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23-01-2008, 15.20.32 | #5 |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-01-2007
Messaggi: 50
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Riferimento: La parola è farmaco e veleno
Caro Arsenio,
grazie per le risposta ! Hai iniziato un nuovo 3d sull’auto conoscenza in cui scrivi: “Con l'introspezione, viaggiando nel mondo interiore, indagando i nostri comportamenti; attraverso il dialogo intrapsichico e le parole usate e più frequenti che ci tradiscono; sapendo distinguere l'assoluto dal relativo, il reale dall'illusorio e dai sogni, ecc.ecc.” Vorrei tornare "sulla parola”: come si fa a dare il reale significato alle nostre parole se non si ha una guida (per es. analista) che sappia leggerle per noi? Come acquisire questa conoscenza? Se non ricordo male, in altri tuoi interventi hai riferito di come il tenere un diario possa essere un mezzo di auto conoscenza. Non avendo letto tutti i tuoi 3d forse mi è sfuggito, o forse non ne hai ancora parlato e ti vorrei chiedere: “Pensi ci sia differenza tra il significato della parola parlata e di quella scritta? E’ possibile analizzare una persona attraverso i suoi scritti? Certo sarebbe molto più difficile, visto che non ci sarebbe la possibilità di analizzare gli artefatti e la postura del corpo” Sottolineando che per me è un piacere leggerti (molto più difficoltoso e stancante scrivere) aspetto che tu prosegua con l’elenco delle emozioni e sentimenti negativi. Maura |
25-01-2008, 16.13.21 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: La parola è farmaco e veleno
Citazione:
Grazie a te, cara percaso.Fa piacere scoprire di avere una lettrice occulta che comprende e ricava qualche spunto di riflessione, anche se per il momento non interagisce. |
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25-01-2008, 16.15.08 | #7 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 01-04-2004
Messaggi: 1,006
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Riferimento: La parola è farmaco e veleno
Citazione:
Cara maura, alcune peculiarità della scrittura, in breve: Funzione autoespressiva. Lo scrivere soddisfa il desiderio di esprimersi per sé, mette in rapporto con la nostra stessa mente favorendo introspezione, percezione della propria vita interiore,analisi di esperienze. Nel suo momento espressivo permette al soggetto l'opportunità di definire il suo orizzonte di valori e può avere anche una funzione catartica. Funzione comunicativa. Ci si esprime per gli altri facilitando loro la comprensione del nostro linguaggio. Funzione cognitiva. La scrittura diventa strumento che ordina esperienze, argomenti, problemi; che fa conseguire obiettività, precisione,coerenza. Allarga la possibilità del pensiero. Priva di espressività facciale, gestuale, tono di voce, ecc. Tende ad essere formale rispetto al parlato informale. Nel parlato si è esposti alle reazioni imprevedibili dell'ascoltatore che può interferire. La conoscenza della caratteristiche del destinatario influenza l'emittente. Specie se il destinatario è unico. Lo scrivere può essere pure associato a destinatari indefiniti e sconosciuti. Si può definire lo scopo: scientifico, confidenziale, argomentativo, ecc. Le esigenze salienti dello scritto sono la necessaria progettazione e argomentazione che deve precedere il lavoro di composizione, e la possibilità di ripetute correzioni che eliminano le imperfezioni del discorso di getto tipico del parlato. Lo scritto non è la sua trascrizione, dev'essere più controllato, più ordinato, ma non per questo artificioso o poco comunicativo. Non si sa molto sui meccanismi della scrittura. Sembra che sia possibile passare direttamente dal significato al segno scritto senza prima produrre internamente il messaggio sonoro per poi trascriverlo. (cortocircuitamento). Non saper scrivere significa limitarsi a riportare il proprio modo di parlare, ignorando la specificità della scrittura. Accresce la possibilità di comunicazione e potenzia le capacità cognitive (memoria esterna , pensiero razionale controllabile,possibilità di pianificare,di ragionare su cose astratte,di fissare regole. La scrittura, strumento del pensiero, offre vantaggi per ogni problema o esercizio di natura intellettuale. (capire, analizzare un fenomeno, un testo, formulare punti di vista, risolvere problemi, ecc. ) E' mezzo di comunicazione sempre passibile di elaborazione. Ma non se ne ignori l'aspetto cognitivo e sociale . Ha più parole astratte, privilegia determinati termini; si potrebbe parlare di uno specifico “lessico scritto”. L'autobiografia caratterizza la stessa psicoanalisi che si basa sul racconto del paziente e sulla scrittura del