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Vecchio 05-03-2006, 12.34.29   #31
Dunadan
Ospite abituale
 
L'avatar di Dunadan
 
Data registrazione: 19-11-2003
Messaggi: 978
Citazione:
Messaggio originale inviato da Jack Sparrow
[b]allora rileggi i miei messaggi eliminando "morale" e riscrivendo "scelta morale"

il "moralmente buono per istinto" per me non ha grande merito. (anche se è una cosa meravigliosa)

Bene, siamo d'accordo.
Dunadan is offline  
Vecchio 05-03-2006, 19.29.32   #32
kantaishi
Utente bannato
 
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
Re: dove affondano le radici della morale

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
Una morale assoluta, connaturata all'uomo, non esiste.
Ogni epoca, ogni popolo, ha la sua morale, diversa l'una dall'altra.

Ma forse esistono valori naturali: l'utile, il piacere e i loro opposti.
Da questa base comune si potrebbe ipotizzare che le differenti morali non siano altro che diverse applicazioni di questi principi di base.

Salve,
la morale che vige in Italia è scritta nel Codice Civile.
Se segui il Codice civile sei moralmente a posto.
O no?

Kantai.
kantaishi is offline  
Vecchio 05-03-2006, 21.27.42   #33
z4nz4r0
weird dreams
 
L'avatar di z4nz4r0
 
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
Re: Re: dove affondano le radici della morale

Per prima cosa vorrei ringraziare il signor giovanni per il sostegno virtuale.

poi vorrei fare un commentino seguito da una precisazione
prendendo come riferimento casuale il seguente

Citazione:
Messaggio originale inviato da Marco_532

Esatto : è proprio per questo che non puo' esistere una morale globale...la morare si puo' riferire solo ad un "gruppo" e non alla globalità della stessa specie in quanto, per la globalità e nella stessa, verrebbero meno quelli che hai chiamato valori e quindi la risultante non sarebbe riferibile a ciò che è stato chiamato morale e sarebbe contraddittoria con ciò per cui la morale stessa è stata creata.

Ciao, Marco.


Trovo assai ambigue e sfocate le associazioni a cui il termine morale è stato ivi applicato.
E da ciò mi urge di esporre che per tal termine (morale) sia opportuno indicare quel tanto raro e particolare comportamento che tende ad evitare l'insorgere di un qualsivoglia (che non vorrebbe volersi) conflitto di interessi.
Un comportamento è dunque da ritenersi tanto più prossimo alla morale quanto più curante di evitare conflitti (o semplicemente quanto più curato).

Ma ora, allo scopo di allietare le visuali di ognuno, vi faccio presente che la migliore modellizzazione cui l'umana cultura è riuscita a proporre sul comune problema, associa ogni situazione in cui compaiono i conflitti alla parola gioco.
z4nz4r0 is offline  
Vecchio 06-03-2006, 10.37.04   #34
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
sistemi motivazionali interpersonali

Citazione:
Messaggio originale inviato da z4nz4r0
per tal termine (morale) sia opportuno indicare quel tanto raro e particolare comportamento che tende ad evitare l'insorgere di un qualsivoglia (che non vorrebbe volersi) conflitto di interessi.

tra i sistemi motivazionali interpersonali (modelli basilari di comportamento sociale, innati, biologici, considerati selezionati dall'evoluzione per il vantaggio evolutivo che consentono) appare il sistema motivazionale agonistico-rituale, la cui funzione è la definizione delle gerarchie di dominanza interne al gruppo.

Il vantaggio\movente individuale di tale sistema, sta nel fatto che il dominante è colui che può accedere per primo alle risorse.
Il vantaggio sociale, nel fatto che nei gruppi con gerarchie\ruoli ben definiti diminuiscono i conflitti interni, rendendo il gruppo più forte verso le avversità\avversari.

quindi, attraverso la parte avversativa di tale sistema, si definiscono le gerarchie.

mentre attraverso la parte rituale, si mantiene la stabilità delle gerarchie. gli strumenti sociali (subroutine di dominazione) all'uopo sono due:
1) dominanza tirannica: il dominante esprime continuamente segnali di minaccia e potere
2) leadership prosociale: accudimento dei dominati.

se la morale è finalizzata all'evitamento dei conflitti interni al gruppo, si potrebbe inquadrarare la morale all'interno di queste motivazioni evolutive.

