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28-05-2008, 15.30.38 | #12 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-03-2008
Messaggi: 70
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Mi rendo conto rileggendomi che nel tentativo di elogiare alcune virtù maschili ho limitato la mia visione all'uomo 'con' e 'per' la donna. Per quanto veda che l'uomo può essere grande a prescindere, e la donna pure, non riesco proprio a immaginarli soli. Ho la sensazione che le due sensibilità, maschile e femminile possano produrre energia solo se s'incontrano, e i modi sono tanti, per fortuna, come ci mostrano i grandi artisti
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28-05-2008, 17.27.13 | #13 | ||||
farabutta
Data registrazione: 05-02-2008
Messaggi: 327
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
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28-05-2008, 17.51.56 | #14 | ||
Utente bannato
Data registrazione: 25-10-2007
Messaggi: 303
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Citazione:
Interpreto la tua frase iniziale “Il conflitto su le diverse opinioni sul valore dei generi non ha senso”, come una conferma – nel caso contrario, mi correggerai – del fatto che, secondo te, non esiste o non dovrebbe esistere una gerarchia di valore tra i due sessi. Se così è - tralasciando le impressioni di segno contrario che, anche personalmente, ho avuto leggendoti da quando sono qui – direi che già si è trovato un punto di mutua condivisione. Per il resto, non so i motivi per i quali alcuni nick abbiano giudicato o travisato i tuoi scritti, ma posso dirti dove, nell’immediato, io osservo un fattore inquinante del “dialogo” di cui si parlava qui e si parla in altri topic: Citazione:
Immaginare di avere qualcosa da insegnare agli altri, per logica concatenazione, significa ritenersi portatori di una visione “illuminata” da elargire nella tenebra di menti offuscate. La condizione di chi “dialoga” con funzioni educative non è condizione paritaria ma presuntamene sovraordinata. Ora, sono dispostissimo a riconoscerti questa funzione superiore – almeno per quanto mi riguarda – laddove essa scaturisca da titoli, riconoscimenti accademici, autorevolezza consacrata pubblicamente ed altre valide ragioni che possano giustificare la tua “pretesa”. In caso contrario - senza intento polemico – non ti sembra che si tratti di una presunzione fuori luogo? |
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27-06-2014, 21.31.31 | #15 |
Nuovo ospite
Data registrazione: 26-06-2014
Messaggi: 1
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
La piu' grande virtu' dell' uomo è la donna. Indefinita fonte d' ispirazione. Filosofi, poeti, cantanti, pittori, operatori di teatro, cineasti e contadini che tra un colpo di zappa e un piatto di minestra vedono il senso della vita convergere nella propria compagna.
Per la loro indiscussa notorietà e introspezione, l' elogio delle virtù maschili è rivendicabile dall' antitesi biologica dell' uomo... la donna. |
29-06-2014, 14.01.37 | #16 | |
Moderatore
Data registrazione: 03-02-2013
Messaggi: 1,314
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Citazione:
Maschile e femminile che altro sono se non i segni di una complementarietà solo alla luce della quale può trasparire il reciproco valore. Una complementarietà focalizzata in modo biologico, emotivo, sentimentale e sociale sul rapporto io-altro ove l'altro è la polarità a me opposta, ma anche il mio modo di sentirmi femminile nel mio manifestarmi come maschio o viceversa. L'elogio della virtù maschile come l'elogio di quella femminile non può dunque essere che elogio di una complementarietà socialmente, culturalmente e psicologicamente riuscita, elogio di un'armonia tra polarità la cui antitesi le richiama e che si realizza nel continuo implicarsi reciproco e non certo nella rivendicazione di una qualsiasi superiorità di genere in stile machista o femminista, comunque distruttiva dell'altro, quanto per riflesso di se stessi in una sorta di egoismo suicida. L'attuale rivendicazione del femminile all'espressione maschile è sia un effetto culturale del progressivo isolamento individuale (che esige l'individuo completamente separato dal suo altro, in un'autosufficienza totalmente illusoria nella sua pretesa di completezza tecnicamente sorretta), sia l'ennesima pretesa maschile di adeguamento ai propri valori dell'intera sfera esistenziale e in cui il nato maschio resta paradossalmente marginalizzato, proprio in quanto la pretesa esige la trasformazione verso il maschile