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26-01-2006, 17.59.05 | #32 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Citazione:
Non la penso, la.. deduco! (seppur la deduzione faccia comunque parte dell'attività mentale! ..Non se ne esce!! Per forza di cose ogni percezione per quanto "sottile" possa essere, sempre a questa condizione di coscienza appartiene, a questi sensi; anche il più "sofisticato" sentire, percepire è frutto di questa traduzione di coscienza.. La deduzione appartiene comunque ad una logica e come tale.. sostenibile, indirettamente verificabile; sullo stesso piano delle percezioni stesse, se vogliamo, anche se solo quest'ultime possono donarci quel senso di "verità" differentemente difficoltoso da sfiorare) Gyta |
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26-01-2006, 18.15.44 | #33 |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
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bhe.
Io pesno che gli stati alterati di coscienza, possano metterci in condizione di vedere le cose in modo diverso e come lo stato ordinario di coscienze non è in grado di fare. Credo che le varie forme di meditazione null'altro siano che pratiche atte ad alterare la coscienza. Le neuoscienze sembrerebbero confermare questa cosa. da analisi fatte attraverso il MEG (magneto-encefalo-gramma) e fRMI (risonanza magnetica funzionale), si è registrata un'attività cerebrale di alcuni soggetti in meditazione che è analoga a quella che si verifica unicamnte durante il sonno profondo. ma fose... si erano addormentati.... |
26-01-2006, 18.20.38 | #34 | |
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Data registrazione: 02-02-2003
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Citazione:
Ma quanto sei carino.. nonimportachicosacomeeperchéma i Vabbuò.. morale: alterata o meno sempre lei resta, nelle sue in-finite possibilità Scusate.. quasi off! (..ma mica tanto!) Gyta Ultima modifica di gyta : 26-01-2006 alle ore 18.23.22. |
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26-01-2006, 18.35.58 | #35 | |
Utente bannato
Data registrazione: 04-11-2004
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Citazione:
è vero.... ciò che intendo per coscienza è la capacità di percepire se stessi. ed in effetti se coscienza è sempre tale resta a prescindere dal "come" sia. devo però ammettere che ho qualche fondato dubbio sul fatto che la coscienza, il senso dell'individualità, sia così necessario per "esperire". |
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26-01-2006, 18.44.04 | #36 | |
like nonsoche in rain...
Data registrazione: 22-09-2005
Messaggi: 1,770
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Citazione:
Percepiamo la continuità della coscienza anche se questa è in realtà assente. |
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26-01-2006, 22.45.48 | #37 | ||||||||
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Citazione:
Cercherò di rispondere molto volentieri Io credo che il senso d’identità (in terza persona: spiegherò poi) dipende molto dalla memoria e dall’esperienza, ma anche che tale senso d’identità ha una sua dignità come molti altri concetti. Mi spiego meglio. Parlavo di prospettiva in terza persona, perché? Perché è naturale che in prima persona non necessitiamo di memoria (o meglio: non è necessaria la memoria a lungo termine, ma naturalmente almeno la memoria di qualche minuto prima è indispensabile) per sperimentare un senso d’identità. Però in terza persona, osservando, noi non riterremmo di certo avente un senso d’identità. Sull’esperienza condivido ciò che dice nonimportachi, cioè credo che se uno non ha mai avuto esperienza del mondo egli non possa avere pensieri perché un linguaggio privato non può esservi. Ma – come già dissi – non solo questi fattori sono importanti, anzi essi non sono di certo sufficienti, infatti posso immaginare uno che perda il senso d’identità ma non la memoria: ricorda avvenimenti ma non li collega a se stesso. (E, come dice Weyl, esperienza senza collegare che quello che vedo e sento è il mio braccio.) Il senso d’identità che non evapora con il cambiamento mentale e fisico risiede nella continuità concettuale che noi possediamo. Cioè per passare a da delle credenze ed altre rifletto, valuto quello che penso di sapere, apporto dei compromessi, etc, etc. Quando provo qualcosa, desidero qualcosa, temo qualcosa, etc., ciò dipende da altri desideri, credenze, paure, del mio passato. In questo senso – in un senso importante di ‘identità’ – noi abbiamo un senso d’identità. Citazione:
