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13-06-2007, 19.41.04 | #22 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Citazione:
Approfitto della tua simpatia, e provo a rilanciare. Supponiamo che, per caso, uno si imbatta in una storia tipo montagne russe, essenzialmente per via della bizzarria del partner. E che ne derivi un classico stato di sofferenza come da copione, da parte dell'uno o dell'altra (più frequentemente, la definita sofferenza è "unilaterale", ossia del partner non bizzarro). Sono cose che succedono: coinvolgimento e partner indolente o imprevedibile o solo str...zo, ma tutti grossomodo possono dirsi coinvolti.. e quell'altro continua a fare lo str...zo. Ecco, in un caso pratico del genere (esco dunque dalle teorie, e mi do alla pratica...) cosa significa mettere in pratica la regola-principio "non soddisfare i nostri bisogni (affettivi,sessuali,materiali, ecc.),e la ns. sterile aspettativa che l'altra persona sia adeguata, a favore del semplice desiderio di esprimere noi stessi (e dunque la nostra affettività,sessualità,ecc.),l asciando lei libera di fare altrettanto"? Significa che per mettere in pratica la regola bisogna scappare? o bisogna star lì magari a soffrire? o bisogna star lì e far finta di non soffrire? o accettare lo str..zo o la str..za così com'è? o altro contegno ancora? D'altra parte, immaginiamo che, sempre per avventura, uno (o una) si imbatta viceversa in una storia un po' piattina, all'inizio coinvolgente, elevante e tutto quel che vuoi, ma poi via via più sciapa, sempre fermo restando il dubbio che possa a un certo punto rinascere nuova linfa ed emozione, visto che all'inizio c'era un reciproco "donarsi", proprio nel senso che dicevi tu? Ecco, di nuovo, in un caso pratico del genere cosa significa mettere in pratica la regola "non soddisfare i nostri bisogni (affettivi,sessuali,materiali, ecc.),e la ns. sterile aspettativa che l'altra persona sia adeguata, a favore del semplice desiderio di esprimere noi stessi (e dunque la nostra affettività,sessualità,ecc.),l asciando lei libera di fare altrettanto"? Significa che per mettere in pratica la regola bisogna lasciar perdere? o bisogna star lì magari gonfi di noia, ma paghi del proprio donarsi? o altro contegno ancora? So che mi stupirai con una risposta imprevedibile, approfittando dell'opzione aperta "altro contegno ancora", che ho messo lì perchè sono buono. ciao ps di vita vissuta: anni fa avevo una fidanzata, a cui volevo una infinità di bene. Una infinità. Ma non ne ero più innamorato. Ma le volevo così bene, che restavo con lei solo per farla star bene, "donandomi" (come dici tu) fino ad annullarmi, in nome del bene che le volevo. Ma tutti però mi dicevano che ero matto. E allora ho dovuto lasciarla. E così non ho rispettato la regola tua, mi sa. Come la vedi? |
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13-06-2007, 21.16.26 | #23 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-05-2007
Messaggi: 61
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Domande interessanti Marco...
Nel primo caso,star lì a soffrire in silenzio sarebbe sicuramente sbagliato secondo me. Peggio ancora fingere di non soffrire:questo sarebbe masochismo puro. Se mi trovassi in una situazione del genere,io per prima cosa ne parlerei con lei,le farei presente il mio disagio,esprimerei quello che provo. E poi vedrei come reagisce....:qui diventa difficile parlarne in astratto perché le possibilità sono pressoché infinite. Considero solo quella più negativa:lei se ne frega altamente e continua imperterrita a comportarsi allo stesso modo. A questo punto ne trarrei le conseguenze:se possibile ridefinirei il mio rapporto con lei (magari trasformandolo in una semplice 'amicizia speciale') in modo tale che le sue bizzarrìe non mi facciano più soffrire,e sennò la lascerei perdere per cercare qualcosa di meglio. Nel secondo caso bisognerebbe innanzitutto considerare se l'afflosciamento del rapporto è vissuto da entrambi oppure no,perché c'è una bella differenza. Se sì,si potrebbe benissimo decidere di comune accordo di allentare un po' il rapporto,mantenere l'amicizia,l'affetto e anche il sesso ma senza più pretendere da parte di entrambi l'esclusiva. Lasciarsi reciprocamente liberi di fare altre esperienze potrebbe rivitalizzare il rapporto,oppure trasformarlo definitivamente in una semplice amicizia:in entrambi i casi andrebbe bene,no? Se invece la cosa non è reciproca - come nella tua esperienza che hai descritto alla fine - la situazione ovviamente è più delicata,ma mi sembra chiaro che stare in un rapporto solo per fare piacere all'altra persona,per quanto amata,si può fare per un po' ma certo non a lungo:non