per mostrare la sua piena potenza, il poter fare di se stessi ciò che si vuole e dunque diventare ciò che si vuole (ma in realtà è sempre solo voluto da una necessità che ingloba l'individuo pur celebrandone ipocritamente le istanze, quindi è alienazione mascherata). La donna che si fa aggressiva, vincente sulla concorrenza, razionale, pragmaticamente attiva, conclusiva e spietatamente seduttrice, tanto da apparire erotizzante nella sua indomabile volontà di potenza si riduce a iconografia caricaturale del maschile, di un maschile che ovviamente non può più essere riconosciuto al maschio in quanto tale se non nella fantasia erotica di un femminile rimosso per dovere da entrambi i generi. Così abbiamo uomini caricatura a confrontarsi con donne caricatura in attrazioni"repulsioni caricaturali, ma entrambi fermamente convinti che la caricatura esprima ciò che essi sono, nient'altro che ego ammalati di se stessi in reciproca alienazione, nella pretesa di una totalità individualmente egoistica costantemente illusa, ma sempre negata. Ciò che emerge è così solo la reciproca insoddisfazione sempre ribadita. Ultima modifica di maral : 29-06-2014 alle ore 23.12.01. |
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01-07-2014, 15.36.35 | #17 | |
Moderatore
Data registrazione: 30-08-2012
Messaggi: 335
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Citazione:
Si tratta di una "malattia" difficile da contrastare, di una forza costante che ci spinge verso l' isolamento. Opporsi a questa forza è difficile, specialmente se proprio nello scegliere noi stessi scegliamo ciò che tende ad isolarci (ad esempio la scelta di un interesse come la filosofia). In che modo ci si può difendere? Forse scoprendo il valore, l' importanza, la necessità dell' altro? Ecco quindi la mia domanda: In che modo dipendiamo dall' altro? In che modo ne necessitiamo? |
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02-07-2014, 19.18.49 | #18 |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
X Torchemada
Maral Jangene e altri Il mio "elogio delle virtù maschili" va capito dall'antefatto di sei anni fa necessario per chiarire un fraintendimento di allora. Ero stato critico verso l'uomo privo di una vita interiore, che mai ha imparato certi tratti appartenenti all'"Anima",in senso junghiano, il "femminile" dell'uomo che concede una crescita psicologica e affettiva, di conseguenza abilità alla comunicazione relazionale, intima, all'accoglienza empatica, "materna", che possono innalzarlo a una virilità da "Uomo" e non solo da "maschio" secondo limitati stereotipi di genere che finiscono per condizionare anche le preferenze delle donne. Molte affidabili studiose concordano che la rozzezza fallica fa piuttosto presa sul loro immaginario di genere. Questa consapevolezza li eccita, certi di un consenso se si comportano in un certo modo. mentre una virilità problematica e profonda si dovrebbe s'imparare dalle donne. Oggi si parla tra l'altro della scomparsa del padre, assente in senso fisico e psicologico, dove il normativo patriarcale, vigente fino a alcuni decenni fa, non esiste più. Il paradosso è che nel frattempo si nota un'inversione dei tratti di genere:uomini femminilizzati nel senso peggiore: fragili, deboli, con l'io spento, forse anche a causa di certe dottrine trans personali di un neo spiritualismo simil-orientale che questo insegnano,ma prive di quell'ascetismo che fa parte dei nativi. Si nota anche nei discorsi culturali una predilezione per l'Immateriale evasivo,il prelogico,il mistico confuso.Questa è una mia ipotesi ancora da verificare In seguito ho letto alcune tesi autorevoli dove si conferma l'inesistenza o povertà della vita interiore maschile. Arido analfabeta emotivo anche per radicate abitudini educative, per cui il maschietto deve reprimere le emozioni, concesso solo alle donne. Deve rifuggire tutto ciò che appartiene al mondo sentimentale affettivo.Un uomo capace di una conversazione confidenziale, intima, di sostegno è cosa rara. Nei rapporti amorosi la passione appartiene alle donne, la meccanicità fisiologica agli uomini. L'aspetto cruciale è che non sarebbe nemmeno apprezzata dalle donne perché non coincide con la loro introiezione archetipica dell'uomo ideale, anche se a livello conscio affermano di cercare chi incarni quelle tipiche doti che tutti conosciamo e che appartengono al principe azzurro. Nei rapporti amorosi la passione appartiene alle donne, la meccanicità fisiologica è maschile Molte vetero femministe autorevoli criticano l'avvento di un neo-femminismo che rinuncia a rivendicare la "differenza" di pari dignità, per annullarsi in un unico genere "maschile", di pari diritti e anche comportamenti. Ha fatto scuola la serie "sex and city, di donne molto più emancipate anche per disinvoltura sessuale.Si affianca alle ricerche attuali per cui le doti elettive femminili, empatia, accudimento, relazionalità si attestano sui bassi livelli maschili. arsenio |
