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09-01-2008, 13.34.23 | #23 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perchè viviamo?
Principalmente vivere é una grossa parola,a prescindere che vivere nel vero senso della parola corrisponde a assaporare ogni piccola esperienza che la vita ti dà,farsi un idea chiave del concetto di "normalità" generale che influenza il nostro vivere in modo conscio e inconscio.Il vero vivere corrisponde a trovare se stessi in una giungla di affermazioni e descrizioni che ci allontanano anni luce dalla vera sorgente che siamo noi.Quindi deduco che il vero vivere é conoscere se stessi e di conseguenza ci si presenterà a noi il mondo cosi come é in origine senza illusioni o distorsioni mentali....allontanasi dalla solitudine che genera noia impedisce l'abbracciare se stessi...una volta che si ha un idea che infondo viviamo grazie ad un equilibrio di cui tutti noi ne facciamo parte,una volta assoporata la realtà che stà in noi stessi,ci avviciniamo a gli altri con il cuore,unico motivo per cui noi viviamo,rendere ogni individuo felice con la parola e con qualsiasi altra forma di comunicazione a noi possibile......renderlo consapevole che siamo uno,siamo tutti uguali nel profondo....
vivere per il prossimo,illumina se stessi... |
09-01-2008, 14.59.08 | #24 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perchè viviamo?
Citazione: Daniele Tolu
Principalmente vivere é una grossa parola,a prescindere che vivere nel vero senso della parola corrisponde a assaporare ogni piccola esperienza che la vita ti dà,farsi un idea chiave del concetto di "normalità" generale che influenza il nostro vivere in modo conscio e inconscio.Il vero vivere corrisponde a trovare se stessi in una giungla di affermazioni e descrizioni che ci allontanano anni luce dalla vera sorgente che siamo noi.Quindi deduco che il vero vivere é conoscere se stessi e di conseguenza ci si presenterà a noi il mondo cosi come é in origine senza illusioni o distorsioni mentali....allontanasi dalla solitudine che genera noia impedisce l'abbracciare se stessi...una volta che si ha un idea che infondo viviamo grazie ad un equilibrio di cui tutti noi ne facciamo parte,una volta assoporata la realtà che stà in noi stessi,ci avviciniamo a gli altri con il cuore,unico motivo per cui noi viviamo,rendere ogni individuo felice con la parola e con qualsiasi altra forma di comunicazione a noi possibile......renderlo consapevole che siamo uno,siamo tutti uguali nel profondo.... vivere per il prossimo,illumina se stessi... Carissimo Daniele, Condivido pienamente ciò che tu esprimi, con la tua buona dialettica sei riuscito ad esporre chiaramente ciò che io intendevo. Vorrei anch'io destreggiarmi come sai fare tu. io purtroppo ho sempre il timore di di non riuscire a farmi capire,od ancora peggio,di essere frainteso. Mille grazie espert37 |
09-01-2008, 16.05.03 | #25 |
Ospite abituale
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Riferimento: Perchè viviamo?
Carissima Veraluce, ancora una volta,la mia imperdonabile irruenza mi fa notare di essermi espresso non nel modo giusto, anzi completamente sbagliato, per cui mi correggo.
Nelle domande e risposte da te rivolte a ZioZen mi è sembrato di intravederci una ricerca di affemazioni,in special modo alla tua convinzione di poter essere felice in questo mondo, anche priva del tuo prossimo.Se così,pensando a questo tuo novello dubbio, la mia felicità nel notare che i miei consigli non sono caduti nel vuoto.dal fatto che almeno ti hanno fatto riflettere.Tutto quì,lungi da me il pensare a difese da qualche ipotetico attacco anche ideologico. Sono nuovamente a chiederti scusa.Ciao espert37 |
09-01-2008, 17.25.53 | #26 |
Ospite
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Riferimento: Perchè viviamo?