Penso che siano finezze linguistiche, infatti ‘molte’ dipende dal contesto. Io posso dire che quella ragazza piace a molti uomini, senza intendere che piace al 50%+1 (o all’85% o 99%) della popolazione maschile mondiale. Detto questo, noi possiamo dire che sappiamo un bel po’ di cose riguardo al mondo che ci circonda. Naturalmente non sappiamo tutto, ma non appoggerei una visione del mondo misteriosa, come sembri appoggiare tu in questo contesto. Citazione:
Volentieri, se mi specifichi meglio cosa dovrei spiegarti [quote]Alessiob: Ma chi ha parlato di mero mutamento Hardware? Io ho parlato di mutamento totale e dunque anche Software.[quote] Il software ha una indipendenza logica dall’hardware (dai un occhio alle caratteristiche dei database). Io posso avere una stessa canzone con un’infinità di hardware diversi. Addirittura posso avere un disco fisso che muta nel tempo (perché magari è fatto di banane, e queste con il tempo marciscono, si imputridiscono, etc.) e avere sempre la stessa canzone sopra tale supporto di memoria (basta sapere come le banane mutano). Quindi anche con una teoria (materialistica) funzionalista della mente (quella tanto in voga in questi tempi, che io ormai non condivido più come mostra il mio topic sulla filosofia della mente) il mutamente del cervello (e di tutto il corpo) non implica il mutamento mentale. Citazione:
nonimportachi, nessuno – penso e spero – mette in dubbio che esistano cose che non conosciamo e che probabilmente non conosceremo mai (anzi no, forse c’è qualcuno: gli idealisti che credono che il mondo sia semplicemente una costruzione della nostra mente) perché non abbiamo dati sufficienti. Comunque non è questo il caso del gatto, infatti a questo non è tanto che gli manchino i dati ma manca di strumenti concettuali e intellettuali (che presuppongono il linguaggio). Citazione:
questo era il mio punto di vista fino a pochissimi mesi fa, ora la mia posizione è espressa nel mio topic sulla filosofia delle mente e l’identificare gli stati intenzionali. Citazione:
“la propria morte per noi non esiste” che significa? Potrebbe significare che noi non esperiamo la nostra morte, ma questo è banalmente vero. Se invece si vuole a tutti costi tenere ‘esiste’ allora tale posizione è falsa (a meno che non si sostenga l’idealismo, ma questo farebbe finire ben presto questa discussione). Comunque già il mio caro e amato omonimo diceva che la morte non ci può fare paura perché quando ci siamo noi, lei non c’è, e quando lei c’è noi ci siamo. Citazione:
Sono sicuramente concorde con te che l’analisi del linguaggio debba essere fatta (anzi, direi che è un obbligo per un filosofo) e che questo porti moltissime volte dei risultati veramente interessanti. Ma bisogna sempre stare attendo al caro e buon vecchio linguaggio, come ci ammonisce Wittgenstein nella mia firma: occhio al labirinto! Faccio un esempio banale (forse troppo!) per esporre quanto voglio dire: se ad un certo punto pongo per definizione che ‘sedia’ significa ‘oggetto d’ora presente sulla terra lungo 4000 metri’, allora è scorretto dedurre che non esistono sedie. Cioè è giusto analizzare l’uso dei termini, ma non stravolgerli, infatti tanto vale creare una nuova parola per evitare confusioni. E così definisco ‘xaduf’ uguale a ‘oggetto d’ora presente sulla terra lungo 4000 metri’. Citazione:
Non mi sembra che tali domande siano senza risposta, molte persone in questo forum hanno le loro risposte a queste domande, anche senza essere equipaggiati con la tua teoria. Comunque in non credo che noi siamo SOLO un ammasso di particelle, né tanto meno SOLO una macchina di Turing. Ciaociao epicurus |