14-07-2014, 23.08.21 | #19 |
Nuovo ospite
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Messaggi: 3
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Per me si distinguono tre tratti caratteristici nell'animo umano:
la natura la cultura il condizionamento culturale (mainstreaming) Ovvio che le tre cose si intersecano ed a volte si compenetrano, per cui è difficile in certi casi distinguere tra l'una e l'altra. Però tale distinzione comunque esiste e, dato ciò, si ha che come prima cosa si deve capire che uomo e donna hanno una diversa natura, formatasi nel corso dei secoli dei secoli. Data una diversa natura si hanno diverse capacità e diversi ruoli. Sono fissi ed invariabili capacità e ruoli? Ovvio che no, ma un cane non si troverà mai molto bene ad arrampicarsi sugli alberi. Partendo da questo si ha che la cultura, quella vera, dovrebbe insegnare all'uomo quello che può fare o non fare, senza pagare pegno alla propria natura (cioè senza violentarla) Oggi accade che il condizionamento culturale - terza parte in causa- induca però l'uomo a comportamenti che non gli sono consoni. Ed ecco l'uomo che perde l'identità, ecco che è "convinto" che la donna sia come lui (gli uomini e le donne sono uguali) ma poi impazzisce per quelle sottomesse; oppure ancora, peggio, si dà al femdom, etc, etc. Questo si ha quando il condizionamento culturale stride in maniera evidente, netta e abnorme con le regole naturali, che pure permetterebbero una certa "flessibilità". Tutto ciò, infine, per me non accade per caso, ma è frutto di una strategia ben meditata volta ad ottenere precisi risultati nelle masse. Ebbene si: sono un complottista. |
15-07-2014, 18.00.54 | #20 | |
Ospite abituale
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Riferimento: Elogio delle virtù maschili
Citazione:
Ok, con qualche precisazione. Natura = eredità biologica, patrimonio genetico, tratti di genere umorali-innati e in parte educativi appresi. Cultura =la storia di ognuno,in particolare i vissuti: l'ambiente familiare, modelli e credenze assimilate, istruzione scolastica, esperienze significative, amicizie, relazioni con persone importanti per la nostra formazione, ecc. Oggi alla luce delle neuroscienze e ultimi strumenti,non hanno senso le dispute tra innatisti e ambientalisti. Natura e cultura, nel senso succitato, si condizionano a vicenda. La parola stessa ha effetti sulla plasticità cerebrale durante tutto l'arco di vita. Gli educatori, gli analisti, gli psicologi dell'età evolutiva ancora indicano nella madre una figura insostituibile specie durante i primissimi anni. Quindi personalmente, mi lascia perplesso il caso dei due genitori dello stesso sesso. omosessuale. Opportuna, viceversa , in certe situazioni, dove l'altro genitore manca, uno scambio adattivo di ruolo: es. il maschio che educa ai sentimenti, la donna assertiva che addestra ai rischi della vita,e che rafforza l'autostima spesso nelle femmine carente. La donna facile preda dei femminicidi ha diverse origini da quella sottomessa di un tempo. Scambia le botte per attenzioni amorose, convinta di trasformare l'uomo,subisce un certo fascino equivocando su certi tratti maschili, ripete schemi appresi in famiglia e legittimati: spesso il padre massacrava la madre, eppure … a suo modo l'amava, ecc. La donna sottomessa è una figura obsoleta, fa parte di una cultura patriarcale da decenni scomparsa. Era l'angelo del focolare,macchina riproduttiva,la massaia,a cui si negava il piacere sessuale, ecc. Diverso l'uomo ( e padre)attuale assente,narcisista patologico, che esige un possesso oggettuale e incondizionato della partner, un corpo che contenga il suo organo sessuale,e non tollera nessun abbandono. Non esiste un rapporto di uguaglianza. L'Italia è il Paese più maschilista sessista e misogino. Condizionamenti di massa, in tale ambito,non ne vedo. Può essere che l'industria dei cosmetici abbia promosso il metrosexual di qualche anno fa. L'uomo ( non gay) consumatore di creme, profumi, massaggi, lampade abbronzanti,ecc. L'uomo che vede un sostituto del potere fallico nell'automobile potente. Ciaociao arsenio |
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