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Filosofia - Forum filosofico sulla ricerca del senso dell’essere. |
12-09-2005, 17.49.22 | #22 |
stella danzante
Data registrazione: 05-08-2004
Messaggi: 1,751
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grazie per aver evidenziato quello che avevo sottointeso epi, mi fai sentire compresa
ma era sottointesa anche tutta una serie di "prove" che possono essere riassunte nel koan di prima e che sarebbero grossomodo quella del pensiero, ossia se esiste il pensiero della perfezione, necessariamente esiste un essere perfetto, o quella dell'esistenza del creato che presuppone un creatore, o quella della storicita' ossia se da sempre esiste l'idea di dio negli uomini dio esiste, ecco riassumevo un po' le varie prove dell'esistenza di dio non raccontate da andrea, forse perche' lui stesso, a ragione, se ne vergognava a scriverne, ma credo che col merlo e la mucca posso averle riassunte tutte ed evitato un lavoro penoso anche omettendo gli autori di questi pensieri probatori |
12-09-2005, 17.53.03 | #23 |
Moderatore
Data registrazione: 18-05-2004
Messaggi: 2,725
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Se volete, date un occhio alla mia pagina http://www.epicurus.altervista.org/all_miafilosofia.htm, lì trovate un mio articolo che parla delle (presunte) dimostrazioni dell'esistenza di Dio - Microscopio e Telescopio: Alla Ricerca di Dio - e un'altro che svela brevemente gli errori di tali dimostrazioni - Abbagli Divini.
Spero che la visita vi diverta |
15-09-2005, 09.30.49 | #24 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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"esprit de finesse"
La logica geometrica di epicurus non puo’ confondere una affermazione del tipo “in quanto ateo, egli non crede” con una del genere:” in quanto re, egli non obbedisce” ; nell’una non si dice nulla, l’altra puo’ spiegare tutto.
“in quanto Dio, egli non esiste” ovviamente non risponde alla logica di epicurus, ma non per i motivi da lui addotti; e’ una proposizione che esige una sorta di pascaliano “esprit de finesse” per essere compresa; io credo ,cioe’ ,che si voglia comunicare l’intuizione di un concetto inesprimibile che “intende” Dio al di la’ di ogni umana categoria dell’ esistenza, rendendo cosi’ impronunciabile il suo nome e incomunicabile ogni nostra intuizione che lo riguardi; …quasi a voler dire:” Dio non puo’ piegarsi ad esistere, ma e’ blasfemo, anche se intuitivo, dire che non esiste, …forse fara’ qualche cosa d’altro , …certamente noi non possiamo averne un’idea logicamente esprimibile, nulla di sensato possiamo dire che lo riguardi”. Alla viandante consiglierei di incamminarsi sulle 5 vie di Tommaso e di soffermarsi un poco anche sul concetto di ragion sufficiente di Leibniz; basta un sussidiario di liceo…per capire che il pensiero ,in filosofia, e’ libero ,.non evolve su se’ stesso anche se puo’ rispecchiare lo spirito dei tempi, non e’ mai superato, non deve nulla al suo passato e non pretende di dare nulla al suo futuro, e’ amore libero e disinteressato per il sapere, ogni risposta filosofica ha la sua dignita’ e la sua validita’ piu’ o meno soggettivamente condivisibile. Saluti a tutti |
15-09-2005, 13.53.04 | #25 |
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Ineffabilità
Per questa via, comunque, ci inerpichiamo lungo il sentiero di Epicuro.
