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26-04-2006, 16.02.38 | #12 | |
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Citazione:
è davvero curioso che io e te, andrea, condividiamo un gran numero di tesi (per esempio: che esiste un mondo e che non siamo cervelli in una vasca, e che l'uomo è un essere libero), ma che abbiamo un'approcio al problema radicalmente differente. cioè, anche se tu sostieni come me che l'uomo non è un cervello in una vasca, ciò che io penso rimarrebbe più vicino a ciò che pensa (per esempio) nexus, che non sembra condividere l'idea che lo scetticismo radicale è non significativo o falso. il tuo approcio "ciò non si può confutare, a discapito della ragione perchè la ragione non lo comprende" (che un altro potrebbe rovesciare "ciò non si può affermare, a discapito della ragione perchè la ragione non lo comprende"), non porta molto lontano, e l'ho criticato anche nella discussione sulla libertà. epicurus |
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26-04-2006, 16.06.57 | #13 | |
Moderatore
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Citazione:
ed invece, fragola, io credo che ciò che tu scrivi sia più che azzeccato. più sopra io ho scritto: "non hanno senso anche per il famoso argomento wittgensteiniano contro il linguaggio privato: in un linguaggio privato (come nel caso di essere cervelli in una vasca) non vi sarebbe differenza tra credere di parlare correttamente e parlare correttamente, quindi non sarebbe un linguaggio (perchè senza standard intersoggettivi di correttezza)." infatti wittgenstein sostiene che senza una società di parlanti (cioè una cultura), non sarebbe possibile un linguaggio. epicurus |
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26-04-2006, 17.56.20 | #14 | |
like nonsoche in rain...
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x Epicurus
Ho compreso ciò che hai scritto ed in effetti ci avevo pensato un poco pure io rileggendo meglio il post di quel tale, "nexus" mi pare che si faccia chiamare.
Ma c'è sempre qualcosa che non mi piace, non so... Per esempio ti cito: Citazione:
Fragola ha detto: "Se fossimo cervelli in vasca, non potremmo certamente dire nulla, in quanto sprovvisti degli organi addetti alla fonazione." Beh... quello che ha inventato le vasche sicuramente saprà come farci "illudere" su questo fatto; certo noi non potremmo, qui e ora, dire che sarebbe come se parlassimo; io posso parlare solo nel nostro linguaggio, ma questa potrebbe essere anch'essa una funzione della vasca; non è già una "vasca" il linguaggio? E poi: chi sarebbe questo inventore?? E se stesse pure lui in una vasca inventata a sua volta da un altro inventore...? |
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27-04-2006, 02.00.04 | #15 |
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Ho letto e considerato
l'argomento: l'ho fatto nell'intero pomeriggio.
Ora, purtroppo, non sono in grado se non di riprodurre le mie riflessioni svolte nell'arco di quelle ore. Dunque: il mio ragionamento era il seguente. Supponiamo che il nostro "mondo reale" fosse riconducibile all'interazione tra il "mio" (nostro) "cervello in una vasca con un "simulatore" in grado di riprodurre ogni possibile informazione relativa ad ogni correlazione con il programma stesso. Ora, tale programma dovrebbe essere "completo" e "coerente" rispetto ad ogni "possibile" input ed output interrelazionale. Ma, poichè tale "interrelazionarietà" dovrebbe contemplare una "completezza" ed una "coerenza" assolute (altrimenti non trascenderebbe la possibilità stessa di porre problematicamente il proprio poter essere "un cervello in una vasca", ammettendo, cioè, una "coerenza" con gli input ed output virtuali "indipendente" dalla problematicità di tale giudizio): allora tale "programma" dovrebbe essere "supergoedeliano". Ora: poco possiamo dire di un tale "programma". Ma una affermazione, certo, vi dovrebbe trovare un'immediata disconferma: ossia l'ipotesi, incontraddicibile, che "il mondo sia stato creato dieci secondi fa, ed io con esso, compresa la mia memoria di ogni precedente accadimento". Si tratta, evidentemente, di una ipotesi "indecidibile". Ma, questo è il punto: tale "indecidibilità" è effettivamente "indecidibile" dentro l'interazione con un programma "supergoedeliano"? Allora: se tale "indecidibilità" non lo fosse, allora "quel" programma non sarebbe "supergoedeliano". Ma, se lo fosse, lo sarebbe nell'unico modo possibile: ossia una "realtà" costantemente creata, ossia "aperta" ad una creazione esterna. In tal caso, esso dovrebbe possedere un'assoluta completezza e coerenza "al di là" del suo stesso porsi in essere: ma, poichè tali caratteristiche sono proprie e specifiche di una interazione "giudicante", dovremmo supporre un "ente" attivatore il quale ne "dispone" l'atto, ma ne "convalida" costantemente "coerenza" e "completezza". Se così non fosse, infatti, ricadremmo nel primo caso. Dunque, in esso atto "debbono" essere ricomprese le mie "intenzioni": e non intendo le mie "intenzioni" inconscie, irrazionali e recondite, ma quelle che si articolano in un percorso logico che, a "monte" e "valle" del quale, io riconoscerei "corretto" e