Citazione:
Originalmente inviato da Palissandro
Pensavo che avvicinarsi con mente e cuore, all'idea di andare oltre il desiderio, è sicuramente una idea bellissima. Non ho niente da eccepire è talmente una visione cosi' pura e alta.
Tuttavia troppo alta forse, umilmente, trovo sia una cosa troppo alta, quasi non umana.
Per quanto ci rifletto , forse la cosa migliore che si puo' fare è cercare di vivere l'aspetto migliore dei desideri, cercando di eliminare ogni condizionamente negativo che crea sofferenza .
Forse alla fine la sofferenza ci deve essere, conoscendo la sofferenza ti rendi ancora piu' conto e apprezzi la controparte della felicità. Nascere uomini, con tutto quello che comporta, è forse un privilegio. Secondo le antiche storie indiane , anche le divinità celesti che conoscevano solo bello e beatitudine , ad un certo punto dovevano rinascere uomini per poter scoprire il contrario di tutto questo e capire il significato della vita.
Quando soffro, in fondo significa che sotto sotto ho tanta voglia di vivere veramente, che provo qualcosa che coinvolge tutto il mio essere, che in me ho una umanità completà. La sublimità forse sta, pur conoscendo la sofferenza in noi, nel saperla accettare senza lasciarsi condizionare negativamente da essa.
ciao
Alessandro
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La trovo un'ottima riflessione
@angelot
Concludi dicendo:
"Desiderare o non desiderare = essere o non essere."
Se non ho frainteso quello che volevi dire credo sarebbe più corretto riportare la citazione in questo modo:
desiderare o non desiderare? = essere o non essere?
Ovvero in forma interrogativa.
Come l'hai riportata, ovvero in forma di affermazione, sembrerebbe che non essere e/o non desiderare abbiamo una accezione negativa.
Mentre il noto dilemma è conosciuto come un'autointerrogazione, per cui, l'uguaglianza che hai usato, citando il dilemma essere o non essere per " dimostrare " ( se questo era il tuo intento ) che chi desidera è e che chi non desidera non è, la trovo inadeguata.