Utente bannato
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Riferimento: Psicologia di un trauma
Ciao Mr Bean. Ho letto il tuo post, e ne ho anche parlato con un amico, di cui magari mi hai già sentito parlare (forse), che si chiama Vito.
E’ accaduto l’altra sera, dopo il lavoro. Un lunedì sera a Milano, in un contesto tranquillo, adatto a fare due chiacchiere, possibilmente pensate il giusto.
Vito parla senza preamboli. Certe volte – dice lui – “in maniera brutale”.
Una volta mi ha pure detto: “penso che la verità stia in poco posto”.
Non ha un carattere facile. E' indigeribile. “Con le donne poi…” dice lui “non mi sopportano”. Una volta, per descriversi, diceva di sé: “una persona scomoda, difficilmente gestibile, un “rompica..zzo” per usare un’espressione poetica”.
Vito però ha anche dei talenti notevoli.
Scrive con uno stile, una sintesi e una gradevolezza formidabili.
E poi esplode dei pensieri, delle immagini, che spesso sono sorprendenti (magari anche per lui; certamente lo sono per sua mamma, che qualche volta capita che nemmeno lo riconosca..).
Diciamo che, in sintesi, Vito non ha bisogno – né vuole – vendere un bel niente. Dice quello che pensa.
Si può ben essere in disaccordo con lui. Ma è uno forte, e sincero direi.
L’altra sera abbiamo parlato, dicevo sopra. E anche l’altra sera mi ha detto quello che pensava. Così ho fatto io con lui, parlando di tante cose, compreso quello ci che ha scritto Mr Bean.
Poi, il giorno dopo, ha indirizzato a me e a qualcun altro una mail. Questa qui sotto, che - mi pare - può stare qui, nella discussione aperta da Mr Bean.
“Io per lavoro sono sempre a contatto con la sofferenza.
Essa, per necessità o per virtù, è diventata una mia conoscente.
Se non puoi sconfiggere il tuo avversario alleati con lui, diceva qualcuno..
Detto, fatto.
Parlando con lei (in senso lato, non sono ancora arrivato a quel punto di follia) mi ha spiegato, lamentandosene, di quanto è grandemente sottovalutata in confronto a sua sorella, la Felicità.
Mi ha raccontato che spesso il suo lavoro è frainteso e snaturato del suo reale valore.
Essa opera per l’Uomo, ma da questi non è degnata del minimo sguardo di apprezzamento a differenza della sua germana che (un po’ zoccola) è corteggiata da tutti ma non si concede mai a nessuno, se non per dei rari momenti assai fuggevoli.
Il dato cui sono giunto, grazie ad una certa frequentazione con la Sofferenza e le chiacchierate fatte con lei la sera, magari con un bicchierino di quello buono in mano, è che Lei unisce veramente gli uomini più della felicità. Appare un paradosso, ma vale la pena di rifletterci.
In fondo in fondo essere felici, innamorati, contenti, soddisfatti ci rende un po’ egocentrici, fateci caso. E anche un pochino stronzetti (se proprio volessimo sottilizzare) con una leggera “nuance” di rincoglionimento.
Quanti amici appena trovano la fidanzata si defilano e si squagliano come un gelato sotto il sole d’agosto, quanti stimatissimi rapporti lavorativi sono amputati da un’inaspettata promozione…analizzate, cercate nella vostra esperienza, fate questo piccolo sforzo di memoria…Sarete ampiamente ripagati alla fine di questo scritto, altro che Conto Arancio!
Nel godere il nostro piacevole senso interiore di felicità, la nostra attenzione è fortemente chiamata altrove.
Apparentemente, esteriormente, siamo aperti, ma dentro cosa succede? Veramente, cosa accade?
Gli opposti si devono sostenere, questa è una legge di vita.
Se esteriormente sono raggiante domandatevi: “Ma l’ombra dove è andata a finire?”.
Dentro.
Dentro siamo chiusi nel nostro piacere, come a contenere questo sentimento dolcissimo, che però si ha sempre paura che fugga.
No, mi si dirà: “La felicità è condivisione!”
E’ principalmente uno slogan, rispondo secco; e’ così solo in misura minore, ve lo dico, è solo apparenza.
Osservate cosa succede dentro, quando siete felici e poi mi direte, ma mi sa che non è facile. Poiché i momenti di consapevolezza non si accostano volentieri ai momenti di felicità.