sarebbe onesto,né verso se stessi né verso l'altro. Annullarsi per non ferire un'altra persona non significa donare,ma tradire se stessi (e quindi indirettamente anche l'altro) e buttarsi via. Secondo me la cosa in assoluto più importante in un rapporto,forse l'unica veramente fondamentale,è la fedeltà a se stessi e ai propri sentimenti:altrimenti si creano situazioni in cui le possibilità di soffrire e far soffrire aumentano in misura esponenziale. In una situazione del genere io avrei comunicato alla ragazza,nel modo più soft possibile ma con estrema chiarezza,che i miei sentimenti per lei erano cambiati,e le avrei offerto la mia disponibilità a starle vicino (o lontano) nel modo che lei stessa riteneva più appropriato per metabolizzare la cosa con la minor sofferenza possibile. Sono stato così imprevedibile? |
13-06-2007, 22.53.01 | #24 | |
Utente bannato
Data registrazione: 22-05-2007
Messaggi: 363
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Citazione:
E insomma Karlem.. mica tanto imprevedibile... Il mio era un test, cinico e baro. Per dimostrare che l'approccio classicistico, idealistico o altruistico-donativo è - ahimé - un dejà vu (o dejà sentu') un po' fine a se stesso. Niente di personale, Karlem (so che mi crederai.. niente di personale davvero..). Ma da un promotore dell'approccio altruistico-donativo come te (in antitesi rispetto al modello cinico-schematico sostenuto dal sottoscritto) ma aspettavo ben di più. Di fronte alla prova sul campo, il modello altruistico-donativo ribatte con la tesi "dai! anche se il nostro rapporto è - di riffa o di raffa - una emme, diventiamo amici!", secondo uno slogan che sapevamo già (niente di personale..ripeto..). Anche l'addendum "o, ma tranquillo/a!, al limite continuiamo a tr...mbare un po'..." che traspare dal tuo post come escamotage per affrontare la crisi di coppia, non mi sembra degno dei risolutori dei problemi che stavano al Pentagono, quando Kennedy affrontava la crisi della Baia dei Porci e dei missili a Cuba. Roba trita e ri-trita, caro Karlem (..niente di personale, ripeto; mica ce l'ho con te..). Noi che viviamo nel modo d'oggi abbiamo bisogno di soluzioni più potenti, più incisive. Tipo: "non ci sono soluzioni!". Detto in tono schematico, ovviamente. Ciao |
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13-06-2007, 23.28.24 | #25 |
Ospite abituale
Data registrazione: 28-05-2007
Messaggi: 61
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Ma infatti io non ho mai preteso di dire niente di sorprendente e sensazionale...
Se ti aspettavi molto di più,è un problema tuo,caro Marco. Se credi che possano esistere formule magiche capaci di risolvere d'incanto i problemi della nostra convivenza,forse non hai ancora del tutto superato la fase adolescenziale della tua vita:il che potrebbe essere un'ottima cosa... |
13-06-2007, 23.57.10 | #26 |
Ivo Nardi
Data registrazione: 10-01-2002
Messaggi: 957
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Invito i nuovi utenti a leggere attentamente e per intero il regolamento del forum, grazie
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14-06-2007, 02.58.51 | #27 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 21-09-2003
Messaggi: 611
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Citazione:
Ti consiglierei un atteggiamento di understatement sentimentale. Usi parole molto forti: cuore spezzato, carne da macello, peso, rabbia, rancore, amore. E poi "non riuscirò mai ad essere felice": perchè, si può essere felici solo se si è innamorati ricambiati? Quello che traspare è soprattutto l'ansia di trovare l'uomo giusto, forse bello, affascinante e ben posizionato socialmente. Ansia comunque, e velocità, dl momento che sostieni di aver provato tante volte e di essere rimasta delusa. Che poi forse un uomo che sente di dover investire il ruolo di quello giusto e soprattutto di essere l'unica causa di felicità o dolore .. boh, un po' di ansia la prova anche lui di rimando, e magari gli viene da scappare. Ci siamo passati forse un po' tutti in periodi così. Credo sia salutare e risolutorio fermarsi, abbandonare per un po' lo specchio e guardarsi dentro, dare un'aggiustatina, costruirsi una soggettività a prescindere da uomini e caporali. E magari la prossima volta diventare amici e complici, comprendere chi hai di fronte prima di affidargli qualcosa di te. In fondo trovare l'amore è una fortuna, non un obbligo, e forse nemmeno un diritto. |
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14-06-2007, 10.57.15 | #28 |
Ospite abituale
Data registrazione: 10-06-2007
Messaggi: 50
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..limiti?
Leggendo i vostri post, sorge una curiosità..