Ultima modifica di r.rubin : 06-03-2006 alle ore 10.38.19.
r.rubin is offline  
Vecchio 06-03-2006, 11.55.34   #35
Gianfry
Ospite abituale
 
Data registrazione: 02-06-2003
Messaggi: 401
Citazione:
sunday01

Esattamente.

"Ama il prossimo tuo come te stesso - non fare agli altri quello che non vorresti fatto a te"

Qui sta tutta la morale.

Ma se è così semplice, perchè succede tutto il contrario???
perchè da quando esiste la storia e pure nella preistoria ci sono sempre state delle guerre e delle ingiustizie???

Forse bisognorebbe fare un altro passo avanti: porgere l'altra guancia, che significa non rispondere alle provocazioni con ulteriori provocazioni....

Secondo me, in ultima analisi, la Morale o Etica affonda le sue radici in Dio. Vediamo perché.

Possiamo definire l’Etica come l'insieme di Doveri e Diritti di un individuo, di una famiglia, di un popolo e dell'Umanità nel suo complesso.

Il Dovere è un sentire interiore che non può essere dimostrato empiricamente. Esso si basa cioè su una Metafisica: la Metafisica dell'Etica. Il Dovere è Dovere di Rispetto e il Diritto è Diritto di Libertà.

Cosa viene prima il Dovere o il Diritto?

L'Etica è una misura qualitativa, in particolare una misura del comportamento.

Esiste una misura del comportamento oggettiva? Se esiste, non può che essere quella misura che comprende tutte quelle possibili e soggettive. Essa non può che essere l'Etica del Creatore di Tutto Ciò che E', ossia l'Etica di Dio. Ed in che modo si può conoscere tale Etica?
Essendo l'Etica di Dio per definizione la vera Etica, essa non può che essere riconosciuta allo stesso modo in cui si riconosce la vera Legge: comprendendo quali siano i veri Doveri. I quali non possono essere compresi (proprio perché di natura spirituale) se non attraverso la propria evoluzione spirituale ed il conseguente aumento della consapevolezza della propria natura divina (e di conseguenza, della natura di Dio e quindi anche della sua Etica).

La vera Etica è quindi, in sintesi, l'insieme dei Doveri e dei conseguenti Diritti che si basano sul ri-conoscimento del vero Valore di ogni singolo Essere: la sua natura divina, in quanto parte della creazione di Dio. Nella vera Etica, etica privata ed etica pubblica vengono a coincidere in quanto i Doveri ed i Diritti vengono completamente compresi e fatti propri interiormente da ogni singola persona senza bisogno di alcuna Legge coercitiva che li imponga.


In altre parole, la Vera Legge è Dovere Morale, e non Diritto.
Nella Legge basata sul Dovere non esistono situazioni in cui si è liberi di fare quello che si vuole senza considerare se si manca o meno di Rispetto a qualcosa o a qualcuno. Ed è così proprio perché ogni comportamento è in tal caso basato sul Dovere di Rispetto, il quale ha priorità assoluta sul Diritto di Libertà.

A mio avviso, le guerre e le ingiustizie esistono perché le varie leggi umane sono fondate sul Diritto e non sul Dovere Morale il quale si sviluppa insieme all'evoluzione spirituale.

"La Libertà dell'Uomo finisce dove inizia il Rispetto per l'altro."


Gianfry
Gianfry is offline  
Vecchio 06-03-2006, 17.00.06   #36
z4nz4r0
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Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
Re: sistemi motivazionali interpersonali

Citazione:
Messaggio originale inviato da r.rubin
tra i sistemi motivazionali interpersonali (modelli basilari di comportamento sociale, innati, biologici, considerati selezionati dall'evoluzione per il vantaggio evolutivo che consentono) appare il sistema motivazionale agonistico-rituale, la cui funzione è la definizione delle gerarchie di dominanza interne al gruppo.

