che una descrizione può apparire spesso e volentieri per ciò che non è affatto. A meno che non ci serva esclusivamente una vaga mappa di riferimento ma allora allo scopo sarebbe più che sufficiente intendere doloroso ciò che è doloroso e deviare altrove senza peraltro chiedersi perché né come rendere verosimile un differente percorso. Se la psicologia comportamentale fosse completa sarebbe sufficiente tale esterna consapevolezza al fine di giungere a liberare gli individui oppressi dalle loro oppressioni, non mi risulta che in casi di reale oppressione interiore sia sufficiente delucidare un quadro generico comportamentale e spingere verso un nuovo linguaggio interiore al fine di giungere a sciogliere quei nodi attraverso cui si determinano i relativi stati di coscienza. Encomiabile percorso se ci dilettiamo entro un percorso di riscoperta intellettuale differente però da quel percorso capace di mutare la coscienza nel profondo. Dobbiamo comunque aggiungere che un percorso di analisi autentica può non essere per tutti non che potenzialmente non lo sia ma che in effetti vengono preferite strade più morbide e che per il livello di necessità apparente di benessere possono sembrare e persino essere talvolta più che sufficienti. Non ho nulla contro l’utilità di un sistema qualora quell’utile coincida per davvero con la finalità preposta e non si limiti a scavalcare in realtà ciò che sembrerebbe in un primo tempo ambire a risolvere. Che dire? Anche il termine “benessere” è molto relativo seppure in questo forse meglio hanno saputo mirare i filosofi di ogni epoca chiedendosi cosa in realtà fosse “benessere” e quanto di quel “benessere” fosse nella realtà di riferimento sociale e culturale potenzialmente possibile. Non siamo monadi e quei costrutti non sono mero gioco intellettuale ma frutto di un sentire e di una esperienza che ci rende più simili di quanto talvolta non vorremmo ammettere; simili non identici. Se mai esiste una identità meglio la vedrei vestire l’idea più esterna dell’esperienza umana. Altro che equazioni a più variabili.. Non mondi separati però, non monadi incapaci di scambiarsi quel linguaggio profondo che spesso non riconosciamo se non nella sua più delicata veste della più minuscola esperienza empatica. La razionalità ad esempio come ogni altra capacità e virtù giunge da mondi lontanissimi, un’empatia di antica antichissima data e meno male.. La razionalità è un costrutto sostituibile e gratuito od un percorso al di sotto ed al di dentro la storia umana, frutto di un bisogno profondo dell’uomo di riconoscere il proprio mondo interiore, la propria esperienza, nell’altro? La razionalità non è che frutto di quell’esperienza interiore, di essere, condivisa. Ma se la ragione non è un mero pensare ma la qualità stessa del pensare allora possiamo ancora parlare di costrutto fondamentalmente sostituibile in virtù di funzioni? Un percorso di conoscenza interiore è ben differente da una generica psicologia comportamentale più interessata all’aspetto sociale che non a quel senso e significato a quei valori fondanti l’identità dell’essere. Non si sostituiscono modelli culturali se si è alla ricerca di una coscienza autentica di essere e non si crede che il pensiero sia mero specchio di superficie intenzionale. Non la presunzione dunque di risolvere in un benessere immediato ma l’investimento, qualora il fine sia di autentica conoscenza e sblocco dei nodi profondi, in una conoscenza ed autenticità dell’essere unici presupposti ad un benessere plausibile. |
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09-08-2014, 10.36.24 | #15 |
Nuovo ospite
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Riferimento: La mente che sabota.....
"Cosa pensate che sia?da cosa viene innescato....solo dalla voglia di tornare ad essere come prima e quindi riprendersi un ruolo famigliare?"