Citazione da veraluce
Ciao e benvenuto ZioZen! Vorrei porgerti una domanda, giusto per capire un pò di più... secondo te la costruzione, l'esplicarsi di una armoniosa relazione con gli altri non origina da un equilibrato rapporto con sé stessi? Ovvero, mi spiego meglio: non è importante saper star bene da soli, per poter intessere equilibrati rapporti interpersonali con gli altri? Grazie, bentrovata. E' una domanda spinosa. Personalmente divido il rapporto interpersonale e intrapersonale solo a livello razionale, per comodità. Ma nel mio vissuto, tutto va di pari passo. Stare bene con se stessi può anche voler dire stare bene con alcuni e non a proprio agio con altri. Altrettanto stare male con se stessi, ci fa intessere buoni rapporti con taluni, difficili con talaltri. E con una stessa persona a volte abbiamo un rapporto più collaborativo, a volte più conflittuale. A volte il conflittuale è proprio con un senso distruttivo, a volte invece può essere costruittivo...dipende. Certamente una situazione personale che va più verso la gioia ha più quel tipo di direzione, come una situazione depressiva ha più quel tipo di direzione. Io lo intendo come un cerchio senza un inizio: stare bene con se stessi perché si sta bene con altri, ma anche stare bene con altri ci fa sentire bene, e viceversa. E poi, questi rapporti sono a volte mutevoli. Con persone con cui stavo bene una volta, oggi non ci trovo più affinità. Con altri si è approfondito qualcosa che una volta appariva più superficiale. Per me i rapporti e le relazioni sono un divenire, costantemente. Ad esempio, quando si leggono i testi antichi cinesi, non c'è mai scritto che un saggio ha le emozioni equilibrate (leggi COSTANTEMENTE equilibrate); quindi che non prova rabbia, o sofferenza, o che è in uno stato COSTANTE di serenità interiore, di beatitudine. C'è scritto, invece, che il saggio prova tutte le emozioni di un essere umano, ma attraverso una pratica costante riesce velocemente ad equilibrarle. L'equilibrio, per quanto mi riguarda, è come il muovere il bastone di un equilibrista che cammina su un filo. sono piccolissimi spostamenti un po' di qua, un po' di là. Non è l'equilibrio statico di una bilancia, in cui non c'è movimento, ma è proprio l'adattamento al movimento che crea l'equilibrio. Nella mia esperienza personale mi ci ritrovo perfettamente. Citazione da veraluce E vorrei esprimermi sulla "noia"... (mantenendo ovviamente tutto il rispetto per la collaborazione umana...) Secondo me la vita è noiosa quando siamo noiosi noi... quando sono i nostri occhi che non sanno trovare "bellezza" in ciò che guardano, etc... gli altri non sono qui per soddisfare il nostro bisogno di essergli utili, di fargli da "infermieri" morali o psicologici... non sono qui per alleviare la nostra noia... Dovrei pensare che se naufragassi su un'isola deserta la mia vita non avrebbe più dignità soltanto perché sarei sola? I nostri bisogni pseudo-altruistici non sono il senso della nostra vita... almeno non della mia... se aiuto qualcuno non penso che lo faccio per soddisfare un bisogno o per provare un piacere personale o per non annoiarmi... innanzitutto non lo sto neanche aiutando, ma compio delle azioni che nascono spontaneamente... senza fine o scopo, ma come modo naturale di essere... Ci piace quando ci sentiamo le guide degli altri, quando facciamo la parte dei salvatori... invece se facciamo qualcosa per qualcuno gli diamo solo ciò che è già suo... tu come la pensi ZioZen? Ho usato il termine "noia" impropriamente, chiedo venia. Ho immaginato spesso di essere solo, ma proprio solo, io senza niente. Senza persone con cui parlare o da ascoltare, senza un terreno su cui camminare, senza un sole che ti riscaldi, senza un mare da contemplare, senza un tramonto, senza un bosco, senza aver avuto intorno mai niente, niente di niente. Risultato è che non saprei da cosa posso imparare, e mi sentirei io stesso niente. Anzi, forse nemmeno mi sentirei niente, perché non avrei avuto nulla che mi insegnasse cosa è il niente. Forse non sarei nemmeno sopravvissuto. Forse, ma non posso saperlo, non l'ho mai sperimentato. Voglio dire che il valore di noi stessi non è staccabile dal resto del mondo, ed il nostro valore è solo in base alle relazioni che abbiamo con tutto ciò che ci circonda. Dalla sedia su cui sono seduto, ai piedi che ho per terra, alla tastiera su cui digito, allo schermo, al forum, a tutti voi, alla sigaretta che fumo e anche oltre, molto oltre, sia come spazio che come tempo. Credo tu dica parole sagge: tutto è come io lo percepisco, e come mi ci rapporto, di conseguenza. Io credo che i rapporti altruistici debbano manifestarsi sempre in un rapporto circolare, e questa è una condizione interiore; l'altruismo è solo un rapporto unidirezionale. Io do, ma anche ricevo. Abbraccio, e mi torna indietro il piacere di essere abbracciato, ma anche di abbracciare. Questo anche se non sono corrisposto. Ci sono rimasto male se non mi è stato corrisposto, ma sono contento comunque di aver abbracciato. Non per essere un infermiere morale o psicologo, ma semplicemente perché riceviamo e diamo, costantemente diamo e riceviamo. E a volte si dà senza che l'altro ci ripaghi, ma ciò che ci torna indietro è il solo, semplice