consequenziale. E, poichè scrivo queste righe "riproducendo" il tragitto razionale che le ha generate, e non strutturandone il tracciato or ora, "io" sono certo di questo fatto. Se ne deduce che: se tale indecidibilità è, effettivamente, indecidibile, allora io ho "generato", ciononostante, un'ipotesi che ne contempli la sussistenza, "superando" limiti che la stessa "supergoedelianeità" presupponeva. Inoltre, io l'ho fatto "goedelianamente", ossia riproducendo, semplicemente un tragitto logico che avevo già compiuto, senza "crearlo" e "a distanza" della sua genesi. Pertanto, concludo: io (e chiunque mi abbia seguito nel mio incedere - dato che la cosa gli avrà richiesto tempo - comprendendomi) possiede buone ragioni per non credere di essere "un cervello in una vasca". |
27-04-2006, 02.12.10 | #16 | |
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Re: Ho letto e considerato
Citazione:
Nota: infatti, se fosse possibile stabilire un istante "t" preciso per l' "inizio" del programma, allora esso, ovviamente, non potrebbe essere "completo". Ultima modifica di Weyl : 27-04-2006 alle ore 02.17.49. |
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27-04-2006, 14.44.17 | #17 | |
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Re: Ho letto e considerato
Citazione:
prima di tentare di risponderti mi dovresti chiarire il significato di "programma supergoedeliano". so chi è godel e più o meno cosa ha detto, e so anche più o meno cos'è la goedelizzazione, ma di programmi supergoedeliani non ne ho mai sentito parlare. forse tu intendi per 'programma supergoedeliano' semplicemente un programma completo (che può accettare ogni input) e che sia coerente (per uguali input vi sono uguali output). è questo che intendevi? epicurus |
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27-04-2006, 19.32.49 | #18 | |
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Re: x Epicurus
Citazione:
ma quale 'vasca' e quali 'cervelli'? non posso che dirti che quanto noi ci moviamo dubbi scettici tipo quelli delle vasche (o anche quelli del sogno), noi stiamo parlando il nostro linguaggio. d'altra parte non è che perchè la parola 'gatto' per i marziani significhi più o meno 'stella', che quando diciamo "il mio gatto è sul letto" stiamo parlando di stelle. comunque l'argomento di putnam, anche se controintuitivo, sembra abbastanza robusto: noi non possiamo essere cervelli in una vasca (o perennemente in un sogno/illusione). d'altro canto ci continua, però, a permettere di ritenere un'ipotesi sensata (e possibilmente vera) quanto tale ipotesi si riferisce ad altre persone. "ci sono esseri che credono di vivere normalmente ma in realtà sono cervelli in una vasca" può essere vero, e d'altra parte è questo che rende Matrix possibile, sempre e comunque per gli altri, però. e forse è questo che è altamente controintuitivo. |
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28-04-2006, 01.23.18 | #19 | |
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Re: Re: Ho letto e considerato
Citazione:
Semplicemente un "programma" che potesse superare i limiti imposti dal teorema di Goedel. Non è un riferimento oggettivo, ma una semplice ipotesi astratta: la mia dimostrazione procede per assurdo. Nel caso specifico, tale "programma" dovrebbe contenere tutte le informazioni necessarie a rendere le interazioni (in termini di afferenze ed efferenze, o di input ed output) tra il mio cervello e la macchina non semplicemente "coerenti" e "complete": ma tali per cui i concetti stessi di "coerenza" e "completezza", sebbene "predisposti" nel programma, scaturissero come "evidenze" non nella macchina, bensì nel cervello. In pratica, il programma dovrebbe poter contenere anche tutte le informazioni relative alle "interpretazioni" che il cervello fornirebbe relativamente al gioco interattivo di afferenze ed efferenze. Per ottenere questo, non è sufficiente, a mio parere, che esso corrisponda ai requisiti goedeliani: se si limitasse a ciò, allora il "vissuto di realtà" del cervello sarebbe problematico. Detto in altri termini: l'"evidenza della coerenza" sarebbe, a mio parere, fluttuante. |
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28-04-2006, 12.32.01 | #20 |
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non sono sicuro di capire tutto cio` che vuoi esprimere, comunque ti espongo per punti le mie osservazioni/domande su quanto scrivi.
1) tu parti dall'ipotesi che sia possibile creare tale programma e poi la smonti (dimostrazione per assurdo), ma non sono gia` i risultati messi a disposizione da Goedel sufficienti per dimostrare che un tale programma coerente e completo non puo` darsi? 2) tu affermi che il programma dovrebbe essere cosi` avanzato da essere (oltre che completo e coerente) in grado di imporre esso stesso il concetto di 'coerenza' e 'completezza'. ma su questo ho dei dubbi. 3) ma il programma deve necessariamente essere completo e consistente? il cervello nella vasca puo` delle volte avere delle incoerenze percettive, o addirittura potrebbe andare in loop infinito sotto una particolare condizione. comunque vorrei sapere anche se l'argomentazione di putnam ti sembra convincente epicurus |