Un Dio inattingibile, impensabile, irraggiungibile con ogni strumento intellettuale, irriconducibile, seppure metaforicamente, dentro le categorie e i modi dell'esistenza umana, cessa di riguardarci. Un Dio di tal natura può anche essere ammesso, così come può essere ammessa la scaturigine del cosmo da un multiverso più vasto e complesso, ma anche dal nulla, dal vuoto quantico o da una tartaruga noumenica. Non aggiunge nulla al nostro poter sapere e non toglie nulla a ciò che sappiamo. E, infine, sospende su di un abisso di nonsenso la nostra domanda: Che cosa ci è lecito sperare? La questione vera, umana, non è l'esserci o il non esserci di un Dio, quanto piuttosto il senso umano che Egli può rappresentare. O, meglio, molto meglio: il senso divino che la natura umana, intellettuale, dell'esistenza può avere o non avere per un Dio. Questo è, per conto mio, il mistero nucleare della fede. Che l'intelligenza umana, per la sua stessa finitezza, possa attingere alla non finitezza è l'unica intuizione intellettuale che la finitezza umana possa, analiticamente, "trovare". Ma l'atto di fede sta essenzialmente nel "riconoscerla" consonante con Dio. |
18-09-2005, 11.02.36 | #26 |
Moderatore
Data registrazione: 12-09-2004
Messaggi: 781
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weyl ha scritto: Per questa via, comunque, ci inerpichiamo lungo il sentiero di Epicuro. Un Dio inattingibile, impensabile, irraggiungibile con ogni strumento intellettuale, irriconducibile, seppure metaforicamente, dentro le categorie e i modi dell'esistenza umana, cessa di riguardarci. --------------------------------------------------------------------------------- Un "siffatto" dio non cessa di riguardarci se noi non cessiamo di riguardare lui; questa e' la speranza di molti e la certezza dei pochi che credono al Dio che si e ' voluto piegare all'esistenza umana; Questo e' ,forse, il senso che Ratzinger voleva comunicare ai viandanti in cerca di fede. Saluti a tutti Ultima modifica di and1972rea : 18-09-2005 alle ore 11.03.43. |
18-09-2005, 16.12.40 | #27 | |
Ospite
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Citazione:
condivido il tuo pensiero... |
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18-09-2005, 18.06.53 | #28 | |
Utente bannato
Data registrazione: 15-05-2004
Messaggi: 1,885
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Citazione:
Oh! Viandante! Tutti i papi e vescovi sono atei ! La dimostrazione: un clamoroso fuori onda della TV americana: tre anni fa ha parlato alla televisione statunitense la mistica cristiana,Vassula Rajden.Al termine della conferenza con le telecamere accese,si sente la conversazione fra due vescovi: "Tu che ne dici?" "Mah! O è pazza o crede veramente in Dio." Capito? Kantai. |
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20-09-2005, 00.58.14 | #29 | |
Moderatore
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Messaggi: 2,725
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Citazione:
Le nostre scelte possibili - a questo punto - riguardano due strade solo: o proponiamo un dio totalmente insondabile dall'intelletto (con le parole di Weyl:"un Dio inattingibile, impensabile, irraggiungibile con ogni strumento intellettuale, irriconducibile"); oppure proponiamo un dio almeno parzialmente raggiungibile dalla razionalità umana. Nel primo caso si finisce col parlar di nulla come fa notare Weyl (e come dimostro io nel pezzo che ho incollato in grassetto in qualche post fa); mentre nel secondo si devono accettare per forza le deduzioni dell'intelligenza umana (confutazioni delle prove dell'esistenza di dio, problematicità logiche degli attributi divini, etc.) con tutti i dispiaceri che questo può dare. |
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21-09-2005, 08.15.14 | #30 |
Moderatore
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Epicurus scrive:
mentre nel secondo si devono accettare per forza le deduzioni dell'intelligenza umana (confutazioni delle prove dell'esistenza di dio, problematicità logiche degli attributi divini, etc.) Confutare o confutare le confutazioni stesse (anche se di rigorose in merito alle prove dell’esistenza o meno di dio io non ne conosco) non conduce la nostra intelligenza a dimostrare nulla di nuovo; riguardo a dio ,si puo’ dimostrare rigorosamente tutto ed il contrario di tutto , cambiano solo i secoli e i modi con cui lo si fa…ma tutto questo sterile spremersi di meningi dove ci porta?! …puo’ darsi che dio abbia concesso all’uomo sia una via razionale per poterlo raggiungere ,sia una via altrettanto razionale per potersi allontanare da lui; svelandosi all’uomo mentre si vela e velandosi mentre si svela ,egli ci lascerebbe ,in questo modo, la liberta’ di scegliere con le ragioni del cuore quale strada percorrere con la logica del nostro intelletto. Saluti a tutti |