Questo tema mi ha sempre interessato e la conclusione di Koirè può già essere una possibile spiegazione. Alcune famiglie funzionano attraverso ruoli disfunzionali che "fissano" le persone e non le fanno evolvere. Qualsiasi cambiamento è una potenziale minaccia. In queste famiglie esiste spesso il ruolo della "vittima designata" ovvero il c.d. capro espiatorio, un ruolo scomodo, ma volerlo superare comporta dei costi psichici fortissimi: ci si evolve a costo di tradire il mandato dei familiari di coloro "che ci vogliono bene". Non è l'unica interpretazione possibile dell'autosabotaggio mentale e dimostra come i processi endopsichici siano strettamente connessi alle interazioni socio-familiari, esattamente come i processi organici interagiscono con i processi mentali. |
09-08-2014, 14.35.32 | #16 | |
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Riferimento: La mente che sabota.....
Citazione:
vorrei esprimere una mia libera "astrazione" dopo aver letto il tuo commento al post.. non mi dispiacerebbe sapere cosa ne pensi,(se ci sarà l'occasione) e te la propongo esattamente così come mi e' venuta; e premetto che non mi aspetto che questo mio pensiero venga recepito per come mi e' venuto di interpretarlo.. ritorno alla famiglia…che potrebbe forse significare un ritorno al "grembo materno"? e questo voler tornare al grembo materno,vuol forse significare a sua volta un desiderio di voler tornare da dove siamo venuti in origine?…facendo pero un percorso al contrario? |
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09-08-2014, 16.48.51 | #17 |
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Riferimento: La mente che sabota.....
"ritorno alla famiglia…che potrebbe forse significare un ritorno al "grembo materno"?
e questo voler tornare al grembo materno,vuol forse significare a sua volta un desiderio di voler tornare da dove siamo venuti in origine?…facendo pero un percorso al contrario?" Senz'altro. Non sono un esperto di Melanie Klein, ma il concetto è analogo. Laddove non si è elaborato il lutto del seno buono, che non può tornare, si è costretti a quello che Nietzsche chiamava spregiativamente "eterno ritorno" e che in chiave psicologica potrebbe significare essere costretti a ripetere coattivamente esperienze negative o stati di blocco vitale. |
10-08-2014, 04.59.57 | #18 | |
Moderatore
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Riferimento: La mente che sabota.....
Citazione:
grazie della risposta! io ci vedo qualcosa che non riguarderebbe solo un blocco vitale..pero come al solito mio tenderai a sconfinare,pero ci voglio provare lo stesso in sintesi riguarda (chiaramente,sempre secondo il mio libero fantasticare.. ) che il nostro,dal momento che siamo in vita,diventa un percorso,che noi possiamo scegliere o meno di fare,o meglio,scegliere se andare avanti e progredire oppure il contrario e regredire…fatto sta che e' una condizione da cui non possiamo sottrarci..oppure in un altra chiave interpretativa,per origine intenderei,il SE' (UNO-Dio) da cui ci sentivamo separati..e quando mi riferisco di percorso al contrario intendo in questo senso,un ulteriore arroccamento dell'IO |
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10-08-2014, 11.39.14 | #19 | |
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Riferimento: La mente che sabota.....
Citazione:
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10-08-2014, 18.09.54 | #20 |
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Riferimento: La mente che sabota.....
"in sintesi riguarda (chiaramente,sempre secondo il mio libero fantasticare.. ) che il nostro,dal momento che siamo in vita,diventa un percorso,che noi possiamo scegliere o meno di fare,o meglio,scegliere se andare avanti e progredire oppure il contrario e regredire…fatto sta che e' una condizione da cui non possiamo sottrarci..oppure in un altra chiave interpretativa,per origine intenderei,il SE' (UNO-Dio) da cui ci sentivamo separati..e quando mi riferisco di percorso al contrario intendo in questo senso,un ulteriore arroccamento dell'IO"
Grazie per la discussione Acquarius. Vorrei chiederti se ho capito bene. In questa tua visione "progredire" significa riunirsi "all'origine" all'UNO-Dio e regredire arroccarsi dell'Io, nella contrapposizione Dio/tutto VS Io/singolo? Pertanto la mente che sabota è quella che si arrocca nel proprio Io? |