Maro dice: " Supponiamo che, per caso, uno si imbatta in una storia tipo montagne russe, essenzialmente per via della bizzarria del partner. E che ne derivi un classico stato di sofferenza come da copione, da parte dell'uno o dell'altra (più frequentemente, la definita sofferenza è "unilaterale", ossia del partner non bizzarro). Sono cose che succedono: coinvolgimento e partner indolente o imprevedibile o solo str...zo, ma tutti grossomodo possono dirsi coinvolti.. e quell'altro continua a fare lo str...zo. Ecco, in un caso pratico del genere (esco dunque dalle teorie, e mi do alla pratica...) cosa significa mettere in pratica la regola-principio "non soddisfare i nostri bisogni (affettivi,sessuali,materiali, ecc.),e la ns. sterile aspettativa che l'altra persona sia adeguata, a favore del semplice desiderio di esprimere noi stessi (e dunque la nostra affettività,sessualità,ecc.),l asciando lei libera di fare altrettanto"? Significa che per mettere in pratica la regola bisogna scappare? o bisogna star lì magari a soffrire? o bisogna star lì e far finta di non soffrire? o accettare lo str..zo o la str..za così com'è? o altro contegno ancora?" Mentre Karlem afferma: "Nel primo caso,star lì a soffrire in silenzio sarebbe sicuramente sbagliato secondo me. Peggio ancora fingere di non soffrire:questo sarebbe masochismo puro. Se mi trovassi in una situazione del genere,io per prima cosa ne parlerei con lei,le farei presente il mio disagio,esprimerei quello che provo. E poi vedrei come reagisce....:qui diventa difficile parlarne in astratto perché le possibilità sono pressoché infinite. Considero solo quella più negativa:lei se ne frega altamente e continua imperterrita a comportarsi allo stesso modo. A questo punto ne trarrei le conseguenze:se possibile ridefinirei il mio rapporto con lei (magari trasformandolo in una semplice 'amicizia speciale') in modo tale che le sue bizzarrìe non mi facciano più soffrire,e sennò la lascerei perdere per cercare qualcosa di meglio".. Mi chiedo..l'altra persona, quella "bizzarra" o meglio non coinvolta fino a dove può spingersi? Mi spiego meglio..rispetto la persona non innamorata, quella non coinvolta è in una posizione di..potere, perché in genere quella coinvolta è disposta a tutto (quasi) pur di mantenere una qualche relazione..Se, ad un certo punto, la persona non coinvolta si rende conto di far male all'altra, per una questione morale...dovrebbe interrompere i rapporti? o può continuare fino a che la situazione sia comoda? Si suppone infatti che la persona non coinvolta tragga un qualche beneficio dalla situazione ambigua (sia esso un beneficio fisico o anche affettivo)... |
14-06-2007, 10.57.28 | #29 |
autobannato per protesta
Data registrazione: 02-05-2002
Messaggi: 436
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Una malattia chiamata Uomo.
Vedo che la discussione derapa verso i personali punti di vista, giustissimo, ottimo, solo procedendo a zig-zag si può andare dritti.
Come in barca. A marco non ho nulla da aggiungere, se non che è molto umano cercare di spiegare, prevedere, postulare un risultato certo delle proprie scelte...peccato che sappiamo tutti che non funziona così. Restiamo sempre basiti dalla nostra impotenza. Cionononstante dobbiamo fare, lottare, costruire ben sapendo che è tutto inutile (in senso universale non certo in senso personale) e su tutto alla fine calerà il silenzio... A Kalem che è teoforo della fiaccola del darsi, chiedo con molta semplicità: ma chi da a chi? e cosa poi? Per dare se stessi bisognerebbe prima essere, essere se stessi (in senso di essere una unità), altrimenti che diamo mai? diamo il nostro io poetico o diamo il nostro io in*****so che non trova il posteggio per la macchina? Bisognerebbe intendersi. Noi non siamo uno siamo una folla. Se non mettiamo d'accordo prima questa folla, mentre uno di essi dice: ti amo, l'altro in fondo alla fila già si schiarisce la voce per dire ti odio. Se non mi credi basta leggere il giornale e guardarsi intorno. Cosa dare poi? Per dare, bisogna avere prima. Non posso mica regalare ad altri ciò che non è mio, quindi sorge spontaneo come i brufoli sulla faccia di un quindicenne, il quesito: cosa possiedo veramente? Marco mi dirà: possiedo il macchinone! bravo, vero, ma il macchinone (che mi dovrebbe regalare se non avesse le braccine corte, solo per le perle di saggezza che gli dono) te lo possono sempre rubare, come lo potresti perdere insieme alla gioventù alla salute e all'erezione (che Priapo ti conservi sempre), quindi come sosteneva prima di me Seneca: nulla di ciò che puoi perdere lo puoi considerare tuo. Nondimeno dobbiamo dire, fare, baciare e aggiungerei lettera e testamento.... |
14-06-2007, 11.01.31 | #30 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 11-04-2007
Messaggi: 73
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Riferimento: cuore spezzatissimo
Citazione:
Voglio soltanto qualcuno che mi rispetti e mi ami...tutto qui...cosa che non ho mai trovato in nessuno |
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