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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
12-10-2002, 18.26.55 | #8 |
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Si beh,per quanto riguarda il conosci te stesso socratico non ho nulla da dire...sulla metafisica e il metodo esclusivamente razionale che da lui in poi seguiranno tutti i filosofi qualcosina avrei da ridire...
Come direbbe Nietzsche(sia chiaro che io quando parlo di filosofia sono di parte,non lo nascondo di certo....): 11 Ho spiegato in che modo Socrate affascinava: sembrava un medico, un salvatore. È necessario dimostrare ancora l’errore insito nella sua fede, nella “razionalità ad ogni costo”? – È un autoinganno da parte dei filosofi e moralisti credere di essere già usciti dalla décadence solo facendo guerra contro di essa. L’uscirne fuori va oltre le loro forze: quel che scelgono come mezzo, come salvezza, è esso stesso un’altra espressione di décadence, – essi trasformano la sua espressione, ma da soli non la eliminano. Socrate fu un equivoco; tutta la morale del miglioramento, anche quella cristiana fu un equivoco ... La piú viva luce del giorno, la razionalità ad ogni costo, la vita luminosa, fredda, cauta, cosciente, senza istinto, in contrapposizione agli istinti, fu essa stessa soltanto una malattia, un’altra malattia – e non fu assolutamente un ritorno alla “virtú”, alla “salute”. alla “felicità” ... Dover combattere gli istinti – questa è la formula della décadence: sino a che la vita si innalza, felicità e istinto sono uguali. 12 – Ha forse compreso anche questo, il piú accorto tra tutti gli ingannatori di sé? Lo disse a se stesso alla fine, nella saggezza del suo coraggio di fronte alla morte? ... Socrate volle morire: – non Atene ma egli stesso si diede la coppa di veleno, egli costrinse Atene a dargli la coppa avvelenata ... “Socrate non è un medico”, disse piano tra sé e sé: “qui il medico è solo la morte ... Socrate fu soltanto per lungo tempo malato ...”. (F. Nietzsche, Crepuscolo degli idoli ovvero Come fare filosofia col martello, trad. di C. Zuin, Zanichelli, Bologna, 1966, pag. 61) |
12-10-2002, 19.06.22 | #9 |
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Armonia dixit :" Socrate sosteneva che il compito dei sapienti non è proporre affermazioni vere, ma favorire la nascita della verità nell'anima dell'interlocutore. Il lavoro che conduce a un tale risultato, è un vero e proprio processo di gestazione, che prevede un metodo di ricerca maieutico, basato sul colloquio, sull'arte dell'ascolto e dell'obiezione e sul sistematico uso dell'ironia per sconvolgere le difese intellettuali precostituite. "
Kri: Ti ricorda qualcosa tutto questo? Se lo DICE Socrate va tutto bene, se lo FACCIO io succede un casino...; ma come si fa a promuovere quello che si cerca di osteggiare? Forse il copia e incolla fa male... |
03-11-2002, 21.23.44 | #10 |
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giuro!
l'argomento mi piace e m'interessa.
La domanda alla quale un filosofo cerca sempre di rispondere è nn "come", ma "perchè" un qualcosa accade. Il dubbio prima della fede. Le leggi generali e fondamentali del pensiero vengono studiate dalla logica: Dio, l'uomo e il mondo. (perchè?) Troppo lungo è il "pensiero", ma la domanda recente è "perchè siamo" esposta dall'esenzialista Kierkegaard, sorpassato da Russell. Al di là di nomi, cognomi e date, la filosofia resta e rimane "amore per la sapienza". L'uomo nn può rimanere spettatore di se stesso nei confronti del mondo dell'esperienza, ma contribuire e collaborare con la ricerca scientifica e filosofica. |