Provate a esseri consapevoli nell’orgasmo, de-identificatevi, mica è facile…
E invece osservate con quanta facilità la sofferenza rivolge la luce dentro di noi, di come apra le porte del senso di umanità, della comprensione che ci avvicina alla compassione.
E’ un’occasione, certamente, tutta da realizzare; non è mica automatica.
Va un po’ fatta fermentare, senza fretta.
In fondo ci è compagna sin dall’inizio del mondo.
Apparentemente sembriamo chiusi, musoni, bui ma guardate come si diventa attenti…dentro si ha un’esplosione verso l’interno e poi verso l’esterno.
Notate come ogni cosa ci tocchi come un chiodo su un nervo scoperto, come il sale su una ferita.
Vedete dunque come ci si drizzano le orecchie, quando uno parla, quanto ci coinvolga il vivere interiore del nostro prossimo, quanto ci commuova una musica, un profumo, un’opera d’arte.
Quanto comprendiamo, finalmente, cosa realmente conti nella nostra porca vita.
L’apparizione al mondo è di chiusura, ma in definitiva si diventa un enorme orecchio, molto più grande di quello del dottor Spock.
Un occhio più indagatore di quello del Grande Fratello (di Orwell naturalmente, non quello della Ventura).
I nostri sensi sono divengono “allertati” come la Protezione Civile, quando piove in Calabria.
“Anche le persone che soffrono sono terribilmente egoiste” mi dice quel signore in fondo alla fila con la mano alzata.
Sai che notizia! Dire che uno è egoista è come dire che il naso è in mezzo al viso, un’ovvietà.
Trovatemi uno non egoista e io vi regalo la mia collezione di Satanik del 71’…parola.
Chi soffre arriva con i propri guai, i dolori, le malattie e vuole solo liberarsene, per tornare di corsa a fare shopping.
Verissimo! Comportamento che più egoista di così non si vede.
Non comprendono, però, quasi tutti, che non vi è guarigione senza cambiamento.
E non siamo forse tutti sempre ammalati?
E la vostra anima è sana?
A molti interessa essere curati, ma non vogliono guarire, vogliono essere sempre loro stessi. Ovvero i peggiori nemici della propria Salute.
Questo è quello che si vede, ma sotto cosa accade?
Non è un problema di egoismo o altruismo, ma di cosa è funzionale alla nostra comprensione, espansione e raffinazione, (lo dice sempre il mio benzinaio: “È un problema di raffinazione” ..).
Permettetemi, come novello Virgilio, di accompagnarvi nel vostro personale Inferno, non solo quello di chi sta male veramente, di chi combatte davvero da solo con i propri traumi, la propria disabilità, centimetro per centimetro, per la riconquista di ciò che è suo…venite anche voi nel vostro Inferno.
Pure tu che fai finta di essere capitato qui per caso a leggere questa pagina, dammi la manina e se vieni… vedrai.
Sempre che tu abbia le palle per tenere gli occhi aperti.
Ora che abbiamo deciso di andare in gita assieme si parte.
Dove andiamo?
Si va, amici, a trovare la mia amica. E’ anche la vostra amica.
Lei è una grandissima, ci abbraccia tutti e mentre noi disperati malediciamo i nostri giorni infausti, Lei è lì che piange con noi, ma non per gli stessi motivi.
Poveri mendicanti che siamo, ci dona la più grande ricchezza del mondo e noi ci sentiamo ugualmente poveri, ecco il dono: il vero amore, di amare la vita, tutta però e di stringerci vicino come i pinguini in marcia verso il sole nella notte polare.
Ognuno deve camminare per se stesso e tutto si paga, ma quanto è bello sentire il calore di chi magari per un pezzo di strada ci sta accanto, possiamo sentirlo?
Possiamo sentire quanto freddo patisce? Quanta fatica a volte faccia per un altro passo?
Perché lui è noi, semplicemente.
Una verità breve, mica indolore”.
Le cose che ha scritto nella mail, Vito le diceva l’altra sera, proprio quando io e lui parlavamo di quel che ha scritto Mr Bean.
Mi piaceva l’idea di mettere in contatto per un attimo Vito e Mr Bean qui, approfittando del Forum.
Spero di non essere stato di disturbo.
Se è così, me ne scuso.
Ciao da me e da Vito.
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