Cara Alessandra, cara Irene e cara Paola,
leggere la vostra esperienza è stato -lì per lì - un bel cazzotto al centro dello stomaco della sottoscritta: di quelli che ti tolgono la facoltà di respirare ed annullano ogni capacità di alimentarsi !
Insomma è stato -per me- mettere il dito nella piaga! Non ho messo nulla tra le virgolette poichè il dolore profondo sconvolge ogni parte di noi -come ogni sentimento profondo ,spiritualità e materia più tangibile diventano/sono tutt'uno.
Io ho vissuto la stessa(simile) esperienza da troppo poco tempo, e così..il 'cazzotto' in pieno petto!
La parte 'peggiore' più istintiva e 'piccola' di me stava/desidera-
va buttare tutto nella 'pattumiera'/darsi della deficiente /sentirsi
solo ed esclusivamente 'tradita'!
La situazione non è così! La domanda che dobbiamo porci è cosa volevamo profondamente da questa persona!
Mi spiego meglio:
io sono sicura che vediamo bene quasi subito chi abbiamo davanti, cosa può darci ,cosa è in grado -nello stato attuale delle cose(la sua 'crescita)- di darci!
Se le cose non sono una 'risposta' immediata al nostro essere ai nostri bisogni, tutto il resto, tutto ciò che viene,il nostro rapportasi a lui(/lei) non sono che un' "investimento" che noi facciamo -aihmè..gratuitamente- sul rapporto!
Ciò che probabilmente facciamo è di anteporre alla persona i nostri desideri,con il risultato di sentirci 'tradite' /scioccate..delu-
se ,amareggiate, 'castrate' persino da una 'risposta' completamente fuori dalle nostre aspettative!!!
Quando voglio comprendere -profondamente- e sul serio mi ricordo e credo profondamente a questo: ogni passo che facciamo, ogni scelta o non scelta, non è che una 'risposta' ad un nostro profondo bisogno! Attendiamo, chiediamo -da ogni cosa che facciamo, da ogni rapporto che instauriamo- una risposta ad un nostro problema profondo non ancora risolto, che solo in quella 'modalità' di rapporto, con quella persona, con ciò che è per noi 'quella perso-
na, avremo la possibilità di individuare, comprendere e quindi 'superare' /risolvere.
Mi viene in mente una frase di Richard Bach nel suo libro "Illusioni"
: " Non esiste
nulla che sia un problema
senza un dono per te
nelle mani.
Tu cerchi problemi
perchè hai bisogno
dei loro doni. "
Questo non significa imparare da ogni esperienza negativa ma secondo me ,cerchiamo 'quell'esperienza' perchè abbiamo bisogno
di superare,comprendere,individua re un nostro problema che solo in quella situazione diventa a noi manifesto e quindi 'risolvibile'!!
Aspettarsi dagli altri 'risposte' all'unisono con la nostra anima è
umano ,ma è chiedere troppo -a volte può succedere ed è bellissimo ed arriva da un'intesa 'spiritualmente' affine e profonda-
ma non credo sia la mancanza di questo a farci soffrire così intensamente !
Penso invece che spesso -e soprattutto nei rapporti che uno vorrebbe d' Amore- desideriamo talmente che sia 'lui' la persona
che vorremmo amare da sentire e vedere tutto attraverso questa
'lente' di 'come-vorremmo-che-sia'.
Se vediamo che questa persona avrebbe la capacità di 'crescere'
decidiamo che -visto che anche lui/lei vuole amarci- è naturale che voglia 'avvicinarsi' e 'crescere':ed è quì che facciamo un'errore di
valutazione!! Uno) Ci sono persone per cui l' "amare" significa tutt'altra cosa che per noi. Due)La volontà di crescere è un'atteggiamento globale verso la vita e può essere 'indotto' ma non 'preteso' ,poichè come atteggiamento non unilaterale non può che essere una presa di coscienza individuale ed un profondo BISOGNO INDIVIDUALE!
Solo con questa consapevolezza possiamo avvicinarci all' 'altro'
vedendolo realmente per quello che è e comprendendo REALMENTE ciò che può o non può darci SENZA FINALMENTE SENTIRCI TRADITI ED ANNULLATI NELLA NOSTRA CAPACITA' AD ESSERE DIVERSI. In quest'ottica possiamo allora valutare ciò che di buono ci ha dato questa persona o ciò che indirettamente è stato 'stimolo' -anche doloroso e devastante- alla nostra crescita personale , alla consapevolezza di profondi conflitti interiori alla possibilità della loro risoluzione.
Io penso che il grande dolore che 'ammazza' sia dovuto al 'consegnare' all'altra persona la capacità di essere o meno
'riconosciuti': 'io esisto come tale se qualcuno 'riconosce' la mia esistenza..' cioè la mia capacità d'amare in quel determinato modo! Ma come posso venir 'riconosciuto' se la 'modalità' non è la medesima?! Ecco la 'trappola',quella 'tela di ragno' che non comprendiamo e dalla quale ci sembra impossibile uscire, liberarsi! Una 'tela' che noi stessi costruiamo quando CONSEGNAMO IL DIRITTO DI ESISTERE AD UN'ALRA PERSONA!
Con affetto.
Gyta
p.s. : attendere lo 'sfilacciarsi' del rapporto non può che portare
ad un'altro identico rapporto.