Riferimento: Troppo carico di teoria?
(1) La conoscenza dei fatti presuppone la conoscenza delle teorie
(2) La conoscenza delle teorie presuppone la conoscenza dei fatti
Kant - a suo tempo - disse: "le intuizioni senza concetti sono cieche"
Non desidero entrare nell'ambito squisitamente filosofico della questione, credo che non sarei capace di aggiungere nulla di sostanzioso se non un gatto che si morde la coda, come mi sembra che qualcuno abbia gia fatto, giustamente o meno. Inoltre, seppure puo sembrare una premessa ovvia a molti, desiro ricordare che parole quali "conoscenza", "fatti" e "teoria" (basi delle postulazioni citate da epicurus) richiederebbero un tomo soltato per definire (per rimanere in tema) il qualia corrispondente ad ognuna.
Premetto ancora, Kant non mi è mai stato a cuore, e leggendo la frase citata credo che avrei voglia di criticarlo brutalmente ricordandogli il valore assoluto dell'istintività, e del filo rosso che essa rappresenta tra la nostra Natura e la nostra apparizione..tuttavia non è mia abitudine criticare frasi estrapolate da un contesto a me sul momento sconosciuto, e provo a partire positivamente da essa.
Il punto semplice e rozzo della questione, consta nell' esistenza o meno di una correlazione tra stupidità e ignoranza, intese nella seguente accezzione:
stupidità->incapacità di concettualizzare
ignoranza->deficienza di concettualizzazione
Credo che gia esprimendo questi due (ahime fallaci) postulati, si possa notare che la ripetizione dell'azione "concettuale" delinei un rapporto tra le due cose non lineare (e quindi di causa ed effetto) ma circolare, ovvero di intrensicità. Il che, se avrete voglia di riflettere su questo punto di vista, rappresenta certamente un dettaglio per nulla sterile.
Intendendo la conoscenza come una mera immissione di dati, potrei facilmente asserire una metafora, paragonando il nostro logos (o che dir si voglia) ad un recipiente duttile, che all'immagazinamento di ulteriori dati, faccia corrispondere una sua dilatazione, e una conseguentedilatazione dello spettro di esistenza. Piu il lago è grade più è facile tornare a casa con dei pesci? Non necessariamente se parliamo di un pescatore alle prime armi, il che fa sorgere l'idea che esista una sorta di "tecnica dell'intuizione", all'interno della quale credo possa insistere un fattore rozzamente chiamato "allenamento".
Credo sinceramente, anzi, lo intuisco perennemente, che nel mondo vi siano persone che navighino il proprio lago alla ricerca della quantità di pesci necessaria per sopravvivere, ed altre che invece cerchino un pesce della qualità piu rara e speciale, e passino la vita a far la fame, a costo di pescarlo.. Il nostro caro Kant, si è sempre sentito uno dei secondi, e a volte quando lo leggo sento la sua voglia di essere quasi commiserato e compianto.
Termino la mia (ormai orrenda visto il tempo per cui si è protratta) metafora, asserendo che la mia intuizione sente che si possa pescare un pesce raro sia in un lago piccolo che un lago grande, se non si ha timore di immergersi nelle proprie profondità, e che forse la conoscenza puo crearne il bisogno, ma nel momento dell'intuizione rappresenta solo un peso, un limite alla propria intimità.
Questa è un idea mia, e come sempre, ho tentato di tenere per quanto possibile, la mia conoscenza al di fuori del mio pensiero, nessun autore e nessuna citazione, se vi devo dire la verita, le odio.
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