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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
10-04-2006, 08.24.57 | #3 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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La propria visione del mondo crea "una" Realtà. Ma ce ne sono tante di visioni del mondo, e quindi "tante" Realtà. E' un errore credere che la Realtà che io vedo, è l'unica vera Realtà. E' un tantino intollerante, ciò. Ed io a volte pecco di questa intolleranza, ma c'è un fondo di verità nella intolleranza, ed è che le visioni del mondo sono in lotta tra di loro (il conflitto delle interpretazioni!). Va bene, adesso viviamo la Babele della confusione, del pluralismo e della multiculturalità, va bene tutto questo, sono il primo a compiacermi della diversità, ma mi domando: è la condizione finale dell'umanità o, a tempo opportuno, ci sarà il prevalere di una sola visione del mondo? E' solo una domanda la mia, non una affermazione certa, è una ipotesi... Mi piacerebbe pensare che, "quando Dio sarà tutto in tutti" (sempre che esista questo Dio), la visione del mondo che prevarrà sarà quella del vero amore disinteressato di tutti con tutti... ma anche questa è congettura!
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13-04-2006, 21.54.29 | #4 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Citazione:
Anche ammesso che io e te guardiamo uno stesso fiore ed ammettendo pure che, io e te siamo due “illuminati” scevri da sovrastrutture interpretative personali, l’angolo di visuale dal quale tu vedi il fiore è diverso dal mio. Fisicamente non possiamo essere nello stesso punto dello spazio. Anche ammesso che tu ti sposti ed io vengo esattamente al tuo posto e guardo il fiore dallo stesso angolo di visuale, il fiore non è più quello di prima. E’ invecchiato di qualche secondo, (o minuto), io e te siamo invecchiati, il colore del giorno è diverso, i suoni sono diversi, la brezza, il sole all’orizzonte….. è tutto diverso e non c’è e non ci sarà mai quella visone coincidente. La vita è un dinamismo tremendo, è energia che si muove, fluttua, guizza e ruggisce e quella visone unitaria, è un sogno, fortunatamente, irrealizzabile. |
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13-04-2006, 22.03.05 | #5 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
Messaggi: 2,959
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Re: gnothi sauton ... conscersi
Citazione:
Però si può lavorarci…. Forse si può….. c’è margine. |
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14-04-2006, 07.16.00 | #6 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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Citazione:
Devo chiarire meglio che parlavo di "visione del mondo" non come hai interpretato tu (la prospettiva dalla quale guardo le cose) ma come "weltanschauung", cioè (leggo sullo Zingarelli) "concezione del mondo e della vita, particolare di un individuo o di un gruppo, ma spec. di una razza, che tende anche a interpretare la storia del mondo e della civiltà." Tu adesso, se vuoi, dimmi se resti della stessa idea, cioè l'impossibilità assoluta di avere mai la supremazia, un giorno, di una solo concezione del mondo e della vita. Ti ringrazio di essere intervenuto. |
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14-04-2006, 07.52.02 | #7 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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Weltanschauung
Quanto mi piace sta parola!!