Il vantaggio\movente individuale di tale sistema, sta nel fatto che il dominante è colui che può accedere per primo alle risorse.
Il vantaggio sociale, nel fatto che nei gruppi con gerarchie\ruoli ben definiti diminuiscono i conflitti interni, rendendo il gruppo più forte verso le avversità\avversari.

quindi, attraverso la parte avversativa di tale sistema, si definiscono le gerarchie.

mentre attraverso la parte rituale, si mantiene la stabilità delle gerarchie. gli strumenti sociali (subroutine di dominazione) all'uopo sono due:
1) dominanza tirannica: il dominante esprime continuamente segnali di minaccia e potere
2) leadership prosociale: accudimento dei dominati.

se la morale è finalizzata all'evitamento dei conflitti interni al gruppo, si potrebbe inquadrarare la morale all'interno di queste motivazioni evolutive.


Abbi pazienza, ma il contestualizzare circa un'ipotetica "morale di parte" non ti dà l'idea di una contraddizione in termini?
Non trovi che il concetto di morale perda ogni consistenza se si tenta di considerare morali distinte e rivali, come ad esempio l'eventuale morale dei polli con quella ipatetica dei uomini?
z4nz4r0 is offline  
Vecchio 15-03-2006, 11.26.59   #37
r.rubin
può anche essere...
 
Data registrazione: 11-09-2002
Messaggi: 2,053
Re: Re: sistemi motivazionali interpersonali

Citazione:
Messaggio originale inviato da z4nz4r0
Abbi pazienza, ma il contestualizzare circa un'ipotetica "morale di parte" non ti dà l'idea di una contraddizione in termini?
Non trovi che il concetto di morale perda ogni consistenza se si tenta di considerare morali distinte e rivali, come ad esempio l'eventuale morale dei polli con quella ipatetica dei uomini?

la 'morale di parte' è assai più meschina di quella ispirata da un ipotetico spirito umano universale.
ma è molto più facile constatare, nei vari micromondi sociali, elementi empirici intepretabili da un osservatore esterno come ideologia, ma intesi all'interno dei gruppi come morale, che non una morale universale.
r.rubin is offline  
Vecchio 15-03-2006, 13.28.26   #38
and1972rea
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FEDE E MORALE

La morale sembra essere molto simile alla verita’, se esiste essa e’ una sola, come una sola è la via per giungervi senza passare per la contraddizione , cioe’ la fede. Martiri della religione, della scienza e della politica …solo essi destano in noi la profonda considerazione verso coloro che vivono e muoiono per la fede.

SALUTI
and1972rea is offline  
Vecchio 15-03-2006, 17.03.06   #39
Heraclitus
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Dico la mia in modo abbastanza generico sulla morale:

i valori morali sono basati da parole e in quanto tali con ambiguità inevitabili il che rende impossibile che ci siano leggi invariabili nel tempo, nel luogo, nelle situazioni(sebbene con ciò non si intenda dire che tutto è bene), tuttavia le persone si avvicinano sempre più a un comportamento "assolutamente" morale man mano che hanno sempre più conoscenza del mondo e delle varie situazioni.

Secondo me quindi la morale può fondare i suoi valori base nella vita e nella conoscenza (dalla quale deriva la saggezza).

Il vero problema del mondo d'oggi e però che abbiamo tanti mezzi d'informazione che ci invadono passivamente e ci plagiano. A volte mi viene perciò perfino la tentazione di dire che è meglio una dittatura di saggi che una democrazia di stupidi che ascoltando mille volte le bugie alla tv finiscono per diventare verità...

Non so, magari si potrebbe ogni cinque anni dar da fare un test ai cittadini e ai cittadini che sanno di più aumentarli di una certa percentuale il valore del voto quando votano, scusate la mia idea antidemocratica ma con certe democrazie ...
Heraclitus is offline  
Vecchio 16-03-2006, 00.57.18   #40
Lord Kellian
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Messaggi: 348
La teoria di Erich Fromm

Per caso ho iniziato a leggere "Dalla parte dell'uomo" di Fromm (1947). E ho scoperto che affronta il nostro quesito, naturalmente dal punto di vista psicologico (ricordandosi che psiche vuol dire anima).

