“un bene maggiore rispetto al prima” sembrerebbe il valore fondante che ha sempre mosso l’uomo nella sua evoluzione e quel bene, pur rimanendo nella sua natura intrinseca uguale a se stesso, (cioè caratterizzato dal benessere interiore ed esteriore che provoca negli individui), si è riposto nel corso della storia su obbiettivi diversi.
Questo inseguimento di un bene che evolveva ha mosso il pensiero umano che si è manifestato in campo culturale attraverso le diverse filosofie. Questo ha fatto crescere l’uomo, ma oggi assistiamo ad una sorta di empasse del pensiero umano, quasi si ritenesse che tutto è già stato detto e pensato.
In realtà non è così. Il pensiero e le sue capacità non si sono fermate. Quello che si è cristallizzato è l’idea del bene maggiore rispetto al prima, cioè è il valore…. Il motore dell’uomo.
La religione parla tanto di amore e si pensa ad un mondo più buono e giusto anche grazie ad essa, ma in realtà quello che succede è che alla religione non interessano i sotto-valori fondanti dell’amore, non interessa l’altruismo, la fratellanza, l’eguaglianza, la giustizia, ma interessa maggiormente la purezza della dottrina, interessano i pacs, la difesa della vita, la lotta all’eutanasia etc. La religione non è realmente interessata al bene, la religione, (la nostra religione), è interessata alla verità ed all’idea che la sua conoscenza sul bene e sul male è infallibile.
Questa verità cristallizzata ha l’effetto collaterale indesiderato di mandare in empasse le filosofie e fermare lo sviluppo delle nostre società.
Con il valore del “benessere umano” così bloccato, il bene materiale la fa da padrone ed invece di sviluppare filosofie le dottrine applicabili in campo politico e sociale, si apre la strada ad una sorta di regresso alla legge del più forte, che viene spacciato come inevitabile in quanto rispondente alle leggi di natura.
Ora la domanda…… ditemi se questa riflessione non è l’Italia anno 2006?