E se una comune visione fosse proprio quella di non stigmatizzare, di non affibbiare continuamente forme per fermare il flusso continuo di per se’ inarrestabile e fosse la naturale ovvia consapevolezza che il tutto e’ un continuo divenire in un eterno presente? Magari no’, ma.. Chi puo’ dirlo? Dagli ultimi studi sulla coscienza quello che appare e’ un reticolo neurale che si modifica continuamente effettuando connessioni ad ogni stimolo esterno, i qualia, esperienze soggettive appaiono come tanti frames di un film, che messi di seguito uno all’altro, danno la sensazione di continuita’ del movimento, ma ognuno di quei frames e’ una fotografia, una istantanea del campo di osservazione. Quello che ci porta a fossilizzare in forme delineate questo flusso e’ sicuramente un bisogno di fermare, di aggrapparsi a una terraferma, razionalizzare, mentre l’unita’ dello scorrere del fluire e’ una proprieta’ a se’. Watzlawick nella sua pragmatica della comunicazione umana sostiene che nell’interagire con gli altri filtriamo le informazioni su differenti livelli tra i quali vi sono livelli di coscienza, di relazione di punteggiatura, I livelli di coscienza sono quelli sui quali poi si basera’ la realazione, e si depositera’ al livello superficiale usando il contenuto del discutere al solo fine di delineare la qualita’ della realzione. Complementare o paritaria .. Me sa non la chiama cosi’ ma .. Va be’ I livelli di “visione ” sono Io ti vedo Tu mi vedi come ti vedo Io vedo come vedi che ti vedo Tu vedi come vedo che mi vedi che ti vedo E’ impossibile seguirle tutte razionalmente, ma mentre la relazione reale si basa su questo piu’ basso livello, si realizza invece sull’illusione superiore quella piu’ immediata, ignorando completamente dove e come si e’ formata l’idea stigmatizzata dell’altro. Insomma, molto pirandellianamente ogni dialogo si conclude con l’illusione di aver compreso e di esser stati compresi, e se questo invece non avviene, si inizia con le accuse di pazzia o cattiveria all’altro. Il livello superiore, quello superficiale, secondo me e’ quello che si potrebbe chiamare ignoranza, velo di maya, solo portandolo gradino per gradino alla coscienza si puo’ arrivare nel profondo, o come dice saggiamente l’achimista v.i.t.r.i.o.l, a scoprire la pietra filosofale, solo consapevolizzandosi, de plus en plus si ottiene la reale visione delle cose, e si e’ dissolto quell’ego tanto osteggiato da turaz, e a ragione perche’ e’ la fonte di tutte le sofferenze date solo da illusione e incomprensione. |
14-04-2006, 09.19.20 | #8 |
Ospite abituale
Data registrazione: 03-04-2006
Messaggi: 94
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Quello che più mi preme nella "visione del mondo" è la sua diciamo pure "bontà". Non tutte le visioni del mondo sono sullo stesso piano quanto a bontà. Due esempi per tutti: la concezione nazista e razzista della vita, e quella invece dell'amore. Infatti ci sono visioni del mondo che alimentano odio e disprezzo, altre invece il confronto e il dialogo e quindi la simpatia e la accettazione dell'altro. E' bene che ci sia un conflitto tra le diverse "visioni del mondo", così può venire a galla quella consapevolezza di sé, che è maturazione e scelta, anche, tra amore e disamore, tra altruismo ed egoismo e così via. Il mio dubbio è questo, ora: arriveremo tutti ad amare, o alcuni si cristallizzeranno nell'odio e nella menzogna, come pare affermare il Vangelo, quando parla di una distinzione netta tra capri (i malvagi) e pecore (i buoni)? Spero che qualcuno mi aiuti a risolvere questo dubbio.
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14-04-2006, 10.32.46 | #9 | |
Ospite abituale
Data registrazione: 08-04-2002
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Citazione:
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14-04-2006, 10.52.53 | #10 | |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
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Citazione:
Chi o cosa ne decide la “bonta‘”, una cosa buona per me potra’ risultare il male x un altro, e portare me a incasellarlo tra i capri, il capro per conto suo si vive come pecora e difendera’ la sua bonta’ da ogni mio attacco, relegando me a qualita’ di capro Tutto e’ relativo alle nostre visioni di bonta’, e questo deriva dal fatto che dobbiamo, per necessita’ dare forma, interpretare, dare un nome incasellare, qualcosa che di per se’ non e’ incasellabile, E se fossimo consapevoli di quanto ci stiamo ingannando a dare una forma a qualcosa che nell’istante in cui noi lo fermiamo di suo e’ gia’ mutato, e noi stessi siamo mutati . Dargli un nome non avrebbe piu’ alcun senso, e nemmeno difenderne la bonta’ e men che meno armarsi e combattere contro i capri, ora pero’ vorrei vedere come ne esco io dal loop Dal momento che so cercando di convincere te della bonta’ della visione non visione come unica possibilita’ di non conflittualita’… Nietzsche che dice col suo al di la’ del bene e del male? |
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