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27-01-2006, 10.56.12 | #38 |
Ospite abituale
Data registrazione: 16-10-2005
Messaggi: 749
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"Volentieri, se mi specifichi meglio cosa dovrei spiegarti"
Il mio pensiero è questo: Noi viviamo in un modo diverso da quelle che ci siamo immaginati fino ad adesso. Tu sembra che non sei daccordo con questa mia affaremazione (non siamo vivi, almeno non come crediamo noi) perche non sei daccordo e quale è la tua alternativa? Tu non credi che noi siamo solo un ammasso di particelle: Allora come lo spcieghi l'intelligenza artificiale? Chi è? Quale è il tuo pensiero? |
27-01-2006, 14.27.06 | #40 | |||
weird dreams
Data registrazione: 22-05-2005
Messaggi: 483
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introduzione al significato dei numeri naturali
Citazione:
.C'è chi crede nel monismo, chi nel dualismo e chi nell' ecct.ecceterismo noto anche sotto il nome di ...ismo. Ebbene Io crede nel simonismo, il quale afferma che la presa di posizione su uno qualunque dei precedenti metafisici concetti è fallace (o, più precisamente: scivolosa und impermanente, istantanea o meglio inesistente). Dimostrazione del simonismo analizzando la definizione delle sopracitate correnti di pensiero, rispettivamente: monismo=tutto è formato da un'unica sostanza, dualismo=tutto è formato da due tipi di sostanze, ...ismo=tutto è formato da più tipi di sostanze; risulta evidente che si tratta di concetti dalla crescente derivazione. Ovvero: Dispiegazione a partire dal concetto più primitivo und 'originale': monismo ne deriva per primo il dualismo e via via per derivate successive si ottengono per induzione i vari 3ismo, 4ismo e così via fino al n...ismo tralasciando però in cotal maniera: il nizbaismo o non-ismo (che è informato) [per i quali il simonista intende il seguente concetto: il concetto (sostanza) non è definito, non ha orlo ne ricamo]. Ora: monisticamente appare evidente (almeno al simonista convinto) che l'unica 'sostanza' che può essere intesa è: esperienza, per il semplice fatto che: quel che non è percepito non ha effetto e quel che non ha effetto non può essere nominato in alcun modo che non sia sinonimo di nulla, ad esempio: l'innominabile, trascendente, paradosso, equilibrio tra gli equilibri, .vuoto., eccetera ecct ecct... Dualisticamente appare evidente che l'unica relazione possibile tra due 'sostanze' distinte è quella soggetto-oggetto o percepente-percepito o esperienza-di-altro-che-sè-medesimo o esperienza-di-non-sèstessa, che il simonista semplificando interpreta come: scissione dell'identità* o esistenza dell'identità relativa o relativa percezione dell'identità (il termine* percezione può indifferentemente essere sostituito dai più svariati sinonimi altrettanto esemplari quali esistenza, esperienza, coscienza,...). ...sticamente, secondo l'interpretazione simonista, non si fa altro che pensare, riflettendo sull'espansione dell'esperienza, che quest'ultima non sia abbastanza elastica da subire cotal stiramento e che dunque si va lacerando in sottili brandelli destinati a polverizzarsi nel ? cosmico. {Ma già a partire dal 'termine' che identifica il concetto di cui ora stai leggendo la sintesi, scindendolo in due fattori tramite un punto 'localizzato' entro i simboli (a) ed (m), si può notare che il secondo fattore è ambiguo e si può così intuire che non c'è da fidarsi. Risulta così svelato il cammuffato prodotto}. Citazione:
Infinito e illimitato 'non' sono concetti coincidenti: anche una retta presa di per sè è infinita e cionondimeno limitata nel campo dei numeri reali; essa rappresenta una continuità 'separata' (in ogni separazione gli apo'strofi sono indispensabili) da altre continuità. Citazione:
zen0 non è rappresentato, ma rappresenta l'origine e la fine, quindi gli estremi temporali di un riferimento (estremi esclusi dall'insieme di definizione, attualmente eterni). Ultima modifica di z4nz4r0 : 27-01-2006 alle ore 14.35.17. |
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