terapeuta, in una relazione di tipo affettivo. Alcuni scrittori sono i veri scopritori dell'inconscio (Proust, Kafka, Svevo, ecc.). L'uomo ha bisogno di scrivere per appagare quei desideri che la realtà frustra, inventandone una sostitutiva più appagante. La scrittura può elaborare un trauma,un affetto, un'angoscia, una perdita che prima deve venir accettata. Si guarisce una sofferenza a patto di non fuggirla e sperimentandola pienamente. Si arriva a pensare che solo ciò che viene scritto ha un senso. Si sottrae la propria vita al caso dando significato al proprio dolore, annullando l'impressione di aver sprecato la propria esistenza. Zeno (Svevo) dice che gli sembra di aver vissuto solo la vita descritta e idealizzata. La scrittura del ricordo rende più intense e vere le nostre emozioni liberamente estrinsecate, rivela il conscio e l'inconscio e affiorano cose mai pensate. E' utile per sentirsi un soggetto che ha vissuto e scopre l'unicità di se stesso e la sua identità. Se il linguaggio influenza il pensiero – concetto base della psicoterapia cognitivo-comportamentale,sarebbero da evitare parole negative e autocommiseranti. Ed ora ... scrivi un tuo ricordo. Bastano anche trenta righe. E' utile tenere un diario autoesplorativo Come suggerisce Hillman,analista junghiano, nel saggio “La forza del carattere”,addirittura intorno alla mezza età, per sapere chi si è stati veramente e a quali mete e conclusioni si è pervenuti. Altro esercizio può essere l'autocaratterizzazione: invito a descriversi con un breve bozzetto in terza persona come se si scrivesse a un amico benevolo che ci conosce molto bene. Le interpretazioni possono essere a vari livelli. Per una psico-analisi profonda dello scritto ci vuole un professionista. Esperto in teorie delle letture autobiografiche, con un certo distacco , per non proiettarvi propri conflitti. Dovrebbe essersi sottoposto, direi, all'analisi didattica. In un situazione narrativa di autoracconto parlato, si usa la tecnica della riformulazione oggettiva,sintetica,a “specchio”,collaborando per ottenere autochiarificazioni reciproche, per facilitare riflessioni sulle proprie visioni del mondo, su certe distorsioni. Senza interventi diretti,lasciando conclusioni,soluzioni, scoperte, al “narratore” . Nello scritto si potrebbe tentare qualcosa di analogo. Oppure accontentarsi di autoletture ugualmente utili. Per le emozioni negative accennerò ancora all'analisi cognitiva. Di cosa si tratta, senza pretese di esperienza esaustiva. |
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25-01-2008, 16.30.12 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-08-2007
Messaggi: 603
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Riferimento: La parola è farmaco e veleno
Caro Arsenio,
con te mi capita spesso di lasciare i discorsi a metà... questo perché le tematiche che proponi meritano molta attenzione ( come già ti dissi una volta ) e coinvolgono questioni importanti... e purtroppo, a causa della poca disponibilità di tempo che ho, non riesco ad intessere un dialogo più accurato con la tua persona (alla quale, tra le altre cose sono anche affezionata ), così come mi piacerebbe... Le parole, sono uno strumento potentissimo... ultimamente ho avuto occasione di constatare che nel virtuale assumono ancora maggior potenza, essendo la forma espressiva per eccellenza che si manifesta in esso... la loro forza si amplia... in modo spropositato alcune volte... e gli effetti, positivi-negativi, che ne derivano, vanno di pari passo con tale forza.. Sto imparando che occorre una buona dose di "consapevolezza" anche nell'assemblare una parola dietro l'altra... per questo, alcune volte (come mi è capitato anche personalmente), si causano cospicui danni... La parola è un'arma a doppio taglio... caro Arsenio... badiamo bene a come "parliamo". Con rinnovato affetto ed immutata stima nei tuoi confronti... |
26-01-2008, 10.16.29 | #10 |
Ospite abituale
Data registrazione: 27-06-2007
Messaggi: 78
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Riferimento: La parola è farmaco e veleno
condivido molto di ciò che hai scritto.
la parola è farmaco e veleno, costruzione e distruzione. il risultato dipende da tre fattori: chi parla-chi ascolta-o da entrambi. il risultato dipende anche dal contesto. è la verità che fa la differenza. ma sono sempre discorsi che andrebbero ad occupare spazi infiniti, riassumerli e sintetizzare con un semplice commento diventa impossibile. cercare di capire con l'empatia è un compito molto arduo, specialmente per chi si riempie la bocca con questa parola " empatia" pensando di capirne il significato. molti professionisti la usano, pochi correttamente. cordiali saluti daria |