piacere di aver dato...ed è un modo anche questo di ricevere, e sentirsi appagati. La vita stessa ce lo insegna. E' una regola naturale che si inspiri e si espiri. Ricevere e dare. Se poi diventa spontaneo, credo sia la massima espressività di ciò che si chiama "cuore". Ma non per questo non posso ragionarci a posteriori, sia sulla semplicità che sulla spontaneità. E mi trovo sempre qualcosa che mi dice che esiste una richiesta di dare e ricevere. L'intenzionalità è un campo molto vasto, intrigante da sondare, e sono lontano dal volerla annullare, non è la mia storia, e la voglio continuare a sperimentare. Così come ci sarebbe da chiacchierarsela sui vari significati di "spontaneità", come la intendiamo e come la attuiamo, sulla spontaneità del bimbo, del vecchio, di chi è spontaneo ma rozzo, di chi ha acquisito la spontaneità attraverso una pratica e un'abilità. Citazione da veraluce Per te è stata una scoperta il dedicare la vita agli altri... per me (e non soltanto per me) invece è stato diverso... questo per dire che magari si è sin da piccoli predisposti a dare sé stessi in ogni senso, e poi ad un certo punto della vita ti accorgi che sei tu che sei così... come per dire dalla "nascita"... per cui non c'è punto d'arrivo per una nuova partenza... ma c'è solo un punto di partenza... ...non può essere anche così? Si certo, si potrebbe dire che tu sei così, o anche che ci sei divenuta "così"...chissà. Si può parlare di vari punti di vista, di karma, di vite precedenti, di incontri "fortuiti", di direzioni più o meno consapevoli, di un tipo di educazione piuttosto che un altro, di alimentazione mediterranea che, magari, rispetto ad una alimentazione mc donald ti ha portato a fare un certo cammino piuttosto che un altro, rispetto a ciò che potevi essere, etc. etc. etc....si può parlare di tante cose e vederle sotto tanti punti di vista. Ognuno di noi è unico e irripetibile, figuriamoci le relazioni che instauriamo con qualsiasi cosa nella nostra vita...mi vengono le vertigini solo al pensarci... |
09-01-2008, 19.50.17 | #27 |
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Riferimento: Perchè viviamo?
Ho poco tempo a disposizione... e non so quando mi ricollegherò al forum, mi scade l'abbonamento stanotte... comunque ci tenevo a dire due cose:
Per Espert37: Non ti scusare più con me... non hai niente di cui scusarti, credimi... sei spontaneo e onesto e ti mostri apertamente per quel che sei... ti sei spiegato e ti ho capito, e so che anche tu ti stai impegnando per un vero dialogo... come ti ho già detto in altre occasioni, anche a me capita di essere impulsiva... il tema che hai qui proposto poi, è molto "delicato", e quindi è normale che ci senta "coinvolti"... Con stima immutata Per ZioZen: Ho potuto soltanto dare una veloce lettura al tuo post, che sicuramente rileggerò con più meritata attenzione appena ho occasione... nel frattempo posso solo ringraziarti per avermi risposto con pazienza... Buona serata a tutti... ! |
09-01-2008, 21.19.45 | #29 | |
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Riferimento: Perchè viviamo?
Citazione:
Scusa se te lo dico ma tu pensi forse un po' troppo in termini antropocentrici. E' vero che l'uomo ha qualcosina in più risposto agli altri esseri, ma questo non é solo un problema, ma anche un dono staordinario. E questo perchè forse al creatore della vita, chiuque esso sia, interessava che l'uomo vedesse e conoscesse i misteri del divino. Per i cristiani Gesù è sceso per dire a tutti che Dio ama l'uomo in maiera folle, totale, al punto da sacrificargli l'unico figlio. Quindi il cielo vuole con ardore che l'uomo veda e sappia ogni cosa. Nella tradizione taoista, il divino, cioé la via, il Tao, la verità, la vita, ha posto tra cielo e terra l'uomo. Nel fluire infinito delle cose, ci sta l'uomo, ed al centro del suo petto spiritualmente e fisicamente si fondono le realtà del cielo e della terra. Tutto questo perché Dio vive ogni istante con noi, e dunque ogni istante noi viviamo la vita di Dio. Ogni istante. Vivere la vita di Dio. qua devo fermarmi: l'emozione mi costringe a riflettere in me. Baci feng qi |
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11-01-2008, 02.08.34 | #30 | |||
Ospite abituale
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Riferimento: Perchè viviamo?
Citazione:
Torno sul forum dopo 5 giorni, ma torno. Ti ringrazio per aver capito e avermi risposto. Citazione:
Del catechismo ricordo “Dio è in cielo e in terra e in ogni luogo” e io bambina vivevo con il terrore di far peccati (mangiando di nascosto la marmellata!?) e di essere poi punita e di finire all’inferno. I miei genitori obbligati ad aderire alla religione Cattolica nell’infanzia, l’hanno abbandonata poi da adulti. La mentalità cattolica di quei tempi basata sulla colpa, la punizione, il peccato, l’inferno devono aver lasciato qualche traccia nel loro e nel mio modo di pensare,tanto che avevo (secondo me) ereditato questo malessere di sottofondo nei confronti della morte e dell'ipotetico nulla. In quel periodo non si sentiva parlare tanto di religione orientali e i concetti che riporto di sotto erano completamente sconosciuti nel’ambiente in cui vivevo: Citazione:
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