Innanzitutto Fromm affronta la questione della natura umana. Secondo lui l'uomo esiste e così pure la natura umana. Analizza poi le posizioni che l'etica ha avuto nel corso della storia in merito alla natura umana. Dapprima i "pensatori autoritari" ritenevano che esistesse una natura umana fissa ed immutabile. Tale assunto serviva però a provare che i loro sistemi etici erano a loro volta fissi ed immutabili. Trattasi della rivelazione, dell'investitura divina dei governanti, dei comandamenti dello stato, della convezione e della tradizione.

"E' pertanto comprensibile che i progressisti dessero il benvenuto a quei risultati antropologici e psicologici che all'opposto, sembrassero stabilire la malleabilità infinita della natura umana."
L'uomo insomma non sarebbe altro che il risultato delle configurazioni sociali e non - come dimostra la storia - un agente le cui proprietà intrinseche reagiscono con energia alle pressioni sociali.

"In realtà se l'uomo non fosse altro che il riflesso degli schemi culturali, non si potrebbe né criticare né tantomeno giudicare alcun ordine sociale dal punto di vista del benessere umano, poiché non si avrebbe alcun concetto di 'uomo'".

La psicologia e l'antropologia potrebbero discutere solo di casi isolati, ogni uomo sarebbe diverso dall'altro, sarebbe possibile una scienza sola: la sociologia comparata. Ma: la natura umana non è fissa e quindi la cultura non può spiegarsi come determinata da istinti prefissi; né è vero il contrario.

E' vero che l'uomo può adattarsi a condizioni non soddisfacenti, ma reagisce emotivamente: può adattarsi alla schiavitù e a vivere sotto sistemi autoritari, ma diventa debole intellettualemente e sterile moralmente. Ed è vero che la natura umana non può osservarsi in quanto tale, ma soltanto in situazioni specifiche.

Per questo la storia e l'antropologia studiano condizioni culturali diverse dalla nostra, la psicologia studia le reazioni a modelli sociali diversi, nella stessa cultura, oppure studia l'evolversi del bambino in situazioni variabili.

Poi passa all'etica "umanistica". Dopo Aristotele, un pensatore fondamentale è Spinoza. Spinoza scoprì la motivazione inconscia, le leggi associative, la persistenza per tutta la vita delle esperienze infantili. Per lui l'uomo, la sua funzione, le sue finalità sono uguali a quelle di qualsiasi altra cosa: preservare sé stessi e perseverare nella porpia esistenza. Per Spinoza la virtù è agire secondo questa norma generale. Preservare il proprio essere significa diventare ciò che potenzialmente si è. La scienza dell'uomo, di conseguenza, è la scienza teorica sulla quale si fonda l'etica.

La ragione mostra all'uomo cosa deve fare per essere veramente sé stesso e in tal modo gli insegna cosa sia bene. Ma la strada per la virtù passa attraverso l'uso attivo che l'uomo fa dei propri poteri. Pertanzto potenza è la stessa cosa che virtù, e impotenza è la stessa cosa che vizio. La felicità accompagna l'accresciemtno di potenza, la depressione si accoppia con l'impotenza.

Poi arrivò Freud che studiò la personalità nella sua totalità, con particolare attenzione al carattere nevrotico. Qui c'è una ipotesi importante a mio avviso. "Tutte le virtù ed i vizi di cui si occupa l'etica tradizionale rimarranno necessariamente ambigui, perché spesso definiscono con la stessa parola atteggiamenti umani diversi e in parte contradditori (...). Una virtù isolata dal contesto del carattere può rivelarsi assolutamente priva di valore (come l'umiltà determinata dal terrore); oppure un vizio può essere visto sotto una luce diversa se lo si comprende all'interno del carattere (come l'arroganza in quanto espressione di insicurezza e di disprezzo di sé)."

"Tale considerazione ha, nei riguardi dell'etica un'importanza straordinaria; non è sufficiente ed è traviante occuparsi di virtù e vizi isolati come elementi separati. Oggetto di studio dell'etica è il carattere, e soltanto in riferimento alla struttura del carattere nel suo insieme si possono formulare giudizi di valorie circa singoli elementi o azioni."

Infine Fromm critica la teoria dell'edipo asserendo che è una versione laicizzata del peccato originale.

Scusate la lunghezza. Prossima puntata (se la discussione procede): Il carattere.
Lord Kellian is offline  

 



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