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14-06-2007, 11.22.09 | #5 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: Tutto quello che pensate (ma non osate dire) del vs. lui o della vs. lei
Citazione:
Non prenderei alla lettera il tono, vagamente scherzoso, del quesito. Noto che spesso, nel forum, si tratta e si discute della incapacità di comunicare nell'ambito del rapporto di coppia. E della incapacità di comprendere l'altro, spesso correlata alle ns. aspettative, fuorviate o pretenziose, comunque unilaterali. Per cui mi sono chiesto, ma ci sarà magari qualcosa dell'altro che intimamente ci fa arrabbiare, e ci rende ciechi e incapaci di vivere un rapporto in modo maturo e, perchè no, duraturo. E se fosse proprio l'insofferenza, ossia l'inc.....zatura, il metro più genuino della ns insicurezza? Niente gossip. Stai tranquillo. Basta non prendere le cose alla lettera...dai che ce la fai! |
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14-06-2007, 12.15.46 | #6 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Io non ho ne una lei ne un lui (par condicio), posso sparlare solo di me stesso.
Vivo la mia esistenza al meglio dei miei limiti, copulando con chi mi va, e in gran misura uso gli altri e sono usato a mia volta, in una splendida meschinità piena di poesia. A volte torno a casa la sera, tutto arruffato e pieno di graffi, come certi gatti mai addomesticati, dopo aver divorato la vita sino all'ultima briciola. Mi guardo nello scpecchio nell'ascensore e quello che vedo riflesso la dice sempre lunga ... |
14-06-2007, 16.42.55 | #8 |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: Tutto quello che pensate (ma non osate dire) del vs. lui o della vs. lei
Credo che ci sia un motivo di fondo per essere arrabbiati con il partner, se lo si ama veramente.
E cioè che lui/lei non ci ama allo stesso modo. Secondo noi ci ama di meno. Possiamo teorizzare molto, elevarci in ragionamenti apprezzabili, ma è una condizione - questa - che abbiamo dentro di noi, e la sperimentiamo così spesso. Non la vogliamo confessare, va beh. Ma è una condizione devastante che abbiamo provato tutti, nitidamente, specie all'apice del ns. coinvolgimento in un rapporto. A ben vedere, assume spesso il sapore della sofferenza, del patema d'animo. Ma - secondo me - se uno si guarda dentro, vede che quella sofferenza (che spesso ci autoassolve in un eroico vittimismo apparente) nasce da una sensazione che la precede, un pochino meno nobile: l'incazzatura. L'arrabbiatura nasce dalla paura. La paura di perdere il nostro amore, che con il suo comportamento non ci tranquillizza mai, tanto lo abbiamo super-valutato, reso necessario. La paura nasce dalla solitudine che ciascuno di noi porta dentro. E fin qui niente di nuovo, direi. Quello che invece mi pare di capire, certe volte, è che l'amore - che è sofferenza apparente, ma che prima è arrabbiatura, che nasce a sua volta dalla paura, dalla paura della solitudine -, si fonda su un dato di realtà che vede la solitudine quale ultimo anello della catena, che non si attacca ad alcun altro anello... sta sospeso da solo, magicamente, drammaticamente. Non c'è mai amore simbiotico, dove entrambi amano allo stesso modo, e non sono "soli". Mai. Se uno ci vuol credere ho paura che si racconta una balla. Non riusciamo a vedere "dentro" l'altro, e a fidarci. Per cui non possiamo che essere soli. L'altro giorno una amica, parlando di una coppia di amici comuni, mi diceva, con assoluta nonchalance, parcheggiando distrattamente l'auto: "ma tra loro due chi sta sotto?" .. "chi sta sotto"?! Non me l'aveva neanche spiegato il concetto di "star sotto", ma l'ho capito al volo, perchè era innato dentro di me. In ogni coppia, c'è uno che tiene al guinzaglio il sentimento dell'altro, e uno che invece ne subisce le angherie. Scusate l'immagine cruda... Non è bello assumere alcuno dei due ruoli in questione. E tutti forse li abbiamo provati entrambi. Finché ci sono qui due ruoli lì, saremo sempre soli con la ns solitudine inevitabile, recitando l'una o l'altra parte, col guinzaglio in mano, o col giunzaglio al collo. E non c'è autodeterminazione o merito. I ruoli vengono da soli, con candida incontrollabile nonchalance. Ognuno si piglia il suo, come il pettorale prima di una gara di corsa. Sul Forum sento spesso parlare, in questi o in altri termini, del superamento dei due ruoli de quibus. Dell'esistenza dell'amore-super, puro, simbiotico, perfettamente equalizzato e reciproco, fiducioso e senza paure. Mi piace ascoltare le vostre parole quando hanno quel suono lì, ma non riesco a crederci. Sono stato troppe volte vittima, e - ahimè - pure troppe volte carnefice. Lo aveva deciso quello che consegnava i pettorali alla partenza, il ruolo mio. Se voi ci credete, vi invidio. Vi ho parlato sinceramente. |
14-06-2007, 17.23.35 | #9 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-05-2007
Messaggi: 43
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Riferimento: Tutto quello che pensate (ma non osate dire) del vs. lui o della vs. lei
La penso come te, esattamente...
mi chiedo cosa regola fin dall'inizio questo equilibrio.., se chi sta sotto ha la possibilità di invertire la situazione... Se forse si nasce o vittima o carnefice... Le volte in cui sono stata carnefice involontario sono state le volte in cui stanca di non sentirmi sufficiente amata ho chiuso delle storie, il quel momento la situazione si ribaltava, ma era ormai troppo tardi... come si effettua il ribaltone???? |
14-06-2007, 17.39.32 | #10 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-05-2007
Messaggi: 61
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Riferimento: Tutto quello che pensate (ma non osate dire) del vs. lui o della vs. lei
Citazione:
Perchè non c'è nessuno a consegnarci i pettorali alla partenza,e siamo noi,con i nostri pensieri,le nostre parole,le nostre azioni,le nostre scelte,a creare la nostra esperienza. Il tuo ruolo lo decidi tu,in ogni momento,e in ogni momento puoi decidere di cambiarlo. |
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